Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

domenica 17 agosto 2014

ALLE FRONTIERE DEL TEMPO







LA CONOSCENZA E’ DIETRO L’ANGOLO. LA SFIDA E’ SAPERE DOVE SVOLTARE.
I misteri vivono in superficie. Dopo aver trascorso 10anni a fianco di Scandurra, ogni santo giorno, sperimentando, trasmettendo, vivendo a pieno regime, certe strutture mentali sono ormai plasmate, certe storie sono rimaste cablate nelle sinapsi. Di quei formidabili anni ho appreso la capacità di varcare i mondi e la tendenza a pensare sempre largo, larghissimo, e a non aver paura di tutto quello spazio. Ho anche imparato a guardarmi le spalle e, se permettete, vi dò un consiglio: attenti, un Adam Kadmon è già lì pronto ad imbonire e buttare in vacca la potenza di un immaginario strepitoso. Non vi fate rubare l’immaginazione. Cercate la verità senza mediatori. Ricordate che un’immagine fatta seguire da una carica di energia emotiva, diventa una bomba. Magia pura. Tutto il resto è noia.
Nell’esperienza mitobiografica che facemmo noi dell’anonima, c’era un problema antropologico di fondo: che il mito rappresenti un ordine egemonico del discorso va bene, ma che quest’ordine, secondo gli intellettuali, rimandi unicamente alla giustificazione del potere, risponde a un’interpretazione pan-politica della cultura, che elimina ogni possibilità di fondazione che sia comunitaria e non dispotica. È senz’altro vero che da parte nostra c’è una presa di distanza dalla Tradizione come Reazione. Noi non vogliamo ri-fondare nulla, ma ri-trasmettere il nucleo essenziale della conoscenza, libero da tentazioni ideologiche e politiche.
Il contenuto (all’osso) del blog è che certi saperi non vanno riservati ai sapienti, non temo una loro eccessiva circolazione. Purtroppo c’è già, o si sta sempre formando, una cricca di presunti saggi che lavorerà per noi, così affermano, lavorerà per scongiurare una Hiroshima planetaria, e rendere impossibili nuove Auschwitz.
Io non dico al lettore, come nelle facili trappole acchiappagonzi: tu sarai “in”, farai parte di coloro che sapranno, qui c’è la ricetta, qui ci sono le istruzioni, sintonizzati sul mio canale. Sia chiaro che tu ed io siamo “out”, nel senso che ben poco potremo cambiare in questo mondo. A meno che… Posso aiutarti a cambiare te stesso se lo vuoi veramente, poi dovrai camminare senza grucce. L’idea di incidere a livello globale, non solo è utopica ma pericolosa. I rapporti di forza sono sbilanciati a favore di una cultura totalitaria che conserva per sé conoscenze ed energie. Ci fanno credere di essere gli unici in grado di custodirle, per il bene comune. In realtà il Sistema è perfettamente conscio che mantenendoci in questa perenne posizione subordinata, ci obbliga a delegare ogni scelta. Viviamo in libertà vigilata e lasciamo ad altri il compito di gestire la nostra vita. Non ci sono più regimi politici, partiti di destra o di sinistra; un unico blocco ermetico a prova di rivoluzione, governa incontrastato. L’esoterico è emerso, la fantasia è al potere e a noi ci inibiscono l’immaginazione.
Se non dobbiamo guardare al passato, favoleggiando su impossibili recuperi dell’originario nella forma del politico, come evoliani neopagani e guenoniani vorrebbero fare, salviamoci comunque dall’accettazione acritica della modernità.
Con Il Grande Ignoto mi sono ripromesso due cose, ma non so quanto ci sia riuscito:
1) evitare il tono oracolare;
2) divulgare, che contenuto e stile non siano in contraddizione; divulgare sempre, perché il sapere va trasmesso senza distinzioni.

Sono per la socializzazione dei saperi. E dico al lettore: io sono al tuo stesso livello, ho soltanto avuto l’occasione fortunata di incontrare un maestro-non-maestro e ricevere energia e sono uno a cui piace trovare collegamenti tra cose apparentemente slegate. Discutiamone insieme.

SPIGOLATURE NEI CAMPI DELLA CONOSCENZA
Le pagine che seguono non hanno nessuna pretesa di formare un testo organico. Non ne sarei nemmeno capace. Riflettono la frammentarietà che le ha ispirate. La Vita di ognuno di noi può essere raccontata solo a stralci, episodi significativi o ritenuti tali. Siamo fatti a capitoli e solo uno è a nostro appannaggio, il resto è già scritto da qualcun altro. Ciò che conta è capire come riempirlo, o meglio, accenderlo.
Ormai chi mi segue con pazienza e determinazione, si sarà fatta un'idea di fondo sui concetti principali del blog. Di seguito ce ne sono altri, alcuni noti e altri nuovi.

Siamo inzuppati nel pensiero, come gli orosaiwa nel cappuccino e se fossimo meno fessi e liberi dai condizionamenti del sistema, avremmo già vinto il tempo, lo spazio e la gravità. Fatti per volare non per scendere.

La magia: tutte le conseguenze fisiche del pensiero.

La stregoneria è l'arte di produrre danni a distanza mediante cause non fisiche.

Magia è la Natura, Stregoneria è l'ambiente.

Eros lo troviamo negli affreschi sacri più famosi (su tutti la Cappella Sistina), basta guardare con occhio diverso. Eros l'intermediario: Medium, Media, Medi, Parsi, Phersu (la maschera del Nume), Persona.

Oggi Atene trasloca a Londra e Sparta trasmigra in Scozia. Gli scoti vogliono con tutta l'anima l'indipendenza dal Regno Unito, tengono enormemente alla loro identità; sembrano anacronistici, fuori dal tempo in tempi di mondialismo e di Unesco/Unisco. Ma sulle highland si respira un’altra aria e Crono non arriva alla stessa velocità di Greenwich. L'antica Caledonia vuole recuperare il tempo perduto. Alba si tinge d'Oro. Sean Connery è più che mai deciso a cavalcare il destriero dell'orgoglio scozzese, meglio di un film. Un altro tipo anacronistico è l'attore e regista Mel Gibson, maledetto dalle centrali del dispotismo democratico d'Occidente. Egli è accusato di aver riproposto al cinema William Wallace, un patriota ed eroe scozzese impavido avversario degli inglesi e, peggio ancora, ha osato mettere in scena le ultime ore di Cristo, che scopriamo incredibilmente torturato e ucciso dai potenti dell'epoca. Ma come, nel Vangelo dei preti progressisti Cristo è morto di freddo. Il solito cattolico reazionario che ci vuole “atterrire” con la verità. Il nuovo messia laico è Obama, uno che sa stare al mondo, Nobel per la pace malgrado gestisce l'arsenale più potente della storia dell'umanità conosciuta. La Scozia è il primo flebile segno, prima del boato planetario.

L'invenzione dell'elettricità è servita allo sviluppo su scala mondiale delle banche prima ancora che dell'industria.

Il 2014 è l'ennesima crisi che arriva a distruggere l’equilibrio che avevamo conservato. Alla fine di tutto non vi saranno che onde di energia sempre più deboli.

Nell'Ottocento l'elettricità era un mistero collegato ai fulmini e allo strofinamento. Oggi è un mistero collegato al cancro.

CRONOENERGETICA
Uscendo da un negozio nel quale si era recato per acquistare un dopobarba, un signore di mezza età, serio e tranquillo, si accorse che gli avevano rubato l’Universo. Al posto dell’Universo c’era solo una polverina grigia, la città era scomparsa, scomparso il sole, nessun rumore veniva da quella polvere apparentemente del tutto abituata al proprio mestiere di polvere”. Centuria di Giorgio Manganelli

Qualunque sia il percorso cognitivo che scegliamo di compiere, dobbiamo adattare i nostri concetti all'esperienza. Il Tempo è l'oggetto del mio scritto, ma non mi limiterò soltanto a parlarvene, mentre state leggendo lo sperimenterete. Beh, intanto affronterò l’argomento non da filosofo, perché dovrei appartenere a qualche corrente culturale e odio gli spifferi e poi, gli unici specialisti che apprezzo non hanno scuole e non fanno testo (Luigi Podestà e Lorenzo Giusso), e nemmeno da fisico, non ho fatto studi regolari, sono un irregolare per principio e pure obiettore di patente. Lo farò alla mia maniera.
La storia umana è avida di futuro, ma l'uomo è abisso di passato. Le zone di confine le oltrepassiamo purché saremo in grado di rinunciare a ciò che ci lega all'entroterra. I grandi cambiamenti, singoli e collettivi, richiedono tutta l'energia a disposizione e, spesso, non è sufficiente. Siamo legati mani e piedi a strutture mentali prefabbricate da una civiltà in declino, superba quanto idiota, e per andare oltre, per avvicinarci alle zone di confine, dovremo rivolgerci alle potenze ancestrali che dimorano, in esilio, dentro di noi. Ne saremo capaci?
C’è una regione non particolarmente grande nell’intersezione dei Nove Mondi, dove staziona l’energia che produce il Tempo. Già, non c’è cosa che non derivi da una forza. Il Tempo ci arriva, perciò, ed è aperiodico fino ad esaurimento scorte. Non è un flusso costante, quindi, e l’ho potuto constatare in tanti “momenti” della mia giornata: consumo meno tempo o addirittura niente, se la mia mente trova una breccia nel presente, il mio stato di coscienza si espande per una qualche ragione e copre lo spazio dove il tempo dilaga ordinariamente. Ho potuto constatare alcune caratteristiche peculiari del Tempo (in seguito anche solo T.). Esso non si diffonde come la luce, ma appare subito ovunque. Sembrerebbe che il T. unisca noi con tutte le cose dell’universo.

Vado per scatti, ripetizioni, digressioni, rientri, assoli, insomma uno jazzista dell’anima alla John Coltrane.

Con lo spazio e il tempo noi descriviamo il sensibile e l’azione della coscienza in esso. Spazio e tempo sono prodotti psichici, che la mente relativizza in situazioni di confine e annulla quando l’attenzione è volta in interiore.
A causa della globalizzazione del pensiero, ci sentiamo sempre più soli e manchiamo di integrazione con noi stessi. Abbiamo rimosso una porzione della nostra totalità, quella più importante, e ne paghiamo le conseguenze sotto forma di nevrosi e somatizzazioni di ogni genere. Lo spazio e il tempo diventano per questo motivo sempre di più categorie “prigione”. Non riuscendo a vivere totalmente, secondo le potenzialità magiche presenti, benché in esilio dentro di noi, gli angusti limiti in cui gli oscuri ci hanno relegato non ci consentono di vedere/sentire oltre i sensi. Viviamo col freno a mano tirato, sempre in riserva, per cosa poi?
Dicevo delle caratteristiche del T.. L’energia-T è più densa vicino al ricevente di un’azione ed è più debole nei pressi del trasmittente. Se tiro una freccia verso un bersaglio, consumo meno T.. Rarefatto, quindi, vicino alla causa e denso vicino all’effetto. Ed ora veniamo al punto. Ho potuto verificare nel corso degli anni che il pensiero ha un rapporto con la densità del Tempo. Se aumenta la frequenza del mio stato mentale, in virtù di qualcosa che ha a che fare con significati emotivi, animici, spirituali, se contemplo un quadro di Caravaggio o un tramonto viterbese, o quando mi faccio sommergere dalle onde di forma della cattedrale di Chartres, o ascolto Selling England By The Pound; beh, si alza la frequenza e percepisco pure un mutamento della densità temporale. Perfino a livello geografico posso constatare tale fenomeno. A Nord il T. è più denso e le facoltà sopite della mente sono più libere di manifestarsi. Più vivi in uno spazio libero, con poche cose, e più denso è il T.. Materia e gravitazione influiscono sulla densità del Tempo. Un consiglio: liberate la vostra stanza da orpelli, da oggetti che non usate abitualmente, siate spartani non vi fate infinocchiare da Ikea. Insomma, ogni energia genera una corrente che interagisce a gradi diversi sulle cose e sul vivente. Leggetevi Lettere dal deserto, di Carlo Carretto, è un buon compendio sul recupero di uno stato interiore altrimenti smarrito e del tempo completamente dilatato, quasi fermo che si realizza in condizioni estreme. Interessante è pure il libro di Piero Camporesi, La casa dell’eternità, sui territori perduti del mito contro una modernità ubriaca di eccessi sensoriali.
Sempre a proposito del Tempo. Esso si manifesta come una sequenza di eventi e di pensieri che può essere però interrotta. Percepire il T. è prerogativa della nostra mente perché vincolata da s/t. Se riuscissimo a togliere dalla nostra mente la contrazione spazio/tempo, la consapevolezza si espanderebbe in Coscienza: l’atomo infinito si fonderebbe con la sua Realtà universale. Normalmente ciò che è inseparabile viene diviso dalla mente, quindi la nostra stessa vita è condizionata in maniera determinante. Ma se vivo un momento felice il T. si consuma velocemente – stato di intensità -, ma se il momento è difficile, triste e doloroso il tempo è lunghissimo. Se mi annoio il tempo è lungo, se mi diverto diventa corto. Il Tempo è elastico, io lo individualizzo a secondo del mio stato interiore, lo contraggo o lo allungo. Dire che il T. sia soggettivo, non rende bene: esso è consumabile, spendibile relativamente al mio movimento interno e ne usufruiscono anche le persone che mi stanno vicino. Se lo consumo vuol dire che sto bene, se lo attendo esso non trovando resistenza mi sfianca e quindi vivo male. Se non sono attaccato alle cose, non vengo consumato dal tempo, perché libero dai lacci del divenire, evito le onde delle dissipazioni terrene.
“Il mio Regno non è di questo mondo”, ci ricorda Gesù, è un luogo-nonluogo non soggetto alla struttura limitante s/t e chi lo cerca entra nella casa dell’eternità. Gesù ci ha dato una formidabile verità, né teologica né filosofica, ci ha indicato una breccia, una coordinata fantastica per entrare nel Regno di Dio, aggiungendo un ulteriore dritta: che esso è dentro di noi. Che significa? Beh, non cerchiamo unicamente gerarchie umane e istituzioni, poiché il Regno ce lo abbiamo vicino al cuore, in quella particella divina, quell’atomo infinito. Il Vangelo è un manuale di cosmonautica interdimensionale, un libro di istruzioni celeste, altro che trattatello moralistico e compendio di sermoncini ad uso e consumo di bigotti e baciapile: Esso ha una forza rivoluzionaria mal recepita e peggio attuata.
Il tempo non è uniformemente distribuito nello spazio, ci giunge a marea e noi abbiamo facoltà di uso a tal punto da limitarne la sua energia abrasiva.

SPIGOLATURE NEI CAMPI DELLA CONOSCENZA 2
I nemici dell’uomo sanno che distruggendo l’integrità dell’adolescente hanno in mano l’arma per il dominio su ogni cosa. Think tank, pensatoi mondialisti, stanno realizzando l’asilo psicanalitico dove i bambini soddisfano, sotto gli occhi divertiti delle educatrici, i loro impulsi sessuali. Ci dicono i progressisti illuminati che sprofondando nelle nebbie asfissianti dell’eros, nello sfogo orgiastico e nella forsennata depravazione si raggiungerebbe la liberazione. Ma di cosa? Come se non bastasse c’è chi teorizza (solo?) lo stupro per fini sacri. Uno sperduto Zolla, tanto amato nei salotti tradizionalisti ma spesso frainteso, proponeva di farsi possedere da un dio (quale?) come tecnica iniziatica possibile per l’uomo moderno. Una nota scrittrice italiana considera l’incesto come fondamento della civiltà. Violare i tabù è l’ultimo atto prima della fine.

La politica esplicita dei leader è riconducibile a quell’azione petulante dei venditori di stoffe, magliari indefessi che suonano mille volte alla porta dei potenziali clienti. Noi cittadini siamo succubi ormai della propaganda e delle trombe della retorica militante. Ergersi al di sopra del sasāra è dura assai, quasi impossibile. Dobbiamo fare i conti con le correnti del divenire, non si scappa. Si fa presto a dire, come sostengono gli epigoni di Evola, che bisogna saper cavalcare la tigre. Quando i servizi pubblici latitano e diventano un intralcio per la vita della gente, l’economia acefala ti stritola e i governicchi ti vessano con tasse e prelievi forzosi dai tuoi miseri risparmi, il clima viene alterato artificialmente e il cibo sulla nostra tavola è modificato contro natura, la disoccupazione dilaga e ti rende un escluso (Scandurra mi diceva “per gli uomini da poco è meglio puzzare che essere poveri”) la vita scivola senza meta, la tecnica ti annichilisce, la malattia decisiva può assalirti senza pietà; a nulla valgono i sermoncini zen di qualche guru convertito, inutile aderire alla fisica dei quanti in salsa new age, né ci consola il catechismo socializzante e orizzontale del papa che piace agli atei. “Risolvere” problemi è termine sbagliato. Ciò che ci affligge silenziosamente è la tormentosa attesa del futuro. Occupiamoci del presente. Il futuro non ci appartiene e tutto quanto – soldi, potere, legami, sentimenti e persino la fede – viene inventato per fronteggiarlo è un gioco demoniaco. C’è un modo: aggiungendo e straripando. Apriamo i rubinetti mentali e nulla sarà più lo stesso. La rivolta sarà invisibile ma devastante contro ogni forma politica tecnocratica. Ritorneremo all’originario. Utopico? No, ci vuole coraggio e la voglia di rompere le catene.

Noi, dominatori dell’Io, siamo sopraffatti dalla tenacia organizzata dei mediocri. Gli incappucciati adoratori dell’occhio malefico, sono in buona parte psicopatici senza forza creativa, schiavi di ciò che temono, ma sono tanti e costruiscono reti. Li troviamo ben inseriti nel Sistema – Stato Chiesa Finanza – e si aiutano più per convenienza che per lealtà. Un cerchio interno li dirige, ma il 99% degli affiliati non conosce chi gli sta sopra. Soltanto in Italia sono operative mille logge, più cinque segrete. Ogni combriccola consta di 30 elementi. Ebbene, questi illuminati ci governano, ci spiano, e noi fessi nemmeno ne sospettiamo l’esistenza; quando ce lo ordinano andiamo a votare perché nulla cambi, paghiamo tasse sempre più ingiuste, crepiamo ogni giorno senza sapere perché. Siamo democraticamente tiranneggiati dai figli della Vedova, madre più che nota… Beh, certo che avete capito di chi parlo, dei famigerati massoni, non quelli che costruirono le cattedrali dedicate alla Vergine, intendo la loro controfigura recente, la perversa, la mistificante, la blasfema, lucifuga versione moderna. Sebbene non risiedano sulla punta della piramide (vorrebbero farlo credere) i liberi muratori sono abbastanza potenti da guidare l’Europa delle banche e indirizzare la politica degli yankee. Si salva per ora la Russia di Putin ma non più l’India e la Cina non può permettersi di scontrarsi col mondialismo massonico, pena l’esclusione dai mercati internazionali. La cosa che più mi indigna è l’incoscienza di milioni di europei, di italiani in primis, sulle mire dei reali padroni del mondo. Tale cecità è pari alla viltà che donne e uomini mantengono nei confronti delle forze oscure all’opera da almeno tre secoli. Sono dei poveri ignari oppure obbediscono al despota di turno? Non è importante appartenere regolarmente alla Massoneria, conta la forma mentis che una parte cospicua del mondo occidentale assume, la sudditanza verso quei poteri che distruggono la libertà dei popoli, sostituiscono le tradizioni col pensiero unico, minano l’intelligenza, la volontà e il sentimento dell’individuo favorendo l’innesto di influenze del basso astrale. Il Nuovo Ordine Mondiale è un fatto, la nostra libertà è un flebile ricordo.

I marinai ci suggeriscono che il posto più sicuro sia l’occhio del ciclone, il centro immobile attorno al quale girano tutti i vortici.

I nostri studi speciali tentano di rivoluzionare l’attuale malato approccio scientifico e tecnologico alla realtà della materia (energia rallentata), della Terra. Studiandola come un essere vivo e come un organismo del Cosmo. Un sistema di movimenti ondulatori. Di materia che vibra sotto forma di energia e di energia che si plasma sotto forma di materia completando un ciclo ancora sconosciuto.

Finché ci si inoltra nella realtà ordinaria imposta come tale, paure e difficoltà sono quelle ovvie, prevedibili. Le cose si complicano quando si comincia a passare dalla cosiddetta realtà all’Ignoto. Quando ciò che è invisibile avvolge e rende confuso, come una nebbia, ciò che è visibile. Quando ci si deve aggrappare a simboli e a segnali per avanzare. In quei momenti ci si sente come un bambino smarrito in una grande casa buia. E quello è il vero habitat dell’uomo, che l’uomo tenta di ignorare.

L’inconscio è un forziere formidabile che contiene pure fatali sorprese. Il suo polo luminoso attende ancora di essere scoperto e liberato.

Il metafisico francese Guènon si è dimenticato di dirci che Agartha è mobile. Si ritrae all’avvicinarsi del barbaro occidentale, che si impone e agisce nel mondo senza possedere una proiezione sacra. Quel regno occulto si trova al margine del Tempo… scorre via. Cercate i punti di confluenza, i collettori metafisici: possono trovarsi ovunque. Anche dentro di noi. Tuttavia, deve prima raggiungerci un segnale da quella terra alta, altrimenti tutto è vano.

Saper spostare la sessualità fino ai centri dell’essere è la Via del Tantra, e ci vuole una condotta casta.

Il filo d’oro resiste. Non ho perso la connessione col mio Io solare, con la mia autenticità, con la mia missione. Oso perfino fingere di essere più debole di quello che sono. Ho dei piani. Ma la febbre psichica scagliata dai goeti mi assale, feroce, instancabile e mi fiacca, mi piega, fino a rendermi fragile, debole. Già.

Per me la vecchiaia non è ancora incominciata, perché si incomincia ad essere vecchi quando non si è più utili a nessuno.

Questo allenamento al governo di sé, delle proprie parole e dei propri gesti, dell’essere consapevoli dello spazio nel quale ci si colloca e dell’uso che si sta facendo del tempo, proprio e altrui, porta a poco a poco a camminare su una sorta di crinale. Lì, invisibile, corre il filo d’oro di ciò che è essenziale. A noi e agli altri.

Quando auspico la rivoluzione non mi riferisco a quella con la ghigliottina come strumento politico, né a quella bolscevica finita in un mare di sangue in nome del proletariato. La rivoluzione come la intendo io è un processo uni-vivente che dal baco da seta si giunge per metamorfosi animica alla farfalla e poi si vola. Non si spara un sol colpo a nessuno, ma ci si trasforma: è la rivoluzione che fa tremare gli arconti del mondo.

La società, organo del Sistema, si fonda sulla corsa al primato e all’egemonia sugli altri. Una folle gara tra topi: anche se vinci resti sempre un topo di fogna.

Proveniamo da un luogo più reale della vita stessa. La deità in noi splende.

L’Ultima Cena è l’espressione concreta della Sostanza Divina, della riunione dell’unico Pane di Vita, spezzato ma non diviso e distribuito ai discepoli: Gesù, l’Uno, dona alle moltitudini Tutto.

La   f o n t e   s o l a r e  scaturisce e irriga, sgorgano più sorgenti e si moltiplica la ricchezza del fiume interiore. I rubinetti mentali attendono di venire aperti, non con regole e procedure, nemmeno obbedendo a gerarchie teologiche, semplicemente fondendosi con l’energia più grande della Creazione. È un dialogo ininterrotto, tutto sgorga dal di dentro.

Bisogna individuare i due capi estremi di un arco in tensione: Io e Dio. La Soglia sarà così varcata e la Vita e i suoi Corpi Conduttori si risolveranno in purezza di sentire. Sentire è produrre portenti, viaggiare oltre i confini del mondo, strappare al tempo e alla gravità le loro leggi. L’energia crea la corrente e ti lasci attraversare o la condensi. Tutto ciò non per diventare superuomini, ma per assolvere il compito per cui siamo stati creati.

Quanto più un oggetto è materiale, tanto più oscilla lentamente.

La conoscenza è una farfalla notturna.

L’ACCESSO AL MONDO REALE
Abhinavagupta, maestro del shivaismo del Cachemire del X secolo: “Basta parole. Ecco i canti della realtà. Che ci portino verso il loro tesoro nascosto che altri non è che noi stessi”. I pensieri sono cose, dice Scandurra. L’atto del conoscere è incredibilmente concreto. Il pensiero, prima di osservare e commentare il mondo, parla del pensiero stesso che è più grande del mondo e lo contiene. Scandurra non ci parla di concetti, ma opera con entità, mitiche, extracosmiche, trascendentali. Un esempio del pensare per immagini. Le acque del cielo luminoso, che ondeggiano al di sopra della volta celeste, sono le stesse che fluiscono nell’oceano della nostra anima. Attribuiamo, così, valore umano, psichico, ai processi cosmici e valore cosmico, universale, ai fatti psichici: un’unica esperienza che fa coincidere le due sfere. La realtà è parallela, il mondo è parallelo, e noi per aver accesso al mondo reale dobbiamo aprire la porta stellare, le botole interdimensionali, stando al lessico scandurriano. Una breccia. Con cosa possiamo dire: apriti sesamo? Espandendo una piccola, infinitesima particella vivente, quella che ci dà la vita, e che è celata appena sotto al cuore; essa non è percettibile al microscopio né sezionando il nostro corpo. Eppure sta lì, da quando Dio ci ha pensato. I pensieri sono cose. Un atomo infinito che anima, riscalda e illumina la materia che all’improvviso può estendersi in uno spazio senza misura, avvolgerlo. Una ruga si forma nella struttura spazio/tempo. Una breccia si apre e i due mondi tangenti si compenetrano. L'accesso è possibile e comporta la visione del mondo Reale. Appaiono cose stupefacenti mischiate a cose terribili, ma ciò che vedremo è più vero di quanto gli scienziati e i filosofi possano mai concepire.

L’Orientalismo spirituale, o meglio il mercato dello yoga a buon mercato, del buddhismo “fai da te”, i corsi di illuminazione, dicevo la moda dell’oriente non è meno problematica della crisi del cristianesimo. Le strade della California come fuga-programmata-dalla-realtà secondo quanto insegnano all'Istituto Esalen a Big Sur, ma anche la meta-cultura rock della west-coast degli alfieri Grateful Dead con gli interminabili happening acidi, hanno contaminato quanto di praticabile ci fosse per l’uomo occidentale delle antiche culture dell’India. Ai neofiti nostrani manca quella profonda consolazione indiana consistente nel sapere che ogni percezione è inganno, peggio, un inganno autoindotto. Un punto di vista conservato nel concetto indù di Maya. Come risultato, troppi ingenui fans prendono la mascherata per un fatto incontrovertibile. I guru, loro padroni di casa e padri spirituali indiani, non li aiutano ad acquisire la quiete che proviene dalla capacità tutta orientale di scorgere in una pletora di contraddizioni l’affermazione capace, letteralmente, di sgomberare la mente. Passare dalla monomania dell’Occidente alla multimania dell’Oriente è doloroso. È come cambiare sesso. Troppi volenterosi scoprono che cambiare il proprio nome non comporta cambiare i propri organi vitali. Gli scorbutici vecchi signori che vivevano nelle giungle dell’India varie migliaia di anni fa e che produssero Le Upanishad sapevano molto bene i pericoli insiti nel volersi aggrappare a ciò che non si è in grado di sentire. Ecco perché costringevano i curiosi ad attendere per anni prima di rivelare loro, quasi controvoglia, la saggezza, ed ecco anche perché rifiutavano di scrivere tali conoscenze, insistendo affinché fossero trasferite oralmente da maestro a discepolo. È esattamente la differenza che c’è tra l’essere preso a calci nei denti e leggere una descrizione di cosa significhi essere preso a calci nei denti. Taluni la definiscono esistenziale. Ciò che vedi è ciò che sei.
La percezione della totalità giunge improvvisa come una schioppettata, e lo spirito barcolla pieno di invisibile. La visione di questa realtà è talmente intensa da rischiare di bruciare la salute mentale del predestinato, che passerà poi il resto della sua vita a cercare di dimostrare con i miseri strumenti della logica la verità che ha percepito in modo assoluto in un attimo. Vita che dopo quella incommensurabile visione potrebbe anche diventare misera e inadeguata. Credo pure che l’adesione estrema ai principi razionali, al rigore della logica possa in parte essere interpretato come un tentativo di autodifesa della nostra psiche per cercare di esorcizzare le energie che ribollono nel nostro inconscio ed illudersi di tenerle sotto controllo.

NUOVE FORME DI VITA
A noi dell'anonima talenti, consapevoli dei limiti della realtà cui apparteniamo, sin dai primi passi degli anni Settanta, ci è stato richiesto grande discernimento e ancora un lungo tempo di decantazione prima di procedere ad una compaginazione nella vita cosmica. Da quando, il 1971, ho iniziato la vita nuova ho visto nascere diverse comunità, spesso composte di due o tre neofiti, sia in Europa che in Italia: almeno una decina di tentativi falliti e le loro fatiche, sovente preziosissime, sono andate disperse. Non è questo il luogo di indagare su motivi e vicende che non hanno consentito la prosecuzione di quelle esperienze, ma vanno ricordate come richiamo rivolto a tutti: a stagioni di effervescenza e di rigoglio di novità, segue sempre un tempo di purificazione. Ciò è determinante per dare ordine e connessione a realtà così variegate e in movimento. Già solo concepire la Vita oltre le apparenze, e poi, sperimentare nuove dimensioni, comporta una fermezza esistenziale e una robustezza nervosa fuori dall'ordinario. Ve lo garantisco. Dentro/fuori – cioè l'Immersione in Varchi Interdimensionali - è una pratica impegnativa su più fronti, almeno agli inizi, l'entusiasmo e il desiderio prevalgono sul resto, tuttavia sia l'astenia (prima seria patologia rilevata) che l’ipertensione sono effetti collaterali con i quali fare i conti. Nei miei racconti IUS, non ho rimarcato a sufficienza le difficoltà di rientro su questo mondo. Di là è meno gravoso ambientarsi, diciamo così, l'energia è uniformemente diffusa ed è intensissima, ti sorregge, ti ossigena; qui è tutto rarefatto, debole, come se il Tempo avesse sgretolato l'originaria potenza della Creazione. A Terranusi, per esempio, ti senti forte e lucidissimo, ritorni sulla Terra e sei privo di forze e non perché le consumi sull'altro piano come potrebbe credersi, ma ti rendi conto come effettivamente stai. Il dentro/fuori mette a nudo la tua condizione reale su questo azzurro pianeta, che è quella di uomo bloccato, limitato, piegato.
Un altro effetto rilevato dall'IVI, è quello di sperimentare barlumi precognitivi che dimostrano, se ce ne fosse bisogno, che il destino e la rigidità spazio/tempo non sono assoluti. Insomma, ciò che dovrà accadere fra un secondo non è deciso a priori, almeno in parte. Torna il concetto scandurriano che il pensiero è una cosa tangibile, è costruttore di eventi, che dà energia e forma al nostro futuro. L'energia che acquisiamo frequentando un’altra dimensione, è una sostanza sottile, impalpabile, che mantiene le sue capacità anche al ritorno sul nostro mondo, almeno per alcuni giorni. Di cosa è fatta la sostanza sottile di cui vado parlando? È l'alamithal, la forma matrice del pensiero su cui viene fatto il corpo fisico e la base strutturale per compiere le guarigioni considerate miracolose, le percezioni extrasensoriali e altre facoltà straordinarie. Ogni pensiero produce un'onda di alamithal. In altre dimensione la sostanza sottilissima è diffusa ovunque e ad alta intensità, perché i popoli sono veramente liberi, nel loro interno fluisce copiosamente il potere della mente che inonda tutto; solo da noi la forma matrice è peregrina a causa della distorsione mentale dell'umanità, ma ci sono eccezioni. La mia non è una interpretazione, è un fatto: l'uomo attuale è contorto e limitato mentalmente. I famigerati rubinetti mentali, nella migliore delle ipotesi sono interrotti e quindi chiusi. La mente degli esseri di altre dimensioni – in gradi differenti di intensità – funziona come un piccolo pozzo di pensiero, immerso nel grande oceano dell'energia pensante, l'alamithal.
Eppure millenni fa, ci avevano insegnato la retta condotta. Noi siamo ciò che pensiamo, nel senso letterale. Tutto quello che siamo nasce dai nostri pensieri. Gesù ci dice ogni giorno: chiedi e ti sarà dato; se hai fede, cioè se sei ben disposto, aperto, connesso, nulla ti sarà impossibile. Purtroppo sofisti-preti–politici-mercanti ci hanno impedito di essere quello che veramente siamo, dei creatori, in cambio di che cosa? Di una vita effimera, precaria, piccoli banali automi che annaspano senza bussola.
La sostanza intrinseca della nostra mente, il pozzo nell'oceano, la parte che contiene il tutto, non è isolata, ma partecipa alla realtà in maniera eminente, decisiva per la Vita di ogni essere. Questo concetto non è nuovo, è lo stesso che troviamo espresso nell'affermazione evangelica “il regno dei cieli è dentro di voi”. Per conoscerlo dobbiamo lasciarci dietro il regno fatuo del mondo, riduzionista, materialista, il vecchio regno dove viviamo come sudditi. Difficile a dirsi, eh? Non è certo facile far tacere il rumore di fondo della mente, bloccare o deviare il traffico di idee che arrivano ininterrotte attraverso la rete stradale della psiche, e incominciare a viaggiare dentro di sé: complicato. Eppure è alla portata di tutti. Questa è una mia battaglia concettuale. Il pozzo oceanico, il Regno di Dio è presente in ognuno di noi e non è prerogativa di pochi eletti, fortunati per chissà quale configurazione astrale. Tutti noi possiamo attingervi grazie ai talenti, quelli sì variabili in numero e qualificazione. I talenti sono doni, e per ragioni che noi uomini non possiamo comprendere, sono elargiti in misura diversa; detto questo, non c’è motivo né alibi per non perseguire il Risveglio, la capitalizzazione di questi doni incommensurabili. I talenti sono strade, canali preferenziali che attraverso i rubinetti, una volta aperti, formano correnti mentali che si allargano a dismisura, permettendo così di connettersi al pozzo insondabile ove tutto è conscio e tutto è Uno. Il primo passo per la grande avventura della coscienza, è di compiere un profondo spostamento di attenzione. Siamo fra picchi e abissi, cadute e ascese. Si tratta di svuotarci dalle consuetudini, rifiutando quel processo serpentino di acculturazione che ci allontana progressivamente dalla sorgente. Spostare l’attenzione: tra spirito e sensi si innesta un nuovo equilibrio. Così i sensi confluiscono nel centro del puro pensiero, assorbendo quell’etere sottile, l’alamithal, l’elisir che inconsciamente cerchiamo da quando siamo nati, confinandolo ai giochi dell’immaginazione. Impariamo ad usare i sensi dell’esistenza uniti ad un altro, la quintessenza, che li fonde aumentando il livello. Si allargano le risultanze di antichi confini da superare, come quello di pensare insieme agli altri. Cessano le ostilità. Ci accorgiamo che per il vecchio Io, tutto era complicato e la razionalità prepotente. Ora, ogni elemento si coagula nell’essenza. Sembra una favola, invece è la realtà e noi ci siamo appena entrati. Ci vestiamo di chiarità e ci svestiamo delle abitudini, ma soprattutto ci disincagliamo dall’Ombra che ci impedisce di prendere il largo.
La mia esperienza? Rapsodica, purtroppo, ma vivaddio, stupefacente. In quei frangenti incredibili, sento di avere un senso unico che tutti gli altri ingloba, come uscire da un veicolo spaziale e sentire di essere il fondo di ogni essenza pulsante. Emerge una vibrazione che invade ogni fibra superstite e irrora la mente, pensiero per pensiero. Ecco, mi sento investito da un’onda luminescente, vibrante, tiepida di benessere. Emerge il ricordo dell’utero materno, ma senza la fretta di uscire. La Vita finalmente comincia. Caspita, capisci che prima eri un dormiente. Ora impari che tutto è Uno, per davvero.

TUTTO INIZIA DAL CORPO
“Il lumen si prende, ma si dà anche – ribadisce Scandurra – nel momento in cui hai la responsabilità, il privilegio e la gioia del dentro/fuori, si attiva qualcosa di organico. Nell'affrontare quest’avventura si avvia una trasformazione che ha un effetto diretto sulle cellule. Noi lavoriamo partendo dal corpo, quindi da una sensazione che risveglia un’emozione destinata a salire e diventare sentimento e pensiero. Lo sentiamo questo cambiamento, esso è un brivido, siamo antenne che devono essere sempre captare: è un onore ma pure una condanna. Lo capirai in seguito.”
Scandurra mi ha aiutato a buttare giù i muri che mi ero costruito già a 13anni, perché tra fare ed essere c’è un mondo. E la tecnica, nel peggiore dei casi, può bloccarti. Nel migliore, liberarti dalla tecnica.

IL POTERE DEL PENSIERO
La ragione per cui è così difficile cambiare dipende anche dalla fisiologia cerebrale. Il cervello è composto di un network di 13 trillioni di interconnessioni tra billioni di cellule nervose. Ogni volta che elaboriamo un pensiero, creiamo un sentiero neurologico nel cervello. Più lo pensiamo e lo ripensiamo, più il sentiero diventa profondo, e più facilmente ci accadrà di tornare con la mente allo stesso pensiero, come una forza magnetica, questo ne indurrà altri della stessa qualità vibratoria. La battaglia per la mente è la battaglia per i contenuti delle sue immagini. Scandurra ci avvertiva che lo sforzo per il controllo dei contenuti della mente non si deve manifestare solo in sedute di meditazione, ma in ogni momento della giornata.
Ogni volta che il rancore, uno dei maggiori responsabili delle tossine psicofisiche che creano le malattie, insieme alla depressione e la paura, si fanno strada dal nostro cuore alla nostra mente, possiamo usare la forza di volontà e lo stato meditativo (quello continuo) per allontanarli, e precisi esercizi di immaginazione per sostituirli: non sforzarti ad allontanare un pensiero molesto, sostituiscilo con un pensiero rinforzante, elevato.
Le nostre abitudini mentali rimangono a volte testardamente impresse in noi finché non compiamo un atto coraggioso, che dimostra la nostra disponibilità (il vero significato della fede) a cambiare: allora riceviamo aiuto copioso da Dio per realizzare con successo l’intero processo di trasmutazione.
Come un cabalista di vaglia, Scandurra ci invitava nel cammino verso il risveglio,  a sperimentare ogni giorno l’apertura del Mar Rosso almeno 50 volte, per poter dire di combattere le tendenze mentali distruttive.
O ci angelizziamo o ci animalizziamo. Come evitare di essere attirati verso il basso? Trasformando ogni cosa in ascesi. Allargando l’angolo della coscienza, della consapevolezza che in ogni istante possiamo trasformare la materia e portarla alla “sua” luce. Cos’è il bene? Solo ciò che allarga la mente. Che cos’è il male? Ciò che la restringe, ciò che la chiude nel buio della negazione. Ogni nostro gesto, quando usciamo dalla prigione dell’Io, è in grado di cambiare il mondo, di guarirlo, di conquistare la purezza originaria. Viviamo in riserva vitale, perché non stiamo usando l’energia degli avi. È la depressione del mondo che passa attraverso di noi. Dobbiamo smetterla di personalizzare l’energia della Vita - l’anima mundi degli alchimisti - che altro non ci chiede se non di essere riconosciuta e quindi innalzata. Risuoniamo con l’Universo. Smettiamola però di parlare con noi stessi, di lamentarci, di dirci un sacco di cose inutili. Le parole che diciamo, diventano, nel bene e nel male, chimica del cervello, carne della nostra carne. Poche parole luminose possono accenderci.