Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

sabato 20 giugno 2015

SUCCHIASANGUE



Succhiano energia dal mondo i satanisti (ma il termine può cambiare secondo il vostro punto di osservazione), ma sono pochi, meno di quanto si vocifera da fonti però sospette. Tali “fulminati” - altro nome che ben si adatta alla loro patologia dell'anima - hanno assoluto bisogno della collaborazione delle stesse vittime dei loro malefici. Naturalmente alle vittime che cooperano, i succhiasangue non vanno a raccontare che anche loro sono destinati alla stessa fine. Però intanto hanno inventato il mito che i fedelissimi schiavi che hanno fabbricato la tomba del faraone sono stati murati insieme al cadavere. Come tutti del resto, anche loro hanno un tallone d'Achille, solo che si atteggiano a semi-dei per eludere il punto debole di tutta la baracca.
Per dichiarare scacco matto in questa drammatica partita, che sembra mondiale ma che di fatto è italiana (mondiali sono le vittime), è necessario ridurre tutti i ragionamenti ad uno solo. Il nominalismo (le parole sono tutto) ci permette, paradossalmente, una notevole libertà d'azione: per la legge omeopatica, abbassando il dosaggio del veleno esso diventa antidoto. Limitare, concentrare, isolare, minimizzare, sono i punti programmatici degli stregoni e partendo da tale camicia di Nesso, potremmo risalire alla sua origine, quindi alle secrete del castello. Una volta entrati, e cambiando l'interfaccia, si spariglieranno le cose, i codici, le trappole. Si gioca di fino, senza spargimento di sangue, né ghigliottine o capri espiatori. La Storia, non quella studiata a scuola, si fa in una stanzetta, al lume di candela, senza linee elettriche, sussurrando nomi di potenza e invocando gli esseri di Luce, come buon auspicio prima della battaglia.

mercoledì 17 giugno 2015

Bisogna lasciarsi trovare




Entrare profondamente nella Realtà, è impresa titanica. Come fare? Cercarla in un solo punto. Lo scopo, però, non è quello di raggiungere il bersaglio, ma di dedicarsi ad un lungo, continuo ed estenuante esercizio interno che permetta l'irruzione del Divino. Non date credito a chi la fa facile. Oggi, si vendono per non modiche cifre “intensivi di illuminazione”, si spacciano ricette miracolose per alchemiche trasmutazioni, tutto sembrerebbe alla portata, ma non è così. Miglia e miglia si dovranno percorrere; anni e anni passeranno; sacrifici e delusioni si affronteranno, prima di vivere un barlume di esperienza unitiva con l'Assoluto.
Intanto, ciò che conta, è il modo di esserci. Il nostro io superficiale non deve partecipare all'azione interiore. Ogni santa mattina è un giorno guadagnato e di ringraziamento: questa è meditazione. Non ci sono tecniche decisive. Il cammino spirituale inizia con il non identificarsi con ciò che si fa: auto-osservarsi, non collocarsi nella testa. Si incomincia a penetrare in un altra dimensione, si ha la percezione (provare per credere) di essere attraversati da un asse verticale che ci dà una forza straordinaria. Dovremo imparare a possedere qualcosa senza possederlo. Svilupperemo la visione della totalità: vedere cose e persone nel loro insieme. Arrivare all'evocazione dell'archetipo e da lì all'invocazione dell'Essere, trovare l'immagine divina in sé, diventare ciò che si è sempre stati: questa disciplina è alla base dell'insegnamento antico. Niente di nuovo per diventare uomini nuovi.

Certo, le prove, gli inganni, le presunzioni, sono all'ordine del giorno. Non scordiamoci che bisogna rimuovere, far scomparire gli ostacoli psicologici che si oppongono al sorgere del Divino. La superbia sarà un nemico quasi invincibile: sentirsi superiori soltanto per aver letto qualche libro che parli di spiritualità o di via iniziatica. Un conto è discettare di tecniche dell'estasi, di stati molteplici dell'essere, altra cosa è vivere realtà separate, multidimensionali, magiche. Si tratta di una forma di terapia d'accesso, che dalla malattia dell'anima (perché oscurata) passa ad un altro piano, quello aurorale.

Siamo tutti sull'orlo di una grande scoperta, fin da quando torniamo su questo mondo. Il problema che ci angoscerà per tutta la vita, però, è la paura. Paura di vedere oltre il mondo. Questo ci lacera, ci fa sentire piccoli detriti trasportati dalle onde del Grande Fiume samsarico, senza sapere dove ci porterà.

Dobbiamo avere fede in chi possiamo essere. Ci diranno che non siamo nulla, che siamo dei falliti perché non puntiamo alle cose concrete. Ci ostacoleranno in tutti i modi. Il sistema ci riterrà degli antisociali, dei pericolosi eversivi. La Chiesa ci considererà degli eretici. Gli esoteristi ci irrideranno perché non apparteniamo ad Ordini regolari, come se poi la trasmissione iniziatica avesse bisogno di accrediti legali. Dobbiamo avere fede in chi possiamo essere.

Meditare. Già, cos'è? È comunicare ad un livello superiore. Importante è trovare un linguaggio idoneo. Perché l'umanità è disorientata? Non sa più perché vive. Lo scopo è favorire nell'uomo il sorgere del Divino, l'esperienza che non può essere descritta con le parole e che provoca in noi l'intensità della gioia. Ogni volta che il Divino ci afferra, il retroscena psichico cambia. Compaiono una potenza, un amore che sembrano incomprensibili e privi di qualsiasi motivo a quell'io che cerca di cogliere tutto razionalmente. È una comunicazione trascendente tra noi, antenne riceventi dalla radio di Dio.

Non è solo la sfera interiore ad essere tirata in ballo; quello che voglio farvi intendere è che la terapia d'accesso di cui accennavo prima, riguarda pure l'apertura, l'espansione del corpo. Da cosa si comincia? Semplice, in certe condizioni, un rilassamento, anche minimo, basta per creare un cambiamento di atmosfera interna. Qualcuno si accontenterà di sentirsi bene, ma ci sono persone che sentono improvvisamente risalire le cose del passato. Occorre, quindi, essere prudenti: quando ci si apre si diventa vulnerabili. Il vero, autentico rilassamento come lo intendo io, è dinamite. Basta distendere il polso destro in una certa maniera, praticare una qualche digitopressione, e ciò sarà sufficiente ad immergerci in un oceano dimensionale. Nessun effetto speciale, niente di spettacolare all'inizio: si flippa (dare un colpetto col dito), poi subentra un leggero tremolio, compaiono vibrazioni e si cavalca la cometa.

lunedì 15 giugno 2015

La strada maestra




L'uomo, a prescindere dal suo ambiente culturale e storico; indipendentemente dal credere o meno in un principio trascendente; dicevo, l'uomo è nato per incamminarsi lungo un tragitto che lo porterà, presto o tardi, verso lo scopo per cui è nato. Ogni uomo nasce per raggiungere un fine o, se volete, perché si compia un destino; se poi a causa di un processo di acculturazione imposto dal sistema, se il destino, appunto, lo ha fatto nascere in un momento storico come l'attuale, degenerato, senza una luce che guidi i suoi passi, comunque riceverà segni, opportunità, che lo porteranno verso la direzione maestra. Come se possedesse un giroscopio dell'anima, non potrà mai veramente smarrire la rotta; magari girerà a vuoto per una vita senza il minimo sentore di sé e del senso del tutto, tuttavia gli archetipi celesti non lesineranno per lui avvisaglie, coincidenze significative, incontri fatidici, allo scopo di fargli ridestare ciò che ha dimenticato. Nessuno, quindi, cerchi alibi.

Vi è anche da sottolineare che, sebbene tutti siamo fatti per onorare il mandato celeste, alcuni scelgono contro la loro stessa natura di ostacolare in ogni modo il fine verticale dell'uomo. Imperi oscurati, cosche del malaffare, consorzi finanziari, lobby, operano da millenni per contrastare - consapevolmente o meno, poco importa - l'umanità a ritrovare il sentiero perduto. Potenze estranee complottano affinché la via delle stelle ci sia interdetta. I burattini della politica che passano come subrettine davanti ai riflettori, nemmeno immaginano di essere solo ombre accidentali, messe lì, a bella posta, per ingannare i popoli. Pertanto si continua a danzare mentre la nave affonda irrimediabilmente. Le ombre ci distraggono, ci confondono, eppure potremmo disperderle se solo volessimo, se solo ascoltassimo il centro di noi stessi, pur tra mille rumori. Aprire gli occhi ci è naturale fin dalla nascita, difficile è tenerli aperti nella direzione giusta.

Qualcuno obietterà su cosa sia giusto, su cosa sia il bene e il male al tempo della tecnica e del nichilismo, e giù a filosofare. Altri, sulla base della loro impostazione scientifica, affermeranno che Dio non esiste, caso e necessità hanno inventato l'universo e dirigono le umane sorti, e allora solo in nome dell'etica e insieme alle scoperte della fisica e della biologia, si potrà avere una chance per evitare l'autodistruzione. Mah, potremmo discutere all'infinito mentre la Terra si spacca in quattro senza giungere a nessuna soluzione. Non è più tempo di vagare alla rinfusa, di appoggiarci a ricette ideologiche. Le false strade intraprese da scienza, tecnica e politica ci hanno fatto fallire miseramente: volevano sostituirsi a Dio e ci hanno condotto verso la dissoluzione.

Giacobbe mostra la via della giusta lotta, maltrattando l'angelo a cui vuole strappare la benedizione. Essendo l'elezione messianica il compimento di un atto positivo, essa ha le qualità dell'atto. “Bussate e vi sarà aperto". Si deve dunque giungere all'ultima porta, perché dopo secoli e secoli di oscurità dell'anima, il bene prezioso della conoscenza non sarà più offerto in dono. Come Parsifal, bisogna appropriarsene con le armi in mano. Questa, la lezione del mito di Prometeo: non si può, non si deve soccorrere con la forza coloro che non vogliono essere liberi, che desiderano anzi le catene. Nessuno può loro dare quel che già non posseggono, né sostenere in loro vece il lavoro che li aspetta. Eletti saranno quelli che si sono svegliati da sé.