Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

giovedì 23 settembre 2010

IUS 30





1.
Dopo duemila anni, il sacrificio di Cristo è ancora presente nel nostro encefalo, dentro le nostre cellule, fa parte di noi, al di là di qualsiasi credo religioso. Forse, grazie a questo, godremo di un qualche genere di salvacondotto quando il varco previsto per la fine del 2012 si aprirà e ci inghiottirà trascinandoci nella grande mareggiata cosmica. Non bisogna dirsi cristiani, cattolici o ebrei, islamici o indù: siamo tutti portatori di cellule cristiche.

2.
Le interferenze del sovrannaturale nella nostra realtà si stanno verificando oggi più che mai. Và anche detto che esse sono di duplice segno, e proprio per questo dobbiamo aprire l'occhio del cuore per riconoscerle, onde evitare illusioni e trappole. Questa raccomandazione tanto più è valida per chi si avventura per le vie del Grande Ignoto. Ci sono forze spirituali oggettive nemiche dell'uomo, contro le quali è necessario combattere con le armi in dotazione da sempre e cioè fede e conoscenza. Non credo in chi sostiene che il male è complementare del bene e che quindi andrebbe trasformato; o peggio, che non esiste perché tutto fa brodo. Ho imparato a mie spese.

3.
Una Tradizione "che non sia anonima, non sia generica, non sia opinabile, non sia immaginaria, non sia volubile, non sia inesistente, ma porti chiaramente impresso uno dei nomi seguenti: Cristianesimo, Giudaismo, Islamismo, Buddismo, Confucianesimo, Taoismo, Parsismo". "Tutte queste famiglie possono, più o meno, ricondursi alla Tradizione originaria, o Tradizione adamitica" (Articolo di Silvano Panunzio pubblicato su Carattere, riprodotto su L’Alfiere, n. gennaio 1966, pp. 7-8.)

4.
Stiamo entrando in un ciclo di epoche in cui l’anima femminile diventerà sempre più pura e grande, in cui più e più donne diventeranno ispiratrici profonde, madri sensibili e leader sagge e visionarie. Questo sarà il ciclo d’epoche in cui la componente femminile dell’umanità si manifesterà con forza senza precedenti, bilanciando il dominio precedende di forze maschili in una armonia perfetta.
Daniil Andreev, 1950s, Roza Mira (The Rose of the world)


5.
Ho conosciuto Scandurra a 16 anni, mosso dall'aspirazione alla conoscenza. Mi ha accolto come si accoglie un uomo di desiderio, guardando oltre il ragazzotto timido e confuso. Nei suoi insegnamenti ho incontrato il grande Giroscopio Cosmico, colui che indica una via, che offre senza chiedere nulla in cambio. Scandurra faceva agire la luce che toglie la materia dalla tenebra. Non giudicava se non per dare un indirizzo, non chiedeva niente, non ti attirava nei suoi pensieri e sentimenti, non ti offriva una concezione del mondo, non ti proponeva neanche una via interiore se questa via non era già dentro di te: si offriva e così facendo attivava quella Vita presente in ogni essere umano.
B.F., un vecchio discepolo

6.
"...Ognuno di noi ha al suo interno una luce divina, un incanto, un istinto magico, divino, da far emergere verso la superficie di se stesso. Questa luce, questo istinto divino, la consapevolezza di “noi stessi e del TUTTO che ci circonda” non dobbiamo mai soffocarla..." Elena Galanti, fotografa

DEYA: IL PIANETA LABIRINTICO 2
Seguii Roberto che mi indicò il punto del mio trasferimento. Compresi con senso di angoscia che in quell'incredibile labirinto mi sarei trovato da solo a cercare cosa, poi, non avevo ancora capito. Ebbi la sensazione agghiacciante dell'eventualità di perdermi, e forse non era nemmeno la cosa peggiore che mi sarebbe potuta capitare. Dove diavolo mi ero cacciato? Dove mi aveva condotto Scandurra? Avevo pure insistito per viaggiare nell'interdimensionale. Complimenti. Invidiavo pure il mio amico Zac per essere stato il primo dell'anonima talenti a saltare il fosso e poi, quando mi si presentava l'occasione, me la facevo sotto.

Roberto, dopo avermi fatto percorrere mezza nave – rampe, camminamenti a file parallele, botole del tipo 'pompieri' e scale mobili - mi indicò un cilindro verticale di oltre due metri e vi entrai; mi trovai così incassato dentro un lungo budello di legnometallo scuro. Un vapore giallognolo scese su di me. Era fresco e mi pizzicava in faccia. Mi aspettavo chissà quale magia smaterializzante. Invece si aprì d'improvviso la base sotto i miei piedi e precipitai nel vuoto. Non mi smaterializzai ma discesi lentamente come se fossi imbracato da una corda elastica. Ero avviluppato da un alone giallo che mi permise di planare. Il paracadute gassoso mi depositò morbidamente in mezzo ad una piazzetta.
Messo piede a terra, mi resi conto di trovarmi in mezzo ad una curiosissima città piena di gente. La giornata vista dal basso era più assolata, i raggi dell'astro trovavano insolite angolazioni, tagli di luce multicolori colpivano torrette altissime, templi dai più curiosi addobbi e simboli, palazzine ad un piano piene di botteghe e rivendite di tutto, ma proprio di tutto. Fui invaso dal chiasso festoso di una umanità (seppur di un altro universo, così mi appariva) indaffarata a comprare, bighellonare, parlottare, ridere, vendere, barattare. Nessuno fece caso a me, calato dal cielo come un angelo; evidentemente, erano ben avvezzi a cose strane. Il fatto veramente straordinario, almeno per me, riguardava la lingua o meglio, le lingue che questo popolo vivo ed esuberante usava. Distinsi persino un idioma simile all'italiano parlottato da tre tipi, vicini ad un negozio di semenze. Mi avvicinai a loro con cautela. Sembravano completamente presi dall'animata discussione e non si curavano della mia presenza. Allora decisi di intervenire:

“Scusate l'intromissione, ma vorrei avere alcune informazioni. Innanzitutto, ho accidentalmente ascoltato la vostra conversazione e parlavate in italiano. Mi chiamo Angelo. Sono dell'universo Il Luminoso. Sono stato mandato da un certo Asbel”.

Tre uomini, forse affaristi giunti su Deya chissà da dove per lavoro, indossavano cappottoni scuri lunghi sino alle caviglie e copricapi a punta di lana con paraorecchie. Possedevano tratti somatici simili agli slavi e sembravano parenti. Uno di loro, il più autoritario si rivolse a me con voce tagliente:

“Asbel, sì, lo conosciamo. Ti aspettavamo più tardi. Comunque già che stai qui, benvenuto su Deya. Noi siamo della fratellanza Darest Sharma e ti condurremo in un posto discreto dove poter parlare liberamente. Mi chiamo Tarim lo 'scaltro'. Lui è 'l'orologiaio', Finut e l'altro è Bedan, 'l'esattore'”.

“Spero che possiate darmi le informazioni di cui ho bisogno. Asbel non mi ha voluto o potuto dirmi molto”.

“Sei armato?”, fece Tarim.

“Cosa? No, per carità e poi perché dovrei esserlo”.

“Asbel ti ha inviato in un posto tra i più pericolosi dell'universo. Conosce il fatto suo, comunque. Vorrà dire che ti proteggeremo noi”.

Detto questo, Tarim e gli altri si diressero in tutta fretta su per una stradina, leggermente in salita e io li seguii con apprensione. Facevo fatica a reggere il loro passo, anche perché la folla mi rallentava. Sembrava un vicolo di Napoli, pieno zeppo di gente con fagottoni, un vociare alto, frammentato, risa e versi insoliti. Notai la varietà dei costumi. Probabilmente provenivano da mondi diversi e giunti tutti qui, a Deya, un luogo fatidico, fondato da un ingegnere cosmico, folle o perverso, non capivo bene. I palazzi, i monumenti, racchiudevano storie, potenze, vibrazioni incredibili. Asbel me lo aveva accennato. Infatti, sentivo, sapevo, vedevo dapprima lentamente, a singhiozzo, una serie di immagini, provavo sentori e percezioni. Sembrava che la città labirintica mi volesse raccontare la sua storia. Storia antica, estrema, di lotta e di dolore. Quel posto parlava. Come una immensa bobina magnetica, multitraccia, che diffondeva particelle audio-video con effetti sensoriali, psichici.

Continuavo a seguire affannosamente i tre compari. Una sensazione mi investì. Chi erano realmente quei tizi? Amici? Poco probabile, scoprivo ora. Affiorava uno stato di paura all'altezza del mio plesso solare. Sorse in me una fortissima convinzione. Mi avevano ingannato per estorcermi notizie, 'accicciarmi' e abbandonarmi in qualche angoletto di quel cinepraio. Che fine assurda. Parlando italiano, avevano attirato ovviamente la mia attenzione. Ero stato un imbecille. Accennando ad Asbel mi ero scoperto. Volevo vivere come in un racconto d'avventura, eccola l'avventura. Riemerse dal sonno della coscienza la visione globale delle cose, che mi consigliava di scappare. Tutto era chiaro. Li vedevo finalmente come in una radiografia dell'anima: fetenti sicari. Senza pensarci su troppo. Forza. Via e poi qualche santo (funzionano pure in un altro universo?) mi avrebbe aiutato. Così feci.


domenica 19 settembre 2010

L'IMPERO DI ISIDE






TRA MONDIALISMO, GURU, APOCALISSI GNOSTICHE E FUGA NEL FUTURO

Questo post per certi versi è il seguito di Bianconiglio, un continuum quasi sinfonico con una costruzione cinematografica, che galleggia trasportato da nuvole fatte da diversi motivi. Userei volentieri la parola "montaggio" per questi miei lavori esoterici. Montaggio in senso etimologico, nel senso di combinazione di fonti diverse, in parte elencate con puntiglio ma anche intuitive, spontanee, da ascolti e incontri straordinari.

EVENTO IMMINENTE
“Ci sarà prossimamente un evento decisamente serio, a cavallo del 2010/2011 che permetterà al Gruppo di fare del Medio Oriente parte del nuovo ordine mondiale, e poi toccherà a quelle sacche geopolitiche fuori controllo… questo risulterà dall'evento. La regia sarà la stessa, come il lavoro interno dell'11 Settembre”.
Così mi ha riferito il contatto, un tipo ben addentro in cose di intelligence. Mi dice che più volte è stato avvicinato da alti oligarchi del Gruppo che volevano cooptarlo nel quadro del progetto per il governo unico mondiale: gli avrebbero promesso in cambio di esentarlo da ogni misura da Stato di polizia che stanno infliggendo ai cittadini in generale; ma lui ha rifiutato, dice che tutte le cose che ha saputo da quelle frequentazioni le ha fatte senza paura delle conseguenze, perché sarebbe in gioco la libertà delle generazioni future: affermazione in puro stile David Icke.
Non vi sono soltanto i mezzi militari per instaurare il mondialismo. I membri dell'elite bancaria sono ossessionati dal progetto di creare una società mondiale del controllo, che obbligherà ciascuno a portare con sé documenti d'identità ed essere identificati in qualunque momento. L'Alta Finanza non ha interesse di evitare le guerre, visto che le finanzia, per giungere al controllo totale tutto è lecito per loro, purché si faccia presto. Il motto del sistema internazionale bancario è sempre quello: DAL DEBITO DEI POPOLI NOI TRAIAMO LA FORZA PER DOMINARE IL MONDO. Avrete, immagino, già sentito tale analisi. In certi ambienti reazionari e anarcoidi è sostenuta da alcuni anni la tesi secondo la quale un'oligarchia globale cospira ai danni dei popoli per egemonizzarli con tutti i mezzi. Tale tesi viene ritenuta balorda se non frutto di patologia psichiatrica dai media al soldo dei padroni del vapore: ovviamente. Su tutti, Icke è il capofila dei fissati del complotto mondiale. Al contrario del mio contatto, David Icke è un provocatore, che si infiltra nei gruppi alla ricerca della verità alternativa, ne accoglie le tesi esagerandole fino a renderle incredibili, allo scopo di screditare la parte di verità che contengono. È un'antica tattica militare: infiltrare dietro le linee nemiche agenti esperti di sabotaggio e di raccolta informazioni.

LA PORTA CELESTE
Ci sono fatti che lasciano intendere che dietro la coltre di fumo dell'informazione ufficiale, dietro la cronaca addomesticata da potenti agenzie internazionali, dietro la stessa Storia che ci raccontano sin dalle elementari; ebbene, dietro il velo di Iside vi sono fatti che sconvolgono ogni ragione, ogni meccanica di causa/effetto e che, pertanto, diventano chiavi di accesso ad altre verità. Terribili.
Rancho Santa Fe, California. È il 26 marzo '97, un giorno particolarmente afoso (è una condizione speciale richiesta in certi esperimenti magici) e di fibrillazione intorno alla magione in cui la setta Heaven's Gate si ritrova solitamente a discutere e pregare affinché i corpi dei fedeli siano risucchiati, come in un Cocoon impazzito, da una spirale cosmo-mistica verso l'incontro con i Creatori: superalieni disposti ad incontrare un'èlite del genere umano. Il Verbo della setta è elaborato e proferito da Marshall Applewhite, ex insegnante di musica, le cui apparizioni su Web sono frequenti e frequentate: il sito della setta navigatissimo, al punto che qualche magazine si è già occupato del fenomeno dei culti in piena era Internet partendo proprio dall'esempio di Heaven's Gate, che propone il web come medium di affiliazione. Il 26 marzo, nella tranquilla villetta del gruppo religioso fa il suo ingresso, telecamere al seguito, gli uomini dello sceriffo della Contea avvisato dell'accaduto da un consulente informatico della setta. Lo spettacolo a cui assistono cameramen e poliziotti è allucinante: 39 corpi distesi su letti a castello, indossavano tute nere, Nike ai piedi, velo triangolare violaceo (il colore viola, è un'altra condizione speciale magica) a coprire il volto. Sono i cadaveri dei membri di Heaven's Gate, che hanno dato seguito alle direttive del loro leader Applewhite, anch'egli ritrovato senza vita su un letto in una stanza appartata. Ventuno donne e diciotto uomini, la maggior parte intorno ai quarant'anni: l'identificazione lunga e complessa viene realizzata grazie a un numero verde a cui chiamano migliaia di persone che temono che un proprio parente si sia affiliato alla setta del Cancello Celeste. Secondo il coroner, i membri della compagine religiosa sono morti da tre giorni, suicidatisi tutti grazie a una robusta ingestione di fenorbital e vodka: un cocktail letale per una dolce morte.
Iniziano le indagini. Anzitutto viene ritrovato il video dell'ultimo messaggio inciso da un Marshall Applewhite in stato di evidente follia: parla della fine dei tempi, dice di non essere un messia come gli altri, bensì un canale di comunicazione che deve lanciare l'appello per l'incontro tra l'umanità e i Creatori alieni. Spiega anche come tecnicamente avrà luogo l'abbraccio tra le entità e l'èlite umana prescelta per questa epocale e apocalittica esperienza: bisogna abbandonare il proprio corpo fisico, sfruttando il passaggio vicino alla Terra della cometa Hale-Bopp. Applewhite, rinominatosi "DO" (tutti i membri di HG assumevano un nuovo nome, solitamente col postfisso "ody"), aveva elaborato una dottrina sincretica che mischiava cristianesimo e ufologia, asserendo di avere eretto in questo modo "il culto dei culti". Già nel '75 Applewhite aveva fatto centinaia di adepti al suo culto. Allora era in compagnia di "TI", l'infermiera che lo aveva assistito dopo un incidente che aveva procurato al santone una "near death experience", dalla quale era ritornato trasformato. L'infermiera, Bonnie Lu Trusdale Nettles, lo aveva convinto che il suo ritorno dalla morte era un segno divino e, con lui, aveva fondato il culto di Heaven's Gate, prima di morire di tumore nell'85. Applewhite aveva continuato il suo ministero di fede, trascinandolo al suo esito fatale.

Ebbene: i cadaveri furono scoperti dall'imprenditore informatico Nick Matzorkis, che curava i siti web della setta. Matzorkis divenne istantaneamente celebre e conteso dalle TV americane. La sovraesposizione mediatica consentì all'FBI di riconoscerlo, era infatti ricercato da anni per truffe e furti e finì in galera. Ma fu cosa di poco conto. Presto Matzorkis, uscito dal carcere, riesce a raccogliere 54 milioni di dollari in una offerta iniziale d'acquisto per una sua impresa, chiamata US Search.com. Una sommetta niente male per un pregiudicato senza apparenti addentellati nel mondo della finanza. E la nuova impresa ha successo. Tanto che nel 2002 il personaggio lancia nella Cina comunista una ditta del settore, GlobalAgora con un socio importante. Il socio è N. R.. Rampollo di una delle più grandi famiglie di banchieri del mondo. Viene facile sospettare che vi sia una qualche connessione:

Matzkorkis+Heaven's Gate+Matzkorkis+N.R.

La grande famiglia da cui proviene il finanziatore di Matzkorkis, ha per gli UFO ed altre mitologie, un interesse di lunga data. Questa passione è comprovata da diverse iniziative di sostegno finanziario a ricerche e studi su tematiche del mistero. Come vedete, oltre a sponsorizzare ricerche scientifiche, fondare università, istituire movimenti di opinione sociale e politica in giro per il mondo (comitati pro aborto, eutanasia, demitizzazione culturale, pensiero unico, new age, per fare alcuni esempi) i banchieri americani dimostrano un interesse spasmodico per l'occulto. Qualcuno potrebbe pensare che tali interessi derivino da probabili affiliazioni massoniche. Già, ma credo che vi sia ben altro, molto di più del Quarto Livello teorizzato dal giudice Palermo.
Forse fu un vero esperimento quello dei seguaci della setta. La loro morte fu necessaria, come apripista per stabilire contatti, sbloccare limiti spazio/tempo, e tutto questo coperto da organi governativi USA, con la compiacenza dei mass media, utilissimi nel far apparire il tutto come un tragico caso di isteria religiosa, provocata dalle farneticazioni di un pazzo. È una storia che sfocia in sottofondi da cui non è possibile trarre documentazione e certezze; ma non per questo mi fermo a quel limitare. Forse è possibile, dopotutto, che io dica la verità. O almeno quella parte di verità che si può dire, da quei bassi oscuri ed occultissimi che sgorgano dal mare gnostico del potere mondialista. Forse il solo modo di dire quelle verità è quello mio: da pazzo, da incredibile, da screditabile.

ISIDE, NOME IN CODICE SALAMANDRA
Più volte ho accennato alla Salamandra, capo in testa de Il Gruppo. È una persona in carne ed ossa o un arconte? Un alieno o un demonio? Ho ragione di credere che sia un ibrido. La Salamandra è Iside, Kali, Isais, la Donna Occulta che ogni mago vorrebbe possedere ma ne è irrimediabilmente posseduto. È la Regina dai mille volti, ladra archetipica del sangue umano. Iside pontide, al cui culto migliaia di adepti da millenni si sono votati fino all'estinzione. Ecco, è di Lei che stiamo parlando. E pensare che i novelli gnostici ne tributano sacrifici e lodi. E pensare che fior di antroposofi si son fatti ingannare dalle sue suadenti maniere e perverse promesse di conoscenza. La Salamandra, altro nome col quale si firma, è a capo del mondialismo ed è penetrata in ogni religione istituzionale, governo, loggia e conventicola di potere. Finge di trasmettere sapienza e bellezza. Molti, troppi cadono ai suoi piedi, non ultimo il partenopeo Formisano che ha trascinato dietro di sé l'antica scuola napoletana magico-iniziatica. Anche grandi uomini di conoscenza rischiano, basta una falla nella loro anima e il gioco è fatto. L'Egitto faranoico crollò verso il nulla cosmico a causa di Iside, checchè ne dicano gli storici accademici, atei e riduzionisti. Al contrario di quanto sostengono i devoti isiaci come Hancock e West, il mondo così come lo conosciamo potrebbe cadere allo stesso modo. Scandurra – mi ricordo la sua tensione quando ci avvertiva – ci indicava una grande prova da superare, quella della Donna Scarlatta con la quale tutti, o prima o poi avremmo dovuto confrontarci. La tentazione sarebbe stata grande. Ma chi cammina sull'abisso non può scegliersi le prove. Ritornerò su codesti concetti.
Il 2012 è punto di svolta. Finire e ricominciare. Il Gruppo insieme alla Cina hanno un comune obiettivo: traguardare il Varco. Quello che sarà poi il destino dei popoli, della gente ignara, schiacciata, perseguitata, disorientata, non vi è alcun cenno nell'Agenda mondialista. Ora, Il Gruppo è alla ricerca spasmodica di una Porta Celeste, una via di fuga. Da anni si sta attrezzando per realizzare un portale, alla StarGate, o comunque un sistema capace di accedere ad un altro universo. La Salamandra ha il braccino corto, poco concederà ai suoi seguaci terrestri. Il Gruppo crede di poter patteggiare con i saturniani, ma la Salamandra li userà come legna da ardere.
A fronte di ciò, ci bombardano tutti i santi giorni con insulsi simulacri di realtà, ci somministrano narcoipnosi massive, strisciate malefiche ci cadono dal cielo, sorgenti audio-video subliminari ci avviluppano, assistiamo attoniti ad una sarabanda di pagliacci vestiti a festa che si agitano per un quarto d'ora di celebrità. I regimi dittatoriali e democratici attuali, non sanno, non possono, non vogliono respingere l'abbraccio serpentino de Il Gruppo. Le orde di Gog e Magog non verranno più da Oriente, ma ce le ritroveremo già dentro le mura della città. Il bollettino è tragico ma c'è sempre la pubblicità. Amano far cassa anche alla vigilia della fine.

Chi rimane a custodire il Fuoco Segreto? Chi è ancora in grado di portare alla luce antiche conoscenze, sepolte nella memoria biostorica dell'umanità? Esiste ancora un passaggio verso la Terra di Mezzo? Cosa vi ricorda? Ma sì, la botola scandurriana. Forse, un Gandalf in sedicesimo sta radunando coraggiosi cittadini dei due mondi, per un'ultima missione. C'è ancora tempo per rispondere alla chiamata.

venerdì 10 settembre 2010

Il viaggio continua nella tana di bianconiglio


IL SEGRETO CONTATTO CON ALTRI MONDI



Colui che un giorno insegnerà il volo agli uomini avrà spostato tutte le pietre di confine
Friedrich Nietzsche, Così parlò Zarathustra, III, “Dello spirito di gravità”


PREMESSA NECESSARIA
Avevo un sogno: andare a caccia di grandi sorgenti che emettono nell'infrarosso. Sono stato fortunato, perché ho potuto esperire tutto lo spettro della coscienza. Avevo un impulso impellente, fin da giovinetto: la ribellione contro le restrizioni imposte dalla cultura localmente dominante. Penso di aver trasformato l'impulso, in flusso d'onda continuo. Ecco perché mi ostino a difendere la componente archetipica dell’essere umano, parte di una eredità umana più antica della scienza e destinata a durare di più. E ai riduzionisti che pensano che la religione non sia che un fenomeno naturale, replico che la natura può includere molte più cose di quelle che noi possiamo comprendere con i metodi della scienza.

Quanti di voi, amici lettori, si domanderanno in perfetta buona fede e senza pregiudizi, se le mie tesi ed esperienze siano fantasticherie da letteratura d'evasione, oppure rappresentino un'esperienza veridica, una cronaca sia pur mediata, composta di spunti dottrinari e racconto di fatti? Ci metto sempre la faccia in tutto quello che sostengo, accetto le obiezioni e non mi impensierisce il diniego degli scettici. Quanto scrivo è vita vissuta, sebbene dai connotati incredibili. Non si tratta di fantascienza, semmai di scienza fantastica e di alchimia, di semantica dell'assoluto e di solve et coagula. È un'opera, questa mia, senza via di ingresso né di uscita eppure, spero, in grado di lasciarci in tasca frammenti preziosi di verità.

LA FOLLIA DELLA NOSTRA ESISTENZA
C'è qualcosa di folle nella nostra esistenza. Viviamo a furia di fantasticherie – il cancro dell'immaginazione - e di frammenti. Abbiamo distrutto la comunità condannandoci alla solitudine delle città. Ci sacrifichiamo per avere cose superflue e ci imbarchiamo in battaglie sanguinose per difendere quanto non ci occorre. Vendiamo il denaro e deprezziamo la valuta che andiamo accumulando. Ci siamo allontanati dal Dio dei nostri padri per frequentare i salotti dei nuovi gnostici. Il vuoto così avanza e con esso ciò che sostituisce la millenaria civiltà umana. Come le cellule cancerogene invadono dapprima silenziosamente poi con effetti devastanti l'organismo bersaglio, così l'Ordine delle Tenebre, che chiamo Il Gruppo, avanza da secoli verso la meta finale: la distruzione dell'anima dell'uomo. Però non procede direttamente. Per compiere tale fine opera con andatura labirintica e direzione orizzontale. I progetti/schermo de Il Gruppo, quelli ai quali il Demiurgo è più direttamente interessato, concernono due settori collegati: la documentazione di polizia e ciò che viene eufemisticamente definito controllo metropolitano. In effetti, stiamo parlando della sorveglianza, della documentazione, del controllo strategico e della manipolazione delle grandi masse di persone in ogni continente del pianeta. La strumentazione è già in corso, il personale viene già addestrato, i sistemi esistenti vengono potenziati e perfezionati. Li si impiega non soltanto contro i criminali, ma anche contro i dissidenti politici, e anche per determinare i destini quotidiani della gente comune. Conducono inevitabilmente al terrore, alla repressione e alle camere di tortura. Il Gruppo che escogita sistemi di questo genere viene a trovarsi in una posizione di immenso potere e di privilegio in ogni campo, anche nei sistemi e nei regimi opposti. Da due secoli si sono inseriti nel mercato internazionale del denaro, manipolando così valuta e credito, hanno creato un impero che scavalca tutte le frontiere geografiche. E tutto questo per accelerare la fine del Kali-Yuga.

QUATTRO PASSI NEL KALI-YUGA
Vale la pena di ricordare che i Vishnu Purana descrivono il Kali Yuga come un'epoca di sovversione sociale e di globalizzazione: «i re saranno di spirito strano e di carattere violento, dipendenti dalla falsità e malvagità. Infliggeranno morte a donne, bambini e vacche (sacre); si impadroniranno delle proprietà dei sudditi, saranno di potere e volontà limitata, per lo più sorgeranno e cadranno rapidamente; la loro vita sarà corta, i loro desideri insaziabili, e mostreranno ben poca pietas. I popoli di varie nazioni, mischiandosi, seguiranno il loro esempio; e i barbari diventando potenti sotto la protezione dei principi, le tribù più pure saranno trascurate, la gente perirà. Benessere e pietà diminuiranno di giorno in giorno, fino a che il mondo sarà tutto depravato. Solo la proprietà [economica] conferirà il rango sociale, solo la ricchezza sarà fonte di devozione, le passioni il solo legame tra i sessi; la falsità il solo modo di prevalere davanti ai giudici; le donne saranno oggetto di solo piacere sensuale, La terra sarà venerata solo per i suoi tesori minerali. Il filo di un bramino [il filo di cotone che ogni bramino porta dopo l'iniziazione] sostituirà il bramino [il segno esterno di spiritualità basterà a simulare la spiritualità mancante]; la disonestà sarà il mezzo universale di sussistenza, la debolezza causa la dipendenza [e non già la lealtà, la fides], una semplice abluzione sarà purificazione. Il mutuo assenso basterà a unire in matrimonio, abiti fini a dare la dignità, e acqua impura sarà onorata come una fonte sacra. Il popolo, incapace di sopportare il peso imposto dai loro avidi sovrani, prenderà rifugio nelle vallate, esposto al vento e alla pioggia, al caldo e al freddo; si coprirà di cortecce; nessuna vita umana eccederà i 23 anni, finché la razza umana sarà prossima alla sparizione»: Allora apparirà il Kalki Avatara e ristabilirà l'ordine cosmico.

LA TANA DI BIANCONIGLIO È UNO SCALO INTERDIMENSIONALE
Cosa farebbe Alice se, attraversando lo specchio, invece di Bianconiglio incontrasse una proiezione dei suoi materiali psichici e mitici? Meglio, cosa o chi vedrebbe sulla base dei contenuti della sua memoria bio-storica? Essendo di nazionalità inglese, si imbatterebbe in una compagnia di allegri hobbit ed elfi, che la festeggerebbero offrendole cibarie. Siccome non sono nato in terra di Albione e tanto meno mi chiamo Alice, non avendo assunto funghetti psichedelici, il minimo che mi possa capitare è imbattermi in una creatura sì, della Terra di Mezzo, ma dai connotati piuttosto sgradevoli e dal ghigno beffardo, tipici del patrimonio mitologico mediterraneo. A testimonianza del fatto che quando si descrivono a tavolino i regni sottili, che, quando esperti di cose misteriose ritenuti autorevoli, scrivono di cose supposte, ti accorgi che nello sperimentare davvero il Grande Ignoto, pur dopo anni di studi e ricerche, ti troverai di fronte a qualcosa di estremamente dissimile da quanto descritto sui manuali.
Se parlo di proiezione psichica, intendo semplicemente che rivestiamo col nostro inconscio ancestrale forze ed energie comunque esistenti e presenti, quindi esse appaiono nelle forme possibili e visibili ai nostri occhi. L'etere universale, l'akasa secondo gli indù, provvede a strutturare l'evento, così da potersi esplicare nel miglior modo consentito ai nostri sensi. È lo stesso processo mito-psichico che si innesca in occasione di un avvistamento ufo: l'evento è riempito dai nostri contenuti, pur mantenendo la sua forma originaria.

Mi avevano insegnato che per viaggiare lungo i cunicoli di accesso, era indispensabile connettere le molecole alla luce. Operazione necessaria ma difficoltosa e non per motivi tecnici, ma per la nostra naturale disabitudine alla non collocazione della coscienza entro gli angusti confini del corpo, nella fattispecie la testa, sito storico in cui ci troviamo agli arresti domiciliari fin dalla nascita. Un altra regola da tener conto durante le sortite in questi varchi, è che svariati scenari conducono a universi multipli. In effetti, sia nella fisica dei quanti sia in metapsichica, la distanza fra un punto A e un punto B non ha alcuna importanza, poiché le transizioni virtuali di una particella o del mercurio alchemico (corpo astrale) possono interferire tra loro a qualunque distanza, perfino tra un universo ed un altro tangente. La mia esperienza conferma sia le ricerche più avanzate della fisica quantistica, che la gnosi nelle sue forme operative.
Una teologia miope e dicotomica, mette in contrasto due cose così unite come il corpo e l'anima. Gente di frontiera, entronauti, talenti anonimi (di cui sono il promotore non autorizzato) dimostriamo con le nostre sortite nella Terra di Mezzo, che non solo è possibile entrarvi con una coscienza viaggiante, ma addirittura in specialissime condizioni anche col soma. Certo, non è soltanto il mio corpo fisico a viaggiare oltre lo specchio dimensionale, ma una sorta di aerosoma, mercurio volatile secondo gli alchimisti, che può penetrare in dimensioni ad alta frequenza e basso magnetismo. Si scopre - ed io l'ho potuto sperimentare - che in quello stato, il tempo non è oggettivo, il prima e dopo sta solamente nella logica. Capto echi di altri mondi lontani e strani, il cui riflesso si trova a volte ad illuminare le tappe della storia della cultura umana. È una tradizione già chiara a Dostojevskij (diari): “Dio ha preso i semi da altri mondi e li ha seminati. Ed è nato tutto ciò che poteva nascere. Ma sulla terra tutto vive attraverso il segreto contatto con altri mondi”.

IL VIAGGIO CONTINUA...INCONTRO CON UNA GUIDA RILUTTANTE
La stanza soffusa di particelle elementari finissime, bluètte, accoglie la porta tra i mondi. È fantasmagorica e a stento riesco a concepirla. I parametri della mia mente non permettono di visualizzarla. È un limite cognitivo: si vede ciò che si conosce. Mi trovo un po' affannato davanti al portale. È simile a quello situato in centro Europa (la vaghezza è necessaria). Ma non faccio in tempo a focalizzarlo per distinguerne la forma, che ho un incontro curioso, strano. No, non è Bianconiglio, ha l'aspetto invece di un signore di mezza età, vestito classicamente con tanto di panciotto e orologio da tasca, sembra uscito da un romanzo di fine ottocento. Volto comune, capelli a spazzola, carnagione chiara così come chiari appaiono i suoi occhi. È comparso – ma era già lì in realtà? – sulla mia destra a circa un metro di distanza. Fa un passo laterale e me lo trovo di fronte. È alto come me, 180cm, segaligno e mi parla in un italiano privo di accento, con tono basso e caldo.

-Desideri davvero la fine del mondo? Conosco le tue ossessioni che per inciso, pubblicizzi senza filtri. Desideri davvero la venuta del Messia? Il mondo va bene così com'è o ha seriamente bisogno di essere modificato?

-Constato che mi conosce, ma scusi lei chi è? - Azzardo una risposta.

-Da un momento all'altro il mondo potrebbe sbriciolarsi nel disastro, e tu mi chiedi le generalità?

-Allora è già tutto deciso. Che importa cosa desidero? Che scelta reale, possibile abbiamo noi?

-Dovresti cercare di imparare ad abbracciare forze in contrasto tra loro...l'antica tradizione e il caos contemporaneo, la speranza e la tragedia. Avete ereditato mondi molteplici, ma non ne siete coscienti. Chi sono io, mi chiedi. Bene, sono un corpo tra la vita e la morte, che non appartiene né al cielo né alla terra. Nulla scompare del tutto. Qualsiasi cosa facciamo, lasciamo una traccia.

-Saresti un defunto che si trova in un limbo, un purgatorio?

-Sono un capitolo di un libro immenso, tradotto in un altra lingua. Ogni traduzione implica sempre delle gravi perdite. Dio impiega però diversi e sapienti traduttori.

-Ecco, appunto – carico di ironia il mio intervento.

-La soluzione dell'enigma della vita, sta nel cercare di non abbandonare il passato facendo comunque in modo che ogni frammento conservi lo spirito del tutto. Così ti ritrovi meno scisso qui.

-Incomincio a capirti – mi viene spontaneo ormai dargli del 'tu' – questo ultimo consiglio mi risuona dentro. Ho avuto la fortuna nella mia vita di ricevere mille prove dell'esistenza dell'anima immortale. Questa mia ricerca è, spero, un modo per non disgregarmi, per rimanere abbastanza unito dopo. Già il fatto che mi trovo a parlare con te, in un altro universo o mondo o dimensione, vorrà dire pur qualcosa?

-Quello che conta in fondo è il processo di apprendimento, non quel che si impara.

-Perdona la mia iniziale impudenza. Non desidero la fine del mondo, sebbene credo che stia morendo. Sì, vorrei il ritorno del Messia, la discesa del divino, l'avatar dei tempi ultimi, per aiutarci a passare oltre.

-Verrà, ma per ristabilire l'ordine, non per infliggere una pena.

-Senti, dove ci troviamo effettivamente?

-Voi costruite cattedrali nello spazio, noi le costruiamo nel tempo.

-Ho classificato in due tipi, saturniani e uranidi, gli esseri venuti dallo spazio che ci fanno visita da millenni. I dischi volanti o, come li definisco io, balzo-navi, sono i mezzi con cui si spostano tali esseri. Mi sono avvicinato almeno un po' alla verità?

-Saturniani e uranidi... uhm...sono portatori di due eredità gemelle separate all'origine. Non possono convivere entrambi all'interno del vostro universo se non in modo integrato perlomeno, fianco a fianco. Ogni generazione nasce innocente, e per quanto possa essere un male per la storia è comunque un bene per la propria esistenza.

-Da più parti, serie o interessate, si ritiene l'anno 2012 come la fine di un'era, insomma, l'inizio di un grande cambiamento. Ci dobbiamo attendere una pantomima colossale da parte di potenze oscure dominanti sul nostro pianeta, una invasione aliena o che altro?

-Per segno premonitore c'è il delirio della terra, terremoti ravvicinati con diffusione a macchia di leopardo; poi subentreranno con velocità progressiva eventi eccezionali dovuti all’ingresso della Terra in una nuova zona cosmica e che sconvolgeranno il pianeta.

-Sto conducendo una battaglia, credo ormai solo personale, sul pericolo che viene da Saturno, dietro al quale ho ragione di credere che si celino gli antichi dèi egiziani. Farnetico o c'è del vero?

-Quelli che tu credi divinità sono in realtà titanici alieni provenienti dagli spazi ignoti che riserveranno agli uomini pianto e dolore. Saturno? Il Drago è giunto a mordersi la coda. Il ciclo è prossimo a concludersi. O a invertirsi.

Non mi dà tempo di replicare. Voglio conferme. Fa un breve cenno con la testa e si allontana. Non chiedetemi verso dove, perché non lo so, non ho capito semplicemente. Rimango con un curioso senso di mancanza, di disorientamento. Mi trovo dinanzi ad un portale che dovrebbe condurmi verso un viaggio pazzesco, da anni sognato e programmato e adesso, mi sento spossato, confuso. Non conosco – ma che importa - il nome di quel signore incredibile, fisicamente presente, ma chissà in che senso presente. Forse con il suo intervento mi ha impedito di attraversare quel portale per il mio bene. Chissà. Mi trovo comunque costretto a rinunciarvi per il mio precario stato di salute. Dovrò ritornarci da clandestino, complice lo spinotto terra-cielo. Londra, del resto, è città magica e attende generosa e paziente visitatori un po' particolari, che prescindono dai comuni itinerari turistici, esperti in appuntamenti col destino. Ho comunque imparato sicuramente una cosa da questo incontro. Una realtà non ne preclude un'altra ma convive inspiegabilmente con essa.

domenica 5 settembre 2010

IUS 29



“A quale risultato spaventoso ci ha mai condotto il nostro ragionamento? Nessuno vorrà facilmente ammettere che immagazzinata ed allo stato latente, in un chilogrammo di materia qualunque, completamente nascosta a tutte le nostre investigazioni, si celi una tale somma di energia, equivalente alla quantità che si può svolgere da milioni e milioni di chilogrammi di carbone; l'idea sarà senz'altro giudicata da pazzi”.Olinto de Pretto

“La materia di un corpo contiene una quantità di energia rappresentata dall’intera massa del corpo, che si muovesse alla medesima velocità delle singole particelle”.Olinto de Pretto, da un articolo, Ipotesi dell’etere nella vita dell’Universo, pubblicato il 23 novembre del 1903 sulla rivista scientifica Atte.

"Il potere ha dei limiti. Se sai stare in quei limiti, sei molto potente. Se stai al di sotto di quei limiti ti senti frustrato. Se li superi ti distruggono." Marc Saudade

“2012: quell'anno Morgan V veniva eletto Presidente degli Stati Uniti dal Consiglio dei Magnati”. Jack London, La Peste Scarlatta

“Nel Mistero del Golgota, Dio entra fino nell’ultimo atomo di maya per redimerla”. Angelo Ciccarella

“Ogni atomo ponderabile è differenziato da un fluido tenue, che riempie tutto lo spazio meramente con un moto rotatorio , proprio come fa un vortice di acqua in un lago calmo. Una volta che questo fluido – ovvero l’etere – viene messo in movimento, esso diventa grossolana materia. Non appena il suo movimento viene arrestato la sostanza primaria ritorna al suo stato normale... Può allora accadere che, se si riesce in qualche modo a imbrigliare questo fluido, l’uomo possa innescare o fermare questi vortici di etere in movimento, in modo da creare alternativamente la formazione e sparizione della materia. Dunque, al suo comando, quasi senza sforzo da parte sua, vecchi mondi svanirebbero e nuovi mondi entrerebbero nell’esistenza. L’uomo potrebbe così alterare le dimensioni di questo pianeta, controllare le sue stagioni, aggiustare la sua distanza dal Sole, guidarlo nel suo eterno viaggio lungo l’orbita di sua scelta, attraverso le profondità dell’universo. Egli potrebbe far collidere i pianeti e creare i suoi soli e le sue stelle, il suo calore e la sua luce, egli potrebbe dare origine alla vita in tutte le sue infinite forme. Dare origine alla  nascita e alla morte della materia sarebbe il più grande degli atti umani, cosa che darebbe all’uomo una conoscenza profonda della creazione fisica; tutto questo gli permetterebbe di compiere il suo destino ultimo”. Nikola Tesla, New York Times, 21 aprile 1908

1. I DUE MONDI
La vita si appoggia su due mondi, così ci spiegava Scandurra. Da una parte la terra, la ragione, dall’altra lo spirito. I due mondi sono due sfere vitali dell’esistenza, e il problema è quello del mezzo che li separa. Non si tratta di un confine, una netta linea di demarcazione che isola mondi non comunicanti, ma piuttosto di una “frontiera”, una zona mobile nella quale sono possibili scambi e interazioni, una specie di membrana permeabile all’azione dei diversi ambiti che è necessario percorrere per giungere ad una visione più estesa della realtà. Una zona che attraverso fessure, strappi, strati di maggiore sensibilità e lacerazioni permette di intuire ciò che avviene dall’altra parte. In senso figurato, cadendo nel mondo, la Realtà si frantuma in elementi contraddittori, non solo in opposizione, ma spesso contemporaneamente veri, vale a dire antinomici. Ed il compito nel quale interviene il pensiero analogico è quello di ricostruire per intero la verità. L’asimmetria della frontiera è questa: scomposizione materiale della verità in una direzione e sua ricomposizione spirituale nell’altra. Le due facce diventano metafore del mondo reale e del cielo. Che ne è della zona intermedia, la frontiera? La scoperta è che il nostro viaggio si svolge su una superficie unilatera, su un nastro di Möbius, la cui geometria è semplicemente ellittica.

2.
Secondo Scandurra, i miti delineano una sorta di “prologo extraterrestre” alla storia umana, e ci inducono, pertanto, a considerare e interpretare la stessa storia conosciuta come un piccolo frammento di quella cosmica, nonché il risultato dello scontro, iniziato nella notte dei tempi e ancora in corso, tra le Civiltà della Luce, gli Uranidi, e quelle del Kaos, i Saturniani.

3.
Benché gli uomini di scienza non l'accettino, c'è una relazione tra l'anima e la Natura. Madre Natura si mette ora al passo con la nostra civiltà ed incomincia anche a distruggere.

4.
Qoelet - frammenti III
Meglio la fine di una cosa che il suo principio;
è meglio la pazienza della superbia.
Non esser facile a irritarti nel tuo spirito, perché l'ira alberga in seno agli stolti.
Non esser troppo scrupoloso
né saggio oltre misura.
Perché vuoi rovinarti?
Non esser troppo malvagio
e non essere stolto.
Perché vuoi morire innanzi tempo?
Tutto questo io ho esaminato con sapienza e ho detto: «Voglio essere saggio!», ma la sapienza è lontana da me!
Ciò che è stato è lontano e profondo, profondo: chi lo può raggiungere?
Mi son applicato di nuovo a conoscere e indagare e cercare la sapienza e il perché delle cose e a conoscere che la malvagità è follia e la stoltezza pazzia.
 
Chi è come il saggio?
Chi conosce la spiegazione delle cose?
La sapienza dell'uomo ne rischiara il volto,
ne cambia la durezza del viso.
Sulla terra si ha questa delusione: vi sono giusti ai quali tocca la sorte meritata dagli empi con le loro opere, e vi sono empi ai quali tocca la sorte meritata dai giusti con le loro opere. Io dico che anche questo è vanità.
Perciò approvo l'allegria, perché l'uomo non ha altra felicità, sotto il sole, che mangiare e bere e stare allegro.
Sia questa la sua compagnia nelle sue fatiche, durante i giorni di vita che Dio gli concede sotto il sole.
Quando mi sono applicato a conoscere la sapienza e a considerare l'affannarsi che si fa sulla terra - poiché l'uomo non conosce riposo né giorno né notte - allora ho osservato tutta l'opera di Dio, e che l'uomo non può scoprire la ragione di quanto si compie sotto il sole; per quanto si affatichi a cercare, non può scoprirla.
Anche se un saggio dicesse di conoscerla, nessuno potrebbe trovarla.
Infatti ho riflettuto su tutto questo e ho compreso che i giusti e i saggi e le loro azioni sono nelle mani di Dio.
L'uomo non conosce né l'amore né l'odio; davanti a lui tutto è vanità.
 
Vi è una sorte unica per tutti,
per il giusto e l'empio,
per il puro e l'impuro,
per chi offre sacrifici e per chi non li offre,
per il buono e per il malvagio,
per chi giura e per chi teme di giurare.
 
Và, mangia con gioia il tuo pane,
bevi il tuo vino con cuore lieto,
perché Dio ha gia gradito le tue opere.
In ogni tempo le tue vesti siano bianche
e il profumo non manchi sul tuo capo.
Godi la vita con la sposa che ami per tutti i giorni della tua vita fugace, che Dio ti concede sotto il sole, perché questa è la tua sorte nella vita e nelle pene che soffri sotto il sole.
Tutto ciò che trovi da fare, fallo finché ne sei in grado, perché non ci sarà né attività, né ragione, né scienza, né sapienza giù negli inferi, dove stai per andare.

E io dico:
È meglio la sapienza della forza,
ma la sapienza del povero è disprezzata
e le sue parole non sono ascoltate.
Le parole calme dei saggi si ascoltano
più delle grida di chi domina fra i pazzi.
Meglio la sapienza che le armi da guerra,
ma uno sbaglio solo annienta un gran bene.
Una mosca morta guasta l'unguento del profumiere:
un po' di follia può contare più della sapienza e dell'onore.
 
Se le nubi sono piene di acqua,
la rovesciano sopra la terra;
se un albero cade a sud o a nord,
là dove cade rimane.
Chi bada al vento non semina mai
e chi osserva le nuvole non miete.
 
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
e tutto è vanità.
Conclusione del discorso, dopo che si è ascoltato ogni cosa: Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo per l'uomo è tutto.
Infatti, Dio citerà in giudizio ogni azione, tutto ciò che è occulto, bene o male.

5.
Scandurra amava parlare in forma dialettale. Il dialetto è il linguaggio della necessità, è il momento elfico della lingua. Se la lingua è storica e culturale, il dialetto è cosmico. Scandurra mi diceva che chi muore, muore in dialetto!

6.
Il nostro universo si sta semplicemente scaricando come una molla. Sembra lasciarsi andare, privo di ordine, senza comando né disposizione.

7.
Non temendo più Dio credevamo di accrescerci, invece precipitiamo inesorabilmente.

8.
“Troppa evoluzione ti allontana dal meschin pensiero, diceva Darwin, penso avesse ragione, per una volta. Qui con questa mania della psicologia ti voltano le spalle anche quelli che fanno affari con te, il problema è sostanziale. Noi vivendo in questo Antico Paese, alimentiamo anzi paghiamo tramite le tasse dirette e/o indirette questo sistema di cui ci dovremmo vergognare; io per tutti quelli che sgomberano Miriam incinta dalle baracche perché extracomunitaria provo vergogna, d'altronde non era la Madonna un'extracomunitaria? Non dovette partorire a Betlemme in una grotta da extracomunitaria? Cosa succede 2000 anni dopo, lo stesso, Caino contro Abele, tutti contro tutti ASPETTANDO LA FINE DEL MONDO, CHE DIO MANDERÀ PERCHE' TUTTI NOI CE LA MERITIAMO, appunto perché complici di questo subdolo sistema - anche se indirettamente. Non ci siamo mai ribellati, abbiamo sempre subito in silenzio questi Vampiri che ci comandano dalla notte dei tempi. INVECE DI SPERARE NELL'INDULGENZA DI DIO verso di noi dovremmo FARE QUALCOSA, FINCHÈ SIAMO IN TEMPO”. Gianni De Caro


DEYA: IL PIANETA LABIRINTICO

Asbel pilotava la balzo-nave come avrebbe potuto farlo un giovinottello su di una giostra: facilmente e divertendosi. Ondeggiava, piroettava, era uno spasso. La manovrabilità di questo gigante dell'aria aveva del magico.

“Asbel, cosa fa muovere questa magnifica nave?”

“La balzo-nave è fatta della stessa cosa che la fa muovere. Guarda, la guido senza toccare strumenti. Alto basso laterale diagonale”.

In effetti la guidava senza l'uso di strumentazione. Era mai possibile che fosse il pensiero a comandarla?

“La balzo-nave è costruita col sacro vuoto. Lo stesso che ha creato gli universi. Da qui l'apparizione della luce che muove un moto; e ogni moto genera calore, da qui la materia manifesta: luce e calore sono i marcatori del flusso eterno che lega ogni materia, spessa e sottile, al suo Creatore. La balzo-nave è il veicolo di questo flusso. Dietro la mia porta passiva, l'ombelico, c'è un punto di acqua notturna, l'energia vitale contenuta nel ventre che si allinea con la voragine sacra. Il gioco è fatto: navigo letteralmente sull'acqua onnipresente. Conosci anche tu il punto”.

L'aeronave fatta con ciò che la faceva volare, acqua notturna... attesi momenti più idonei per riprendere il discorso che mi affascinava alquanto. Gli chiesi sulla nostra destinazione.

“Ti farò scendere in quel ginepraio labirintico, tra mille vicoletti cantine botteghe templi e lì, nascosta, c'è qualcosa di camuffato, già, una macchina depositata da quei neri...”

“Ma non so niente di queste faccende. Sono un ragazzo soltanto e...”, mi interruppe con una risata colossale.

“Se ti trovi in un altro universo, ci sarà un motivo. Non è per qualche fortunata occasione cosmica che hai incontrato Scandurra. E se ti ha dato l'accesso a questi mondi... non ti rendi conto ancora, ma sarai perfettamente in grado di svolgere la missione. Al peggio ci lasci le penne. Ma vuoi mettere la gloria?”

Ridacchiava alla maniera di uno scaltro figlio di buona donna. Ancora una volta fui preso dal curioso e anomalo disegno della balzo-nave. Era come se una cultura senza contatti o scambi con la mia si fosse trovata a dover risolvere identici problemi d'ingegneria. Da ciò l'inafferrabile alienità della nave, anche se era stata progettata e costruita per essere usata da esseri umani. Mi trovavo, evidentemente, in contatto con una cultura di un altra dimensione ma parallela. Virate, impennate, discese, comunque si muovesse la nave, noi dalla cabina di pilotaggio non avvertivamo alcuno spostamento. L'impressione era quella di trovarsi alle prese con un simulatore di volo. Prima di questa esperienza incredibile, gli aerei li avevo visti solo volare. Ero a bordo di un'astronave dalle mirabolanti prestazioni, in un altro universo, in procinto di svolgere una missione speciale, di cui non conoscevo né i termini né i rischi reali. Osservavo, senza darlo a vedere, Asbel, ed era vero e smanettava come un giocattolo la piccola leva, sorvolando una spettacolare città-labirinto. Dietro di me c'era Roberto, che osservava con attenzione quello che accadeva sotto di noi.

“Ricordati che al centro di tutto c'è la storia, con la sua un’architettura…”. Asben così interruppe le mie considerazioni. 

“L’architettura di Deya è composta di monumenti grandiosi e spaventosi al tempo stesso e va a formare la sua spina dorsale. Ci sono simboli nell’architettura deyana che contengono qualcosa di vivo, un collegamento con l’ombra eterna del Male e la Luce nascosta dell’uomo, una fitta rete che va a contenere storie e storia, una sorgente eterea. Il suo antico e conturbante costruttore, tagliava le pietre in modo che trasmettessero l’ombra”.
“Asben, chi era il costruttore?” La cosa mi intrigava e sconvolgeva e volevo saperne di più.
“Un ingegnere cosmico, un rinnegato che diede forma all’infinità stessa. Il tempo è un’illusione dell’uomo e tutti i tempi co-esistono nella straordinaria totalità dell’eternità. C’è un legame fra l’architettura e il tempo. Il tempo stesso ha un’architettura. Noi e gli eventi siamo inevitabilmente collegati a qualcos’altro di più grande: un’architettura temporale”.
Incominciavano a formarsi nella mia coscienza, più che nuovi concetti, antiche risonanze. Ciò che asseriva con trasporto Asben, non era poi così alieno, lontano, insolito. Vibravano dentro di me alcuni discorsi appena abbozzati di Scandurra; discorsi, apparentemente, slegati, contorti, ma che adesso diventavano chiari, avevano un senso, uno schema, un modello interpretativo. 
“Avrai modo di conoscere l’esistenza di un’architettura temporale maligna, che appare come una sorta di cappa sotto cui si muovono gli esseri umani. Vedrai all'opera i suoi emissari. Compiono quelle azioni terribili perché è nella loro natura e non c'è universo dimensione livello che li trattiene. Il Novecento del tuo mondo è il secolo in cui il Male regna in maniera assoluta ed evidente. Gli emissari hanno mostrato il volto degli arcani del potere. E il segreto di quel potere sta nel sangue”.
Asbel, nel frattempo, ci aveva portati sull'obiettivo. Quale, però, non ci era dato sapere. Eravamo sospesi sulla verticale, a non più di dieci metri, di uno degli innumerevoli vicoli del labirinto. Mi accorsi che c'era una vita brulicante. Intravedevo uomini e donne, forse bambini. Sempre che quello che guardavo non fosse un mio modo naturale di razionalizzare qualcosa che non comprendevo.