Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

mercoledì 15 febbraio 2012


PER CHI NON LO AVESSE LETTO, ECCO UN MIO ARTICOLO APPARSO SU X TIMES DI GENNAIO 2011.
IL SALTA-FOSSI DELLE STELLE


  • UNA NUOVA AVVENTURA VERSO LA COSCIENZA COSMICA
  • L'IPERSFERA CHE CREA UNIVERSI E MONDI
  • LE BALZONAVI COME ATHANOR E WEB DIMENSIONALI
  • GLI ALIENI-SATURNIANI CHE SI CREDEVANO COME DÈI
  • IL LUMEN, QUESTO SCONOSCIUTO
  • ULTIME VEDETTE DELL'AURORA



"V'è qualcosa al di sopra della cronaca, che è la storia
ma v'è qualcosa superiore alla storia, che è la leggenda."
Massimo Scaligero





Maestri si nasce
In India si dice: «Quando il discepolo è pronto, il maestro appare». Io non ero pronto, ma come anima in pena, lassù qualcuno mi ha ascoltato. Ma di quale maestro parliamo? Non credo che debba aver per forza una determinata fisionomia, una data cultura, una posizione nella società che conta. Anzi, il più delle volte, il maestro è lontano anni luce da quei personaggi che oggi sono ritenuti maestri di vita come l'intellettuale, il filosofo, il manager di successo, il promotore, lo psicologo motivazionale, il guru occidentalizzato, il massmediologo, l'allenatore sportivo e così via. No, il maestro, quello determinante per il nostro percorso esistenziale e spirituale, non corrisponde agli stereotipi del politicamente corretto. Sull'onda di tanta gente insoddisfatta dalle religioni ufficiali, sono spuntati fuori come funghi “maestri” distintisi in buona parte più per le reiterate violazioni del codice penale che per azioni benemerite, e nel migliore dei casi, per la creazione di costose scuole dove si vende l'illuminazione a fine corso. La sete di assoluto permane, il deserto della modernità cresce, gli idoli traballano e le chiese istituzionali si svuotano. Tra guru quantistici e profeti di sventura, in un bric-à-brac da supermarket dell'occulto, emerge comunque un autentico mito del XX° secolo, quello che si riferisce ai dischi volanti, come si usava definirli un po' di anni fa. Avvistamenti atterraggi incontri rapimenti, sono le dinamiche dominanti di un fenomeno così elusivo, mascherato, manipolato, che rimane ancora enigmatico ma non misterioso. Dico questo perché fu una delle prime cose che chiesi insistentemente a Scandurra. Ma di ciò più avanti.
La mia grande occasione, veramente magica, si è incarnata attraverso i panni dimessi di un rivenditore di frutta e verdura. Sì, avete capito bene, un “fruttarolo” come suol dirsi dalle mie parti. Non starò qui a delinearne il profilo, basta visitare il mio blog e avrete tutti i particolari, se vi interessano. Tenterò invece di presentarvi l'anima del mio maestro, le esperienze incredibili che grazie a lui ho potuto vivere, la dottrina semplice e profonda, la sua potenza unica e condivisa con i suoi amici.

Lo sprofondo altissimo che crea gli universi
Si chiama Scandurra e uso il presente malgrado non abita più su questo piano. In India usano l'espressione “ha cambiato dimora”, per indicare la morte fisica della persona; utilizzo la stessa espressione per Scandurra, ma la intendo letteralmente. Egli vive in un universo tangente il nostro, un'altra dimora, dopo aver vissuto diversi anni a Viterbo, gestendo una bottega, appunto, di frutta e verdura. Fantascienza? Di più, vita interdimensionale. Perché è proprio questo il dono di Scandurra: poter viaggiare, corpo compreso, in più dimensioni. È il suo talento ed ha cercato di trasmetterlo a noi giovani che negli anni Settanta avevamo tante idee, speranze, che sarebbero state ben presto disattese, se non avessimo incontrato un uomo straordinario, che ci ha permesso di vivere e vedere il meraviglioso.
Il suo sistema cognitivo si basa sull'intuizione che coglie le cose nell'insieme. Ci diceva pure: “La vita è una strada infinita, ma per molta gente è un vicolo cieco”. Ha disegnato un quadro della nostra situazione a dir poco angosciante: noi siamo disconnessi con la dimensione superiore della Realtà. Il sistema egemonico ha condotto l'umanità ad un livello così basso da impedirle di riconoscere l'esistenza di altre dimensioni, e di perseguitare quanti cercano di riconnettervisi, in qualunque modalità. Collegarsi con i mondi superiori non vuol dire dissociarsi da questa realtà, semmai rappresenta una splendida possibilità di risvegliare le nostre facoltà potenziali, influenzando positivamente anche la vita del prossimo per fini alti, creativi. Dovremmo acquisire una nuova consapevolezza, quella di un'umanità in cammino.
La visione di Scandurra non richiedeva la nostra sospensione dell'incredulità; non ci richiedeva una fede: ci portava a viaggiare con lui, semplicemente.
Un suo concetto fondamentale, riguarda il nostro posto nell'universo. Vi sono imperi galattici oltre ogni immaginazione, presenti nelle 9 dimensioni tangenti la nostra; spiritualmente evoluti alcuni, tecnologicamente avanzatissimi ma privi di etica, altri. Noi, secondo Scandurra, abbiamo il compito difficile ma non impossibile, di diventare uomini cosmici risvegliando il dormiente, il centro locale della nostra irradiazione spirituale, la cui origine è stellare. Quanto accade sulla nostra Terra, è la conseguenza di ciò che avviene nelle altre dimensioni. Crediamo che le guerre, i periodi di pace, la storia stessa, siano la sommatoria delle volontà umane, dei capricci e dei desideri di pochi; in realtà sono gli effetti e gli epifenomeni di giochi interdimensionali complessi. Dobbiamo, quindi, collocarci in questa trama cosmica, per ritornare ad essere liberi, consapevoli e interdimensionali.
Centrale nella cosmologia diciamo così, occulta del maestro, è la cognizione di creazione continua. Non esiste una particella che crea il mondo, ma esiste un'ipersfera, “lo sprofondo altissimo” a esercitare un moto ininterrotto di produzione di materia e a determinare la struttura dell’universo che noi vediamo. La radice della realtà è in un pozzo abissale. Tutto ciò che esiste nell’universo acquista consistenza da questo regno invisibile.
Lo sprofondo altissimo, che sta dietro tutti gli universi ed è quindi ad essi collegato, è accessibile attraverso le cosiddette 'botole' o 'fossi'. Di questi punti di accesso interdimensionali, ce ne sono migliaia sulla Terra; la loro ubicazione è conosciuta dai salta-fossi come Scandurra. Il 1971, anno in cui lo conobbi, ero un lettore accanito di romanzi di fantascienza. Quando mi illustrò la sua visione cosmica, pensai ad una trama alla van Vogt o alla Dick. Dovetti ricredermi assai presto. Le botole c'erano, eccome, così come la possibilità di entrare in altre dimensioni. Compresi subito la fortuna sfacciata che ebbi. A 13anni, conoscevo un tizio, che secondo i canoni borghesi era un povero mister nessuno di Viterbo, ebbene, questo tizio era in possesso di un segreto indescrivibile ai profani, portentoso nei suoi sviluppi.
I poemi, i miti, le fiabe, fino ai romanzi fantastici dei giorni nostri, trasmettono un brandello di sapere ancestrale: quello appunto di viaggiare su altri mondi. Una scienza e una tecnica interdimensionale, si cela dietro gli innumerevoli racconti per bambini. I fratelli Grimm raccolsero i resti dimenticati dell'antico sapere, dietro leggende popolari e storie narrate davanti al focolare; l'obiettivo era di perpetuare il segreto del passaggio oltre il velo, tramite un linguaggio ad uso dei piccoli, gli unici ancora in grado di decifrarlo. L'incontro col maestro ci ha cambiato tutti i parametri della nostra vita. La Realtà è ben più vasta, ricca, formidabile, di quanto ci hanno sempre raccontato i cosiddetti benpensanti, siano essi preti, scienziati o politici. La Realtà non inizia né finisce su questa Terra e in questo nostro corpo e dimensione. La Realtà è onnicomprensiva e multidimensionale e vi sono dei ponti, dei portali che ci permettono di conoscerla interamente.
Accennavo alla domanda prioritaria che, all'inizio del mio apprendistato, rivolgevo a Scandurra: dando per scontata l'esistenza dei dischi volanti di origine ignota, che sono, da dove vengono, e perché? Innanzitutto, mi consigliava di non dare mai niente di scontato, soprattutto su argomenti tanto particolari. Poi, a bella posta, evitava di darmi una risposta netta, inducendomi ulteriori dubbi. Ad un certo momento, come era sua abitudine, anziché spiegare una cosa, me la faceva conoscere.
Già ho raccontato altrove (ilgrandeignoto.blogspot.com/) il mio primo incontro ravvicinato con un vascello stellare e il pilota che lo guidava, con il quale ho tenuto un breve colloquio. Posso comunque affrontare la questione più in generale, evitando elaborazioni personali e convincimenti arbitrari. Il contatto diretto con esseri provenienti da altri universi, e le delucidazioni sul campo che strappavo a Scandurra, mi permettono di delineare un quadro sintetico, sebbene non esaustivo, dell'intero fenomeno ufologico.

Metapsichica dei dischi volanti
La realtà investigata sino ad oggi dalla Scienza, non è che un settore di quella globale; una sottile pellicola che ricopre la vera realtà. Gli stessi fenomeni paranormali, non costituiscono fatti isolati e privi di legami con altri fenomeni naturali, e non infrangono le leggi fisiche dell'Universo, ma, semplicemente, dimostrano l'esistenza di una Vita e di un Universo aldilà di quelli investigati dalla stessa Scienza. Non tutta la realtà si esaurisce nello spazio-tempo dell'Universo sensibile. Per poterla spiegare, nella sua completezza, bisogna dunque cercare un modello più ampio. La Nuova Fisica, se così si può definirla, ricerca e definisce, già da anni, per via matematica, tutte le categorie degli Universi possibili, secondo certe premesse geometriche che la teoria dei gruppi permette di stabilire per ogni tipo di realtà fisica, in dipendenza dei possibili gruppi di trasformazione che caratterizzano ciascun Universo. Non si tratta di astrazioni concettuali; gli Universi esistono veramente, inclusi l'uno dentro l'altro presentando, così, una inesauribile varietà di forme e di possibilità, pur nella unità organica da cui tutti essi derivano.
L'enorme casistica in nostro possesso di avvistamenti di Oggetti Volanti Non Identificati, di ogni tempo e luogo, va interpretata in termini di un altro Universo più ampio, o meglio, più complesso, che è l'unico modello possibile per questi fenomeni che sembrano contraddire, con il loro comportamento aberrante, le leggi del mondo fisico; ma che possono essere spiegati nell'ambito di ulteriori dimensioni e di leggi più vaste di cui quelle a noi note sono casi particolari.
Scandurra insegna che il nostro spirito appartiene a tutta la catena degli Universi e di conseguenza siamo potenzialmente liberi di spaziare in essi.
Le Balzonavi, gli u.f.o. per intenderci, hanno la capacità di scivolare nel cosmo e quindi di passare da una dimensione all'altra, utilizzando anch'essi le cosiddette botole, scali interdimensionali che permettono di superare la parete di Bloch (limite di demarcazione tra due luoghi con differenti proprietà). Il loro apparire e scomparire, è associabile nella loro dinamica ai fenomeni metapsichici, noti come apporti, asporti e materializzazioni. I primi due, apporto e asporto, consistono nell'improvvisa comparsa di un oggetto in uno spazio chiuso, mentre la materializzazione si verifica durante una seduta medianica di immagini di persone o di parti di esse. La materializzazione è un fenomeno che non va confuso con l'apporto. Mentre questo presume un trasporto di un oggetto da un luogo ad un altro passando attraverso ostacoli solidi, la materializzazione invece, si presenta come un'organizzazione metabiologica che si produce dal corpo del medium. Ho ragione di credere che questi avvengano per salto quantico di fotoni (un'altra modalità dello sprofondo altissimo). Quando si verificano gli apporti a cielo aperto, essi si presentano senza variazioni molecolari, cioè freddi, viceversa, quando si verificano all'interno di un ambiente, risultano caldi per 5-10minuti. In questi casi è avvalorata l'ipotesi che si sia verificata una smaterializzazione molecolare.
Detto ciò, rimane la definizione di questi fenomeni che da millenni si manifestano sulle nostre teste. Il senso di un avvistamento di una balzonave (vascelli fantasma, li chiamava Scandurra) sta nei mutamenti interiori che riesce a indurre nel testimone, ossia un'intensificazione psichica e animica, necessaria questa per un collegamento interdimensionale: svolgendo così la funzione alchemica di athanor. Tutto induce a credere che alla lunga, la maggior parte dei contatti balzonave-testimone, riescano a mettere in movimento il processo di sensibilizzazione e risveglio. Quindi, l'incontro produce una sorta di unione mistica di materia-spirito a livello microcosmico, per poi estendersi verso una nuova linea che connette il piano Terra-Universo con il baratro senza fondo, luogo-nonluogo che genera e sostiene tutte le dimensioni: altra sua funzione è appunto quella di trasmissione. L'evento, assume qui connotazioni ben più grandi del singolo episodio, ma si viene a trovare in una nuova cosmogenesi, un segmento necessario dell'ipersfera (altro nome dello sprofondo altissimo), a dimostrazione della Creazione continua che non ha fine.

Buoni e cattivi
Già in un altro articolo ho suddiviso gli esseri provenienti da altri mondi in Uranidi, i buoni spiritualmente evoluti, e i Saturniani, eticamente spregevoli. Gli Uranidi appartengono ad imperi galattici più antichi della Via Lattea, e in buona parte sono di altri universi. L'obiezione fatta da alcuni analisti del fenomeno ufologico, secondo i quali una civiltà non dovrebbe interferire con l'evoluzione di un'altra, magari più indietro nel suo sviluppo; ecco, se in linea di principio può esser valida in ambito terrestre e corretta secondo i dettami dell'antropologia culturale, la non-interferenza diventa però improponibile se il nostro sguardo lo proiettiamo a livello universale se non addirittura interdimensionale. In base a quanto Scandurra dice, gli eventi di quaggiù derivano da lassù, secondo una scala infinita valoriale. I livelli sono interconnessi, e nessuna azione e pensiero si disperde. Non c'è niente che non ci riguardi.
Sin dagli anni sessanta, nel nostro ambiente, emersero alcune tesi che riconducevano alle visite di extraterrestri il sorgere delle grandi religioni. Per dei popoli primitivi, la visione di un'astronave non poteva che diventare un carro di fuoco appartenente a un dio: più carri più dèi. Insomma, la storia delle religioni era, secondo i nuovi esegeti, cronaca ufologica con linguaggio teologico. Se leggiamo qualsiasi testo sacro, sumerico piuttosto che vedico, fino a quello biblico, risulterà abbastanza facile tradurlo con lessico ufologico, risultando alla fine un centone di migliaia di pagine, pieno zeppo di alieni di tutti i tipi, muniti di flotte stellari cariche di ordigni distruttivi pronti a far fuoco. Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891) ci consegna tutta una letteratura esoterica, una sorta di protoufologia infarcita di orientalismi. Sono le prime ma già significative avvisaglie di un mondo in fermento, che ufficialmente relegava tali movimenti nella sottocultura spiritualistica e superstiziosa, ma che in pratica entravano a far parte dell'immaginario collettivo e, quello che più conta, venivano presi molto sul serio dalle cricche dominanti. Fenomeni politici e sociali quali il comunismo, il nazismo e lo stesso liberalcapitalismo, hanno avute al loro interno correnti magiche che hanno influenzato ai massimi livelli la storia recente. Non stiamo però parlando di fanfaluche prese per serie da algidi parrucconi affiliati a chissà quali logge speculative. Negli scritti della Blavatsky non ci sono le fantasie di una maniaca depressiva; anzi, credo che lei ebbe effettivi contatti con esseri provenienti da altri mondi o universi, che però si spacciavano per divinità-guida dell'umanità. Allora ci troviamo di fronte ad una strategia più sottile di quanto gli scettici possano sospettare. Ecco, quindi, la presenza costante e conturbante dei saturniani, divoratori del tempo e dell'anima. Si son serviti delle èlites politiche, finanziarie e financo religiose per creare uno stato nascente, nel XX° secolo, allo scopo di portare l'umanità sulle soglie della grande svolta prossima ventura. Cosa vogliono da noi di così importante da non essere in grado di pigliarselo da soli? Se provengono da civiltà così avanzate da sembrare divini, perché hanno bisogno di noi? Eppure, anche l'umanità ha vissuto un'età dell'oro, infinitamente più grande di quella attuale che si ritiene avanzata. Gli Iperborei, i trasparenti, fino agli Atlantidei, i potenti, sono state civiltà elevatissime poi scomparse. Perché?

La luce nascosta
Gli uomini moderni hanno inventato la ruota e il telaio, scoperto il fuoco, scisso l'atomo e spaccata la cellula, tutto in poche migliaia di anni a partire dal primate villoso, dalla fronte bassa, che viveva nelle caverne e si nutriva di carne cruda. Già, ma prima? Durante gli oltre quarantanove milioni di anni che precedettero tale rigoglio? Prima dell'uomo di Neandertal, prima di Hammurabi, prima di Cesare ed Einstein? Dovremmo credere che sino allora il nostro pianeta rimase privo d'intelligenza e l'uomo primitivo fu l'unica specie pensante? I miti e le religioni ci avrebbero, quindi, raccontato delle favolette per tener buono il popolo? Tale presunzione non è solo ridicola, è folle. Non sarà certo un pieroangela qualsiasi a farmi credere che noi discendiamo da scimmioni libidinosi, né tanto meno una scienza riduzionista potrà mai dimostrare che la vita sia frutto del caso e della necessità. Su questo antichissimo pianeta chiamato Terra, dunque, vissero civiltà e specie innumerevoli di cui non rimane alcuna traccia visibile, o quasi, perché una curvatura del tempo ci nasconde gli eventi remoti.
L'esistenza della Terra è fatta di Atlantidi scomparse, completamente distrutte o invisibilizzate; da quale sequela di cataclismi? Ecco, Scandurra mi parlò dei cicli cosmici, a partire dalla prima razza-madre, gli iperborei. Malgrado l'elevatezza spirituale, pur camminando con gli dèi, la superbia penetrò nelle loro anime eccelse, una volontà di potenza guidò il loro cammino. Ambirono a scardinare il Tempo. Una macchina appositamente costruita interferì con la Ruota Cosmica che muove gli universi. Ciò comportò una decadenza irreversibile della più grande civiltà mai apparsa e dai suoi resti viventi si rifondò un mondo più piccolo, gli atlantidi, che divisi da lotte intestine e immemori della precedente caduta, ricostruirono la stessa macchina del kaos. E così di mondo in mondo, di era in era, civiltà dopo civiltà, siamo giunti all'anno 2010, fine della corsa, quando la ruota del Tempo è sul punto di smettere di girare. Che succede adesso? Siamo alla vigilia dell'apertura del Varco tra gli universi. Un nuovo grande ciclo cosmico sarà pronto a snocciolare i suoi mondi, come un'eterno rosario.
I saturniani hanno sempre affiancato le èlites, la cricca dominante, durante il corso della storia umana, sia direttamente che inducendo-suggerendo-influenzando-creando stati d'animo a diffusione progressiva, al fine di condizionare e condurre i popoli verso la distruzione. E tutto questo per sottrarci qualcosa nascosta nella nostra memoria bio-storica, qualcosa di sconosciuto per la stragrande maggioranza degli uomini. Per far questo, devono condurre una civiltà verso la fine, solo così facendo possono attingere a ciò che bramano: la luce nascosta. Se noi dimentichiamo ciò che siamo, il Lumen di cui siamo custodi, si disperde. Spietati predatori sono lì, pronti, ad approfittarne.

Lumen
Essenziale nell'insegnamento scandurriano (ma è patrimonio di ogni scuola sapienzale), è l'esistenza di una sostanza unica che costituisce tutto il nostro universo, il lumen e tutti i fenomeni conosciuti e sconosciuti, sono aspetti della medesima sostanza. Il lumen stabilisce una sorta di fratellanza con i valori umani, permette l'assimilazione alle forze dell'universo con le quali entriamo in rapporto. Scandurra ci diffidava da un uso utilitaristico del lumen, dovevamo invece contribuire all'evoluzione psico-animica dell'umanità; compito immane e ambizioso, certo, ma l'unico degno dell'uomo universale. Questa premessa è necessaria, in quanto oggi più di ieri, assisto ad un proliferare di pubblicistica new age su l'acquisizione di segreti e poteri per modificare il nostro status ontologico; ma al di là di banali dichiarazioni di intenti, emerge nei libri e nei corsi di illuminazione, la spudorata pretesa che pagandoci uno stage avremo la conoscenza, il potere di attrarre tutto quello che vogliamo, insomma si tratta di quelle vecchie tesi alla base del mentalismo, tanto in voga negli Stati Uniti nel primo Novecento ed oggi ritornato di moda, riveduto e corretto da una spruzzata di fisica quantistica e filosofia orientale. Del resto il vuoto lasciato dalle religioni e dalle ideologie, non poteva che esser riempito da falsi idoli. Dietro i proclami di liberazione e conquista del potere pubblicizzati dai furbetti guru del culturame spiritualistico moderno, non c'è nulla, se non l'illusione di quanti in buona fede vorrebbero riveder le stelle. C'è un semplice, primo criterio di valutazione per giudicare santoni, esoteristi, canalizzatori: la sapienza non si paga.
Ho la forte convinzione che oggi sia necessario riprendere il filo rosso che ci collega agli antichi splendori dell'umanità, con occhi nuovi però, per guardare con fiducia ritrovata il grande cambiamento, la palingenesi futura che non distruggerà nulla se non la superbia dei potenti di questo mondo. O perseguiremo tale obiettivo o finiremo in pasto a chi, privo della luce, non rinuncerà a spegnere la nostra vita.
Il viaggio parte dall'antico senso del sacro, che non divideva il cielo dalla terra, ma li univa in una sintesi superiore. La materia si spiritualizza e viceversa.

Il padre della Luce diurna
È opinione comune che la cerchia megalitica di Stonehenge, con i suoi colossali monoliti appena sbozzati, era un apparecchio per la determinazione degli equinozi e dei solstizi, e per la previsione delle eclissi. Ma non si tratta di un apparato scientifico, nel senso moderno, in realtà ci troviamo di fronte ad un manufatto secondo una visione magico-religiosa che implicava l'adorazione della luce diurna. Di questo culto restano segni nella cultura vedica e anche acheo-dorica: Zeus si chiamò, all'origine, Dyaus-piter, padre della luce del giorno. E questa luce era, nella visione preistorica, non la luce fisico-astronomica del sole: era anche (perché la mente preistorica era metafisica, e dunque analogica: capace di vedere il senso che univa nei simboli cose diverse) la luce che illumina la mente dell'uomo risvegliato. Adorare quella luce implicava il rifiuto della tenebra, dell'inconscio, del lato biologico-tellurico dell'uomo.

Lumen: l'energia che innesca una nuova era
Coloro che hanno studiato l'occultismo anche solo a livello antropologico, sanno dei mezzi empirici utilizzati dagli stregoni per riuscire a realizzare la propria volontà. Il maleficio è il mezzo più noto da sempre. Stregare qualcuno vuol dire introdurlo in un'immagine che lo rappresenta e, in virtù delle leggi magiche di analogia, colpirlo indirettamente nella persona con atti esercitati su quell'immagine che in francese arcaico si chiamava volt, charge o dagyde. Nel volt l'operatore nasconde la sua volontà formulata. Tutto induce a credere che la stregoneria sia una sopravvivenza corrotta di una raffinata scienza della mente, quasi irriconoscibile oggi. L'azione stregonesca non fa che riprendere una prassi ascetica del pensiero condensato, dinamicizzato e poi proiettato.
Se esploriamo il tempo e lo spazio ci accorgiamo che ovunque, a tutte le latitudini e in ogni epoca, gli uomini hanno costruito e poi eretto riproduzioni scolpite, talvolta gigantesche, di esseri o di simboli misteriosi. Che queste riproduzioni siano di pietra metallo legno, le immagini appartengono, nello stesso modo dell'arte piramidale, a una scienza universale applicata dagli uomini prima dell'ultimo diluvio. La loro destinazione originaria sfugge alla cultura moderna. Vi è un legame che collega tra di loro le statue gigantesche dell'isola di Pasqua, gli Atlanti del tempio di Tula eretti dai toltechi, i Totem dei nativi dell'America del Nord, gli Dèi dell'antico Messico, i monoliti eretti dai celti e dagli ebrei, il Bafometto dei templari, i colossi dell'Anatolia, le madonne nere presso le cattedrali gotiche cristiane. Se cerchiamo il legame misterioso che tiene unite queste diverse opere, scopriremo che le civiltà scomparse conoscevano e padroneggiavano una forza della Natura, nascosta ma presente ovunque. Gli alchimisti medievali e rinascimentali poterono ancora utilizzarne la potenza; nel XX° secolo invece, i moderni apprendisti stregoni hanno ricercato il suo inverso, distruttivo e letale, spaccando atomi e manipolando cellule, alla conquista di quel potere che presumono sia nascosto dentro la materia. La forza della Natura di cui stiamo parlando è il lumen, la Luce Cosmica, energia di espansione e di separazione, che libera dalla morte, permettendo al Sole Interno di rinascere. I maghi antidiluviani, guidavano il mondo; alcuni presiedono tuttora alla sua evoluzione, una sorta di fratellanza bianca; tutti hanno avuto ed hanno ancora a loro disposizione una forza della quale i profani non conoscono la chiave. Questa forza emana dall'uomo e circola liberamente nella Natura: è il lumen che mette la vita in movimento.
La luce di Atlantide fu proiettata sulla terra nera bagnata dal grande fiume. La civiltà egiziana è la sola che abbia saputo costruire con la coscienza dell'eternità, della lotta contro il tempo. Queste costruzioni fanno parte degli accessori sconosciuti dell'antica sapienza atlantidea. I sacerdoti dei santuari di Heliopolis e di Menphi non ignoravano nessuno dei segreti della vita universale. Sapevano maneggiare il lumen designato col vocabolo di Nahash nel Sepher Bereshit di Mosè. Tale potenza doveva rimanere nascosta, dimenticata, avvolta necessariamente nella leggenda: era più facile far credere che fossero solo fantasticherie di popoli primitivi e superstiziosi...
Questi segreti risiedono in qualcosa di semplice, come tutto ciò che è grande. La verità è nella semplicità. La dinamizzazione del pensiero vivente e la sua proiezione, modificano le correnti del lumen modellandole. L'idea trasformata in materia, unita all'esatta conoscenza delle correnti telluriche, permette di ottenere risultati prodigiosi. Il Nahash, sottoposto al pensiero vivente, si condensa e si accumula. I sapienti egiziani accumulavano pacchetti di fotoni, immagini dei loro desideri e della loro volontà, all'interno di monoliti incisi e scolpiti. Tutti quelli che ritroviamo oggi appartengono a quella scienza che fu maledetta dai mercanti di religione. Queste immagini svolgono ancor oggi, il ruolo che migliaia di anni fa assegnarono loro i sacerdoti che le eressero.

Il 2012? In fondo a destra
Il punto di svolta” previsto per l'inverno 2012, non può essere concepito se non come il punto di incontro tra l’Universo pervenuto al limite di centrazione e un altro Centro ancor più profondo. Non si può contemplare questo dramma cosmico se non con profonda emozione. Noi sperimenteremo direttamente la sovracoscienza (New Being), ed è ammissibile che pure gli altri esseri viventi siano dotati di qualche forma di psichismo, benché non di autocoscienza. Aspetti interni infinitesimali sono ipotizzati persino nella materia elementare, perché nessun’altra sostanza potrebbe far emergere la molecola umana, se non vi fosse un continuum fra l’inorganico e l’organico, se la Stoffa dell’Universo non fosse fatta di Spirito–Materia. Né il passato, né lo spazio contengono la soluzione di un qualsiasi mistero, ma ogni luce definitiva sta nell’avvenire verso il quale siamo protesi. Quale avvenire? Se le novità emergenti dalla complessità sono per definizione imprevedibili, com’è possibile prefigurarsi il futuro? Le variabili in gioco sono incalcolabili e dunque nulla può essere previsto. Sono certo però di una cosa: ci sarà un cambio di piano, nell’incessante ascesa della coscienza grazie alla presenza di un Varco Sacro, non assoggettato all’entropia, extratemporale (in quanto operante sin dalle origini e perciò già emerso), autonomo, ultracosciente, ultrapersonale, attuale e trascendente, amorevole ed amabile. È Dio Padre e Madre che attrae l’umanità a Sé. In base alle Scritture d'Oriente e d'Occidente, il Messia, il Kalki Avatar, per me Cristo, coincidono col Varco Sacro, verso il quale tutto converge ed è anche Colui dal quale tutto si irradia. Assisteremo all'ottavo giorno della Creazione.

Che fare?
Come prepararsi all'evento palingenetico? Aumentando la frequenza vibratoria? Producendo il salto quantico? Rifugiandosi sotto terra? Frequentando gli stages di Greg Braden? Niente di tutto questo.
All You Need Is Love, forse è questo il messaggio che da secoli gli uranidi ci inviano. Il mittente non è più leggibile, ma è chiarissimo il destinatario.

domenica 5 febbraio 2012

CRONACHE DI ATLANTIDE


DALL'UFOLOGIA SANA DEGLI ESORDI ALL'UFOLOGIA MALATICCIA DI OGGI
Dando una sbirciatina su blog e riviste d'area (ufo spiritualismo cultismo), son più che mai convinto che l'onda lunga della Nuova Frontiera della coscienza, stia perdendo forza. La ricerca della verità sulla questione ufologica, in Italia e all'estero, è ferma agli anni settanta, periodo centrale e ribollente di iniziative e studi, di teorie e indicazioni. Potrei citare molti studiosi, degni di tale nome, alcuni senza ipotesi aprioristiche, altri partiti da tesi diverse, hanno comunque aperto la strada. Mi vengono in mente gli italiani Vesco, Sani, Kolosimo, il primo Pinotti, Marianti, Boncompagni, Conti, e ne dimentico diversi di valore. E, in ordine sparso, gli stranieri Keel, Fuller, Jessup, Hynek, Vallèe. Non ci sarebbe nemmeno bisogno, in realtà, di distinguere la nazionalità dei ricercatori. Già, perché il campo era ed è così ampio, quasi sterminato, da creare i presupposti per una comunità di persone, senza scopo di lucro, dedite ad una avventura della coscienza e della conoscenza, senza frontiere geografiche né ideologiche. Ecco, è sempre auspicabile che l'ufologia, questa specie di novella scienza, abbia un respiro universale privo di faziosità, di partigianerie. Ma va considerato che la scienza e l'arte sono frutto del pensiero e del cuore dell'uomo, spesso incline allo scontro, al settarismo. Figuriamoci se in un campo nuovissimo, inesplorato, elusivo come quello dei cosiddetti OVNI, non vi venissero proiettate le sovrastrutture ideologiche e le paure esistenziali tipiche di noi esseri umani.

Dagli anni Ottanta ad oggi, ho assistito ad una deriva pericolosa, falsamente libera, dell'ufologia mondiale. La ricerca sul campo, era per ogni bravo operatore, il protocollo principale di riferimento. La procedura tradizionale dell'ufologo, ossia

  1. segnalazione di evento aereo inesplicabile
  2. raccolta dati e testimonianze
  3. rapporto-ufo
  4. classificazione

è stata sostituita da una forma abborracciata di prassi, concernente un mix di tam tam mediatici, sovrabbondanza di elementi spuri – foto e filmati di dubbia origine – che hanno la loro legittimazione soltanto se fanno il giro del web. È il memoriale l'ultima, in ordine di tempo, arma letale dell'ufologo attuale. Il paradosso dei nostri tempi, carichi di strumenti superveloci, sensibilissimi, tecnologicamente avanzati, sta nel fatto che la notizia alternativa e insolita, prende la stessa deplorevole via di quella ufficiale e ordinaria, ossia non vi è selezione, critica, verifica, ma dalla centrale di informazione principale si propaga un unico segnale dappertutto e in tempo reale. E nessuno che si prende la briga, con tanto di giocattoloni informatici a disposizione, di andarsi a controllare la veridicità della notizia.

Ma c'è di più e di peggio. Dagli anni '50 ai '70, anni in cui il fenomeno Ufo nasceva e prosperava, vi erano poche persone che asserivano pubblicamente di aver avuto contatti diretti con i piloti delle astronavi sconosciute, altre poi nemmeno denunciavano certe imbarazzanti esperienze; in seguito, c'è stato un proliferare di contattisti, medium o canalizzatori che diventavano i principali testimoni della ricerca ufologica. Molti hanno fatto outing, sono usciti allo scoperto, e dalla loro lingua sono usciti i racconti che poi sono diventati letteratura di riferimento per ogni ricercatore. Un passo ulteriore, poi, lo ritroviamo nella tendenza a dar credito ad ex agenti di questa o di quella agenzia di intelligence, che in barba al segreto governativo hanno 'cantato' a squarciagola. Sono uscite fuori le storie più raccapriccianti in cui emergevano precise responsabilità dei governi USA impegnati nella copertura di notizie di interesse mondiale. Tutto vero? Tutto depistaggio? Io dico che sono vere entrambe le opzioni. Quando c'è interesse da parte dell'opinione pubblica per temi fuori dal comune, che spaziano dal paranormale alla esistenza/presenza di esseri di altri mondi, il Potere, civile e militare, tende dapprima a negare tutto, poi, attraverso personaggi provenienti dalle Forze Armate e da settori dello spionaggio, propaga notizie verosimili, probabili, quasi vere, sull'esistenza di cose che superano la realtà accertata. Notizie mai confermate dalle autorità ufficiali, certo, che però lasciano intravedere possibilità, suggestioni, se non addirittura paure tra la gente. Obiettivo? Creare ad un certo punto uno stato d'animo collettivo, tale da delimitare/condizionare/guidare le masse. Otterrai così maggiori risultati se lasci intendere al popolo che dietro l'angolo possono mostrarsi pericoli, forze oscure non meglio identificate, ma si otterrebbe lo stesso successo se, di contro, si lascerebbe credere che il futuro prossimo sarà pieno di speranze e di sviluppi positivi per l'umanità. La strategia della tensione e l'ipnosi di massa, raggiungeranno comunque il medesimo scopo.

L'ultimo grido in fatto di tendenza ufologica è l'addotto, colui che rapito da alieni, sotto ipnosi parla, eccome se parla, dice tante e tali cose da riempirci un tomo di trecento e più pagine. Da tale nuova figura professionale del mondo ufologico, ne deriva una cosmogonia alternativa a quella vigente, una reinterpretazione dei sacri testi e dei fini delle manifestazioni celesti e tanto altro ancora, da far impallidire le mie Cronache scandurriane. Tutto vero? Tutto depistaggio? Direi in tutta franchezza, che quella che ritengo paccottiglia ideologica derivante dai resoconti degli addotti, è la solita minestra riscaldata tratta dalla letteratura spiritistica, magari condita con nuove spezie. Il fatto che certi contenuti emersi dai rapporti dei 'rapiti' siano simili se non uguali a quelli emersi dalle esperienze medianiche, non è detto che per questo siano una sorta di 'copia e incolla', anzi. Tralasciando le bellocce di turno che cercano il loro quarto d'ora di celebrità in tivvù, molte affermazioni di rapiti sembrano qualcosa di più che casi patologici. Andrebbero anch'essi inseriti in quella strategia mondialista di controllo e produzione di ètat d'esprit . La fabbrica del consenso in atto da almeno 100anni, ha assunto sistemi sempre più sofisticati, tuttavia c'è un fattore dominante alla base della ragion d'essere di tali dominatori: l’opinione di una minoranza si trasforma in opinione pubblica. La verità dei dominanti diventa quella di tutti. Come uscire dalla trappola? Se state leggendo questo post, siete salvi... spot propagandistico pure questo.

1971: SCANDURRA INSEGNAVA SENZA FARE IL MAESTRO
Osservando Scandurra, tutti noi fummo pervasi da una forte convinzione: ci trovavamo di fronte ad un uomo che possedeva un anima. Cosa assai rara, in tempi di ubriacatura spiritualista ed esoterica. Un uomo che possiede un'anima vuol dire che non ha vergogna di provare sentimenti comuni a tutta l'umanità e che conserva uno spirito inquieto, vibrante, raggiante per i destini ultraterreni, per nulla preoccupato di farsi valere o di assicurarsi una reputazione. Apprendevamo da lui qualità passate di moda, l'umiltà e la benevolenza. Sebbene non rimanesse sempre passivo di fronte ai torti e alle ingiustizie subite, manteneva comunque un sano distacco, '' sti c**** '' era l'unica reazione che gli sentivamo esprimere. Non così bonario però da sopportare gli stronzi che si approfittavano dei più deboli. Potrei raccontarvi diversi episodi in cui Scandurra 'mazzolava' magicamente prepotenti e infami. Imparavamo a lasciar perdere se qualcuno ci faceva un torto, ma non dovevamo ritirarci se a subirlo era un povero cristo.

CORREVANO GLI ANNI SETTANTA... UNO SQUARCIO TRANSDIMENSIONALE SI APRÌ
Il 1971, alcuni mesi prima di incontrare Scandurra, fu un anno decisivo per me. Volli fondare un gruppo di ricerca ufologica e parapsicologica a Viterbo, città conservatrice e bigotta per antonomasia. Con alcuni amici tentammo di cambiare la mentalità diffusa, fatta di scetticismo e ilarità nei confronti delle tematiche misteriosofiche. Ambiziosi, senza dubbio. Tutte le letture e ogni pur piccola esperienza metapsichica, volevamo condividerle con più persone possibili. I risultati furono miseri. Poi venne Scandurra e per un po' di tempo fui affaccendato a vivere quello che prima leggevo soltanto. Con l'avvento delle radio private, mi rivenne la voglia di comunicare a tutti che non eravamo soli nell'universo, che avevamo potenzialità superiori ai sogni più sfrenati, che era possibile attingere a fonti di conoscenza elevata. In pratica, pretendevo di democratizzare l'esoterico, di diffonderlo senza limitazioni di sorta. Dai microfoni di Radio Viterbo FM all'inizio, fino a Tele Viterbo poi, conducemmo centinaia di trasmissioni dal titolo, guarda un po' la combinazione, Il Grande Ignoto. Parlammo di Atlantide, di extraterrestri, di superiori incogniti, di iter magico-iniziatico, d'alchimia. Insieme ad alcuni dell'anonima talenti, creammo le basi per una visione cosmica della Realtà, coinvolgendo chiunque fosse aperto e onesto intellettualmente, nonché impermeabile a quel processo di acculturazione vigente nel mondo da almeno due secoli. Illusi? Non credo. Non vi so dire quali effetti comportò la nostra azione. Piantammo dei semi e questo è certo. Alcuni ci si avvicinarono per poi fuggire, altri cercarono di piantar grane. Qualcuno rimase.

In fondo è la stessa cosa che sto facendo adesso dal blog. Aprire e diffondere canali preferenziali conoscitivi. Ora, poi, chi mi segue deve accelerare il processo animico; il seme deve svilupparsi in breve tempo, perché non ve ne è poi così tanto. Da quaranta anni lavoriamo per costruire un'arca della conoscenza, meglio, un ponte per ricongiugerci alle 9 dimensioni. Le nostre non saranno torri del dominio, come quelle impiantate dai saturniani su più mondi; ma soltanto un nodo cosmico che unisce le cose.

I BENPENSANTI NEGANO PER PAURA
Il professor Massimo Introvigne, ultimamente è molto preso dalla missione pompieristica di neutralizzare qualsivoglia pensiero antagonista al comune senso cattolico, in special modo sta attaccando la pubblicistica diffusa sia dal web che dalla tivvù che ipotizza scenari apocalittici riferiti alla nota e presunta profezia Maya. Ora, a parte il fatto che i Maya calcolavano e non profetizzavano, la furia (si fa per dire) dialettica del noto sociologo cattolico meriterebbe ben altra causa, ma nasconde una paura che già serpeggia (è il caso di dirlo) in ambienti vaticani da diverso tempo. Le realtà ultime, anziché essere materia stringente di analisi e riflessione da parte delle gerarchie cattoliche (quelle protestanti fondamentaliste sembrano più sensibili all'escatologia), diventano obsolete sia a livello teologico che pastorale. Se nemmeno i preti credono più alla fine del mondo, anzi, la eludono a bella posta nei loro sermoncini domenicali e la rimandano sempre a data da destinarsi citando le Scritture, questo atteggiamento vile e ipocrita è un ulteriore Segno dei Tempi. Guide cieche che pretenderebbero di guidare l'umanità. I laici non sono da meno, occupati come sono in altre questioni profane. Il punto è:

  • Chi vive nel lusso, gozzovigliando da mattina a sera nella grande giostra che il Sistema gli ha costruito intorno, come potrebbe preoccuparsi di cosa succede nel mondo?
  • Il riccone come potrebbe credere che tutto quanto ha depredato potrebbe finire in un lasso di tempo brevissimo?
  • E il popolo schiavizzato dai potenti del mondo, non riesce a pensare ad altro che a sopravvivere, come potrebbe sentire che i tempi stanno cambiando?

A parte i benestanti della carne e le loro vittime infognate nell'indigenza materiale e morale, ci sono pure coloro che facenti parte della cricca mondialista, Il Gruppo, stanno costruendosi ripari sotterranei e stazioni orbitali per tentare di salvare il culo (scusate il francesismo) dalla imminente catastrofe (considerata tale secondo i dati in loro possesso). Ora, se le grandi Famiglie che comandano il mondo non sono poi così scettiche sul cambio d'era prossimo venturo, tutto lascia intendere che un evento effettivamente globale stia approssimandosi. Noi, certo, non abbiamo bisogno di sapere certe cose da tali figuri.

Chi mi segue sa che il Varco 2012 non riguarderà scenari cataclismatici, ma qualcosa di sottile, pervasivo, trasformante ci attende da qui a poco. Non saranno i soldi o i beni al sole a salvarci, né bunker o installazioni militari. La setta mondialista, come direbbe Scandurra, se la prenderà direttamente nel c***, e a nulla varranno i suoi tentativi di sfangarla in extremis con un colpo di mano. E non sarà nemmeno la fisica dei quanti a suggerirci la via di fuga. Dovremo tutti passare per la pesa del Cuore, semplicemente.