Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

sabato 31 dicembre 2011

L'ANNO CHE VERRÀ




Le distanze vanno annullandosi e noi saremo costretti ad amplificare, dilatare la nostra mente verso una realtà plastica e ideazionale. Madreterra vive la ciclicità fin dalla sua fondazione, glaciazioni diluvi fuoco. E noi? Faremo ancora in tempo a capire che il Grande Tempo si è esaurito e con esso l'immagine orizzontale di noi stessi? Il 2 tornerà ad essere 1? Già la materia sta sconfinando verso una dimensione tangente; zolle di terra tracimano altrove; i nostri sogni stanno diventando veridici: tenui fili di collegamento col segnale cosmico, proveniente dal centro della Via Lattea. Ierofanie annunciano che i piani collidono e che l'inatteso dai più è giunto sul limitare dell'orizzonte degli eventi. Tempi della fine? Fine di un mondo? Apocalissi? Sì sì sì. Bagliori saettanti solcano i nostri cieli: saturniani e uranidi saranno finalmente parti interessate della Bilancia. Tutti saremo comunque attori di un rito di passaggio dalle proporzioni inusitate. Esperienze di confine apparterranno a chiunque vorrà sfidare l'oblio di un mondo massificato, riduzionista, inspessito dal suo precipitare nel deserto delle anime.

Dovremo imparare a dilatarci nel cosmo per ricaricarci di energia/lumen. Ripristinare il rito per chi vuole e può, della preghiera mattutina recitata dinnanzi al Sole, fonte di vita e di forza. Gli Assetati di Assoluto troveranno la sorgente celeste sgorgare dal Varco. Non ci saranno più figli e figliastri, privilegiati dello spirito e sterili uomini cavi. Ognuno avrà la possibilità di sviluppare quella particella incorruttibile messa lì, in quel punto meraviglioso e luogo segreto del corpo, dal Padre Celeste e per mezzo di essa, avverrà la rinascita occulta. L'anno che verrà sarà un anno breve. Passerà il 2012 in un battibaleno, grazie a tutti quelli che accompagneranno il travaglio della Madreterra. Il Vivente alimenterà la Vita e la morte diverrà una pallida ombra, ricordo sbiadito dei tempi andati.

È una questione di fede? No. La nostra fede è il ricordo di ciò che abbiamo dimenticato. E quando ci risveglieremo, una nuova alba dai mille colori inonderà le nostre esistenze.

sabato 10 dicembre 2011

IUS 46



«Il mondo vive di scintille di purezza; quando sono disseminate nel mondo e vengono poi raccolte, il mondo dell'impurità crolla su se stesso».
Jacob Taubes, La teologia politica di San Paolo, Adelphi, Milano 1997 (pagg. 31-32)

La pressione sul plesso solare fu tremenda. Persi alcune facoltà sensoriali. Anzi, subii l'effetto d'inversione di attese cinetiche. Vedevo in movimento ciò che ordinariamente e logicamente doveva restar fermo. Il pavimento, non so di cosa, girava e oscillava ad altalena ed io avvertivo la gravità schiacciarmi verso un asse ortogonale posto in fondo all'abisso. Poi un tavolaccio... ci stavo sopra ed ero nudo come un verme. Un freddo boia mi costrinse ad assumere la posizione fetale. Dove diavolo mi trovavo? Nella casa del diavolo, appunto. Il castello dell'Ombra. Di nuovo. Perché? Mi sarei dovuto dirigere verso la Luna. Perché? Cosa era successo? Un casino temporale?
La perversa cucina piena zeppa di laghi di sangue, era sempre la stessa. Terrifica. Darest Sharma! Sembrava che ci dovessi comunque fare i conti. In un modo o nell'altro. Mastro Fornari, Ranna, Scandurra, dove eravate? Avrò un altra occasione?

L'odore del sangue e il rumore degli insetti famelici, rappresentavano il simbolo di questo posto. La nudità mi creava non pochi problemi. Nella mia testa si agitava la speranza di risentire la voce sghignazzante del maestro che mi avrebbe di nuovo salvato. Ma i minuti passavano e non si vedeva via d'uscita. La luce che entrava dalla finestra era quella del tramonto. Provai – povero illuso! - a chiamare sottovoce Scandurra. Dall'esterno provenivano rumori di passi e di trascinamenti di cose o... di spuntini umani. Uscii dalla cucina e mi inoltrai con cautela lungo il corridoio. In punta di piedi, muro muro, raggiunsi una svolta verso sinistra. Altro corridoio e stessa situazione. Mi dovevo sbrigare: dicevo a me stesso ''pensa, Angelo, pensa''. Rammentai le regolette d'oro di Scandurra. Se spando il lumen, esso mi avrebbe aiutato a trovar la via di fuga innescando una serie di eventi utili a farmi uscire da questa trappola mortale. Il lumen contrasta efficacemente il kaos. Mi venne, però, l'ansia. Brutta cosa, l'ansia. La paura blocca ogni azione sovrana. Ebbi una sorta di crisi isterica. Non avevo più il controllo del respiro e della volontà. Lasciai andare il corpo verso la parete e scivolai lentamente a terra. Ansimai a tal punto da sentirmi soffocare. Il panico ebbe il sopravvento. Giocai male le carte a mia disposizione. Eppure riuscivo abbastanza bene a modulare il lumen, a direzionarlo, a metterlo nelle condizioni di evidenziare inghippi magici, a smolecolare larve e assorbire latenze psichiche mortali. Eppure, in quel momento fatidico, ero bloccato, un corpo morto senza reazioni, prigioniero nel posto più malefico di quello strano universo.

Lo stato penoso in cui versavo derivante dal ritorno malaugurato a Darest Sharma, pensai, forse era necessario per il mio percorso di risveglio. Tornare all'inferno, quando sembrava, invece, che i miei incontri-avventure-visioni fossero predominanti e liberatori della mia fase; ecco, ritrovarmi nella casa del diavolo – senza enfasi – riguardava una verifica, meglio, una prova da superare lunga la via iniziatica. Affrontare i mostri interiori fino alla loro distruzione, rappresenta il primo e decisivo passo dell'Opera al Nero. Già, ma avrà un termine la Nigredo?

Eppure l'esperienza sembrava interna/esterna. La paura mi paralizzava. Senza l'aiuto di Scandurra come avrei mai potuto fuggire? La botola del GRA interdimensionale, ma sarebbe bastata anche una di quelle transitorie, chi diavolo le avrebbe aperte? A proposito del diavolo...

- Sei sul limitare di una porta spalancata sull'abisso. Darest Sharma collega tutti gli inferni degli universi... ed è molto trafficata come potrai constatare nel giro che faremo. Non sarò il tuo Virgilio, eh eh, ma il padrone di casa in persona.

L'Ombra era dietro di me. Mi voltai con lentezza involontaria. Rattrappito come ero dal terrore non mi riuscì di fare più in fretta. Eccolo. Da brividi. Alto più di me di due spanne, intabardato da quella tunica argentea animata, sembrava sorridermi. Poi si girò e lo seguii verso una porta poco distante.

  • Lì troverai dei vestiti. Spero che siano adatti. Un attendente ti aspetterà fuori dal vestibolo e quando sarai pronto ti condurrà nella sala imperiale.
  • È stato lei a dirottarmi nel suo castello?
  • Il corpo umano... quest'ammasso di oscure energie e di proteine facilmente sublimabili... ma c'è la custodia.
  • La custodia? - ripetei sbalordito.
  • Sì, l'uovo-anima e visto che il tempo è una ruota essa può agganciarlo in ogni punto della circonferenza e viceversa. Ed ora sbrigati che fa freddo.

Si allontanò senza far rumore. Appena entrai trovai una stanza enorme che si illuminò automaticamente. C'era, appoggiata ad una parete, una panca e di fronte un guardaroba fornitissimo, funzionale e con un certo qual stile, scarpiere e tutto il necessario: fazzoletti, acqua di colonia, rasoi ecc.. Compresi dalla forma la funzione di questi oggetti anche se la foggia era alquanto bizzarra. Trovai un'enorme varietà di indumenti. Scelsi un paio di calzoni marroni di fustagno e un maglione a collo alto color senape, morbido e leggero. Stivaletti di pelle... di chi? Non ebbi problemi con le misure e finalmente mi sentii meglio, comodo e più sicuro. Non mi avevano mangiato, almeno.

Scandurra in più di un'occasione mi ha assicurato che in caso di estremo pericolo, avrebbero vegliato misteriose intelligenze soprannaturali. In ciò confido. Ogni religione tradizionale asserisce tale verità, ma se si escludono pochi fortunati o prescelti che ne hanno fatto esperienza diretta, il resto dell'umanità alle soglie del duemila deve ancora aggrapparsi alla fede. Leggo sul Giornale dei Misteri dell'approssimarsi di un'Età dell'Acquario, di psicotematiche, di messaggistica medianica che preannunciano grandi cambiamenti che riguarderanno tutti. Non ho motivo di dubitarne. So dell'esistenza di universi paralleli per esserci andato, di mondi abitati da esseri come noi o quasi, dagli intenti diversi ma in buona parte positivi, costruttivi, dotati di eccellenti qualità etico-morali. Tali premesse fanno ben sperare in un possibile contatto tra i mondi, in special modo noi di Madreterra con le altre civiltà stellari. Una rinnovata visione cosmica è necessaria, anzi, di vitale importanza per noi uomini del XX° secolo. Abbiamo dimenticata la nostra vera origine, senza per questo sottovalutare la responsabilità di una élite segreta che ha soppresso la conoscenza per dominare i popoli, sta di fatto che non possiamo rimanere ciechi e sordi e continuare a vivacchiare, senza orizzonti, privi di speranze e progetti. È tempo di cambiare. Sento forte in me l'esigenza di gridare ai quattro venti che esseri incredibili popolano i cieli, che da quando esiste il mondo ci fanno visita, e per comunicare con loro non ci vogliono requisiti speciali o raccomandazioni politiche. Sono disposto a donare all'umanità gli strumenti per accedere all'arcana struttura parallela: le botole scandurriane. La responsabilità già l'avverto. Il peso forse mi schiaccerà. E se alcuni ne facessero un uso improprio? Se i potenti che governano la Madreterra, prendessero con la violenza gli accessi interdimensionali? La storia ci insegna a dubitare di chi vuole decidere per gli altri. Tuttavia, certe conoscenze non possono rimanere nascoste e sottratte agli uomini per troppo tempo. L'energia dello spirito come un fiume carsico emerge all'improvviso, si incarna e spariglia i rapporti di forza. Forse l'era nuova porterà nuova libertà, lo spirito si riprenderà il posto rubato dalla cultura del profitto. Forse.

Mentre mi accingevo ad uscire dallo spogliatoio, una vibrazione sinistra risalì dal coccige fin su il cervelletto. Perché quella visione edulcorata dell'èra acquariana si scontra con una realtà complessa, bipolare, manichea. A margine del visibile, vive un mondo pieno di forze diaboliche, un mondo che possiede le proprie leggi e interferisce nelle esistenze umane. Una dimensione oscura confina e si mescola con la nostra e da essa provengono entità terrifiche, distruttive, capaci di entrare nell'uovo-anima di soggetti particolarmente predisposti, oppure di influenzare e indurre donne e uomini a compiere i più spregevoli misfatti. La nuova èra se deve giungere dovrà prima cimentarsi con un passato che non passa. Nulla è scontato, niente è già deciso.

L'attendente che mi aspettava non sembrava proprio un soldato. Aveva l'aspetto e il fare da prete, con un abito talare rosso lungo fino alle caviglie, il volto giovane da seminarista con un taglio di capelli 'all'Umberto'. Mi sorrise e arrossì, fece un cenno ad indicarmi di seguirlo. Così feci. Il suo passo spedito, nervoso mi obbligò quasi a correre. Attraversammo corridoi, pianerottoli, salimmo scale dai gradini antichi fino ad arrivare ad un enorme salone di stile medievale terrestre (forse il medioevo era uguale dappertutto?). Alle pareti vi erano agganciati spadoni, appese picche, appoggiati al muro scudi dai blasoni colorati con scene di guerra o con animali esotici. Vi faceva bella figura pure una testa di bestia a metà tra un leone e un cinghiale, forse trofeo di caccia. Un tavolo rettangolare 3 per 15 era posto al centro della sala ottagonale, dal soffitto altissimo. Insomma, la scena era tutto meno che strana. Un castello, semplicemente. Questa era la mia prima impressione. Il prete mi indicò una grossa seggiola legnometallo a capotavola. Lui si allontanò in tutta fretta. La luce filtrava attraverso il vetro colorato e disegnato di un finestrone a forma di losanga. Appoggiai le mani sul tavolo, era freddo e al tatto sembrava gommato. Intanto, la mia mente cominciava a viaggiare con le ipotesi. Cosa mi sarei dovuto aspettare? L'Ombra si sarebbe ricordato che ero un allievo del suo amico/nemico Scandurra? Cosa voleva da me e cosa avrei potuto dargli? Mi convinsi, comunque, che non mi avrebbe fatto del male. Mi sembrava l'unico dato certo. E poi, il maestro non mi avrebbe lasciato lì, in balia di persone ed eventi minacciosi. È un peccato morire da giovani quando sembra che la vita e l'universo si spalanchino davanti.

L'Ombra si faceva attendere.

  • Si vede solo ciò che già esiste nella mente. Quante cose sfuggono a causa di schemi... - Con tono sommesso mi fece sobbalzare dalla sedia.

Era dietro di me. Non riuscivo mai ad avvertirlo arrivare. Mi alzai e lo guardai da vicino. Il suo volto era scavato come quello di Edoardo De Filippo, ma con un ghigno persistente e dagli occhi piccoli, fessure terribili che ti scrutavano dentro. L'esperienza di stargli di fronte non era per niente salutare. Ricordai che Scandurra mi diceva di mettermi leggermente di traverso quando incontravo un potenziale nemico o uno sconosciuto.

  • Ottima tattica. Sei proprio un buon allievo di Scandurra.
  • Non deve offendersi, signore. Adotto semplici accorgimenti automaticamente.
  • Da tempo che non mi imbattevo in un inviato di quell'atlantideo. Per giunta un terrestre. La forza, quella vera del tuo maestro, è di non odiare nessuno, nemmeno i nemici più feroci e, ti assicuro, ce li ha a iosa! Ha uno spirito direi unico. Sembra sempre che si trovi per caso in ogni plaga degli universi, mangiando quelle cose oleose e dagli odori pungenti e trangugiando bevande fermentate... poi che fa? Risolve situazioni tra le più ingarbugliate ed evita pericoli immani con la stessa facilità con la quale addenda il pane unto che conserva sempre in quelle tasche infinite. È nato così. Un miracolo in carne ed ossa. È impossibile ucciderlo o ingannarlo. Forse solo se lo decide lui...

Lasciò quella frase in sospeso. Che voleva dire? Devo sottolineare che l'Ombra parlava un italiano con una inflessione mai sentita prima. È banale ciò che dico, lo so. Non riesco a spiegarmi bene quando devo descrivere fatti gente cose così estranee al nostro comune sentire. A volte sembrava uno di noi, altre un essere così lontano dalla nostra esperienza umana. Eppure, vi era qualcosa in lui che lo rendeva comune alla razza da cui provengo. Chi era realmente l'Ombra? Il diavolo così come è descritto dalle teologie? O un uomo che ha tradito l'umanità?

  • Come era il mondo prima delle tenebre? Lo sai, Angelo? La nostra schiatta ha una grande nostalgia, malata, degenerante. Soffriamo della mancanza di ciò che non abbiamo mai posseduto. Allora distruggiamo tutti i nodi divini che vi collegano ai cieli e rendono la vostra natura luminosa. Siamo malvagi? Oh no, questa è una categoria banale. È qualcosa di più blasfemo. Si agita in noi la volontà di far strage di ogni essere, creatura che abiti nei nove universi, per rimanere soli, non per sostituirci al Dio che conosci, ma per essere amati come unici figli rimasti, almeno per una unità di tempo. Non potrebbe altresì condannarci, sarebbe contro la sua legge. Farebbe risorgere ogni essere e creatura da noi uccisa, rendendo cento al posto di uno per ogni sofferenza e dolore patito dai suoi. Facciamo il male a fin di bene... Siamo in realtà costruttori di paradisi nel momento in cui distruggiamo tutti. Attori consumati nel teatro dell'infinito, a cui è toccato il ruolo più odiato ma pure necessario. La genialità dell'errore sta in questo. Assumere una identità contraria a tutto in modo da liberare dall'errore e dalla tentazione i più fragili, portando il carico più pesante del cosmo. Stiamo perdendo anima, gradualmente, inesorabilmente per questa opera immane. La paghiamo con dignità, consapevoli della fine.
  • Se ho capito bene, in fondo lavorate per il Creatore in un compito infame ma utile.
  • Gioco al rapace che si trastulla con la preda impotente e per rendere più interessante la caccia si traveste da suo simile. Seguimi che ti faccio vedere come la mente inganna e come brucia l'inferno. Lo promisi a Scandurra di trasmettere la conoscenza delle tenebre ad un eventuale apprendista. Sul sentiero si incontrano ostacoli inaspettati, ma solo in apparenza nuovi. Le forme cambiano spesso, il fuoco che le anima è sempre lo stesso.

Ci avvicinammo presso una porta rossa di ferro. Lui pronunciò bisbigliando alcune parole. Nell'occasione non utilizzò il mio idioma, ma una lingua lontana, dal suono arcaico.

Radenà zaril nardùk … assal denda magalat
anedàr liraz kudràn … lassa adned talagam

La portà però non si aprì, come invece mi aspettavo. Fu il pavimento a lastroni marroni ad allungarsi e tutto si fece più esteso. Le mura, il soffitto, le cose, si dilatarono o forse noi ci stavamo allontanando. Difficile a dirsi. Incominciai a preoccuparmi. L'Ombra si chinò e colpì terra con un pugno. La scena rallentò gradualmente fino a fermarsi. La porta rossa sembrò dischiudersi con uno scatto, come da un comando elettrico. Mi precedette e io non potei fare altro che seguirlo.

Per troppi secoli il potere di una minoranza ha negato l'accesso alla conoscenza; le chiese perdono terreno, la fede diviene un fatto sentimentale e le montagne non si spostano più. Certi libri di magia e occultismo, son giudicati fandonie per fessi e paranoici, ma anche il più misero e cialtronesco di questi racchiude una verità fondamentale, più di ogni testo di scienza accademica, più di ogni trattato sociologico e studio psicologico. L'analogia, ossia l'azione a distanza senza l'uso dei sensi e di mezzi ordinari, è la base della magia. Simboli e figure mitologiche sono schemi d'energia, porte che dischiudono saperi e cose di altri piani. Forze cosmiche ci mantengono in vita e sottili rapporti sussistono fra mondo corporeo e mondi incorporei. Se vogliamo riascoltare i cieli e la terra dobbiamo farci sempre più sottili, perdendo i metalli che compongono il nostro ego e fonderci con il soffio della vita, e vibrare nell’eco dell'antico suono. Se il mio cuore vibra in frequenze più alte ciò aziona un processo analogico nel cuore del mio prossimo. Se vibro evoco forze superiori. Ogni manualetto di magia pratica ci insegna queste semplici e decisive realtà. Ma quanti gli danno retta? Chi si mette con pazienza e costanza a far pratica?

Ho letto un libro dal titolo 'Ciclomanzia' che promette poteri paranormali attraverso gli esercizi di immaginazione guidata. Ho illustrato il contenuto a Scandurra: mi ha confermato la bontà delle tecniche ivi descritte, sebbene critica l'uso che l'autore indica. Alcuni credono di intercettare la possibilità di acquisire poteri e allora si impegnano fino allo spasimo per provare e riprovare tecniche: se l'intento è quello del profitto, sarà un fallimento. A nulla valgono le raccomandazioni di maghi e alchimisti. L'uomo moderno è desideroso di potenza, di capacità extraumane onde influenzare il prossimo per squallidi fini. Poco gliene verrà. Sarà un portatore di larve e di mestizia.

  • Non accendere la tua luce, se non vorrai esser sbranato dal mostro in perenne agguato – così mi ordinò il negromante.

Scandurra invece mi esorta a evocare il lumen per meglio vedere e attingere energia vitale. L'Ombra vuole ingannarmi o mi mette alla prova? Che cosa devo fare? È una tattica? E poi di che mostro parla? È una prova mentale?
Varcai la porta rossa e storzai, sussultai perché mi trovai di fronte ad una belva dal collo taurino e dalla testa di felino, il suo corpo tozzo e grigio era senza peli. Grosso come un vitellone, l'animale si trovava appollaiato su di un piedistallo cilindrico di roccia, posto in una grotta verde smeraldo grande come un garage. Emetteva un ringhio sfiatato, e si leccava il muso con una lingua rossastra. Ero ad un bivio: scegliere se usare il lumen o seguire il consiglio dell'Ombra, che tra l'altro era sparita. Optai per il lumen e la bestiaccia mi ruggì contro con tutto il suo fiato. Un puzzo orribile mi investì insieme alla saliva, che scoprii essere urticante. Il viso, il collo e le mani erano piene di bolle, dopo pochi secondi. Cercai di togliermela di dosso, invano. Mi bruciava tutto e mi grattai spasmodicamente. Cavolo! Forse aveva ragione il padrone di casa, non avrei dovuto esibire i documenti, cioè il mio potere luminoso. La bestia si lanciò su di me. Tremavo così tanto da dissociarmi. Era a pochi centimetri da me, ormai. Non riuscivo nemmeno a scartare di lato, la paura mi paralizzava. Temevo di non essere pronto di fronte ad un pericolo: attraiamo gli eventi secondo la nostra natura.

Un colpo a mano aperta colpì irrimediabilmente il bestione sul collo, schiattò per terra a pochi centimetri dai miei piedi. Scandurra allontanò con un calcione l'animale.

  • Non rimpiangere di non aver dato ascolto all'Ombra. Quello lì, se gli viene fatta bene, ti fotte. Tutto è prova dice lui... certo, ma ci sono pure le fregature, i frutti velenosi. Ovunque tu spanda il lumen, noi lo avvertiamo.

Abbracciai con tutti i sentimenti quell'uomo incredibile. Quando c'è bisogno, eccolo spuntare.

  • Allora non era un inganno mentale quella specie di leone?
  • Macché, era una bestia bastarda che se avesse potuto ti avrebbe sgranocchiato come un croccantino. Angelo mio, 'sto posto è diabolicamente satanico... non so se ti ho reso l'idea. Ora andiamocene, è meglio. Sarà per un altra volta la gita turistica.

Uscimmo dalla porta rossa verso il salone. Il mio maestro ruotò per alcuni secondi le dita della mano sinistra in senso orario, emise uno strano verso e poi corremmo via verso l'uscita. Ovviamente Scandurra aprì una botola transitoria, quelle di passaggio breve, che si trovava non so per quale magia accanto agli scudi poggiati al muro.

Vibrazione ronzio nausea antigravità... eccoci in un boschetto lussureggiante di piante fiori alberi dai più svariati colori. Scandurra mi consigliò di abbandonare gli abiti, se non volevo rischiare di essere seguito dall'Ombra.

  • Ha un naso eccezionale quell'essere. Ti sente anche se stai su di un altro pianeta. Dietro quel frattone ci sono degli abiti. Non sono italiani, certo, ma comunque svolgono bene il loro compito.
  • Va bene, vado e mi cambio.

Mi svestii in tutta fretta e aprii il sacco dove c'erano i nuovi abiti. Già, una calzamaglia verdastra e stretta, un giubbotto di pelle marrone e un paio di stivaletti dello stesso colore, morbidi. Sembravo un paesanotto medioevale vagante in un altra dimensione. Pazienza. Uscii dalla fratta ma di Scandurra nemmeno l'ombra. Si trovava penzolone sul ramo più grande di un albero vicino, tentava di prendere un grappolo di bacche arancioni.

  • Sono buone, sai? Dolcissime e ti daranno pure forza. È quello che ti serve.

Le staccò con forza e ridiscese con insolita agilità. Me le porse. In effetti erano buonissime, assomigliavano alle amarene. Le mangiai tutte con una certa ingordigia e come per incanto le bolle e il prurito sparirono in pochi secondi. Poi Scandurra sbottò in una risata senza freni.

  • Ma ti sei visto? Sembri un ballerino con le palle al fresco.
  • Mi hai rimediato una cosa assurda. E poi mi sfotti pure. Che devo fare. Qui dove trovo dei negozi di abbigliamento? - feci io un po' seccato.
  • Torniamo a Deya e ti porto in uno spaccio fornitissimo, dove puoi trova' 'gni cosa. Vestiti, cibarie, radioline, armi. Tutto quello che serve a dei viaggiatori come noi. Mi fanno credito, sai, sono un eroe nazionale. A Viterbo non conto una sega, in questo universo mi son fatto una posizione. Eh eh.
  • Quanto dista la città?
  • Se camminiamo senza fermarci, impiegheremo due giorni. Se faremo delle soste, meno di una giornata.
  • Come? Ma perché non usiamo la benedetta botola?
  • Ti perderesti il meglio. Non possiamo usare sempre la via breve, camminare è un'arte, si impara molto passando su sentieri mal frequentati. E poi, vuoi mettere i pericoli, i trabocchetti, gli oscuri dietro ogni fratta o grotta, zingari felici che spargono malinconia e ladri furbacchioni, pezzi di merda e abitanti dei regni intermedi. Se vuoi accujarti prendiamo il sottopasso cosmico, ma fidati, ci divertiremo per strada. Non temere, al limite sparisco e poi ricomparo.






domenica 4 dicembre 2011

I GRANDI DELLA STORIA RECENTE

LO ZAR DI TUTTE LE RUSSIE: C'È POCO DA SCHERZARE

LE IDEE CAMBIANO...E QUALI?

INVOCHIAMO SAN GIORGIO

DECLINO DI UN LEADER CHE SI CREDEVA UNTO DEL SIGNORE, MA GESÙ È UNICO. L'OCCASIONE MANCATA DELL'ITALIA

UN GIOCATTOLAIO CHE SI CREDEVA GENIO E VATE. SOLO UN MOZZICO DI MELA

MAI FIDARSI DEGLI ALEMANNI: VANNO TENUTI LONTANI DALLE FRONTIERE

UN MILITANTE CHE SI CREDE ARTISTA

UN ARTISTA CHE SI CREDE MILITANTE

UN PEZZO DELLO STATO

LA SOLITUDINE DELLA CATTOCOMUNISTA

LO STILE È L'UOMO: LA RIVOLUZIONE MANCATA

L'ODORE DEI SOLDI

ATTENTO ALLA KRYPTONITE: L'UOMO DEVE ESSERE SUPERATO


KENNEDY ERA SU DI UN ALTRO LIVELLO

NAPOLEONE ERA SU DI UN ALTRO LIVELLO

SQUADRA E COMPASSO PER RICOSTRUIRE L'ITALIA...

RITORNIAMO ALL'ESSENZA DEL VANGELO ETERNO, SUA SANTITÀ

FELINO SCANDURRIANO: IL GATTO DELLE SABINE

CHECCHÈ NE DICA IL CHE, LA RIVOLUZIONE È FALLITA. GRAZIE A DIO