Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

martedì 30 aprile 2013

TUTTO È GIÀ AVVENUTO









«Si dice che una volta toccato il fondo non puoi che risalire.
A me capita di cominciare a scavare».
Freak Antoni, leader degli Skiantos


Scava il pozzo nella terra prima che ti venga sete, così ci consiglia Scandurra, una raccomandazione buona per tutte le stagioni. Ad esempio, è la necessaria preparazione prima di ogni missione, sia essa “ordinaria”, ammesso che ve ne siano, sia quelle che comportino attenzioni particolari. Preparazione soprattutto di ordine mentale, ma senza trascurare il fisico. Difatti, in vista di una immersione in varchi interdimensionali è utile aver già digerito il pranzo o la cena, come per il bagno a mare, far passare in pratica almeno 3-4h prima di affrontare l'impegno, evitando di mangiare carne, latticini e dolciumi. Scavare il pozzo, vuole dire soprattutto convogliare, canalizzare le energie emotive e potenziare quelle nervose verso l'obiettivo, come chi, dovendo superare un fosso, prenderà una rincorsa adeguata per spiccare il salto oltre il vuoto che gli permetterà di giungere sull'altra sponda. Scavare il pozzo è innestare nella struttura spazio/tempo della realtà, un nuovo segmento (attraverso la materia eterica di raccordo), una derivata che renda possibile, direi fattibile, un diverso corso degli eventi. Certo, va da sé che cambiare il proprio destino sia opera eccezionale, specialissima e alla portata di poche e particolari persone, del tipo di illuminati, asceti, santi. Ciò non toglie in assoluto la possibilità di alterare, anche se per un piccolo tratto, la linea della Vita di ognuno di noi. Le arti mantiche, infatti, non determinano bensì disegnano in maniera generale una mappa mitobiografica nell'esistenza di ciascuno di noi, mappa includente sia l'innato che l'acquisito che condizionano, e non poco, il nostro vivere. Tuttavia, lo ripeto, una piccola ma non ininfluente occasione potrebbe orientare diversamente la Linea della Vita per chiunque. Già l'incontro con un uomo risvegliato, o l'avvicinarsi ad un luogo a forte densità eterica, rappresentano l'occasione di veder mutata la propria vita. I pellegrinaggi verso mete sacre in uso presso tutte le grandi religioni tradizionali, hanno questo scopo: purificazione e metanoia. Non dimentichiamoci di un altro lato della realtà, altrettanto decisivo, quello dell'Ombra. Certe occasioni di matrice però negativa, hanno il potere di alterare il corso degli eventi. Imbattersi in uomini oscuri, bassi come direbbe Dickens, diventarne addirittura amici e sodali, anche se ignari del pericolo, comporterà nella vita del malcapitato pieghe disastrose, di difficile neutralizzazione. Frequentare luoghi altrettanto oscuri, carichi di influenze nefaste cristallizzate, produrrà spiacevoli conseguenze. Una buona conoscenza di cose occulte, può farci evitare tante grane. Ignorare che esista un piano sottile ove si manifestino forze ed entità ostili, non ci salverà da esse. Anzi. La Vita non ammette ignoranza. 

 
In virtù delle esperienze fatte e della conoscenza acquisita, sono giunto – ma di strada ce ne è ancora tanta da fare – al presupposto della inesistenza del presente e dell'esistenza reale di un universo che si estende indefinitamente nel passato e nel futuro: schema di esistenza totale.
Scandurra non di rado aiutava - e lo fa tuttora anche se da un diverso piano - molte persone ad uscire dai nodi della vita, spesso inestricabili. La mente del maestro si affacciava e spaziava in un livello superiore della realtà, dava un'occhiata sul davanti, ossia in direzione del futuro, e vedeva una situazione che c'è già, anche se la nostra mente cosciente, che dipende dai sensi ordinari, non è giunta ancora a viverla. Dov'è la causa? Dov'è l'effetto? Se mi affaccio dal finestrino del treno lanciato a gran velocità e guardo davanti, verso un punto del paesaggio che non ho ancora raggiunto, mi stupisco forse di poterlo vedere “prima del tempo”? La mente è come uno sguardo e la precognizione dipende dalle sue iniziative: è in quelle iniziative che risiede la causa. Il fatto di vedere ciò che c'è già è soltanto un effetto. È quanto dire: nella dimensione senza tempo, a cui può accedere soltanto la mente profonda, tutto è già avvenuto.

Se muori, così da vivere pienamente questa ora, scoprirai che c’è un’enorme vitalità, un’attenzione
tremenda a ogni cosa perché questa è la sola ora in cui vivi. Guarderai a questa fonte di vita perché non la vedrai mai più. Vedrai il sorriso, le lacrime, sentirai la terra, la qualità di un albero, sentirai l’amore che non ha continuità né oggetto. E scoprirai allora che in questa attenzione totale il me è assente e che la mente, essendo vuota, può rinnovare se stessa. Allora la mente è fresca, innocente ed è questa mente che vive eternamente oltre il tempo. (Talks by Krishnamurti in India 1956-57)

Volendo fare un discorso più completo – ma non ho gli strumenti del fisico né del filosofo, quindi mi arrangio come tutti i praticoni – basato sulla struttura dell'universo e sulle dimensioni in numero crescente (nove, secondo la nostra esperienza) che possono essere percepite in rapporto a un progressivo dilatarsi della coscienza (e per entrare nelle botole, la mente deve essere estesa ed espansa), si può fare il paragone del treno e dell'elicottero. Stando in un treno in corsa, un viaggiatore vede il mondo esterno come un paesaggio che fugge sempre all'indietro; ma se si trasferisce in un elicottero che abbia uguale velocità e s'innalzi abbastanza, non avrà quella sensazione di “fuga” e vedrà aspetti già superati del paesaggio, altri di là da venire. Come mai? Perché ha guadagnato un'altra dimensione, quella dell'altezza. Lo stesso accade alla mente: non però a quella cosciente, che nel suo mobile schermo rispecchia soltanto il mondo a tre dimensioni, ma a quella parte in ombra della stessa mente che può muoversi nella quarta dimensione temporale.

Quanto alla pretesa di dedurre l'inesistenza del libero arbitrio dalla certa esistenza di un futuro, la trovo sbagliata. Se la mia mente riesce a farsi un viaggetto nel futuro, e così facendo diventa capace di registrare ciò che liberamente – diciamo pure per capriccio – io farò o deciderò, sono per questo autorizzato a dedurne come conseguenza che non potevo agire in altra maniera, e che tutto era predestinato? Non mi pare. La predestinazione implica obbligo, fatalità, impossibilità di sottrarsi a un certo gioco di forze, ed è quanto dire che cosa sottintende l'introduzione arbitraria di un parametro deterministico assolutamente non necessario a interpretare la realtà. Che il futuro debba avere un solo e univoco sviluppo, è indiscutibile; ma non ne consegue che si tratti di uno sviluppo obbligato. E quanto alla possibilità di conoscerne alcuni aspetti in anticipo, tutto dipende dalla posizione dell'osservatore, vale a dire dal fatto che la sua coscienza riesca o no a dilatarsi fino a quella dimensione dell'universo dove ogni futuro è già noto. Resta da dire – per concludere, ammesso che si possa farlo in via definitiva – che in ognuno di noi convivono, per così dire, due personaggi: un osservatore di superficie il quale è dotato per sua natura di limitate possibilità di osservazione, ossia l'io cosciente; e un altro – la mente profonda, che usiamo anche chiamare, alquanto arbitrariamente, l'inconscio – che si avvantaggia del fatto di poter accedere ai livelli superiori della coscienza, tanto da poter spaziare in orizzonti cosmici.

Tutto è già avvenuto, dicevo. Ecco, vorrei portare il concetto di destino su di un piano un po' più ampio, e come mi consigliava il maestro: sforzati a dire tutto in due parole. Chi può dire in quale modo il nostro universo si annullerà alla fine del ciclo cosmico? Che debba avere una fine è certo in quanto, essendo di per sé cosa finita, non può essere eterno e poi, concedetemelo, quando Scandurra mi diede della polvere di galassia estinta, i suoi resti insomma, dentro una bustina di plastica, ebbi la netta sensazione che tutta la materia fosse transitoria. Per gli indù l'universo è mentale e la sua sostanza è semplicemente movimento della mente. Se tutto è mentale e avendo, quindi, dentro di noi le leve di comando, pure il nostro destino sarebbe nelle nostre mani. Se però non conosciamo tale immane potenza celata – una minoranza di uomini ne è a conoscenza - quale destino già scritto ci guiderebbe? Saremmo in balia di una trama preconfezionata? Oppure attraverso la trasmigrazione – altra cosa dal concetto errato della reincarnazione – potremmo acquisire esperienza sufficiente da trovare la strada vera? Il fuoco brucia per chi si fa bruciare. È proprio destino conoscere il nostro destino tramite la sofferenza.

I Maestri dei tempi antichi erano liberi, chiaroveggenti, misteriosi intuitivi. Nella vastità delle forze del loro spirito non sapevano di un Io. Questa incoscienza della forza interiore dava grandezza al loro aspetto. A caratterizzarli con immagini: Erano prudenti come chi attraversi un corso d'acqua gelato d'inverno; vigili come chi sa intorno a sé il nemico; freddi come un estraneo; svanenti come ghiaccio che fonde; rudi come legno non dirozzato; vasti come le grandi valli; impenetrabili come l'acqua torbida. Chi, oggi, con la grandezza della sua luce potrebbe schiarire le tenebre interiori? Chi, oggi, con la grandezza della sua vita potrebbe rianimare la morte interiore?. In quelli era la Via. Erano individui e signori dell'Io. E il loro non-essere, in loro era perfezione. ( Lao Tzu )

Dal generale al particolare, di nuovo. I più si identificano con una certa posizione raggiunta, altri – tra i quali il sottoscritto - vogliono essere più che sembrare qualcosa, e cercano se stessi oltre le loro opere. La svolta decisiva che ho fatto verso il mondo delle antiche tradizioni spirituali, delle tecniche ascetiche, il mondo dei misteri e delle iniziazioni si compie per quell'aspirazione ad una libertà più che umana che si è manifestata in me fin da ragazzino. Non la considero una forma di evasione, come la riterrebbe uno psichiatra, ma un modo di manifestarsi di quell'impulso al cosciente dominio del corpo e dell'animo che mi aveva dettato Scandurra. Fare destino, appunto. Attenzione: nulla è già dato. Tutto è conquista. Nulla a che vedere con certe posizioni di alcuni esoteristi, secondo i quali si deve star lì fermi a braccia incrociate e aspettare che l'età oscura finisca. Il destino del mondo non ci è alieno, anzi, dovremo agire senza farci travolgere dalla corrente, ma mettendoci in gioco. Nessuno può tirarsi fuori, o credere di giungere a chissà quali mete dell'essere senza combattere.

Troppe volte ho sentito antichi segnali provenire da lontane sorgenti, per credere davvero che la realtà sia soltanto quella sottoposta all'analisi dei nostri cinque sensi. Fine dell'uomo è perseguire la totalità, il resto è niente.

Scava e troverai ciò che hai dimenticato.


mercoledì 17 aprile 2013

GENTE-DI-CONFINE



Vivono fra noi persone che possiedono incontestabili anche se spesso inesplorate qualità, nella loro fisiologia mentale e corporea; persone che si trovano al limite, al confine tra il mondo conosciuto, ordinario e quello interdimensionale. Non di rado si nascondono per non venir ghettizzate o subire il diniego arrogante degli scettici. La gente-di-confine non è l'effetto di una mutazione né una singolarità evolutiva, loro appartengono al cosmo e perciò detengono una eredità magica che in tempi disperati, riduzionisti e spenti come quelli in cui viviamo, potrà condurre la specie umana verso l'inevitabile transizione.

Non si danno deleghe quando si tratta di rispondere a domande così vitali e pressanti come quelle relative al futuro dell'uomo e del mondo. I tempi non sono molto lunghi, ma bisogna pur dire, forte e chiaro, che noi siamo gente-di-confine e che dobbiamo comunque trovare un varco, un valico oltre la fine del tempo. Tale viaggio misterioso non lo faremo da soli. Più volte ho accennato ad un coinvolgimento nelle nostre cose da parte di esseri dimensionali, gli uranidi, se ben ricordate. A noi spetta costruire un ponte e loro verranno.

Detta così la cosa acquista i contorni di una delle innumerevoli storie farneticanti che oggi si trovano pubblicate in migliaia di siti web. Anni fa le potevamo leggere sui libri di contattisti e profeti/canalizzatori in salsa new age. Ho spesso la sensazione che non sia poi così scontato che la messaggistica medianica piuttosto che ultrafanica sia da cestinare e affidare alla casistica psichiatrica. Forze dell'altro versante operano attraverso le più svariate forme. I sensitivi, anche loro malgrado, ricevono segnali che non sempre riescono a decifrare, magari ci mettono del proprio vissuto, il cosiddetto rumore di fondo. Ebbene, non vanno sottovalutati tali messaggi, anche quando hanno contenuti grotteschi, infantili. Qualcuno ci vuole dire qualcosa. Non lo comprendiamo subito. Oppure ne diamo una versione addomesticata, artificiale, lontana dalla verità. Eppure qualcuno fa capolino.

Attraverso un blog poi, sembrerebbe per lo meno utopico se non addirittura folle, credere di poter agire in maniera decisiva sulle sorti del mondo, di un mondo. Pazzesco pensare di incidere sugli altri per la loro salvezza. Miriadi di memoriali, rapporti di tipo paranormologico son stati scritti e pubblicati, a volte in forma privata. Si son create conventicole, gruppi intorno al canalizzatore. Puzza di imbroglio? Oh non lo escludo, non sempre però. Da due secoli a questa parte, le fessure nella grande muraglia, secondo il Guènon, si sono sempre più allargate, è vero. Messaggi da forze sconosciute sono arrivati copiosi e fra questi non tutto era ed è spurio, infrapsichico. Come discernere? Studio e pazienza. Confronto e separazione. Comparazione e sintesi. Quando si è acquisita la necessaria esperienza, emergono cose assai interessanti. Oltre il velo, giungono fino a noi voci umane seppure in uno stato diverso. Oltre il velo, entità non umane, ultraterrene come pure extraterrestri, interagiscono con noi, per scopi non sempre comprensibili. Certo, prima di tutto è necessario attribuirgli una collocazione, alto o basso, infrarosso psichico o ultravioletto, poi, fatta la spettrografia del fenomeno – compito non facile né immediato – bisognerà passare alla fase interpretativa, anch'essa problematica.

Analizzando il Rapporto dell'entità A raccolto da Giorgio Di Simone, ci trovo molti spunti che collimano guarda caso con le tesi del curatore, ma ciò nulla toglie all'esperienza del medium, alla materia d'insieme che ne esce.
Il Cerchio Firenze 77 sembrerebbe un caso più articolato, dove i redattori come il Cimatti hanno poco o nulla interferito sul materiale del sensitivo Setti. Riporto alcuni stralci dalle comunicazioni che il medium Roberto Setti ha ricevuto dagli spiriti guida.
Tratto dal libro "Le Grandi Verità" - Edizioni Mediterranee
D. Si parla sempre più spesso dell'inizio di una "nuova era". Che cosa significa esattamente? Quali cambiamenti ci saranno?
C'è una Verità vecchia come il Tempo ma che, essendo non adeguata alle limitazioni che l'uomo ha nei primi stadi della sua evoluzione, è stata posta da parte. L'uomo l'ha "conosciuta" ma non " compresa ", e per tanti secoli è rimasta un insieme di parole che non hanno suscitato nell'uomo nessun riscontro interiore. Questa è la Verità che parla del mondo intimo dell'uomo ed è la Verità che predomina, che caratterizza tutta l'epoca che voi vivrete, da ora in poi. Il periodo da taluno chiamato dello Spirito Santo è il periodo in cui l'uomo sposterà la propria attenzione dal mondo attorno a lui per concentrarla nell'intimo suo; e alla luce di questo nuovo osservare tutto quanto accade acquista un altro significato: un significato vero e reale perché è il significato che sta dietro ad ogni cosa; è la Realtà delle cose stesse: è ciò che è, e non ciò che appare. Questa Verità che caratterizzerà tutta l'epoca è quella che, finalmente, può darci la chiave che apra alla società una realizzazione di opere che fino ad oggi sono state a volte l'ideale dei pochi, a volte le utopie dei popoli. Parlare del mondo intimo dell'uomo significa parlare della sua Realtà, della sua essenza. E non ci stancheremo mai di stimolarvi a che la vostra attenzione sia rivolta a questo mondo intimo; a scavare sotto quanto accade nella vostra società, dove risiedono le vere ragioni che spingono gli uomini a muoversi, agire, rappresentare tutti quegli atti che potete osservare o vi sono detti per notizia, che in affetti non sono altro che una rappresentazione esteriore, a volte ingannevole, di ciò che sta invece nell'intimo, nel segreto, nel nascosto. Quando l'uomo avrà compreso che è importante cambiare intimo suo, avrà anche compreso che, fino ad oggi, tutto quanto è stato fatto (anche ciò che rappresenta il livello più elevato di una società, come le opere umanitarie, gli incontri fra i popoli per migliorare i reciproci rapporti, le leggi assistenziali e via dicendo) non è, in effetti che una prigione, un cammino forzato che l'uomo s'è voluto creare. Egli uomo scoprirà che, volgendo la propria attenzione all'intimo suo, cercando di trovare in questo suo intimo ciò che da solo può supplire tutte le istituzioni della società, egli avrà demolito queste prigioni, questi cammini forzosi. Ben vengano certo gli accordi, le istituzioni sociali, le leggi assistenziali e tutto quello che voi volete, ma venga soprattutto quell'intimo sentire per cui ogni legge, ogni istituzione, ogni forma di assistenza che richiami a un dovere dell'individuo, diviene inutile. Soprattutto ben venga questo intimo sentire dell'uomo che, da solo, è capace di portare la pace fra l'umanità, è capace di cambiare totalmente la società umana senza bisogno di riforme o, peggio ancora, di rivoluzioni. Voi che avete avuto il dono di conoscere questa essenziale Verità, sappiate applicarla, fatene vostra norma di vita, poiché io vi dico che l'intenzione è quella che conta; e per intenzione non intendiamo quel qualcosa di cui si dice sia lastricato l'inferno; per intenzione intendiamo la vera ragione che anima un uomo, la Verità dell'essere suo; per intenzione intendiamo ciò che molte volte l'uomo nasconde a se stesso, per non apparire ai suoi stessi occhi quello che in Realtà è; per intenzione intendiamo, in poche parole, l'Essenza e la Realtà dell'uomo. Possano le vostre intenzioni essere, non c'è bisogno che io dica le più alte e le più nobili, ma le più fraterne, amorose, premurose nei riguardi dei vostri simili. Possiate parlare,  agire o anche tacere (nei confronti della vostra Realtà l'azione non ha importanza) animati sempre dall'intenzione di essere utili ai vostri fratelli, dall'intenzione di aiutarli, di rasciugare ogni loro lacrima prima che il sole la rasciughi. La scienza esoterica, la Verità Ultima, Dio stesso e tutto quanto di più elevato e divino possa esistere, non è patrimonio di qualche società occulta, di qualche organizzazione segreta: è racchiuso in poche parole, in questo concetto, in questa Verità che, come tante altre, è stata sempre alla portata di tutti, ma che occorre comprendere per poterne godere, per essere, da essa, liberati. E' nell'intimo vostro la spiegazione e la ragione di ogni cosa; è nell'intimo vostro il perché di voi stessi; ed è a questo intimo che dovete volgere l'attenzione; ed è a questo intimo che dovete  da prima prestare orecchio, per conoscere, e poi prestare opera, per agire. 
La mèta dell'evoluzione per l'umanità liberata
D. Ma come si può parlare di «nuova era « oggi, in un momento in cui ogni valore appare in crisi?
Sembra che ogni valore definito sia in crisi; sembra che quanto costituiva un punto di riferimento e di appoggio per gli uomini di ieri sia travolto; che destino di confusione, di grande caos venga all'umanità. Questa situazione ha molte ragioni d'essere, tra cui quella di far comprendere agli uomini che cosa non hanno compreso, ed un'altra non meno importante che è quella di far trovare, a coloro che sono pronti per capire, in se stessi e solo in se stessi la forza di avere una vita retta, giusta, aperta verso gli altri. Fino ad oggi si è cercato in vani modi non solo di sfruttare gli uomini ma anche di tenerli soggiogati o con la paura dell'inferno o con la paura di un castigo umano, a seconda di quale tipo di potere si parli. D'ora in poi, l'uomo deve svincolarsi da ogni forma di suggestione, di assoggettamento, e deve trovare la propria coscienza individuale; deve imparare ad essere uomo nel senso vero del termine, senza paura dell'inferno o del potere che  non agisca umanitariamente; deve imparare a camminare da solo, con la sola forza del suo essere e della sua coscienza di uomo. Questa è, naturalmente, una mèta da raggiungere, ma è la mèta che attende l'umanità di oggi. E' molto difficile saper camminare senza grucce, senza punti di appoggio, senza sussidii, senza aiuti o supposti tali: è molto difficile. Se l'uomo non avesse avuto bisogno di un aiuto, di un sostentamento, di una gruccia, non sarebbero esistiti poteri ecclesiastici e poteri temporali, ognuno avrebbe trovato in se stesso la legge giusta. Ma proprio per un fatto evolutivo l'uomo è, inizialmente, come smarrito e ha bisogno che qualcuno, mediante la paura, gli indichi un modo di agire di comportarsi. L'evoluzione è ora tale che l'uomo deve liberarsi da queste gabbie, che sono state in certa misura necessarie nel passato, ma che sarebbero oggi dannose. E' necessario che la sua  coscienza individuale sia liberata da queste influenze, da tutti i condizionamenti e le imposizioni provenienti da rimasugli di sistemi ormai superati. Voi che ci ascoltate siete all'avanguardia di questa  nuova fase dell'evoluzione che attende l'umanità. Siate perciò consci e profondamente consapevoli di voi stessi, di quello che dovete fare non solo nei riguardi degli altri ma anche nei riguardi del vostro essere interiore. Siate consci che la vita non può ridursi a un continuo divertimento, ma dev'essere qualcosa di più importante, di più costruttivo; e con questo non intendo dire che il divertimento, che lo svago non siano in certa misura necessari per riportare l'equilibrio, per sollevare dalla stanchezza e interrompere la monotonia; ma dico che tutto deve essere fatto con temperanza. Come c'è il tempo per svagarsi e per rilassarsi, così, deve esserci il tempo per dedicarsi agli altri e il tempo  per dedicarsi al proprio intimo, cercando le ragioni vere delle azioni che risiedono nell'intimo di ciascuno. Vi auguro che le nostre comunicazioni vi siano utili a questo fine: questo è lo scopo vero per il quale avvengono. 
Nelle altre realtà medianiche italiane, il medium è più centrale e i collaboratori che hanno trascritto i messaggi hanno un ruolo secondario. Una buona parte della messaggistica però, risente di un clima ideologico e filosofico tipico degli albori dello spiritismo: concetto evoluzionistico del destino dell'anima disincarnata, effetti karmici automatici, reincarnazione, spiriti guida. Diciamo che dal dopoguerra (Seconda Guerra Mondiale), per semplificare, si è aggiunto un altro segmento alla nomenclatura spiritistica: lo svelamento di entità semi divine vicine alla cosmogonia egizia ma con tratti caratteristici più vicini all'alienologia. Ecco, qui ci troviamo a dover fare i conti con una serie di elementi di indubbia matrice gnostica. Tuttavia non voglio escludere da tale casistica interventi di più alto livello, perfino angelici, che non abbisognano di copyright religiosi. Diventa comunque intrigato trovare un rapporto di causa/effetto tra incontri ravvicinati del III° tipo e messaggi medianici e telepatici (vedi caso di Uri Geller) di noti e meno noti contattisti. Non ho alcun dubbio che da millenni, esseri provenienti da altri mondi abbiano avuto contatti, sporadici ma anche continuativi, con donne e uomini. Non ho alcun dubbio che entità spirituali abbiano avuto contatti con donne e uomini dai rubinetti mentali assai aperti, gente-di-confine appunto. Rimane difficoltoso stabilire il senso e lo scopo del contenuto di moltissimi messaggi rilasciati da ufonauti, spiriti, entità della terra di mezzo (la Magonia di Jacques Vallée). Il compianto Emilio Servadio considerò i messaggi spiritici di infimo livello e, nella migliore delle ipotesi, provenienti dai piani bassi della Realtà. Ora, non si può comunque gettare nel cassonetto ogni fenomeno ritenuto di natura spiritica, in quanto esso possiede una rilevanza culturale e popolare di indubbio peso (vedi in Brasile e Columbia), anzi, per certe persone è stato il primo contatto significativo col mondo dell'aldilà, oltre la fede e la ragione. E scusate se è poco. Sicuramente la messaggistica apre non pochi dibattiti e controversie, mostra il fianco a critiche pure dai parapsicologi. Non mi sento di contestarla in toto come fa il tradizionalista Guènon, rigido come pochi e non esente da contraddizioni dottrinarie nemmeno lui. Non la consiglio nemmeno, se è per questo. Ho assistito a non pochi casi di ossessioni e nevrosi di partecipanti non abbastanza equilibrati e forti.

Scandurra non disdegnava la seduta spiritica, almeno le prime volte degli incontri, sebbene fosse sempre una forma di magismo con tanto di ritualistica per sorprendere e scandalizzare i borghesi che accorrevano per i fini più astrusi. Erano sedute aperte, ogni volta partecipavano persone diverse oltre ad un gruppo fisso che per dieci anni fu fedele. Il maestro ci diceva che l'evocazione di enti o perfino di residui psichici, rappresentava un primo approccio con l'altro mondo, una sorta di accesso sperimentale e ripetibile, utile per chi volesse avvicinarsi all'altra soglia senza per questo rinunciare da subito al proprio bagaglio di scetticismo e razionalismo. Tutti noi, nessuno escluso, ci portiamo dentro una eredità cosmica; per alcuni, gente-di-confine, è forte la spinta a riscoprire tale eredità, per i rimanenti, la maggioranza, ci vuole più tempo, così un trauma, un accadimento forte potrebbe smuovere le resistenze dovute al processo di acculturazione modernista in cui troppi sono incorsi. Dopo aver compiuto questo primo passo, non determinante ma sicuramente utile, di schiudere dal bozzolo unidimensionale tutte le persone assetate di infinito, la via era aperta. Le mura di cinta dentro cui si trovava la mente dell'uomo moderno, erano per sempre crollate, e niente era più impossibile. La via per l'ignoto è, quindi, aperta, ma l'ignoto non è cibo per spacconi e neppure per deboli, né per quei falliti che si lasciano andare passivamente alle suggestioni di esso, come se si trattasse di una droga o di un diversivo fatto apposta per evadere dal senso di noia esistenziale inerente al mondo di oggi. Al contrario, l'ignoto deve essere affrontato e reso conoscibile/conquistato ricorrendo alle medesime doti degli asceti e dei cavalieri, che consistono di calma, freddezza, autocontrollo e di spirito di sacrificio. Nel momento in cui si prende contatto con l'altra dimensione, tramite esperienze metapsichiche magiche sciamaniche, la coscienza acquista solidità, è più governabile, può essere direzionata, tradotta in un corpo più piccolo di quello fisico e perciò agile e dinamico. La coscienza diventa mercurio, onda viva, elettrone viaggiante. Da ora in avanti l'Ignoto diventerà la nostra nuova dimora, immensa, variegata, bellissima e sublime, pericolosissima e tenebrosa.

Acquisite tali caratteristiche, selezionati i fedelissimi, allora e solo allora Scandurra ci apriva le botole per portarci oltre la barriera strutturale della materia, verso mondi e livelli altrimenti inaccessibili. Da allora noi apparteniamo alla comunità cosmica. Noi ci prefiguriamo in qualche modo l'assetto futuro del mondo, sorretti da una forte tensione ideale ispiratrice e dotati di conoscenza sufficiente per mantenere allineati i piani. Non disgiunti dal Cielo e ben coscienti della dura realtà dell'esistenza, lottiamo per limitare l'effetto gravitazionale che la vita ci impone. Mio compito attraverso il blog, più semplicemente, è stato ed è quello di raccontarlo. Nel momento in cui l'ho raccontato ho rievocato il viaggio, indicato una strada, stabilito nuovamente un contatto.

Le filosofie dell'angoscia e dell'autodistruzione conducono in un vicolo cieco. L'oro e il suo figlio bastardo, il denaro, ci hanno portato verso un sistema capace di uccidere i popoli. Dobbiamo riappropriarci della disponibilità a sintonizzarci col trascendente per scoprire quello che abbiamo sempre avuto: nel cuore dell'essere, al di là di ogni dato e di ogni calcolo, esiste un principio misterioso. Lì si addensa il massimo dei prodigi, la verità del mondo, il segreto dei segreti, l'arcano più grande. È il frammento-totalità del divino, dove si concentrano potentissime virtù occulte. In queste enclavi custodiamo il principio misterioso e nasce in noi la sensazione, o per meglio dire, la convinzione di conservarlo anche in tempi finali di oblio e disperazione. Il nocciolo della conoscenza è protetto e difeso da un involucro, raramente vistoso. Il segreto è nel nucleo o circolo interno. Esso riceve la sua capacità dal suo destinatario e non funziona nelle mani di chi non ne è degno.

Quando si compirà l'ultimo atto e gli elementi si separeranno, allora avverrà l'ultima fase della nigredo del mondo e tutto ciò che vi era di puro e di nobile rimarrà sulla nuova Terra, mentre tutto il residuo colerà nella voragine della morte.


venerdì 12 aprile 2013

ASPETTANDO LA FINE


Un Uomo vero è vero uomo se è martire delle sue idee e non solo le confessa, ma le attesta, le prova, le realizza fino alla morte.
Giovanni Gentile, Sommario della pedagogia

Niente è così stupido e poco italiano come l’intolleranza, il disprezzo preconcetto verso gli stranieri, e il volersi chiudere nel guscio. Non c’è nulla di meno italiano del ripudio a priori d’ogni sapienza, esperienza, eccellenza straniera. Non c’è invece nulla di più anticamente, tradizionalmente, permanentemente italiano dell’accogliere, assimilare, ripensare, riplasmare ogni sapienza, esperienza, eccellenza.
Berto Ricci

Non è necessario che tu esca di casa. Rimani al tuo tavolo e ascolta. Non ascoltare neppure, aspetta soltanto. Non aspettare neppure, resta in perfetto silenzio e solitudine. Il mondo ti si offrirà per essere smascherato, non ne può fare a meno, estasiato si torcerà davanti a te.
F. Kafka, Aforismi di Zürau, Milano, Adelphi, 2004.

C’è una meta, ma non una via; ciò che chiamiamo via è un indugiare.
F. Kafka, Aforismi di Zürau, Milano, Adelphi, 2004.

martedì 2 aprile 2013

JANNACCI CHE NON PIACEVA AGLI ILLUMINATI




“In questi ultimi anni la figura del Cristo è diventata per me fondamentale: è il pensiero della sua fine in croce a rendermi impossibile anche solo l’idea di aiutare qualcuno a morire. Se il Nazareno tornasse ci prenderebbe a sberle tutti quanti. Ce lo meritiamo, eccome, però avremmo così tanto bisogno di una sua carezza”. Enzo Jannacci