Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

domenica 22 dicembre 2013

LANTERNA NELLA NOTTE

Natività di Rubens  




C'è bisogno di farsi avanti ora.
C'è qualcosa che si sta muovendo là fuori.
Scuoteremo le cose.
La nostra è una visione laterale del mondo, con la coda dell’occhio vediamo dove lo sguardo dritto non riesce a posarsi. E per questo, tipico delle generazioni precarie, la nostra conflittualità è ben rappresentata dal pessimo rapporto con “i sistemi”.

Camminiamo sull’orlo di un abisso profondo, e non abbiamo idea cosa ci attenda laggiù. Cassandra cercò di avvertire i troiani del pericolo che la città correva; ma non fu creduta. Anche oggi preferiamo le bugie rassicuranti alle verità scomode. E intanto, dal grande ignoto, degli esuli ritornano.

LA CHIESA O È SOPRANNATURALE O NON È NIENTE

Passati indenni (così pare) dalla fatidica e famigerata data del 2012, sembriamo destinati a ridurre la qualità della vita e a dimenticare la nostra natura divina. Insomma, orizzonti ingloriosi ci attendono. Per fortuna che ci sono i sermoncini cotti-e-mangiati del papa buonista e finto sempliciotto, dove emerge un relativismo adeguato alle basse aspettative di tutti. Sembra volerci dire: la Chiesa povera sì, Cristo un po' meno, quello che conta è l'equità sociale, meno ricchi e più coscienze libere di scegliere in nome del pluralismo. Il Cristianesimo politicamente corretto, diviene espressione dell’amore fraterno, della non violenza e dell’assistenza. Il suo nuovo catechismo diventa un corollario al programma di sviluppo mondiale Onu+Fao. Risultati? Liturgia morente, priva del sacro, del canto, svuotata di bellezza, di grandezza. La novella Chiesa mette il “noi” al posto dell' “io”. Comunitarismo rivoluzionario e terzomondismo. Pare di tornare ai moti del '68. Ma il rapporto col divino è composto da me-e-Dio. La ricerca del sacro è un fatto individuale, non collettivo. Va oltre la morale e i buoni sentimenti. Oltre lo stato sociale e il lavoro che nobilita l'uomo. Oltre la coscienza volterriana che salva. Oltre il tutto. Si dovrebbe tornare al centro. Una sana filosofia (base solida, occhio per l’invisibile, insomma la tradizionale metafisica); una visione spirituale della storia; un occhio all’onda montante di antinomismo cosmico (rivoluzionari, progressisti, radicali); e attaccarsi a Gesù (incarnato, morto e risorto). Una ricetta semplice semplice. Tra le ultime uscite di papa Francesco, c'è da segnalare la sua tirata d'orecchi ai cattolici “sprovveduti” che seguono veggenti e santoni. "La curiosità ci spinge a voler sentire che il Signore è qua oppure è là; o ci fa dire: “Ma io conosco un veggente, una veggente, che riceve lettere della Madonna, messaggi dalla Madonna”. “Ma, guardi, la Madonna è Madre! E ci ama a tutti noi. Ma non è un capoufficio della Posta, per inviare messaggi tutti i giorni”. “Queste novità – afferma il Papa – allontanano dal Vangelo, allontanano dallo Spirito Santo, allontanano dalla pace e dalla sapienza, dalla gloria di Dio, dalla bellezza di Dio”. Perché “Gesù dice che il Regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione: viene nella saggezza”. Ora, non credo di mancare di rispetto alla più alta autorità spirituale di Santa Romana Chiesa, se dico: chi può decidere come dove e quando la Madre Celeste si manifesta? Credo, tra l'altro, che sia assai raro che il divino si presenti a papi vescovi e cardinali, e questo la dice lunga sui criteri del Cielo. Se qualcuno, anche di biancovestito, volesse mettere i paletti a Dio, commetterebbe un tragico, funesto errore. Le commissioni vaticane istituite per valutare la genuinità di miracoli e apparizioni, hanno una loro utilità, ma son composte da esseri umani, seppure esperti. Quando il sacro irrompe non ci sono protocolli che tengano.

«Duecento anni prima di noi e delle nostre domande e controversie, nel Tibet del XVIII secolo, sotto il quinto Dalai Lama, avvenne un fatto degno di nota. Un giorno Sua Santità vide, da una finestra di Patala, il suo palazzo-tempio-monastero, qualcosa di straordinario: la dea Tara, secondo il rito buddista, girava intorno al muro che circonda l’edificio. Il giorno dopo, alla stessa ora, si ripeté il fenomeno e così tutti i giorni. Dopo una settimana di vedetta, il Dalai Lama e i suoi monaci scoprirono che, ogni giorno, proprio nell’ora in cui appariva la dea, anche un povero vecchio girava intorno al muro recitando le sue preghiere. Interrogarono l’anziano: la preghiera che recitava era un poema-orazione a Tara che, a sua volta, era una traduzione da un testo sanscrito in onore di Prajna-paramita. Queste due parole significano la Perfetta Sapienza, espressione che designa la Vacuità. È un concetto che il buddismo Mahayana ha personificato in una divinità femminile di indicibile bellezza. I teologi fecero recitare il testo al vecchio. Immediatamente scoprirono che il pover’uomo ripeteva una traduzione difettosa e lo obbligarono a imparare la traduzione corretta. Da quel giorno, Tara non apparve più» Octavio Paz, Passione e lettura, tr. it. di M. Finassi, Garzanti, Milano 1990, pp.69-70.

"Per quanto riguarda il cristianesimo delle società industriali, [..] esso ha ormai perduto i valori cosmici che possedeva ancora nel Medio Evo. Benché il cristianesimo urbano non sia necessariamente "degradato" o "inferiore", la sensibilità religiosa delle popolazioni urbane ne è gravemente depauperata. La loro esperienza religiosa non ha più alcuna "apertura" verso il Cosmo. È un'esperienza strettamente privata; la salvezza è un problema tra l'uomo e il suo Dio; [..] in questi rapporti: uomo-Dio-Storia, il Cosmo non trova alcun posto. Ciò fa ritenere che, anche per un cristiano autentico, il Mondo non è più considerato opera di Dio." Mircea Eliade, Sacro e profano

FINE DELLA CIVILTÀ ITALICA

"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nace senza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!" Dante, Purgatorio, 6° canto

L'Italia sta morendo e insorge il caos a passo di corsa. Non faccio il menagramo di mestiere, ma chi abbia ancora l'intelletto sano converrà con me che la festa (se ci fosse mai stata) è finita, gli alleati tolgono la maschera e a noi resta solo da sparecchiare. Il livello di tassazione sulle imprese è il più alto dell’UE e uno dei più alti al mondo, osserviamo e subiamo l’inefficienza istituzionale, l’incapacità di porre un freno all’invasione di prodotti industriali a basso costo dell’Asia e del vuoto che la vera politica ci lascia, investiti da menzognere affermazioni di “ripresa”. Per tutti questi motivi e per altri ancora, in meno di una generazione non resterà più nulla dell’Italia come moderna nazione industriale e, soprattutto, come officina di civiltà. Lo stellone questa volta non ci salverà e a nulla varranno piagnistei e tardive rivolte. Siamo falliti. Fallito lo Stato per ingordigia e avidya e noi, beh, falliti per non aver alzato la testa prima di esser condotti al mattatoio. L'alta finanza internazionale ha già decretato la nostra rovina, scritto nero su bianco e controfirmato dalla cricca infame che ci governa. Loro uccidono i popoli, sgrassandoli fino all'osso. Eppure 'sti tiranni hanno volti e nomi, a volte compaiono in tivvù, ma nemmeno il papa ha il fegato di puntare il dito su di loro: troppi interessi, troppi intrallazzi, troppa merda.
Sento in giro l'aria che tira ed è pesante, stagnante. Ci balocchiamo ancora con giocattoli elettronici per attaccarci a qualcosa, consci che morte le ideologie, sotterrati da tempo gli ideali, cosa ci rimane? Più buche che strade, più banke che luoghi santi, più nevrosi che passioni, più viagra che amore, più sesso che eros: e come se non bastasse, i mass media ci tormentano con la normalizzazione, con grafici di Borsa e mille cazzate sparate a raffica. Intanto Madrenatura si vendica ferocemente su tutto ciò che incontra, memore delle porcate dello inner circle dei sinceri democratici yankee, illuso di manipolare il clima a fini bellici senza pagar pegno.

Auspico un paese che abbia dell’umano una percezione celeste. Perché è dall’uomo, dall’idea dell’uomo che bisogna partire non certamente dall’Imu. Credo che l'ideale sarebbe un cristianesimo cosmico, privo di apparati e banke, ma ricco di riti simboli miti. Auspico uno stato minimo che si occupi dei beni ineludibili come acqua luce e gas, onde evitare speculazioni da parte dei privati. Fondazioni per la cultura e sanità che garantiscano a tutti l'accesso e tutelino i meritevoli e i meno fortunati. Imprese solidali per l’economia. La lezione di Dumezil. Che fu anche di Steiner e di Adriano Olivetti. Forse più che un sogno, è una predizione per dopo il Diluvio.

La mia analisi dello stato delle cose sarà pure grossolana, uno zibaldone di idee e di polemiche, ma provate a smentirla se ci riuscite. Ci chiediamo, mi chiedo: dove andremo a finire? C'è una fine per tutto questo? Ha un senso quanto ci accade? Quanto di tutto ciò è attribuibile al nostro agire e quanto è indipendente dalla nostra volontà?

Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo, il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo. (John Ronald Reuel Tolkien, Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re)

Durante le mie lunghe passeggiate ho capito che il valore della civiltà del mio impero non riposa sulla qualità dei cibi ma sulla qualità delle esigenze e sul fervore del lavoro. Questo valore non è dato dal possesso, ma dal dono di sé. E' civilizzato innanzi tutto quell'artigiano che si ricrea nell'oggetto; in compenso egli diviene eterno, in quanto non teme più di morire. Ma quest'altro che si circonda di oggetti di lusso comperati dai mercanti, non ne trae alcun vantaggio se non ha creato nulla, anche se nutre il suo sguardo di cose perfette. Conosco quelle razze imbastardite che non scrivono più i loro poemi ma li leggono, che non coltivano più la loro terra ma si fondano anzitutto sugli schiavi. Contro di loro le sabbie del Sud preparano incessantemente nella loro miseria creatrice le tribù vive che saliranno alla conquista delle loro provviste morte. Non amo chi è sedentario nel cuore. Quelli che non offrono nulla non divengono nulla. La vita non servirà a maturarli, e il tempo per loro fluisce come una manciata di sabbia disperdendoli. che cosa offrirò a Dio in loro nome? Antoine de Saint-Exupéry, Cittadella

L'Italia crolla? La Patria l'abbiamo dentro il nostro cuore e non può morire. Nel nostro profondo arde un fuoco che è più forte e più grande di quanto noi possiamo immaginare, non ci resta che far ardere queste fiamme in noi e diventare “lanterna nella notte”.