Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

lunedì 15 gennaio 2018

L'ONDA RIVELATIVA DI ATLANTIDE



Svanire e apparire sono una cosa sola. Le navi lasciano una scia e cancellano le loro tracce simultaneamente mentre solcano i mari. Le persone invecchiano e ringiovaniscono allo stesso tempo. Piano A e piano B. Mondo e intermondo. Destrorso e sinistrorso. Benvenuti nel mondo parallelo di Alice, che usa uno specchio per avere accesso a una versione alternativa della realtà, e il suo metodo di commutazione conduce al concetto che le entità non sono sovrapponibili alla propria immagine speculare. Leggetevi “Alice nel paese delle meraviglie” e “Oltre lo specchio”, i migliori manuali di magia analogica alla portata di tutti, li trovate in libreria reparto “romanzi per bambini”, pensate un po', come far studiare la fisica dei quanti alla ministra Fedeli.
Se il prete e matematico Lewis Carroll con il romanzo di Alice volle lasciare spunti interessantissimi sulle possibilità di accedere ad un'altra dimensione, giocando a rimpiattino con la logica e la semantica, altre chiavi di accesso, oggi invece la cultura egemone ricicla il vecchio illuminismo rifacendogli il make-up. A parte le virate psichedeliche della fisica quantistica (di cui nutro dubbi davanti ai suoi comportamenti stocastici), leggo con fastidio - ma del resto se voglio valutare devo prima conoscere - le tesi di Mauro Biglino che tanto piace alle cariatidi dell'ufologia italiana e i libri di Igor Sibaldi, che tanto piace ai frikkettoni new age, entrambi sostengono un revisionismo biblico e religioso demitizzante, in un'epoca in cui la confusione, come si dice, regna sovrana. Se Bergoglio ripone il trascendente nella soffitta del tempo (che ritiene superiore allo spazio), per sostituirlo con un nuovo umanesimo pericolosamente affine al progetto massonico, per le persone comuni come me, l'ago magnetico è puntato sul lontanissimo passato, che gli storici definiscono mitico. È una fuga dalla realtà? Sì, visto che questa che spacciano per tale, mi appare poca cosa.
Ho avuto la fortuna (ma un po' l'ho cercata) di incontrare Scandurra e mi si sono aperte le porte della percezione, senza far uso di stupefacenti a parte la mentuccia romana. Ciò che mi ha trasmesso è il lumen, luce proveniente da altre dimensioni e stati dell'essere. Una cosa tremendamente concreta sebbene fuggevole. Il lumen che fa? Beh, posso dire che da esso scaturisce l'onda rivelativa. Cos'è? Andiamo per ordine e a passo regolare.
L'onda rivelativa si trasforma e si innesta ad una corrente psico-animica per manifestarsi alla mente addestrata che può così captarla. È, detta onda, il primo raggio della Creazione, attraverso il quale comprendiamo la totalità anche se per un centesimo di secondo: intravediamo per un attimo il progetto divino. Non ci siamo inventati nulla di nuovo. La storia dell'onda rivelativa è nota e si ripete già in ere lontanissime, in cui civiltà progredite oltre ogni immaginazione furono travolte dal Grande Tempo. Le fonti principali dalle quali trarre qualche riferimento, non sono neanche i codici come i Veda, l'Y-King, il Tripitaka, lo Zend Avesta, ecc., bensì opere ancor più remote, scolpite su ruderi di pietra, non dissepolte dalle tombe di civiltà scomparse (i Rasena custodiscono gelosamente tali tracce in barba agli archeologi di Stato, così come le piramidi d'Egitto non hanno ancora svelato ciò che è nascosto) e, aspetto da tenere in gran conto, in opere non scritte ma tramandate oralmente fra gli iniziati, custodi dei misteri. Se considerate l'antichità indiana un periodo relativamente moderno a confronto di una civiltà superiore di un continente e di una razza, l'Atlantide; che i Veda sono la riproduzione di insegnamenti di età perdute nel buio del passato e gli Shastra (per gli esperti accademici risalirebbero al XIII° sec. av. C.) dalla cronologia bramanica son fatti risalire a sette milioni d'anni; che il più antico codice morale, il papiro di Phat-hotep, si appoggia all'autorità di antenati di epoche immemorabili già al tempo del compilatore; che in Tibet si celavano a migliaia gli studiosi i quali, in centinaia di secoli anteriori ad ogni èra conosciuta, accumulavano biblioteche di opere in idiomi ignoti; quando si pensi che l'Egitto, colonia atlantidea, possedeva sessanta mila anni fa un catalogo delle stelle e che in Caldea lo zodiaco era perfettamente conosciuto settanta secoli prima dell'età moderna; che l'India conosceva nell'akasha, l'Egitto nel telesma, la Persia nel fuoco vivente, quello che noi chiamiamo etere, negato troppo presto da Alberto Einstein e da Marco Todeschini riabilitato con lo spazio fluidodinamico, mentre gli antichissimi sapevano che era un'energia di natura cosmica, con ciò spiegandosi i fenomeni extrasensoriali ed extrafisici e, per metamorfosi, i fenomeni della Natura; e potrei continuare con gli esempi, non solo tutto ciò è a domandarsi se sia possibile, ma è a meravigliarsi che l'antichità ci risponda. Tutto ciò è giunto a noi grazie all'onda rivelativa, messaggero di tradizioni e sapienze, codici d'accesso e simboli, altrimenti perduti e confusi nei meandri dei testi sacri e dei segni rupestri. Soltanto così è possibile comprendere il senso recondito, i misteri, la filosofia fondamentale fin dalla fondazione del mondo; potrebbero diventare conquiste di un'umanità più saggia un domani, dopo il rivolgimento del ciclo cosmico. Niente va perduto se si sa dove cercare.
Quando mi giunse l'onda rivelativa la prima volta, fu una scarica elettrica terribile, un'esplosione cerebrale, un boato che rimbombò nella mia testa e per più giorni ebbi fenomeni simili. Cosa capii? Poco, ma feci comunque capolino nel tutto. E ciò che compresi non fu frutto di elaborazioni intellettuali: vidi, vedo anche adesso, l'unicità dell'origine e le applicazioni conseguenti. Scoprire l'inconoscibile equivale a cogliere la Verità e quando accadde l'evento, solo allora compresi cosa voleva intendere Gesù col Regno di Dio.
A 13anni si ha soltanto una sensazione primitiva di cosa sia realmente la Vita. Bene, in quell'istante di rivelazione, sentii ben altro e oltre. La Vita non si limita nella materia, come se fosse un effetto vibratorio o molecolare, non è una relazione fissa e statica tra elementi del mondo: essa è il segno di un processo universale, centrale, esigente. Cosa contrasta la Vita? Cosa gareggia con essa in grandezza? Vogliamo chiamarla entropia o satana? È tutto ciò che è involuto, che tende a ripiegare, ad ogni istante, su di sé, le falde dell'energia cosmica. È un duello finale per il dominio dell'Universo. Dualismi manichei? No, bilanciamento e oscillazione. La Vita ci permette di pareggiare i conti col distruttore di mondi. Dio ci consente di affrontare la titanica impresa, ci rende partecipi di eventi cosmici al di là di ogni immaginazione, purché ci apriamo al Suo Regno. Quanti di noi hanno capito di essere al centro fondamentale dello scenario generale? Siamo liberi, è vero, di accettare o meno, tuttavia i precedenti parlano a nostro sfavore: il potere religioso, il Sinedrio, e quello politico, Roma, condannarono e giustiziarono Gesù, Dio incarnato sceso quaggiù per ricordarci chi eravamo e cosa dovevamo fare della nostra vita. Ci fu data l'ultima occasione redentiva e salvifica, e cosa ne abbiamo fatto? E oggi, siamo disposti alla metanoia col suo potere radioattivo che faccia saltare e smolecolare tutte le sovrastrutture ideologiche e parassitarie che il sistema ci propina come medicine salutari?