Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

mercoledì 27 marzo 2013

SIGNORI DELLO SPAZIO E DEL TEMPO






Il nome di Atlantide - È il copto che ce ne svela il senso, giacché Aztlan si trascrive senza sforzo in egiziano:

Asch
Quantus
Molto grande

Tel [tel]
Fluxus
Fluido

En;
Extrahere;
Trarre da (o produrre alla luce del sole);

Atlantide: ciò che è stato tratto alla luce del sole dall'Oceano.


  È giunta l'ultima era dell'oracolo di Cuma,
nasce di nuovo il grande ordine dei secoli.
Già ritorna la Vergine, ritornano i regni di Saturno,
già una nuova stirpe scende dall'alto del cielo. 
(Virgilio)

LA TERRA SEGRETA
   
Ogni donna veramente regale
possiede una terra segreta, più reale
per lei di questo pallido mondo.
A mezzanotte, quando la casa
è immersa nel silenzio, ella posa
ago o libro e se ne va
a visitarla non veduta.
Chiudendo gli occhi, improvvisa
un cancello fra alte betulle
cinque volte sbarrato, e scavalcandolo
prende possesso del suo regno.
Poi corre, o vola, o sale a cavallo
(c'è sempre un cavallo scalpitante
che viene a darle il benvenuto)
e viaggia in lungo e in largo;
può far crescere l'erba
indurre i gigli a spuntare
dal bocciolo col solo sguardo,
e i pesci le mangiano sulla mano.
Ha fondato villaggi, ha piantato
boschetti, e ha scavato valli per far scorrere
freschi ruscelli fino a una baia
che la terra chiude da ogni lato.
Io non ho mai osato fare alla mia musa
domande sul governo
del suo reame, né sulla sua geografia,
né mai l'ho seguita fra quelle betulle
né ho scavalcato il suo cancello
né mai ho spiato fra la nebbia.
Ma lei mi ha assicurato
per il giorno che morirò
un angolino del suo palazzo
in una piana radura del bosco
dove crescono le genziane
e le viole e dove ogni tanto
lei ed io potremo incontrarci
(Robert Graves da: Lamento per Pasifae, trad. di Giovanni Galtieri, Guanda, Parma, 1991)


A Carlo d’Asburgo, Imperatore santo.

Avvertiamo subito chiunque apra questo libro, che è stato scritto soltanto per chi cerca la Verità. Non pretendiamo affatto - sia ben chiaro - di dettare al mondo parole profetiche; solo teniamo anzitutto a dichiarare che abbiamo meditato e scritto seguendo esclusivamente la Tradizione e cercando in quella la misura d'ogni verità senza mai abbassarci per venire a patti o a compromessi con altre esigenze di ordine inferiore. E non abbiamo avuto nemmeno la pretesa di fare della storia, ma di servirci bensì dei dati che la storia stessa, quale scienza umana, ha posto a nostra disposizione per cercare di approfondire, in senso escatologico, la critica ai tempi moderni, e ciò nell'intento di scorgere, attraverso le linee generati della storia del Cristianesimo e della civiltà cristiana, il senso che i fatti rivestono sul piano della realtà trascendente.
D'altronde, se vogliamo dare un giudizio sereno sulla storia dell'occidente e fare il punto sulla condizione in cui versa la nostra civiltà, non dobbiamo lasciarci impaniare né da elementi più o meno affettivi, né da considerazioni sul benessere materiale delle genti, ma solo ci si deve attenere a misure trascendenti la stessa storia e il tempo. Giudicare è sempre confrontare, e senza termine di confronto, ogni giudizio è impossibile. Il giudizio è parola, è Verbo, e senza Verbo i fatti restano muti.
La Chiesa sta beatificando Carlo d'Austria, l'ultimo Imperatore della casa di Asburgo, morto in esilio a Madera il primo aprile del 1922. La sua causa di beatificazione si fonda soprattutto sulla fermezza con cui seppe sempre respingere ogni offerta di tornare sul trono per non venire a patti proprio con quelle forze del basso che oggi hanno il sopravvento ovunque e stanno trasformando il mondo in un chaos universale.
La risposta di Carlo d'Asburgo a chi osava porgli condizioni era semplice e decisa, « Quanto a questo, io, come Principe cattolico, non ho una parola da dire... Ora ogni mio tentativo avrà cattiva riuscita... Tuttavia non sarà mai ch'io accetti da Satana ciò che Dio m'ha dato ». E aggiungeva « Come sono vili tante volte i cattolici! ».
E ogni qualvolta ci volgiamo a cercare la verità senza tuttavia recidere ogni legame che ci trattiene e ci vincola agli interessi pratici e contingenti, ogni qualvolta ci diciamo amanti del vero senza per questo porci sul sentiero dell'intransigenza più ferma, verso noi stessi prima ancora che nei confronti del mondo, denunciamo la nostra viltà; denunciamo di essere vili come lo sono « ...tante volte i cattolici », vili come solo possono esserlo quanti hanno conosciuto il Verbo di Dio e preferito gli interessi del mondo.
Oggi è tempo di fermezza, è tempo di testimonianza e chi non sa romperla con la tanto vantata praticità terrena, per amare solo la Verità e riconoscerla ovunque essa si trovi e si manifesti, è già morto; non legga queste pagine e continui a seppellire i suoi morti concittadini nel benessere di questa pseudociviltà moderna e democratica. Da parte nostra pregheremo Iddio, ché abbia pietà di lui.

(Attilio Mordini – Il Tempio del Cristianesimo – 1957)

ALLA MIA NAZIONE

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.


(Pier Paolo Pasolini)


Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo, il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo.
(John Ronald Reuel Tolkien, Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re)



IL MONDO DOVE LA RAGIONE AVEVA TORTO E I LUMI MASSONICI RAGIONE / GLI ATLANTIDI, I FIGLI DEGLI DÈI / REGNI SOTTERRANEI / SOLE NERO / NAZISTI SOTTO IL MONTE / IL CENTRO NERVOSO DELLA NOSTRA POTENZIALE DIVINITÀ

Lo spirito assoluto si serve anche dei frammenti più infimi del finito per realizzare il suo cammino. Raramente lo avvertiamo, soprattutto quando una somma apparentemente casuale di elementi collassa in una dimensione imprevista. La società fa crac. La politica implode. Tutto ciò che è solido si scioglie in aria. Intere certezze acquisite col tempo crollano sotto i colpi di oligarchie cieche e folli. Tra di noi ci si guarda sconvolti, mentre avviene il veloce passaggio dalle passioni agli interessi, dall'infelicità pubblica, dopo la morte della storia e delle ideologie, all'infelicità privata. Tutto questo non limiterà la reazione forte e travolgente del popolo. O prima o presto. Si è giunti ad un punto di non ritorno, per cui quel benessere, sia materiale che esistenziale, tanto agognato dalle masse, quel minimo di sicurezza che ogni buon cristiano avrebbe il diritto di pretendere dallo Stato, cessano brutalmente. Tale situazione non è causata dalla fine delle risorse o dallo sfruttamento incontrollato delle materie prime. Certo che no. Il sonno della ragione non genera mostri, ma illuminati. Mi riferisco ai massimi fautori della storia del mondo. I più elitari, fanatici, distruttori della civiltà moderna. Sì che avete capito, i massoni, chi altri? La Massoneria, già, che in maniera compatta avanza a suon di carica, con le bandiere spiegate e il rombo del tuono come compagno. Loro hanno un non so ché di filosofico, un'idea all'apparenza altissima ma costitutivamente equivoca. Nella fine cruenta dei modelli politici e ideologici, sono apparsi Loro, gli autentici promotori della disfatta della civiltà occidentale, con tutto l'armamentario gnostico, con i dilemmi esoterici, le ambiguità spirituali mai risolte, volutamente indecifrabili. L'impresa massonica consta di epos mesopotamici, misteri orfici, oracoli delfici, divinità egizie provenienti da Sirio, iniziazioni deviate, e tutto quell'arsenale di cerimoniali riti liturgie simbolismi segni. Il denaro per Loro è solo un sottoprodotto: mirano alla potenza nascosta e al dominio palese. Il sistema bankario internazionale è solo una rete, che nasconde una noosfera utile per soggiogare le povere e disperate genti. Sapete, gli dèi da Loro venerati, hanno fame atavica.

Quando Scandurra il 1971 mi aprì gli occhi, ebbi uno choc cognitivo. Il mondo non era più quello di prima. Era come se si fosse trasformato d'improvviso, in realtà il maestro mi aveva portato a vedere oltre il velo, di là dall'orizzontalità del quotidiano. Fece in modo che diventassi un argine nel fiume della convenzione. Non fu dolce il cambiamento. Sulla via prima ti perdi poi ti ritrovi. La strada, comunque, non era priva di ostacoli e predoni. Mi disse:

  • Gli incappucciati credono in un dio di un universo limitato. Efficace e mai disattento.

La gnosi spuria era la prigione in cui tutti ci trovavamo. Gli incappucciati erano i massoni, emissari occulti del dio uno e molteplice, il GAU. Distruggendo l'ordine, dal caos avrebbero ricostruito un altro ordine, quello nero, profondo, abissale, anticreaturale, fantasmatico, magmatico, un antimondo in pratica. Cacchio! Mi dicevo. Allora tutti eravamo prigionieri senza sospettarlo. Quale magia era così efficace?

Perché quell'esoterismo dentro il mondo, affascinava così tanto? Chi entrava in quella congrega pericolosa, poteva provare l'arrestarsi del tempo, la voluttà, le verità parziali ma totalizzanti, l'inattuale sempre moderno. Avvicinandosi a certi esoterismi derivati dalla gnosi spuria, si rimane senza fiato, mentre la vita intorno si cristallizza. Un salto di livello, solo non si capisce subito che è in basso. Eppure all'inizio sembra così fantasmagorico. Le immense epopee di antiche civiltà antidiluviane, le saghe di eroi e maghi, la rinuncia e l'ascesi, l'esperienza sovrumana: ti danno un senso di grandezza, di nobiltà, di vertigine. Scandurra ci avvertiva. L'assoluto, l'ultravioletto, non sono merce in vendita. Appartenere a Loro invece è già un negoziare, un commercio e spaccio di stupefacenti spirituali, che dapprima ammiccano poi ti fottono.

A dirla proprio tutta, dapprima ero affascinato dal mondo gnosticheggiante delle confraternite ancora attive. Rosacrucianesimo, templarismo, massoneria azzurra, scuole pitagoriche e kremmerziane, martinismo, mi intrigavano assai. Grazie al Cielo incontrando Scandurra ebbi subito la certezza che quell'ometto, falso venditore di frutta e verdura, era il collettore tra questa e l'altra dimensione, senza fronzoli né cerimoniali. La sua stessa condizione di quasi indigente, fumatore incallito di sigarette senza filtro, bevitore instancabile di vino col bisolfito, analfabeta per scelta e sapiente per necessità, era la prova che qualcosa di incredibile, di eccezionale mi era capitata. Lo sentivo a istinto, che dietro quel grosso banco pieno di schemi astrologici mal disegnati e peggio calcolati, una vecchia bilancia difettosa per negligenza, residui di insalate mele uva e un bicchiere sempre colmo di bianchetto, si sedeva un essere che se ne fregava dell'ordinario e del borghese, delle belle maniere, di mode e dipendenze. Contro i luoghi comuni, ci indicava i luoghi insoliti appartenenti ad altri mondi, universi, dimensioni. Non ne faccio un santino. Amava non nascondere i suoi difetti e ne aveva di atroci. Alla fine, lo si amava con tutto il 'cucuzzaro' karmico in dotazione.

* * *

Ci ha insegnato che la realtà può essere contemplata solo attraverso un raggio che sfiora l'orlo delle cose e fa trascolorare il resto. La visione che genera un eterno stupore e che fa emergere vibrazioni da tutto ciò che ci circonda. La visione di luci coloratissime intorno ai corpi dei risvegliati o fasci incolori di anime spente. Imparai nuove parole-concetti, come confine, crinale, soglia, limite, punto di inserimento. Scandurra non ci ha lasciato quasi nulla di scritto, amava lasciarne il minimo possibile. Seppur illetterato, nei suoi brevi appunti c'era del fuoco, dell'inusitato, ti scuoteva e ti ossessionava finché diventava chiaro il senso, usava parole numeri simboli come leve, formule di due termini che illustravano mondi lontani e il modo per arrivarci. Alcuni amici dell'anonima, tuttora son convinti di aver letto pure i libri non scritti del maestro. Tutto ha il sapore di magico. Ci diceva, “se non capite è colpa vostra” e ci sentivamo cretini, anche a causa del suo spiegare laconico, fatto di sentenze, metafore, simbolismi, proverbi mai sentiti, almeno inizialmente. Sembrava che desse tutto per scontato. Noi avremmo dovuto comprendere cose mai viste come se facessero parte del nostro conosciuto. Per fortuna che prima di spiegare qualcosa ce la faceva vedere, e questo era un vantaggio, tuttavia non crediate che andasse tutto così liscio. Io fingevo a volte di capire, poi Scandurra mi coglieva in castagna e mi sputtanava di fronte a tutti, poi, per un senso di vergogna e umana solidarietà, ammettevano anche gli altri di non aver capito un granché: e lui si faceva una grassa risata fino a piangere. Poi, in alto i calici a brindare col solito bianchetto, che a volte cambiava di sapore però.

Le materie oscure, già, quell'insieme di conoscenze antichissime e sempre funzionanti. Per Scandurra contava che un concetto fosse applicabile e funzionasse. Innanzitutto, sottolineava l'importanza della capacità, da parte nostra, di visualizzare con chiarezza. Fissavamo per un minuto un oggetto qualsiasi, di solito di piccole dimensioni, poi chiudevamo gli occhi e quando si formava quasi immediatamente la post-immagine, essa andava trattenuta con vividezza il più a lungo possibile nella nostra camera interna mentale, infine, aprivamo gli occhi e la proiettavamo su di una superficie bianca, muro o telone. Potevamo esercitarci a piacere pure a casa. Eravamo pronti quando, visualizzando qualunque cosa, potevamo automaticamente incamerarla e proiettarla all'esterno. Questo era il primo dei poteri da acquisire.

Quale che fosse il nostro atteggiamento, dovevamo credere in quello che stavamo facendo. La fiducia necessaria è in realtà una combinazione di credenze a vari livelli. Sapere intellettualmente che la magia sia possibile e capire qualche cosa di come e perché funzioni, non è sufficiente. È necessario sentirlo nelle viscere, nella “panza” diceva Scandurra, cosa molto diversa. E la testa e le viscere spesso sono in disaccordo. L'intelletto può apprendere, ma le viscere possono solo essere condizionate. Molte credenze viscerali, specialmente quelle acquisite nei primi anni di vita, resistono fortemente ai cambiamenti; esse ignorano le ragioni e le prove che la testa trova così persuasive. Per nulla turbate dalla contraddizione, le viscere possono conciliare benissimo qualsiasi numero di credenze che l'intelletto trova in opposizione. Se credono fortemente in qualche cosa, inoltre, un intelletto eretico viene di solito ridotto al silenzio. Ad un certo punto del mio percorso, ero così liberato dal mio bagaglio razionale da parte di credenze viscerali, che ripudiavo decisamente la ragione, in maniera così drastica da compiere gesti assurdi. Mi ripetevo: solo le viscere, mediante decisioni espresse dal cuore o dalla bocca dello stomaco, giudicano quello che è bene e quello che è male, quello che è reale o irreale. Fino a quando il maestro non mi suggerì l'importanza dell'equilibrio delle forze per non pendere verso le estreme.

Se le viscere contengono le opinioni circa le attività umane, le credenze emotive e intellettuali devono essere in accordo. Altrimenti il trapezista cade e il mago vien meno. Se il mago trova che le sue credenze viscerali oppongono resistenza, deve cambiarle o superarle. L'intelletto e le viscere non sono gli unici arbitri della credenza; anche la mente ancestrale ha qualche cosa da dire e sembra essere al di là dell'apprendimento e del condizionamento. L'intelletto può credere una cosa, le viscere un'altra, e la mente ancestrale qualche cosa di totalmente diverso. Noi siamo direttamente consapevoli dei primi due sistemi di credenza, ma il terzo deve essere presupposto dai modi con cui dà forma al nostro comportamento. Tuttavia il terzo è speciale perché la mente ancestrale è il campo in cui agisce la magia: essa contiene i processi che il mago cerca di padroneggiare.

* * *

  • La scienza moderna ti dà molte informazioni, ma non le sa leggere. Così ogni scienziato spara un'opinione e se è bene pubblicizzata diventa opinione collettiva. Un tempo, si vedeva nella Natura l'impronta di Dio, poi si è creduto di poterla capire senza quella presenza. L'equilibrio del mondo e delle creature dipende dall'equilibrio tra noi e Dio. Prima di fare dobbiamo capire che cosa siamo. Per noi, la Natura non è solo naturale, ma è piena di significato sottile, religioso, insomma. Il Padre Celeste con fatica ha fatto con le sue mani il cosmo, e il sudore ci è rimasto attaccato. Il cosmo è ordine, la vita è ciclica, 7anni per l'uomo e 50anni per il terracqueo, ma se crediamo di poter rivedere tutto, interpretando la realtà solo come una serie di fatti, ogni nostra azione produce casino e immette nel Creato semi avvelenati. Oggi si pensa che ad essere scettici, a credere solo in ciò che si vede, si è più intelligenti: ma si vede solo ciò che si crede. Più crediamo più vediamo. I fenomeni, i fatti, sono anche simboli, c'è, quindi, un altro piano di lettura, un'altra vista oltre quella dei sensi. La scienza moderna non sa dove dorme il lepre. Madre natura si capisce come opera, osservandola, seguendo i suoi piccoli cambiamenti. Ci vuole molta attenzione, si annulla la distanza tra chi osserva e ciò che si osserva. 12mila anni fa tutto era a portata di mano, tutto risplendeva, ogni cosa era visibile. Gli uomini potevano generare in determinati periodi e le donne avevano le mestruazioni tutte lo stesso giorno ad ogni giro di Luna. Poi è accaduto qualcosa di tremendo: si è spezzata la trama del cosmo e son cominciate le divisioni tra livelli. La realtà come la conosciamo è poca, si è ridotta, perciò ci vuole un altro senso per giudicarla.
  • In che senso è 'poca'? - feci io, tentando di tirar fuori da Scandurra più di quanto fosse disposto a concedere.
  • Come diceva quel geniaccio di Scespire? [evidentemente intendeva riferirsi a Shakespeare] I segreti sono cose che competono il cuore, non alle parole. Se apri l'occhio del tuo cuore potrai vedere in tutta la sua bellezza e terribilità la Realtà, quella vera, tosta, totale. Oggi l'anima è morta. Non dà più segni di vita da tempo. Solo durante le guerre, le carestie, i cataclismi, l'anima si desta. Ti credo, l'uomo attuale ha bisogno ormai di essere frustato, atterrito, per tirar fuori l'autentico. Nel sadomasochismo mistico emergono elementi curiosi, inaspettati del nostro essere, una particella cosmica si produce nell'organismo. Non è ancora l'autentico, certo, ma si aprono stradine interessanti, sebbene per quei pochi abbastanza fulminati da sottoporsi a tali esperienze estreme. Le droghe chimiche, invece, ci fregano e basta. Beh, la mentuccia romana che vi metto nel sughetto è un'altra cosa, è veramente stupefacente, ma pochi conoscono i suoi segreti. Eh eh eh.



Le passeggiate insieme a Scandurra per le vie di Viterbo al caldo sole d'estate, quando non c'era traffico e sparivano pure i viterbesi per ristorarsi al mare o in montagna, rappresentavano inusitati momenti di crescita. Dirò di più: di gioia. Con lui potevo estinguere la mia sete di conoscenza, sebbene non rispondeva sempre in modo diretto alle mie continue domande.

  • Sai cosa facciamo oggi pomeriggio, Angelino? Facciamo visita ad una antica installazione sotterranea Atlantidea dove venivano parcheggiati i loro incredibili vascelli fantasma. Sì, quelli che chiami dischi volanti. Dopo pranzo, prendiamo la strada P. e in 20minuti al massimo siamo arrivati. Una bella scampagnata salutare. Però portati un giubbino, un indumento pesante insomma, lì sotto fa freddo.
  • Una base a pochi chilometri da Viterbo?
  • Quando i nazisti si stavano ritirando verso il nord Italia, a guerra ormai persa, un manipolo di SS scortò una spedizione scientifica sotto le pendici del monte. Supervisionò la missione il feldmaresciallo Kesselring. Avevano il compito di trovare e requisire uno di quei vascelli.
  • Come facevano a sapere di questo segreto?
  • Sai, c'è sempre qualche infame che sbraca, che spiffera ogni cosa per trenta denari, stavolta però ci guadagnò molto di più. Il 1944 uno dell'anonima, un professore di filosofia, ex allievo del ministro Gentile, chiese e ottenne di conferire con Hitler, per svelare l'esistenza di un arma terribile che avrebbe reso invincibile la causa tedesca.
  • Caspita, questo sui libri di storia non c'è scritto.
  • La storia scritta è una stronzata. Si tace l'essenziale e si racconta la superficie.

Feldmaresciallo Kesserling


I Nazisti, in effetti, cercarono in Antartide oasi di acqua temperata, primo segnale per entrare nelle terre ignote. In Asia tentarono di trovare le porte sotto il Monte Kaylas per accedere al mitico regno sotterraneo di Shamballa. In certi gruppi occulti tedeschi, supportati dal III° Reich e in combutta con le SS, furono presi da una strana febbre, quella della caccia alle reliquie cristiane ed ebraiche, buddhiste e induiste. Certo, non erano ricerche per mera archeologia o, diciamo, culturali, lo scopo era quello di sfruttare i poteri intrinsechi delle reliquie, poteri di guarigione, talismanici ma anche ad uso bellico per la vittoria finale dell'hitlerismo. La meta più intrigante che smobilitò uomini e risorse, fu quella della Città dei Re in Patagonia, che secondo il mito sarebbe stata visibile solo alla fine del mondo. In questa città si custodirebbero le scienze e le tecniche di una civiltà superiore, probabilmente extraterrestre. Gli storici nel dopoguerra hanno sempre considerato tali manie del nazionalsocialismo come eccentricità o, peggio, follie da parte di un potere fondato sull'obiettivo di dominio assoluto del genere umano, e che aveva bisogno di simboli, leggende, ri-creazione del mito germanico per politica interna. Gli storici, si sa, sono agnostici, non considerano l'occulto come reale, ma solo come devianza, paranoia: le idee senza parole sono sempre state irrise dal materialismo storico. La Realtà come ce la faceva conoscere Scandurra era molto più sofisticata, complessa e tremenda di quella deprivata e limitata dei professoroni.

A casa per pranzo, mi limitai a mangiare un primo. In prospettiva, volevo star leggero per ogni evenienza. Verso le 15,00 mi passò a prendere Scandurra con la cinquecento e ci dirigemmo verso il posto segreto a pochi chilometri dalla città. Terminato l'asfalto iniziava una stradina bianca, dove parcheggiammo. Girammo intorno ad un convento francescano per poi dirigerci verso le pendici del monte.

Scandurra definiva gli Atlantidei esseri umani e sovrumani a un tempo, depositari di sapienza e potenza. Per semplificare, ci diceva che come in ogni famiglia che si rispetti c'è sempre la pecora nera, così fu per la razza rossa. Una gilda, quella dei lunari, ribelli superbi ed ebbri di volontà di potenza, volle riscrivere le regole della civiltà, sconnettendosi dagli dèi per stabilire una tecnocrazia dominante. Ciò provocò una guerra civile senza precedenti, fratello contro fratello, senza limitazione di mezzi. Per scongiurare la distruzione totale del continente con ripercussioni devastanti sull'intero pianeta, i solari riuscirono a sradicare dall'oceano l'intera Atlantide per collocarla nell'intercapedine del cosmo, usando un potere che sarebbe difficile perfino oggi descriverne soltanto gli effetti. La narrazione scandurriana deviava e di molto da quelle conosciute, ma noi dell'anonima non dubitammo mai di quanto il maestro ci andava insegnando: abbiamo visto e vissuto il Grande Ignoto.

- Da questa parte - mi indicò la direzione Scandurra.

Lo seguii lungo uno stretto sentiero in mezzo agli alberi, sul fianco destro del monte. Poi si accucciò e così feci io. L'afa, i versi degli insetti, facevano da cornice ad una strana situazione. Scandurra fece rotolare da un lato un masso di grosse dimensioni senza apparente sforzo, come se non vi fosse gravità, rivelando così un'apertura nella roccia, abbastanza grande perché un uomo di media corporatura vi si potesse introdurre strisciando. Lui si intrufolò nella tana senza esitazione, come se fosse di casa, io lo imitai con riluttanza. Per un attimo mi incastrai a metà a causa dello zainetto, ma qualcosa mi risucchiò dentro. Inizialmente si presentò soltanto un compatto, denso muro di tenebre, nel quale l'alone rossigno della torcia del maestro penetrava solo per un breve tratto, senza violare, in realtà, quel misterioso manto di oscurità. Scandurra continuava ad avanzare, strisciando, come un minatore esperto. Dopo essere penetrati nella stretta buca, passammo in un corridoio che s'inoltrava diritto nelle viscere del monte; era quadrato e scarno, e le pareti di pietra erano levigate in maniera eccezionale. Rialzandosi, lui si incamminò lungo quel corridoio, inoltrandosi nella montagna, e io gli andai dietro. Il corridoio sfociava in una grande camera. Anch'essa era quadrata, e, per quello che potevo vedere, le sue pareti erano levigate e perfette come quelle del corridoio. C'era un palco, a una estremità, con un altare azzurro marmoreo sul quale era scolpito un serpente alato.

- Antiche vestigia?
- Gli Atlantidei hanno ricavato la loro base dalle rovine di una città di un popolo antichissimo, i Martanda, antico più di quanto tu possa immaginare, Angelo.

Facemmo il giro della camera, quando notai che dietro l'altare si trovava una porta. E proprio lì era diretto Scandurra. Vi entrammo. Oltre la soglia c'era un breve passaggio, in fondo al quale si trovava un'altra porta di metallo, piccola, e chiusa da pesanti sbarre. Sopra lo stipide c'era un iscrizione: cunei, triangoli, coni spezzati, trapezi, et similia.

- Signori dello spazio e del tempo. Così è scritto, - il maestro usò in questa circostanza un tono grave, di rispetto.

Scandurra alzò le sbarre e spinse la porta senza produrre alcun rumore, e varcò la soglia, oltre la quale si apriva una vasta camera di pietra, uguale a quella che avevamo appena lasciato. Non c'era niente. C'era soltanto una cosa: una grande bolla fluidica di tenebre.




mercoledì 13 marzo 2013

SIAMO TUTTI IN CAMMINO




Spero in una Chiesa profondamente rinnovata nella sua vita e nelle sue strutture. Una Chiesa che non lotti per far pesare le ragioni del potere su quelle del servizio, ma attenta ai segni dei tempi per leggervi un'occasione di salvezza. Che prenda su di sé, come peccato anche suo, la condizione di quanti non hanno né pane, né casa, né lavoro. Se la Chiesa non ritornerà all'origine del messaggio evangelico, l'uomo sarà costretto a cercare Cristo a suo rischio, in una patria dell'anima senza insegne e confini.

Il mondo sta sperimentando un passaggio d'epoca, un coinvolgimento non solo planetario ma cosmico. Qualcosa di terribilmente oscuro di contro ad un evento grandioso di Luce stanno per sconvolgere gli equilibri già instabili della Natura e dello spazio/tempo. Non vi sono confronti col passato, poiché ciò che ci aspetta è cosa unica nella sua manifestazione, almeno sulla nostra Terra. Ci si prepara immergendosi nell'umanità, nella sua immensa anima, opponendosi all'annientamento demiurgico. Dio non ha più le sue mani, ha solo le nostre per fare il suo lavoro. Siamo tutti in cammino verso uno scopo superiore, perfino chi lo vorrebbe interrompere. Dobbiamo avere il coraggio di accettare questo rischio. È tempo di alzare la testa e confidare sulle nostre forze. Rinasceremo se ci presenteremo come siamo veramente, ciascuno con il frutto dei suoi talenti.

Papa Francesco I° è una grande anima, l'uomo giusto per cambiare la rotta della Chiesa dalle acque stagnanti della secolarizzazione e dalla melma puzzolente dei poteri occulti che son penetrati nel luogo santo per distruggerlo. Un punto di svolta, un raggio di luce in mezzo alle tenebre. Dovrà fare i conti con resistenze agguerrite, con sicari e iene pronte a fargli le scarpe. Ho ragione di credere che Francesco d'Assisi, lo yoghi cosmico in tutta la sua densità ontologica, sorveglierà il trono di Pietro dai lupi dell'età oscura. 

Si combatte il buio accendendo la luce.

domenica 3 marzo 2013

IL GRAAL CONTRO L'UTOPIA DEL MONDO NUOVO




Il Graal è la pietra luminosa cristica che sola rende possibile la giustizia in una terra desolata e sterile. Chi lo incontra appartiene al Regno dello Spirito che come un fiume carsico emerge e si occulta, a seconda delle condizioni metapolitiche dell'umanità. In Occidente è la coppa col sangue di Cristo, messa al sicuro e inaccessibile a tutti coloro che manifestano intenti blasfemi. Essa disseta l'anima e lenisce i mali, illumina e trasmette la Potenza. L'ultimo tentativo di restaurazione dell'Origine, fu quello dei cavalieri Templari, ma il Graal non risponde più quando la superbia governa.

C'è in noi, magari nascosta, una fame di divino, come dire, metastorica, che ci spinge ad alzare gli occhi verso il Cielo, anche se non sempre. Il medioevo, epoca di genocidi e atrocità ma anche tempo di santi ed eroi, ha ben simbolizzato la voglia di assoluto che i poemi graalici narravano. Mentre, il principale limite di noi moderni sarebbe proprio quello di tenere gli occhi, troppo spesso, rivolti verso il basso, nella speranza di costruire il Paradiso sulla Terra: vedi sovietismo e nazismo, leviathani massacratori di uomini e libertà. Tentare di portare l'ordine trascendente sulla terra ha soltanto causato guerre, rivoluzioni, culto dei capi politici. Possiamo tutti, oggi, convenire che il demiurgo dal quale si attende la salvezza eterna ha la faccia dell'istituzione economica. Il Drago non è più l'incarnazione del male e Montsalvat è solo uno dei tanti Monti di Pietà. La Borsa è l'oracolo da cui dipendere.

Il web è una gran bella cosa, e come tutte le cose belle rischia di corrompersi e corrompere, o forse, semplicemente, sta mostrando il suo vero volto: omologare le masse col pensiero unico e far uscire allo scoperto apocalittici ed eretici per neutralizzarli. Il caso dell'ultima tornata elettorale italiana è a dir poco emblematico, poiché si è verificato un grande esperimento di massa: canalizzare la rabbia della gente contro un sistema marcio e liberticida, rabbia più che legittima, per formare un movimento controllato per limitarne la violenza dirompente. Vi dirò di più. La sottovalutazione del Movimento 5 Stelle da parte dei partiti cosiddetti tradizionali, ha portato ad esiti disastrosi e anche adesso che Beppe Grillo smaramaldeggia e imperversa dappertutto, Bersani/Berlusconi insieme a buona parte dei mass media istituzionali, non hanno ancora compreso cosa sta succedendo. Quando Grillo sembra straparlare affermando di veicolare nuove idee attraverso una rivoluzione culturale, dice la verità nuda e cruda, che va' ben oltre il dibattito politico italiano e i risultati del 24 e 25 febbraio. Sentiamo parlare di alleanze, inciuci, governissimi, compravendite, ma Bersani/Berlusconi ragionano con categorie obsolete, lontane mille miglia da quanto sta accadendo in Italia. Gli apparati di partito e gli analisti rimangono ancorati alla bussola della storia, quando invece la storia così come la conosciamo è finita col termine del ciclo epocale. In Europa Grillo è visto come un nuovo masaniello e niente più, ma in certi salotti che contano, dove si specula e si creano psicovirus, si festeggia per la morte delle ideologie e per l'avvento di una nuova era. Gli arconti vestono casual e amano lo sberleffo alla Rolling Stones. Qual'è la verità su Grillo? Può essere consapevole di essere una pedina oppure è solo il servo scemo di forze inimmaginabili? Crede veramente di essere l'apostolo del new age sociale? Io propendo per la sua buona fede, ma non basta. Quando aprirà gli occhi, saranno c****. Il mentore del Movimento 5 Stelle, Casaleggio, invece, appare più come un Sir Mordred redivivo, quello originale fu figlio illegittimo di Artù, che distrusse il regno paterno. Se è un fan del mito della Tavola Rotonda, si rilegga cosa causò il tradimento di un solo cavaliere.

Un sommovimento sotterraneo, di matrice gnostica ma camuffata, più volte ha fatto capolino negli ultimi decenni, ma ora è venuto alla superficie, in forme diverse ma originato dalla medesima fonte. Chi vuole e può intenda.

Stati d'animo e, oggi, gruppi di pensiero al silicio digitale, vengono costruiti dalla fabbrica del consenso mondialista già dai tempi della II Guerra Mondiale. Furono investiti miliardi di dollari per cambiare il corso della storia – Unesco, Onu, Tavistock - ma come tutti i piani rivoluzionari tendono ad azzerare anziché produrre. Gestire il kaos è operazione impossibile. Si può innescarlo ma poi ti sfugge di mano.

Il supercapitalismo finanziario e la tecnologia di massa ci hanno resi terminali di carne, dove miriadi di informazioni in modo costante ci raggiungono senza soluzione di continuità, ogni santo giorno della nostra vita. Siamo esseri relazionali figli di telecom, connessi a qualche centralina di smistamento dati, tampax digitali senza più emozioni ed esperienze vissute direttamente. Tutto è oggi mediato. Ci commuoviamo per le stronzate degli sceneggiati tivvù ma voltiamo lo sguardo altrove quando incontriamo un poveraccio bisognoso, o facciamo finta di non capire quando qualcuno ci chiede aiuto. Perfino la religione è diventata “evento”, un fatto mediatico, una rappresentazione con tutti i crismi dei concerti rock, ci si attende sempre il tutto esaurito, e ogni piccolo o alto prelato agogna folle di seguaci per soddisfare il culto della personalità. Il prolasso dell'io è di casa in certe sagrestie. Il breviario è soppiantato dai balocchi appleiani, così ci si sente al passo coi tempi... quando i tempi son finiti. Poi, non trovi un prete in chiesa manco a pagarlo oro, impegnato com'è in qualche “evento”. Stiamo perdendo irrimediabilmente la capacità di sentire. La percezione è diventata derivativa, filtrata, manipolabile da programmi e gruppi di pensiero dominante. Ci formiamo un opinione - si fa per dire - in base a forme collettive di pensiero – eggregori – che di volta in volta la fabbrica del consenso immette nei circuiti mediatici. La democrazia è la forma del politico che più si adatta al piano eversivo del supercapitalismo: tutti “liberi” di accedere al nuovo frutto proibito, l'ostia immonda della narcoipnosi che invade e domina la coscienza. La democrazia, più e meglio della dittatura, riesce a diffondere il pensiero unico usufruendo di strutture sovranazionali come la finanza e gli strumenti del comunicare. Collettivismo e democratismo sono facce della stessa medaglia. Prima c'erano i saluti romani, le camice brune, i forni crematori della Germania über alles in der Welt, poi son venuti i gessati blu ma le nazi-banke continuano a dominare. Oggi siamo liberi di bere cocacola e ingollare le porcherie dei nefastfood, godiamo ascoltando la stessa musica di plastica attraverso cuffiette e supporti multimediali, liberi di intrattenere dialoghi amebici sulle reti (a)sociali del web con sconosciuti e sentirci bene perché abbiamo tanti amici. Ci sentiamo “fighi” perché apparteniamo al mondo, senza più frontiere né identità nazionali, dove il nobelperlapaceobama esporterà ancora la sua libertà in Siria ed in Iran, con armi diversamente distruttive a forte connotazione democratica, così anche i fratelli musulmani potranno bere cocacola e leggere in e-book i versetti del Corano. Se poi la Cina e l'India si metteranno di traverso, non c'è problema, aspettiamoci una pestilenza su larga scala ed un terremoto di 9/10 gradi della scala Ritter: fatalità che aiutano ad abbassar la testa. Quando si dice la combinazione.

Una Guerra Occulta è in atto da millenni, Tradizione contro Sovversione, che si svolge dietro le quinte della politica, invisibile alle masse e alla stragrande maggioranza delle persone. Nulla è come appare. Poche persone (forse non proprio umane) producono gli avvenimenti; un Gruppo vigila alla loro esecuzione e ne segue il compimento, e, infine, i popoli che non conoscono mai ciò che si è prodotto in realtà.

Tutto quello che sta accadendo, dallo stravolgimento dei valori tradizionali ad un papa che fugge coraggiosamente, un guru che vince ma non convince fino ai mattatoi di carne umana, per non parlare dei cataclismi progettati in laboratorio e alle armi genetiche razziali, prossimamente su questo schermo... tutto questo ha una valenza escatologica, apocalittica. Il Dajjal sta per presentarsi al pubblico e anche lui si avvarrà di tutto un set massmediologico tipico di ogni grande evento; il sacro invertito ma da pochi avvertito. Dopo l'ubriacatura del benessere universale dove tutti siamo uguali e liberi di fare ciò che vogliamo, l'onda distruttiva colpirà indisturbata, o quasi, fino a ché l'assassinio e lo stupro saranno leciti e fuori legge imitare Cristo. Non ci saranno network ad annunciare il tramonto del mondo.
E questo è già cronaca.

Il Graal? Beh, non attendiamoci ordini iniziatici che rimetteranno le cose a posto in una battaglia all'ultimo sangue. Il segreto templare è posto in essere nei risvegliati, come pesante ma illuminante eredità. Non più un regno universale, ma la salvezza individuale, che non sarà più terrena né concernerà nuove forme del politico. Se il desiderio è la Luce, il desiderio di Luce produrrà Luce: essa inonderà l'anima. Il possesso del Graal, pietra di Luce cristica perenne, si realizza proprio negli spiccioli di tempo in cui viviamo. Giustizia e libertà avranno reale compimento solo desiderando l'acqua e il fuoco congelati nel sacro vaso.

Non saranno i supereroi marvelliani a salvarci, ma tutti coloro che resisteranno fino al mattino, umili e pure diseredati, ma forti del desiderio di appartenere all'antico codice. Il seme di Luce che è in noi è prossimo a germogliare.

VITTIMA DEL SISTEMA O SUPEREROE ETERODIRETTO?
SI E' DISPOSTI A RINUNCIARE AL POTERE PER SALVARE L'OCCIDENTE?
QUALE NUOVO NIRVANA SOCIALE CI ATTENDE?