Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

venerdì 24 novembre 2017

IL LATO OSCURO DELLA MELA E IL V° POSTULATO DI EUCLIDE



Oriente: Nella Massoneria, si chiama Oriente ogni luogo dove si trova ed opera una loggia; Grande Oriente è la loggia centrale, formata dai rappresentanti delle varie logge di una nazione e presieduta dal Gran Maestro. (dal Dizionario Enciclopedico Italiano – Treccani, 1958).

Se un numero sufficiente di persone (da 3 a tutti i numeri dispari in poi)) riesce a volere fortemente la stessa cosa visualizzandola, orientandosi verso la stella di riferimento per riceverne influenza sottile, questa cosa si realizza. Bisogna che l'oggetto desiderato sia consono allo spirito del gruppo, ai suoi fini, che vanno al di là degli interessi personali, altrimenti la magia non funziona. La parola Magia (come la parola Massoneria) viene dal greco massein, fare, ammassare, to make, la massa del pane, il libro Massa e potere di Elias Canetti; il Kremmerz al secolo Ciro Formisano, invece, la fa derivare da mag, energia primordiale, lo stesso Evola segue tale interpretazione; e infine la terribile massa che tiene in movimento il pendolo di Foucault, a Parigi, in rue Saint Martin 292, in cui Umberto Eco si pone come testimone illuminato. Forse il segreto dei segreti sta tutto qui. La Magia è un metodo (volontà x immaginazione2) che gli antichi conoscevano e adoperavano e che per Piero Angela bisogna assolutamente dimenticare. La Massoneria in tutti i suoi rami (v. Santa Alleanza nella Treccani) è una specie di Magic business. Uniscono gli utili al diletto di praticare l'arte stregonesca.

Dispongo sul leggio La sacra Bibbia, nell'edizione di padre Giuseppe Ricciotti, e seguendo il consiglio di un vecchio amico comincio la lettura a partire da Matteo 13.13 (“Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono.”), dove si avverte che le parabole vanno interpretate, altrimenti le cose che si ascoltano e che si vedono non hanno senso. Questo aspetto vale anche per i testi esoterici e magici. Non solo. La stessa Natura iniseme ai fatti storici debbono esser letti sotto più angolature. Nel mio caso ho applicato diciamo la seconda vista alla Realtà e alla Storia. Ho percepito la presenza sotterranea di un'antica cospirazione globale, che pur con nomi e simboli diversi ha interferito pesantemente sugli eventi noti ai più. Che metodo uso? Comparo e sintetizzo: spulcio almanacchi, cronache, raccolgo, decripto, cerco concordanze, tracce, fievoli orme, dicerie e quanto utile per far luce sul mistero della Storia. Procedo annaspando in un terreno perennemente scivoloso. Diventa sempre più chiaro che certe cose non verranno dette ad alta voce; certi eventi non saranno mostrati sul palcoscenico. La verità va sussurrata di modo che le persone attente alla presenza dello straordinario possano captarle e farne tesoro senza rischiare troppo. Alcuni uomini appartenenti all'eterno complotto hanno ucciso, tradito, si sono spesi oltre l'umano per appropriarsi del potere assoluto, distruttivo, ossia il lato oscuro della mela; dicevo, per comprendere i motivi di tale terribile corsa ad inseguire l'oscuro talismano dell'arcano del potere, bisogna leggere in profondità, tra le righe, scovare il metatesto, i simboli, disseminati tra mille libri, monumenti, chiese, templi, racconti orali tramandati dai nostri vecchi. Come si dice: leggere tra le righe. E cosa si trova tra le righe? Spazi vuoti ma pieni di significato. Beninteso, il 90% delle tracce son state rilasciate proprio dalla cricca degli oscuri, il motivo? Innescare trappole e disseminarle nel bosco per ferire l'ingenuo segugio in cerca di guai. Il rimanente 10% sono piccoli semi, frutto di faticose indagini da parte di persone fededegne che nel corso dei secoli si sono affaccendati per ricostruire uno straccio plausibile di storia che non sia quella scritta dai vincitori. Il noto saggio di politica Il Principe di Machiavelli, di cui la CIA finanzia la pubblicazione in tutto il mondo, è il primo tassello dove si dice che nella Città Nuova non c'è morale, il fine giustifica i mezzi. Ecco, le persone che si cimentano nell'avventura più folle di sempre, hanno la morale invertita.
Chi non segue il pensiero invertito bensì aspira alla Luce come uomo di desiderio alla maniera dei martinisti, rischia purtroppo sempre di cadere, camminando sull'orlo può finire di cadere rovinosamente. Tra i più noti cercatori della mela d'oro va riconosciuto Umberto Eco, curioso ma non coraggioso abbastanza, ha fallito accontentandosi della comoda appartenenza alla classe colta internazionale. Altro “collezionista” di cose occulte è Quirino Principe, musicologo di fama, traduttore de Il Signore degli Anelli (edizione Rusconi-Bompiani) e sensibile all'odor di zolfo, non facendo parte della cricca Ultramondo, è relegato ai margini (meglio per lui, direi). Guido Ceronetti è un altro antiquario, ma è troppo ammaliato dall'orrido, dalla patologia della civiltà, dall'estetica del tavolo operatorio. Ovviamente considero Brizzi e Sibaldi, volenterosi ragazzotti un po' in là con gli anni che giocano con l'arte ma artisti non sono e mai potranno ambire a vedere i cieli interni, troppo impegnati a vender teleprodotti. H.P. Lovecraft poteva essere un eccellente cercatore del talismano, ma seguì i propri incubi da non vedere la Luce in quel di Providence, per lui esisteva solo il lato oscuro della Realtà e la sua condizione di indigenza lo fiaccò parecchio e influì sulla visione d'insieme: comunque i mostri partoriti dalla sua fantasia somigliano troppo a quelli reali del basso astrale. Thomas Pynchon sarebbe sulla strada giusta se non si facesse irretire dalle sirene letterarie post moderne. Gustav Meyrink fu ad un passo, Kafka mai, uomo senza fede e dedito all'onanismo, Tolkien vide oltre il velo grazie alla sua fede, Thomas Merton vide l'unità grazie alla trappa, Simone Weil sfiorò l'arcano e forse la Luce, Colin Wilson ci andò vicino, Dalmazio Frau si sta attrezzando con buone chance, Heidegger girò intorno al Logos, Ettore Majorana fu portato in alto dal neutrino e contemplò il Grande Mattino del Mondo, Zolla perse la via per un piatto di lenticchie Adelphi, Pirsig viaggiando in moto ci passò davanti, John Blofeld percorrendo le vie della seta incontrò viaggiatori dei regni nascosti, Sri Aurobindo agganciò il sovramentale e lo fece discendere ma non lasciò eredi, Carlo Carretto trovò Dio nel deserto e padre Pio squarciò maya e mostrò la potenza di Gesù. La lista è lunga ma molti i fallimenti.

Ma ora parliamo del lato oscuro. Volete degli esempi? Ve li do, banalissimi, ma anch'essi se letti in codice svelano l'occulto:

l'uomo brucia le foreste dell'Amazzonia;
la Juventus favorita dall'arbitro nella partita contro il Napoli;
un soldato spara contro un gruppo di bambini armati di sassi.

E quest'altro:

C'è chi chiama bene il male e male il bene” (Isaia).

Sono tutte affermazioni dove il giudizio morale non c'è ma ce lo mette il lettore. Ha fatto bene o ha fatto male l'arbitro? O l'uomo? O il soldato? Certamente a Napoli non hanno nessun dubbio, ma a Torino? Perfino Isaia non sa risolvere il dilemma e non è l'unico: la Bibbia è piena di affermazioni eticamente neutre. Prendiamo il caso di Gesù. A noi cristiani piace pensare che Gesù, ossia Dio, sia infinitamente buono e giusto, che non divide gli uomini tra eletti e inferiori, che ci vuole liberi da costrizioni e da precetti, che tutti possiamo accedere al Regno, ma è un'idea nostra, nasce dalla cultura contadina e dai padri della Chiesa e non trova riscontro tra i talmudisti. Per noi, Lui è Via, Verità e Vita e basta.
Eppure ci sono persone maledettamente influenti che decidono le misure per leggere la realtà. Quando alcuni uomini di potere (sia quello economico-politico che quello occulto) dicono che è ora di cambiare cultura, ed hanno ai piedi tutta la stampa per dirlo più forte, intendono dire che dobbiamo tutti cambiare 'psi' o albero o prospettiva o punto d'osservazione. La funzione psi per il fisico Louis De Broglie: “La funzione psi rappresenta, preso nella sua interezza, lo stato delle conoscenze di un osservatore, preso nell'istante considerato, della realtà fisica che sta studiando. Non c'è da stupirsi se in pratica la funzione psi cambia da un osservatore all'altro». (Margins of Reality, 1986). Invece per me e per voi fare il Male al posto del Bene è sbagliato, è appunto male, e non si deve scambiare Dio col Diavolo. Semplice, no? Direi naturale, senonché per quelli della commissione Ultramondo il Bene e il Male se invertiti possono tornare utili in caso di conflitto perché disorienta gli avversari, cioè noi cristiani. Sempre per noi, il Bene e il Male sono due strade che non si incrociano mai, simboleggiate da Dio e dal Diavolo. Ma è proprio vero che due rette parallele non si incontrano mai?
A rigore due rette parallele non si incontrano mai perché sono così per definizione, ossia se si incontrassero non sarebbero più parallele. Il problema incuriosisce un po' tutti, e non è limitato al Bene e al Male. Oltre che nella morale l'abbiamo incontrato in fisica, in politica, e – naturalmente – in geometria. Infatti, il problema è rappresentabile con il teorema delle rette parallele che formano sempre angoli uguali quando una retta le incrocia entrambe, e ciò significa che non si incontrano mai. Il quesito è contenuto nella Stella di Raffaello che Euclide mostra agli allievi in Vaticano, nel famoso affresco delle Segnature. Il disegno che Euclide indica agli allievi è la segnatura di partenza. Il disegno è stato fatto col gesso su una lavagna per simboleggiare che può essere corretto. Secondo la geometria corrente due rette parallele non si incontrano mai a causa del postulato di Euclide, e quindi è lecito immaginare che cambiando postulato le rette alla fine possano incontrarsi pur essendo parallele. Su tutto questo però aleggia un certo sospetto. A che serve il postulato di Euclide? Se non basta la definizione a far rimanere staccate due rette parallele, come mai invece basta la definizione a far rimanere retto un angolo di 90 gradi? Come mai una retta non ha bisogno di postulati per proseguire retta verso l'infinito?
Dato il mondo in cui stiamo vivendo, viene in mente che Euclide col suo postulato è stato messo lì da Raffaello proprio per essere tolto quando avrebbe fatto comodo. Quando sarebbe arrivato il mortale piano massonico dell'inversione di significato.
In Vaticano, grazie a Dio, Bene e Male da due millenni a questa parte sono come le rette parallele, ma non escludo che da oggi niente sarà più come prima. Raffaello ha espresso la questione così: ha dipinto Euclide (che simboleggia la geometria basata sui suoi postulati) lo ha circondato di giovani apprendisti, e lo ha raffigurato curvo su di una lavagnetta, mentre con un compasso esamina un disegno fatto col gessetto. Il disegno rappresenta una stella a sei punte e al suo centro si vedono due rette parallele attraversate da una retta che le incrocia. È il teorema che tutti i ragazzi conoscono, in cui si dimostra che una retta, che attraversa due rette poste in un piano, genera angoli uguali se le due rette sono parallele. Euclide col suo postulato tiene diviso il Bene dal Male e infatti sembra che sia a causa di questo postulato che la Juventus vincerà la partita anche se il Napoli avesse ragione. Se non ci fosse Euclide a dividere le due categorie assolute, la squadra di Torino vincerebbe con la prepotenza avendo anche ragione. A questo serve l'inversione di significato, e ai bambini di adesso, il cui addestramento alla vita è affidato ad internet e alla televisione, gli insegnano che nella favola del lupo e dell'agnello è il lupo che ha ragione perché è il più forte, detta le regole del gioco, come il maschio alfa è dominatore.
Ricordate il presidente della Democrazia Cristiana, onorevole Aldo Moro? Alla luce di quello che accade oggi sembra una parabola oltre che una tragedia. La chiave sta in quella frase che i giornali gli attribuivano spesso: le convergenze parallele tra democristiani e comunisti. Se le convergenze restano parallele avviene quello che avviene con il Bene e il Male dei contadini, che viaggiano su due binari che non si confondono mai. Moro, nella parabola, era l'ostacolo che si frapponeva alla convergenza delle parallele. Togliendo di mezzo Aldo Moro è stato possibile realizzare la convergenza delle parallele, ossia l'inversione di significato. Chissà se il povero Moro si rendeva conto che lui stesso era il simbolo vivente (in coppia con Giulio Andreotti) del teorema di Raffaello. Moro non significa “scuro di pelle”, ma latino/arabo=chiunque di noi. Pensate alle zone di diffusione dell'arte moresca. Il cambiamento di significato della parola negli ultimi duecento anni è stato indotto ed è uno degli innumerevoli trucchi che la cricca imperante ha fatto grazie al sistema scolastico e mediatico. Il mondo intero ha saputo che le convergenze non sono più parallele quando il Presidente Moro è stato ucciso. Andreotti (andros, “uomo” nella lingua greca, altro nome simbolico) ha rappresentato l'antica arte della politica, quella del compromesso, dell'inciucio permanente col nemico, l'unica strategia per tenere a bada comunisti e massoni, così da relegarli in posizioni secondarie, non predominanti. C'era riuscito? A furia di toccare la merda, il suo puzzo si attacca alle mani, per quanto sapone si usi.
Una delle sculture più famose, a Roma, è la statua di Mosè, che contiene dei significati nascosti, rappresentati dalle corna e dal ginocchio nudo. La metafora di chi è Mosè è abbastanza scoperta. La statua famosa con le corna e col ginocchio nudo è di Michelangelo Buonarroti e sta a San Pietro in Vincoli. Dove sta? Dove sta Mosè San Pietro (ossia il Vaticano) è in vincoli, è legato. Questa è la prima metafora. L'altra è costituita dalle corna, che offrono diverse interpretazioni. La prima è quella delle guide turistiche: “Michelangelo scolpì le corna per errore. Comunque la statua appena fatta sembrava viva, e Michelangelo le dette una martellata sul ginocchio e disse non parli?”. La seconda interpretazione è questa: quelle corna Michelangelo le scolpì al posto di raggi, perché aveva letto male il contratto, che era in lingua greca. Infatti in greco “raggi” si traduce con una parola simile a “keren”, corna. Codesta spiegazione rassicura quelli che conoscono la storia segreta del segno del comando menzionata nella pietra di Bajazet. L'errore fu voluto dal genio di Michelangelo come l'ombelico che disegnò ad Adamo. Le corna sono le parallele che non si incontrano (ma anche le antenne che captano lo Spirito Universale alchemico), conferma se ci fosse bisogno che il cristianesimo è davvero la creazione da un genialissimo e segretissimo know-how e per tale motivo è il bersaglio prediletto che dovrà essere distrutto o cambiato dall'interno dai massoni e dagli araldi del pensiero liberale illuminista-illuminazionista. La Repubblica di Eugenio Scalfari e Il Corriere della Sera svolgono abilmente il compito e i gesuiti da par loro, giorno dopo giorno seminano bocconi avvelenati sul terreno dottrinale del mondo cattolico.
Il segno del comando è l'arcano del potere per antonomasia, è il frutto proibito dell'Eden, la mela tagliata in due parti, oggetto di meditazione presso il cerchio interno dell'alta massoneria azzurra, porta che aprirebbe ai segreti del 33° grado R+C. Gli stregoni credono di possedere il catalizzatore di energie e potenze occulte (il baphomet), ma alla fine è esso che li possiede e come recita la Treccani, “catalizzatore è quell'elemento, fatto, avvenimento che favorisce o accelera il formarsi e lo svilupparsi di tendenze, processi...”.

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