Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

martedì 19 ottobre 2010

2012: VARCHEREMO IL VARCO



In questo mio lavoro, ho cercato sempre di creare un'aura, un campo di tracce e relazioni virtuali, trasformatrici. Un'aura che sia in grado di far scaturire una vibrazione in chi vi penetra. Questo, soltanto questo è possibile trasmettere attraverso un mezzo profano. La parola scritta che indica o rimanda ad un simbolo, ad un'immagine, un segno, anche una suggestione. Non esistono iniziazioni virtuali o a pagamento, così come diffido chiunque a propagandare il proprio credo dottrina e presunta sapienza attraverso il terrore, le scomuniche, le maledizioni: fuggiteli come appestati. Spero di non tradire quanto ricevuto.
Questo post che per qualche congiunzione astrale vi trovate a leggere, non è e non potrebbe essere sistematico, sono asistematico per sistema; ma segue un filo, se lo leggete senza pause pubblicitarie. Ho sparso dei segni in modo tale che chi vuole e può, li intercetti per meglio attraversare la linea di confine prossima ventura. Non sono un professionista della scrittura, lo avete già capito. Scrivo quando posso e quando è necessario, con l'unico intento di comunicare quanto ho trovato di nascosto dietro le quinte della storia, passata presente e futura; sbirciando dietro il velo di Iside che nasconde sogni, miti e misteri; ho fatto di conto al mondo e ho realizzato che i conti non tornano.
Tutto induce a credere che stiamo attraversando la fase ultimativa di un'era. Circola da qualche anno a questa parte, attraverso libri films videogames e programmi televisivi, una profezia che il popolo Maya fece 5000 anni fa, secondo la quale il mondo terminerà il 22 Dicembre 2012. Di profezie spesso tradite ne esistono da millenni ad opera di profeti e veggenti di ogni tempo e luogo, da quelle diciamo così più accreditate perché cattoliche, e non si sa bene perché, a quelle meno conosciute e perciò considerate meno serie, e non si sa altrettanto bene perché. L'elenco dei vaticini è pressoché sterminato, come sterminate le rispettive interpretazioni. Secondo la profezia Maya la nascita e il declino del mondo e quindi delle civiltà, coincidono con i cicli delle macchie solari. La riduzione delle macchie solari, causerebbe una diminuzione della fertilità come avvenne per il popolo Maya, fino a causarne la scomparsa. Se volete saperne di più, procuratevi il libro di Adrian Gilbert e Maurice Cotterell, Le Profezie dei Maya; hanno sviscerato analiticamente i testi sacri della civiltà precolombiana, con passione e competenza. Tuttavia, sebbene non ho alcuna difficoltà a riconoscere il buon lavoro svolto dai due autori, non mi baserò sulle loro congetture per analizzare e sviscerare in profondità la fine del mondo prevista per la fine del 2012. Preciso pure che prendo le debite distanze da tutta una serie di autori disfattisti, nichilisti, beceri occultisti, crowleyani, che si son gettati a peso morto su tali tematiche apocalittiche. I satanassi, non passeranno. La stessa fermezza di critica a tutto campo la faccio a Mr. David Icke, prezzolato garzone MI6, mestatore e manipolatore di massa, che con le sue tesi ha seminato confusione sulle già fragili convinzioni di credenti e ricercatori di Dio. Sui neo-gnostici mi sono già pronunciato, così come sugli egittosofi anglosassoni.
Sono convinto che l'approccio simbolico-analogico sia l'unico in grado di affrontare le grandi questioni dell'uomo e dell'eterno, senza impallidire. E proprio ora, in questo brevissimo arco di tempo, ci troviamo a dover affrontare una grande questione fondamentale per l'umanità: si avvicina un evento a carattere cosmico che cambierà radicalmente la faccia della terra e dell'uomo.
Ed ora rilascerò dei frammenti, mi auguro utili, per affrontare con fede coraggio e conoscenza il futuro prossimo. Se alcuni vi sembreranno non pertinenti, vuol dire solo che non vi hanno ancora risposto.
  • Negli anni Venti, l'economista John Maynard Keynes commentando i grandi turbamenti seguiti alla Prima Guerra Mondiale, affermò che l’inevitabile non accade mai, l’inatteso sempre. È esperienza comune che l’imprevedibilità sia uno svantaggio, ma i processi non lineari, pur se perturbati e perturbanti, in virtù della loro naturale interazione con l’ambiente, abbiano in potenza la tendenza a ricomporsi in una qualche forma di stabilità. Quindi l'inatteso è quella spinta destinale tipica dei fenomeni cosmici come quello che si verificherà alla fine dell'anno 2012 – a meno che l'inatteso...
  • Il Vangelo della nostra epoca, e precisamente dei tempi ultimi che stiamo vivendo, è quello scritto sotto l'ispirazione di Matteo. È il Vangelo del fuoco segreto, l'ultimo di tutti. A tale evangelista fu attribuito il segno dell'angelo, perché la sacra scienza è la sola capace di penetrare il mistero delle cose, quello degli esseri e il loro destino. La scienza del fuoco segreto, preserverà l'umanità dalla distruzione totale degli ultimi giorni del mondo, dell'età oscura, o per chiamarla alla manierà indù, kali-yuga; il fuoco segreto guiderà con la sua fiamma sempre presente i naviganti alla grande mareggiata cosmica. Il crepuscolo cadrà su 'un giorno di Dio' al solstizio di inverno dell'anno 2012 e una nuova era avrà inizio per uomini nuovi.
  • Vediamo ora di delineare lo scenario di portata cosmica che si presenterà alla fine dell'anno fatidico. Qui non c'entrano le macchie solari previste dai Maya, né le menate cultiste degli egittosofi, tanto meno le elucubrazioni paranoidi degli urinognostici; perché quello che succederà riguarderà proprio le colonne portanti del nostro universo, lo spazio e il tempo, sgretolate dagli effetti massivi del kali-yuga. La struttura stessa della dimensione di cui facciamo parte verrà scossa in lungo e in largo. Il tempo in esaurimento sta accelerando in modo progressivo dagli ultimi due secoli; a fine corsa diventerà spazio e dalla sua trasformazione si aprirà un Varco, proprio davanti ai nostri occhi. Alzeremo finalmente la testa per scrutare un cielo mai visto prima. Attraverso il Varco vedremo mondi stelle galassie di un altro universo, come allibiti spettatori in prima fila. Non saremo nemmeno terrorizzati, sebbene non tutti vedranno allo stesso modo: la fine del tempo trasmuterà anche la nostra unità bio-psico-animica. Va detto pure, senza ipocrisia contro il veltronismo alla Greg Braden, che se portate un somaro alla Mecca, al ritorno sarà sempre un somaro. Chi non avrà acceso la sua lucerna, gli sarà ben difficile non inciampare. Se oggi il mondo è preda di persone che non hanno la consapevolezza della coscienza di sé, al sopraggiungere del Varco il loro ego peserà dieci volte il peso corporeo e rimpiangeranno – forse - di non aver cercato durante la propria vita, un senso alto, un significato sovrano, che andasse ben oltre l'accumulare potere denaro successo. Nessun limite eccetto il cielo, ecco, questo dovrebbe essere il motto, la guida dei nostri passi.
  • 'Lasciar andare', è il sine qua non di tutte le forme di sviluppo spirituale più elevato. Ma rinunziare all'atteggiamento egoico non è un atto di volontà, né un risultato prodotto arbitrariamente; è un evento, qualcosa che capita...
  • Regola numero uno del buon fuochista: inutile sprecare legna se l'aria è poca, ci sono fuochi che si spengono per naturale calo d'ossigeno e non c'è nulla da fare. Regola numero due: non provare nemmeno a soffiare sul fuoco quando è troppo tardi, si alza solo una fastidiosa nuvola di fumo. Regola numero tre: attenzione però a spegnere bene le braci, basta un solo soffio di vento, una sola scintilla, e, quando meno ve lo aspettate, la fiamma riparte.
  • L’occhio vostro sia splendente e così deve risplendere la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano il bene che voi fate e ringrazino il Padre vostro che è nei Cieli” Matteo 6, 22; 5,16; cfr. Luca 11,36. La lucerna del corpo è l’occhio, se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce (Mt 6, 22).
  • «Se non hai mai visto una città e pensi ad essa, non è che ne fai esperienza pensandoci. Così è nel caso di Dio e del Divino: pensandoci e teologizzando non ne fai esperienza. E come nel caso dell’oro: se non lo possiedi concretamente, e non te lo tieni nelle mani, e non te lo guardi con gli occhi, puoi avere mille volte il concetto di «oro» nella tua mente, ma non per questo possiedi e vedi l’oro reale. Così, puoi riflettere mille volte sui tesori divini; ma se non fai esperienza del Divino, e non lo contempli con gli occhi dello spirito, capaci di comprendere al di là del comprensibile, in verità tu non hai né possiedi alcunché del Divino». ( San Gregorio Palamas, Triade, 1, 3,34.)
  • Siamo energie di Dio.
  • Se cadiamo nella materia, ci impantaniamo perdendo energia. Avviluppati dalla personalità, malati di abitudini e di ripetizioni, ubriachi di sogni, come agire perché lo spirito si getti nel crogiolo dell'anima e acceda ad altre dimensioni? Corrosi dal pensiero, decomposti da emozioni incontrollate, rinsecchiti dall'indifferenza, saremo un giorno capaci di affrontare la seconda morte a occhi aperti?
  • La conoscenza dev'essere emozionante: se noi ci emozioniamo mentre conosciamo poi non dimentichiamo più. (Scandurra)
  • Era una sera d'ottobre, una sera di guerra. La Germania s'avviava alla disfatta, ma l'ingegner K. avrebbe forse potuto salvarla. Era uno dei vari studiosi impegnati alla ricerca della chiave per la costruzione di un'arma tremenda, d'un'arma la cui formidabile energia era la stessa che faceva ardere il Sole. K. rimase a lungo, pensieroso, davanti alla finestra. Poi, deciso, s'avvicinò alla scrivania, prese il foglio con la terribile formula e lo bruciò. Fu così che la Germania non ebbe la prima atomica...
(P. Kolosimo, Polvere d'inferno, Mondadori, 1981, pagg. 129-131)
  • Ogni atto della creazione è un prodotto particolare di 0 e ∞, da cui emerge un particolare individuo. Pertanto ciascun individuo può essere simbolizzato dal particolare numero finito che, nel suo caso, è il prodotto. (Srinivasa Ramanujan)
  • La perdita dell'io è maggiore del guadagno.
  • Il Tempo è scardinato.
  • Ramanujan – tra i più geniali matematici di sempre, e non solo - era solito dire che la dea di Namakkal gli aveva ispirato le formule in sogno. Namagiri era la spiegazione dei lampi d'illuminazione che innescavano il suo flusso ininterrotto di scoperte matematiche. Nelle funzioni modulari di Ramanujan, appare ripetutamente il numero 24 (8 x 3), un numero magico, che insieme ad altri appaiono in continuazione quando meno ce li aspettiamo, ad indicarci una traccia, un segno corrispondente, un simbolo. Miracolosamente, la funzione di Ramanujan appare anche nella teoria delle stringhe, dove ognuna delle 24 modalità della sua funzione corrisponde a una vibrazione fisica della stringa…Nel caso di Ramanujan, le funzioni modulari sono definite come operazioni matematiche nelle quali esiste un incredibile e quasi mai visto livello di simmetria, simmetria che permette l’esistenza di tali geometria di densità superiore. In questa simmetria inoltre, in molti modi diversi e sincronici, le funzioni modulari di Ramanujan ci riportano al numero otto come forza chiave di organizzazione dietro la struttura delle dimensioni o densità in questo universo.
  • Scandurra fu il prodotto di una scuola, e non un maestro isolato come appare talvolta dalla mia versione fornita allo scopo di trasmetterne l’insegnamento. Ciò significa che ci sono, e ci sono sempre stati, altri maestri al livello di Scandurra - Fornari ad esempio - anche se non è detto che vogliano manifestarsi pubblicamente o che si manifestino come ci si aspetta, così come non è detto che li si sappia, o voglia, riconoscere. Personalmente, sono convinto che Scandurra sia stato un grande uomo e un grande maestro, ma anche che i suoi metodi (che egli concepì e usò in un periodo specifico e con delle persone specifiche) vadano “ricalibrati” da qualcuno in grado di farlo (come mi suggeriva Zac) per continuare a svolgere al meglio la loro funzione evolutiva. Io non mi sento in grado di farlo. Trovo già serie difficoltà a ri-trasmettere ciò che ci ha insegnato in quei formidabili anni settanta. Da questo punto di vista, ho cercato di ricostruire, in particolare, lo stato attuale della trasmissione, per vedere se ed eventualmente in che modo esercizi, energie, codici e spolette per risvegliare la Potenza in esilio dell'uomo e poter viaggiare attraverso le botole interdimensionali, concepiti in un periodo storico relativamente lontano si siano adattati a circostanze e tempi diversi, conservando, aumentando o perdendo il loro valore originario di strumenti per la Liberazione.
  • È curioso che io sia stato vivamente preoccupato per due giorni soltanto dalla difficoltà di conciliare la mia dottrina del Cristo cosmico con la Pluralità dei Mondi. Dato che il Cosmo è certamente indivisibile, e che il Cristianesimo non è più piccolo del Cosmo, bisogna ammettere una certa manifestazione ‘polimorfa’ del Cristo cosmico su diversi mondi, secondo l’attitudine di questi mondi ad essere integrati nell’Universo celeste. Il Cristo umano non sarebbe allora che un aspetto del Cristo cosmico. Altrimenti il Cristo (se sostenesse soltanto la Terra) sarebbe più piccolo del Mondo. Padre Pierre Teilhard de Chardin. Lettera del 24 febbraio 1918. Lettres intimes de Teilhard de Chardin, Aubier Montagne, 1974, p. 40.
  • Il Varco, lo ripeto, è una condizione indipendente da cause fisiche. Un Ciclo cosmico si estingue per far posto ad una nuova era; ci sono all'opera forze immani, attrattive e repulsive, aggregatrici e disgregatrici, luminose e oscure; il Tempo giunge alla fine della corsa e la sua energia residuale è sufficiente a permettere l'apertura del Varco, come in un travaglio cosmico.
  • La percezione forma la storia, il tempo rivela verità nascoste, e talvolta persino le falsificazioni possono cambiare gli eventi.
  • Rigettare con veemenza ogni idea che vada oltre la ragione, la scienza e la teologia ufficiale, a proposito della fine di un mondo così come lo conosciamo; credere che tutto si spieghi secondo la logica; vivere come se non si dovesse mai morire; pensare che la storia umana non abbia mai termine; usare la scienza come paravento delle nostre paure inconscie; pretendere di poter rimandare all'infinito anche solo l'idea della venuta di un avatar, contraddicendo continuamente le indicazioni scritturali; propagandare tesi religiose e non assumere una posizione conseguente, per quanto concerne il destino dell'anima; ecco, porsi in questa condizione difensiva, è quanto mai irrazionale.
  • La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. Sarà una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l'incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l'erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra i quanti hanno visto eppure hanno creduto. (Gilbert Keith Chesterton, Eretici, 1905)
  • I creatori dell'opinione, di forme-pensiero in funzione di strumenta regni, hanno costretto l'Apocalisse ad un significato terrificante; hanno dato alla locuzione 'fine del mondo' un valore appunto cataclimatico, cosmologicamente distruttivo, mentre è il cristico segnale della 'fine di un mondo', del vecchio mondo ribaltato, dominato dalla negazione di ciò che afferma e dall'affermazione di ciò che nega. È questo vecchio mondo che deve, di necessità, concludersi e sciogliersi nel fumo di cui è sostanziato, con tutti i suoi orpelli formali, le sue ideologie, teologie, ipocrisie, lebbre comportamentali al potere. La Rivelazione giovannea concluderà con la stessa indicazione di un ritorno che significa una conclusione storica e metafisica insieme, senza terrori ma anzi, come invito alla speranza per tutti coloro che hanno saputo attendere e che hanno saputo vivere con rispetto e memoria dell'antica eredità. 2012, inizio di fase, anno di trasmutazione e di nascita.

mercoledì 6 ottobre 2010

IUS 31





Green On Red - The Killer Inside Me
Time Ain't Nothing

Cammino lungo strade polverose
cercando rospi con le corna
tenendomi il sole alle spalle

penso a persone del passato
ricordi che non durano
quando sei giovane e ingenuo

il tempo non significa niente
quando sei giovane nel cuore
e la tua anima arde ancora

ho visto giorni di pioggia
o il sole che non voleva tramontare
per tutta la notte

ho avuto una motocicletta a dieci anni
non ho mai preso eroina
credo di voler vivere
forse farmi una casa un giorno
ma questo non significa che voglio morire...

Bob Seger
Beautiful Loser

Vuole sognare come un giovane
ed essere saggio come un vecchio
vuole essere a casa e sicuro
e vivere come un marinaio nel mare…
bellissimo perdente
dove cadrai?
quando capirai che non si può avere tutto?


François Villon
La Ballata degli impiccati
(l'epitaffio di Villon)

Fratelli umani, che ancor vivi siete,
non abbiate per noi gelido il cuore,
ché, se pietà di noi miseri avete,
Dio vi darà più largo il suo favore.
Appesi cinque, sei, qui ci vedete:
la nostra carne, già troppo ingrassata,
è ormai da tempo divorata e guasta;
noi, ossa, andiamo in cenere e polvere.
Nessun rida del male che ci devasta,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
Se vi diciam fratelli, non dovete
averci a sdegno, pur se fummo uccisi
da giustizia. Ma tuttavia, sapete
che di buon senso molti sono privi.
Poiché siam morti, per noi ottenete
dal figlio della Vergine Celeste
che inaridita la grazia non resti,
e che ci salvi dall'orrenda folgore.
Morti siamo: nessuno ci molesti,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
La pioggia ci ha lavati e risciacquati,
e il sole ormai ridotti neri e secchi;
piche e corvi gli occhi ci hanno scavati,
e barba e ciglia strappate coi becchi.
Noi pace non abbiamo un sol momento:
di qua, di là, come si muta, il vento
senza posa a piacer suo ci fa volgere,
più forati da uccelli che ditali.
A noi dunque non siate mai uguali;
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
O Gesù, che su tutti hai signoria,
fa' che d'Inferno non siamo in balia,
che debito non sia con lui da solvere.
Uomini, qui non v'ha scherno o ironia,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!

Bob Dylan

La strada verso casa


Ho avuto delle ambizioni di cui non potevo fare a meno, e come in una odissea, in qualche modo dovevo trovare la strada di casa. Capii che dovevo ritrovare quella casa che avevo lasciato tempo addietro e che non riuscivo a ricordare dove fosse esattamente. Ma ero sulla strada di casa. E incontrare ciò che ho incontrato su questa strada, era proprio come lo avevo previsto. In realtà, non avevo alcuna ambizione. Sono nato molto lontano da dove avrei dovuto nascere e perciò sono sulla strada di casa.

Franco Battiato

Delenda Carthago (tratto dall'album Caffè de la Paix..)


Delenda Carthago
Per terre incognite vanno le nostre legioni
a fondare colonie a immagine di Roma
"Delenda Carthago"
con le dita colorate di henna su patrizi triclini
si gustano carni speziate d'aromi d'Oriente;
in calici finemente screziati frusciano i vini,
le rose, il miele.


Nei circhi e negli stadi
s'ammassano turbe stravolte
a celebrare riti di sangue

....Conferendis pecuniis
ergo sollicitae tu causa, pecunia, vitae!
per te immaturum mortis adimus iter;
tu vitiis hominum crudelia pabula praebes,
semina curarum de capite orta tuo.


....per ammassare ricchezze,
sei tu, denaro, la causa di una vita agitata!
a causa tua prendiamo prima del tempo la strada della morte;
ai vizi degli uomini fornisci dei crudeli pascoli,
dalla tua testa germogliano i semi degli affanni.

[Il testo latino è ripreso da un passo di Sesto Properzio (Elegia III, 7)]



1.
Nel romanzo "Il deserto dei Tartari" di Dino Buzzati, vi è un personaggio, il tenente Giovanni Drogo che, asserragliato nella Fortezza Bastiani, passa la sua intera esistenza ad attendere dal confine della collinetta dei nemici che non arriveranno mai all'orizzonte, anche se le loro gesta - di anni e anni prima ormai - erano leggendarie. Quella postazione militare, che attende per decenni l'arrivo di un nemico, ha però instaurato una disciplina, una tradizione dura a morire. Ecco, a costo di apparire nostalgici di un tempo che fu; a costo di attendere invano il Grande Cambiamento del 2012; a costo di apparire paranoici aspettando l'invasione aliena; costruiamoci la nostra Fortezza Bastiani, e tendiamo agguati al nemico invisibile.
2.
ISTRUZIONI SCANDURRIANE
  • Visualizziamo le forze che ci muovono e contempliamo le forme della bellezza.
  • Condividiamo le esperienze visionarie.
  • Immergiamoci nel Bosco e ascendiamo il Monte.
  • Approccio psicotattile con massi, alberi, antichi templi abbandonati, portali primevi.
  • Intorno al fuoco raccontiamoci le storie dei nostri nonni; svegliamoci all'alba per ricordare ed interpretare i sogni e assorbire il raggio d'oro.
  • Prepariamoci il nostro pane quotidiano con amore, almeno una volta al giorno, lasciandone un poco al rappresentante del Piccolo Popolo.
  • Coltiviamo l'arte del Silenzio.
  • Sentiamoci parte di una immensa struttura che connette in un unico schema fluttuante un multiverso di vite pulsanti, avventurose e appassionate, unite in una grande fratellanza cosmica.
  • Onoriamo sempre l'eredità ricevuta.
3.
Scandurra ci insegna a tornare alla casa dei padri, ci indica una via del ritorno a ciò che abbiamo dimenticato. Ci mette di fronte alla responsabilità nei confronti di noi stessi, del prossimo e del Dharma. Ci rivela i passaggi tra i mondi e le dimensioni, fuori dalle mappe ufficiali. Ci offre l'ispirazione per trovare una via d'uscita dal caos imperante. È un risvegliare il divino che giace sepolto dentro strati kilometrici di corazze sociali, ideologiche e psicologiche.

4.
Avverto una potenza latente, sommatoria di accumuli stratificati di energia raccolta, assorbita, indotta durante un percorso animico e cognitivo di trentacinque anni. Tale potenza mi avvicina e, quindi, ci avvicina ad una dimensione diversa. Una potenza che cresce e si espande sulle cose. Tutto diventa più intenso. È l'adeguata condizione interna/esterna mia e vostra all'attraversamento del Varco 2012. Amici, ricordiamocelo: c'è una soglia che occorre varcare. Sarà tutto per sempre diverso. Da essa già traspare la Luce che ci spingerà in avanti. Il meglio è ancora da fare. Per passare, amici, ci vuole coraggio. Padre Celeste, abbi pietà.

5.
Ragiona come se ogni esperienza fosse nuova, focalizza ogni dettaglio in funzione del quadro generale. La visione è saper cogliere la densità della realtà; più a lungo guardi una cosa e più mondo ci vedrai dentro.

6.
In un documento della Trilateral Commission del 1975 si legge che“...il funzionamento efficace di un sistema democratico richiede una qualche misura di apatia e non coinvolgimento da parte di individui e gruppi.Rapporto sulle Governabilità delle Democrazie, in “Triangle Papers”, New York University Press, New York 1975, pag. 114

7.
Winston Churchill riteneva che l’Italia fosse “un paese di tanti misteri, ma di nessun segreto”.

8.
Uno dei commentatori più distaccati della società italiana, il sociologo Giuseppe De Rita, nel settembre del 1996 sosteneva che “è in atto un tentativo di pm, polizia giudiziaria servizi segreti che minacciano lo Stato di diritto e vogliono conquistare il potere”. Dichiarazione riportata in http://digilander.libero.it/infoprc/manipulite.html

9.

Atomus temporis (quandam momenti stillam)

Si trovano atomi tanto in un corpo, quanto nel tempo e nel numero. (…) Nel tempo, il termine atomo s’intende nel seguente modo: se dividi, ad esempio, un anno in mesi e poi dividi i mesi in giorni e i giorni in ore, le cui parti ammettono un’ulteriore suddivisione  fino ad arrivare a un punto temporale, quasi una goccia di un momento che non ammette indugio alcuno, per quanto piccolo, e che non può, quindi, essere ulteriormente divisa, quest’ultima è l’atomo del tempo.
Isidoro, Etimologie XIII, 2.
10.
  • Cosa facciamo questa sera/per arrivare fino a domani (Garbo, "Grandi giorni")
  • E nella schiuma della nostra scia qualcosa appare e scompare (Dino Buzzati)
  • La fine del mondo non è per domani (per nessun “domani” definibile): lo è, ciò che più conta, in un certo modo, già per oggi. (H.I.Marrou)
  • Sei uomo:/ non dire mai/ quel che accadrà domani,/ e se vedi un altro fortunato,/ fino a quando lo sarà./ Come il battito d'ali tese d'una mosca/ Veloce è il mutamento. (Simonide)
  • Le parole non bastano e sdraiarsi nel comodo letto della vanità ciarliera è come farsi smidollare da una cupa e sonnolenta meretrice. Le ‘parole’ sono le ancelle d’una Circe bagasciona, e tramutano in bestia chi si lascia affascinare dal loro tintinno. (C.E. Gadda)
DEYA: IL PIANETA LABIRINTICO 3

Rallentai il passo, approfittando pure della folla, fino a quando persi di vista i miei nemici. Ad un certo punto svicolai per un altra stradina. L'astro sembrava in perenne tramonto. I suoi raggi rimbalzavano su tutto, uomini e cose, in una cascata di riflessi. In particolar modo fui investito da un raggio rosso corallo. Gli odori mi aggredirono, forti, pungenti, mai sentiti, così come i suoni, era tutto amplificato: la visione globale mi venne in aiuto. Con passo svelto mi diressi verso un portoncino azzurro alla mia sinistra. Sentivo che dovevo entrare. Lo trovavo un posto sicuro, protetto. Non bussai, ma spinsi la porta e questa si aprì. Mi trovai in una piccola bottega piena di fumo celestino e in penombra, non compresi cosa vi si vendeva in realtà. Un bancone con sopra una specie di consòlle, era tutto quello che c'era lì dentro. Chino su qualcosa dietro un banco, un vecchietto dai capelli bianchi, lunghi e arruffati stava armeggiando con chissà che cosa, quando alzò lo sguardo nella mia direzione e sorrise. Il suo volto era quello di un saggio, ieratico, placido, dagli occhietti vispi, in tutto simile allo stereotipo del santone descritto nei romanzi.

“La Luce ti ha condotto da me. Essa non sbaglia. Amico di sempre. Sono un salta-fossi come il tuo maestro e il mio nome è Fornari.”

Rimasi interdetto. Un collega di Scandurra al posto giusto nel momento giusto. Quando si dice il c***. Parlava in un italiano similmeridionale, da calabrese o siciliano istruito. La sua voce? La sua voce era incantatrice, magica, calda, con un curioso effetto risonanza. Gli risposi stentato:

“Dio sia ringraziato, signor Fornari, scappo da tre 'freschi', cioè da tre malintenzionati che mi volevano fregare. Piuttosto, sono Angelo.”

“Tutto è deciso e scritto. Brutta gente si aggira su Deya. Ma non sono tutti come loro. La città-mondo è il crocevia del nostro bersagliato Universo. Da qui tutti devono passare almeno una volta nella vita. Mettiti seduto, non c'è pericolo nel mio negozio.”

Mi indicò una panca sulla destra vicino il muro. La stanza sembrava quella di Scandurra, semplice, quadrata, con un retrobottega nascosto da una tenda scura. Fornari con quelle sue dita come rami d'albero, muoveva velocemente i tasti sul quadro comandi, o almeno su quello strano aggeggio che destò la mia curiosità.

“Ti prego non prendermi per impiccione, cioè per curioso. Scandurra ordinariamente vende frutta e verdura, mentre qua dentro non c'è niente da comprare...ma è una copertura o cosa?”

“Oh, innanzitutto dovrò chiamarti nel modo di Deya. Devi sapere che quando si fa visita alla città-mondo, si cambia nome. Ogni essere dell'Universo ne possiede uno fin dalla nascita ad uso deyano. Una questione di onde.”

“Qual'è il mio nome deyano?”

“Darrell Zelio, naturalmente. Ti accompagnerà fin quando risiederai su Deya. Più che vendere, sintonizzo. Sintonizzo le onde-sorgenti per le botole. Questa macchina è in fondo una radio, composta da un trasmettitore, un'antenna, un ricevitore, il controllo rumori, ed infine un alimentatore. Ogni qualvolta un salta-fossi con allievi al seguito, oltrepassano la frontiera, io faccio in modo che tutto proceda per il meglio. Correggo le aberrazioni e gli scarti di frequenza. Allineo le vibrazioni dei passeggeri con le onde-sorgenti e la porta si apre avanti e indietro.”

“Questo segreto di poter varcare la botola è un peso immenso. Scandurra è costretto a fare il fruttivendolo e ad avere una vita parallela. Farebbero di tutto i padroni del mondo per tirargli fuori quello che sa.”

“Non credere che da noi si viva in un mondo pacifico. Siamo perseguitati quanto e più che sul vostro Piano. Deya è l'unico luogo in cui è consentito negoziare la conoscenza. Quella della Luce e quella dell'Ombra. La vita è dura per tutti, ma non mi lamento. Ho scelto, sono scelto per far quello che faccio. I tre tipacci in cui ti sei imbattuto sono emissari dell'Ombra. Ti hanno sottovalutato. Credevano che il Bagliore non ti avrebbe aiutato. Quando esso si sprigiona e si sprigiona quando serve, immancabilmente, ti consente di veder chiaro e di agire per il meglio.”

Intanto aveva preso da sotto il bancone una bottiglia trasparente, dal collo lungo, contenente un liquido verde bosco, insieme a due bicchierini anch'essi trasparenti.

“Un goccetto di arborèa ci vuole proprio. Serve per smaltire la paura e il pericolo. Bevila di un fiato.”

Mi alzai ma Fornari mi fece cenno di aspettare. Girò intorno al bancone e con mia grande sorpresa vidi che sedeva su di una seggiola a rotelle. Senza che usasse le mani, la carrozzella si muoveva nella direzione desiderata, come a comando e si avvicinò silenziosamente.

“Sei sorpreso, eh? Anche un salta-fossi ha bisogno di riposarsi... la mia infermità è la conseguenza di un brutto incontro finito male... per l'altro ovviamente.”

Rise di cuore, con gusto. Mi porse il bicchierino contenente il liquore verde. Lo tenni tra due dita, sembrava di gomma al tatto. Lo avvicinai alle labbra. Lui mimò il gesto di ingollarlo a 'scoppio', come diciamo a Viterbo. E così feci. Caspita che buono. Dolce quanto basta e forte come la terra. Sapeva di erbe e di ferro. Scendeva giù dal gargarozzo che era una bellezza. A cascata. Mi dava energia. Ero in stato di grazia. Mi sentivo bene. Mi trovavo ad un universo luce di distanza, ma era come se fossi a casa. Curioso proprio sto Fornari, indossava un giubbotto rosso scuro di velluto, o almeno gli somigliava, un calzone dello stesso tessuto ma marrone e degli scarponcini di stoffa. Si intravedeva la magrezza delle sue gambe immobili. Gli porsi la mano e lui me la strinse. Le sue mani nodose mi trasmisero una scarica elettrica. Letteralmente.

“Il tuo mondo ha fatto un lungo cammino. Da qui a pochi anni cambierà. Tutto sarà diverso ma non tutto andrà perduto. Germoglierà una nuova pianta dalle radici più estese. Come per miracolo si presenterà un aiuto inatteso, che ne faciliterà la crescita. Il tempo sposta il luogo. È una legge dei nove universi. Il tempo sposterà la terra. Ogni forza comporta una resistenza. Là dove l'energia fluisce, arde, si strugge, dove la terra grezza diventa cristallo. Sarai tra quelli che insegneranno agli altri come emanare il Bagliore, come saltare oltre il Varco e così tutti i mondi si avvicenderanno quieti, senza fragori. Onde cosmiche si muteranno in spuma lieve e accarezzeranno le anime e i corpi che splenderanno di nuova luce. Quanti vorranno sentirvi, quando per generazioni son rimasti ciechi e sordi ai maestri? Quanti? Non ci è dato saperlo e forse è giusto che sia così.”

Ascoltai con molta attenzione. Assorbii ogni parola, ogni pausa, intonazione di Fornari. Mi apparve fuori portata il compito da svolgere. Potevo saltare il fosso, è vero e non era da tutti; viaggiare e giungere in un altro universo e conoscere cose e persone di mondi lontani, anche questo era vero. Tuttavia, avevo ancora le idee confuse su quanto sarebbe dovuto accadere al nostro pianeta da lì a poco. L'Apocalisse? E poi, chi mi avrebbe creduto? Forse avrei potuto portare in salvo un numero significativo di persone disposte a seguirmi, ma la scelta sarebbe stata equa? Sarei stato giusto? Non ero il Salvatore, né l'avatar come annunciato nei testi vedici. Un ragazzo, ecco che cosa ero, un perfetto inesperto incappato in una storia impossibile, grandiosa, e senza merito né capacità speciali. Mille di questi pensieri mi angosciavano. Le cose si facevano maledettamente serie.

“Non aggiungere altri bagagli. È già dura così, non vi è bisogno di appesantire la soma. Il cammino è lungo. Dovrai farti le ossa, si dice così? Nevvero? E l'esperienza viene con l'esperienza. Ti dirò di più. Se unisci ti apri, se dividi ti chiudi.”

“Fornari, se puoi parlami di questi personaggi pericolosi. Che volevano esattamente da me? Mi avevano accennato di appartenere ad una fratellanza Dare Shhh...”

“Non ti hanno mentito in questo. Sono emissari della fratellanza Darest Sharma, una delle emanazioni dell'Ombra, che opera e progetta intrighi su Deya. Si spacciano per liberatori del popolo. Liberatori dall'antico culto della Luce. Così dicono. Lo combattono per distruggerlo in modo da elargire potere e conoscenza a tutto l'Universo. Secondo loro, noi nascondiamo la conoscenza alla gente per dominarla, asservirla, promuovendo una specie di fede che riduce la libertà personale. Sono pietosi e generosi, pensa un po'. Occupano già ogni punto strategico della confederazione stellare, ma non paghi, vorrebbero possedere ad ogni costo il segreto per varcare la frontiera degli universi e propagandare la loro politica libertaria per ogni dove. Devi sapere che questo negozio è una propaggine di un'immensa metastruttura, tangente a quasi tutta l'estensione del tuo Universo. Lì vi è il patrimonio conoscitivo e strategico degli ingegneri cosmici. Laboratorio-crogiolo delle botole interdimensionali.”

Mi girava la testa. Scenari incomprensibili quanto a vastità e implicazioni. Guerre eterne per il potere assoluto. Magia mischiata a ritrovati tecnici superiori. Saggi, stregoni, spie. Ripensavo al fascino dei romanzi di Urania e a quanto sognavo di far parte di una qualche trama avvincente a bordo di astronavi, tra supernovae e nebulose. Eroe dei mille mondi. Poi, ritornavo al presente. Stavo in carne ed ossa in un altro universo, nel bel mezzo proprio di una di quelle trame galattiche. La fantascienza non c'entrava, però. Qui la cosa era complessa, obliqua. Arcani e vascelli volanti, occulto e macchine cosmiche, avevano regolare cittadinanza. Mai avrei immaginato che la tecnica e quindi una qualche scienza avanzatissima, potesse convivere con il mondo della magia, con l'esoterico.

“Cosa devo fare, Fornari?”

Il vecchio si umettò con la lingua le labbra.

“Per prima cosa andremo a far visita senza essere invitati, al quartier generale del Darest Sharma. Così conoscerai da vicino il motivo per cui Scandurra ti ha mandato su Deya. Non ci sarà da menar le mani. Peggio.”

“Dove si trova questo posto? Come ci andremo?”, feci con impazienza. Ero tutto un vibrare.

“Il posto è all'altro capo di Deya e ci andremo a piedi. Dovremo attraversare migliaia di strade, ponti, sotterranei e altre cose difficili da spiegarti.”

“A piedi? Ma non daremo nell'occhio?”, intervenni sorpreso e preoccupato.

“È il mezzo più sicuro e veloce. Sprigiona il tuo Bagliore, Darrell, e si accenderà la via. Se unisci ti apri, se dividi ti chiudi.”

venerdì 1 ottobre 2010

LETTERA APERTA AI NEO-GNOSTICI





LA DOTTRINA DEI NUOVI GNOSTICI ALLA MIKE PLATO, SI RIDUCE A PORNOMISTICA, IN UN'ANTOLOGIA DELLE SQUISITEZZE VISIONARIE, SESSUALI (SOLITARIE) E UROLOGICHE



Sin dagli anni sessanta, in certi ambienti intellettuali (sinistrorsi adelphiani, letterati sostenitori dello stupro rituale e psicanalisti amanti del dio pan) ed esoterici, si sono riprese e fatte proprie le antiche dottrine gnostiche rispolverate nel metodo e aggiornate nel lessico. Lo "gnosticismo", è l’origine di tutte le filosofie antiumane, soprattutto per il suo dualismo che finisce per identificare il Bene e il Male, Dio e Satana, in un pastrocchio metafisico. Perfino alcuni scienziati dell'Università di Princeton aderirono confusamente a tale corrente. Da allora, le cose sono andate via via peggiorando, almeno secondo quanto vedo e sento. Infatti, si son diffuse in vari ambiti della cultura profana, concetti di sapore gnostico che sono stati presi e assorbiti nel modo di pensare e di vivere di molti giovani: l'uso abituale di droghe, innesti di protesi psico-epidermiche, sesso usa-e-getta, ricerca spasmodica di ogni forma di ebbrezza. La nuova moda si è affermata dapprima sottotraccia poi sempre più scoperta, sebbene alcuni, da posizioni diverse, hanno lanciato l'allarme sin dall'inizio. Oggi, assistiamo ad una vera e propria ubriacatura, a volte macchiettistica, di stampo gnosticheggiante, specialmente nel mondo spiritualistico, ufologico e occultistico mondiale. Uno dei promotori in Italia è il naif Mike Plato, persona che reputo in buona fede e convinto di quel che dice e fa. Evidentemente, la sua adesione acritica alle istanze gnostiche ne ha condizionato il carattere, rendendolo estremamente collerico e incauto. E questo mi dispiace, perché la stoffa c'è.
I nuovi gnostici sembrano usare le categorie teologiche e le dottrine antiche, ma se ne infischiano dello "spirito". Affrontano soprattutto il problema del male e lo risolvono secondo la tesi della sua "necessità". Il male, però, non è affatto una parte del tutto di cui abbiamo bisogno, bensì la distruzione dell’Essere. Sempre secondo i nuovi gnostici, il bene avrebbe bisogno del male e il male non sarebbe affatto realmente male, bensì proprio una parte necessaria della dialettica del mondo. No, il male non appartiene alla "dialettica" dell’Essere, ma lo attacca alla radice. La Storia ce lo ha confermato e ce lo conferma ancora, attraverso genocidi, ideologie devastanti, guerre tra popoli miranti non ad una legittima difesa dall'invasore, bensì impegnati con ogni mezzo ad imporre il proprio potere sull'altra fazione. Il Gruppo è l'icona malefica della gnosi spuria, attraverso l'usurocrazia, la narcoipnosi sistematica, irretisce la storia umana e la spinge verso il kaos. Un'altra conferma, se possibile ancor più terribile, ce l'abbiamo dall'esperienza spirituale ed esoterica, ossia dalla presenza del demonico fuori/dentro l'uomo, dalla sua azione demolitrice di ogni certezza, di ogni potenza dell'anima, dall'azione distruttrice che le gerarchie infere compiono sulla Creazione, mondi ed universi.
Sempre secondo i nuovi propugnatori della Conoscenza Perfetta, il mondo rappresenta la caduta: il mondo, e l’uomo nel mondo, sarebbero frutto di una frattura; l’intera realtà in cui ci troviamo sarebbe una realtà d’esilio. Ma il mondo non può essere rappresentato come male ‘radicale’, perché all’inizio del suo cammino si trova il Padre celeste, o comunque lo si voglia definire (ma definire è sempre ridurre) che ama la propria creatura e la creazione tutta. La bellezza stessa che ci circonda ne è la dimostrazione. Il loro dio, chiamato il demiurgo, avrebbe creato l’uomo (o più precisamente lo ha emanato) non per amore, ma per ignoranza. Il demiurgo degli gnostici è radicalmente inconscio. Strana divinità, non c'è che dire. Quando creava dormiva.
Poiché la creazione intera sarebbe l’errore di un Dio oscuro a se stesso (parliamo sempre del cattivo demiurgo gnostico), il futuro Regno promesso da Cristo, o quello di altre grandi tradizioni di Oriente e di Occidente, sarebbe in realtà un non-luogo. La salvezza, quindi, sarebbe nella dissoluzione, nella morte senza dopo. Notevole, eh?. In realtà, Gesù pone l’accento non sull’uscire dall'esistenza verso il non-essere: «Io sono la Porta; chi entrerà attraverso di me sarà salvo» (Giovanni 10,9). Ma secondo i neo-gnostici, bisogna liberarci da ogni legge o dharma, aspirare ad un potere totale di sé su sé stessi, senza alcuno sopra di sé. Evidentemente si rifanno alla promessa del serpente antico: Sarete come Dèi. Vogliono con tutta l'anima annullarsi nel pleroma originario, dissolversi nell’apeiron primordiale, nel senza-limiti e nell’informe. Magari bevendosi la propria urina per trasformarsi e divenire dèi. Mah.
Secondo i nuovi sapienti, Gesù non ha riscattato l’uomo dal dovere. Si rimprovera Cristo di aver rivelato la Sua salvezza non già come annullamento, ma come suo contrario: Incarnazione e Resurrezione del Corpo. Anche per gli gnostici antichi, il synolon di anima-e-corpo faceva ribrezzo, nulla a che vedere con la Liberazione come la intendevano. Insomma, per i 'perfetti' ciò che Cristo ci ha lasciato è una fede insufficiente per chi è ‘giusto’. La stessa Parola di Gesù dunque rimanderebbe a una rivelazione ulteriore, definitiva e perfetta. Difatti, sul web leggiamo trascrizioni complete di tutti i Vangeli gnostici e Apocalissi per i novelli catari, una sorte di sinossi per un nuovo Annuncio, quello dell'Ultimo. Per i testimoni degli ultimi tempi, viviamo i tempi ultimi di cui Gesù è il semplice annunciatore, e loro, tra i quali ci si infila pure Mike Plato, saranno i puri superuomini – non è un caso l'uso di una iconografia infantile che rimanda agli eroi della marvel comics - a dover sopravvivere in mezzo alle rovine dell'universo e perpetuare la pura razza.
Non ci avrebbe salvati Gesù. Dobbiamo aspettare un altro, Ultimo Liberatore, che taluni identificano in Melchisedec, altri con Lucibello. Riscrivono tutto, a loro vantaggio, danno il salvacondotto a chi segue ciecamente la loro dottrina, escludendo ovviamente chi non la pensa come loro. Fuori dalla chiesa gnostica non c'è salvezza. Quello che si rimprovera ai cattolici - dico io, pure giustamente, di atteggiamento dogmatico, intollerante per ogni altra forma religiosa e di posizione autoreferenziale - non vale per loro.
I loro maestri di pensiero, a parte gli antichi gnostici che citano ad ogni piè sospinto, si chiamano Jung, Corbin, Guènon, fino al barbabianca Aivanov e all'ottimo studioso italiano Albrile, ma la lista è lunga e variegata. Ora, a parte il fatto che non tutti sono intercambiabili ed omogenei dottrinariamente, è d'uopo discernere. Un fondo comune li unisce, dei tratti distinguibili pericolosissimi per l'unità psicobiofisica dell'uomo: il superomismo, la volontà di potenza, il-fai-da-te. Il cammino di risveglio da loro indicato, è più un estinguersi nel nulla – un non senso per l'essere - distruggendo l'io – fase necessaria per qualunque ascesi, certo, ma con le dovute cautele e senza per questo annullare quello funzionale (Cfr. Ken Wilber) – così facendo ci si dovrebbe affrancare dai lacci umani, troppo umani dell'esistenza, verso una liberazione vaga, indistinta. Il signor Plato non dimostra il minimo dubbio, la benché minima incertezza sulle cose che dice. È un profeta che trasmette il suo nuovo decalogo, gonfio di assoluti. Già la reticenza che gli autori su citati dimostrano su alcune questioni fondamentali della Via, della fine del ciclo, della eterna lotta Luce/Tenebre, lascerebbero perplesso anche il più strenuo difensore della causa; Plato, invece, pontifica, ammonisce, scomunica, maledice in un crescendo di iatture che infligge ai malcapitati critici che si imbattono nel suo blog, che minaccia sempre di chiudere per poi riaprirlo appena passate le paturnie. Ora, da qualche anno ricevo una quantità enorme di lettere, alcune favorevoli come nei commenti ai miei post, la maggioranza invece sono livorose, negazioniste, vere e proprie stroncature su quanto affermo e racconto. Devo dire che Scandurra mi ha insegnato a non respingere mai chi comunque bussa alla porta, anche se è portatore di minacce o accuse. C'è sempre da imparare da tutti. Mike Plato è stato male educato: fustigatore degli avversari e paternalistica guida dei fedelissimi. Si vede che non ha avuto la fortuna di incontrare un maestro.
In definitiva, Plato e compagnia, non sanno o non vogliono sapere che il loro viaggio al termine della notte non li condurrà alla visione graalica. Non si libereranno dalle correnti samsariche, annasperanno, invece, nel pantano eleusino come incappò Elemire Zolla nel suo ultimo periodo Adelphi.
Qual'è il senso di questa mia lettera aperta? Non certo quello di convertire, ma quello di avvertire. Delusi, giustamente, dalla secolarizzazione delle religioni istituzionali, non dobbiamo con ciò buttarci dovunque ci siano promesse di metanoia e di liberazione. Dico a Mike Plato, che tanto seguito ha col suo blog: non tuffarti se non conosci quanto è profonda l'acqua. Le voci di dentro, possono essere pessimi suggeritori.