Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

mercoledì 31 marzo 2010

Materie oscure - LA LINEA DELLA ROSA




La linea della rosa è un campo di forza che unisce l'universo mondo e tutte le trame che dagli elettroni conducono alle cellule; un interfaccia formidabile composto dal fattore tempo unito all'energia psi. Ne deriva una scienza dei rapporti che esistono tra i nomi, le persone ed il loro destino. I nomi hanno il misterioso potere di attribuire alle cose la capacità di realizzarsi secondo il significato palese o nascosto nei nomi stessi. Sembra assurdo e folle, ma questo è solo dovuto al fatto che è l’unico singolo segreto su cui è basato tutto il potere di chi comanda, che difende bene le sue carte segrete. Tutti i nomi rivelano le intenzioni nascoste dell’unico innominato. Quanto all’innominato, oggi si sa che è no Ra. Quindi la negazione di Dio.
I nomi/jettatura servono anche per le pantomime, parola nascosta nel nome della mitica battaglia di Lepanto, nel mar di Corinto, che i veneziani vinsero solo in apparenza. Le pantomime (storie inventate di sana pianta) servono per evocare il realizzarsi di una situazione e sono la sostanza della Stregoneria Mimetica (SM)
Non solo alcuni nomi hanno un significato celato o più di uno. Tutti i nomi sono così, non c’è un nome importante che non rechi un significato più o meno nascosto. Anche le interconnessioni tra le parole (le reti di nessi) seguono significati coerenti, categoria per categoria di giocatori, e tutte quante, per tutte le categorie principali, finiscono con la parola Sin, che può essere Siena, la Cina con i suoi sinologi, la Sinagoga, il peccato originale, i sensi, ma che in ogni caso non sono altro se non i nessi stessi.
La linea della rosa ci consente di scoprire che cosa intendono i cinesi quando pregano Dio. I cinesi che parlano inglese lo chiamano Fortuna, e il genitivo latino di fortuna è anagramma perfetto di of Nature. Dio è la Natura. Il gioco generale quindi sta nella lingua che si parla, anche senza essere coscienti dei significati celati, poiché vi è il trasduttore semantico simultaneo situato nell’area di Broca del cervello di ogni persona.
È facilissimo controllare l’intervento umano nei nomi degli stati, delle città, delle persone, delle grandi ditte commerciali, degli oggetti, dei nomi delle malattie, dei libri e delle opere artistiche. La regola comprende l’uso misto delle sette lingue (i sette veli di Salomè) e – per fare certi nessi – la legge di Grimm, che riguarda il comportamento di certe consonanti nelle varie lingue. Biseva di Roma (la Biblioteca Segreta Vaticana) diventa Biseba a Milano (il Biscione degli Sforza insieme a Biblioteca Ambrosiana e Banco Ambrosiano) grazie al fatto che Milano era spagnola e in spagnolo b=v. Così con la legge Grimm, Woitila/Voitiua giustifica il nesso glabri/guebri, che è la sorpresa finale contro i cinesi. E il Giglio – stilizzato diventa lo psi - cos’è in tutto questo? Nulla di concreto, è solo il simbolo del…simbolo. È utile per sapere che si è in pista.
La caratteristica che rende tale materia oscura una scienza vera e propria, simile alla geometria, è l’ordine rigoroso delle sue verità, che sono portate dai nomi. Ciascun nome trae la sua legittimazione dal nome che lo precede analogamente a ciò che avviene con i teoremi, coerente con un set di definizioni di partenza. Un nome è radicato sopra il nome che lo precede, si fa trasportare da esso come un uomo a cavallo. Questa immagine è analoga al dialogo “Io-Tu” ed è trasferita al mondo delle frazioni, che rendono possibile la magia della materia oscura. Il nome trasportato è il numeratore e il nome trasportatore che gli dà la legittimazione è ricordato come en-tra dominatore nella parola denominatore. Tra due nomi lo stesso risultato della frazione è ottenuto mettendo uno sopra oppure di fronte all’altro, oppure capovolgendolo come San Pietro, oppure rivoltandosi oppure aggiungendo o togliendo una R al nome.
Un postulato della materia oscura è questo: l’importanza dei nomi è inversamente proporzionale ai simboli usati, così l’asino è più importante del cavallo, e il trasporto di tutto l’albero dei nomi è affidato ad una asinella (in ebraico “aton”). Il punto (che non ha dimensioni perché è infinitamente piccolo) attinge al concetto di Divinità perché entrambi sono infiniti.

domenica 28 marzo 2010

IL TRAMONTO DEL NOSTRO UNIVERSO


Alcuni uomini di fede e di pensiero, all'inizio del grande Rinascimento italiano, tentarono di condurre in sintesi, sulla base delle verità emerse col cristianesimo, tutte le tradizioni teologiche e filosofiche dell'umanità, comprese quelle esoteriche (gnostiche, caldaiche e cabalistiche) agganciandosi con lo spirito del Medioevo. Il progetto lentamente, con fermate e ripartenze proseguì, fino alla sua parziale realizzazione, non proprio fedele all'idea originaria. In pratica si poneva l'uomo, come opera di natura indefinita, nel centro del mondo. C'è già in questa esaltazione della libertà umana, il germe faustiano dell'uomo creatore di se stesso, non prigioniero di un'essenza prestabilita ma lanciato entro un arco di possibilità la cui realizzazione dipende dal suo volere, dal suo arbitrio, anche se quell'arco è inscritto in un ordine oggettivo che dispone gli esseri in una scala gerarchica, da Dio ai bruti, i due confini invalicabili dall'estro autocreativo.
Ora quell'ordine non c'è più, il caos ha inghiottito il cosmo e con il cosmo anche l'uomo microcosmo. Potremmo perfino stabilire una data generica, ma significativa di questo processo degenerativo: 200anni fa, sebbene le avvisaglie le possiamo far risalire intorno il 1500. Eppure quell'ordine è l'archetipo che segretamente ci governa e che si è impresso fin nel mondo fisico in cui abitiamo. Come non sentirsi radicati in questa cultura di cui illustro il declino? Le maestose opere fatte dall'uomo, i templi, le cattedrali, le somme poesie e i mitici poemi, le esaltanti sinfonie e le magiche pitture, fino ai superconduttori e ai silici gnostici del computer quantistico, ebbene, il fatale, drammatico errore dell'uomo è stato quello di porsi al centro dell'universo. Troppo rigido e orgoglioso per chinare il capo di fronte al Creatore; troppo distratto dalla corsa all'Eldorado della conoscenza; troppo preso da ideologie nichiliste; inchiodato dal denaro e dal senso del possesso. Troppo di tutto e poco di quello che è essenziale all'uomo.
Sì, siamo organici a questa cultura in declino. Ma sento pure il privilegio perché posso aprirmi alla formidabile novità che viene, senza per questo togliere l'ancora dai valori perenni, quelli in cui l'uomo vedeva e riconosceva il creato come emanazione del Creatore e se stesso la quintessenza della Natura meravigliosa.
È un privilegio che a volte pesa, specie quando le nuove forme del mondo sgomentano e già per questo risospingono verso le sicurezze che ci hanno partorito. La volontà del nuovo e quelle sicurezze antiche in me si incontrano e tentano di pacificarsi in compromessi sempre meno tollerabili.
Siamo zingari dispersi nella periferia dell'universo ormai al tramonto; l'onda lunga di energie immani provenienti dal centro della nostra galassia, ci sta raggiungendo; vivo per mio conto il passaggio, e lo vivo nella certezza che, finita la modernità apertasi ai tempi di Colombo, noi stiamo entrando, ma con passi malcerti, nel continente epocale in cui avremo bisogno non solo di rimeditare la nostra sapienza, ma anche di assaggiare i liquori arcani di sciamani ignoti, che hanno saputo custodire per millenni e millenni in anfore coperte dalla polvere del nostro disprezzo.

mercoledì 24 marzo 2010

CREATURE DALL'IGNOTO - Un grigio a spasso sui monti Cimini (Viterbo)






Sono anni che adotto una griglia interpretativa mitico-simbolica per leggere l'intero fenomeno ufologico. In poche parole, la moderna casistica concernente l'osservazione dei famigerati oggetti volanti non identificati dal dopoguerra ad oggi, altro non è che la manifestazione su scala planetaria di forze, energie, potenze che da millenni imperversano sul nostro piano in forme e modalità diverse. Non sono eventi naturali, bensì azioni di entità ultraterrene, o se preferite usare una terminologia oggi in voga, interdimensionali, le cui intenzioni non sottostanno ai nostri criteri logici. Nell'antichità tali eventi insoliti furono interpretati come messaggeri degli dèi, segni, portenti o addirittura divinità che dalle loro dimore celesti discendevano fra gli uomini; il medioevo poi, diventava teatro di una miriade di fatti riguardanti entità del cosiddetto piccolo popolo, gnomi, elfi, coboldi, diavoli, angeli - ma l'elenco è sterminato - che apparivano ad alcuni malcapitati umani lungo solitari sentieri o vicino casolari di campagna, quando non addirittura in secondari vicoli cittadini, con atteggiamento alquanto ambiguo e grottesco. In altri post ho sviscerato la questione a più livelli. Ma è notizia di oggi – su quotidiani locali e siti di settore – di un incontro ravvicinato del III° tipo, secondo la classificazione Hynek, in una zona, quella dei Monti Cimini, già particolare per esser stata protagonista di avvistamenti di strane luci e sfere di fuoco già dal dicembre 2008, per un vero e proprio flap, un'ondata di segnalazioni da parte di automobilisti, in genere, che percorrevano la statale.

Veniamo alla cronaca. Verso la metà di febbraio scorso, a metà pomeriggio, lungo la strada SS Cassia Cimina a pochi chilometri da Viterbo, un automobilista si è imbattuto in una strana creatura che gli ha attraversato improvvisamente la strada, tanto da costringerlo a una brusca frenata per evitare l'impatto. Egli ha potuto osservare da vicino un essere di bassa statura che camminava in posizione eretta con un andamento inusuale. La misteriosa creatura, una volta attraversata la strada, si sarebbe dileguata nella boscaglia limitrofa, sparendo agli occhi dell'esterrefatto testimone che ha escluso che l'essere possa appartenere a specie animali conosciute od esotiche. Non vi sono dubbi sulla sua attendibilità, sia perché persona nota per serietà e impegno sociale, sia perché in una città provinciale come Viterbo, ci vuole del coraggio per ammettere di aver visto qualcosa fuori dall'ordinario, pena la perdita di reputazione.

Che dire? Si conferma la tesi secondo la quale manifestazioni ultraterrestri interagiscono indisturbate da millenni con la vita quotidiana di ognuno di noi, a volte ce ne avvediamo ma non siamo in possesso della capacità di comprenderle, o almeno la maggioranza delle persone rimangono miopi di fronte a fenomeni cosmici incredibili, fuori da ogni approccio scientifico riduzionista. Cerco con le mie risibili forze di divulgare un metodo, un utile strumento interpretativo di una realtà che travalica il senso comune e le consuete facoltà intellettive dell'uomo. A furia di vedere fuori di noi, di credere solo a quanto incappi sotto i nostri sensi, ci pregiudichiamo la possibilità di percepire l'infinito ed oltre.

Viterbo, o meglio, i Monti Cimini nascondono cose che forse è opportuno, per il quieto vivere degli abitanti, che rimangano ignote.

martedì 16 marzo 2010

INCONTRO CON UN UOMO STRAORDINARIO. I TEMPLARI C'ENTRANO SEMPRE. 2

[ ]La via alla conoscenza diventa ardua quando si aprono i rubinetti mentali e l'acqua esce copiosa. Ti immergi in un mondo dentro il mondo e scopri che vi sono più dimensioni, molto prima delle scoperte della fisica quantistica. Il mio maestro mi fece vedere che esistono punti-di-contatto tra questo universo ed altri e sono ubicati in luoghi speciali, oppure sono cose speciali che ci permettono di accedervi. Il “posto” in questione era presso un bosco, denominato La Commenda, le rovine di un'antica postazione Templare. Vi arrivammo intorno alle 23.00. Un muretto perimetrale, alto non più di due metri per un'area di 60metri quadri, pressoché diroccato, era l'unica traccia di un antico splendore appartenuto ad un Ordine che faceva tremare re, papi e maomettani d'oltremare, finito tragicamente tra le fiamme del rogo, sull'isola dei Giudei a Parigi e portandosi con sé misteri e poteri. La notte rinfrescava. Scandurra non aveva detto una parola durante il tragitto. Parcheggiò la cinquecento sul bordo della provinciale. Non passava un'anima... forse, giusto un disincarnato. Lo seguii con un certo affanno dovuto all'emozione, verso l'interno del bosco. Mi aspettavo sempre qualche evento incredibile. A volte accadeva, a volte niente. L'aspettativa era comunque alta. Mi indicò un muretto laterale della rovina templare. Rimanemmo a fissare il punto come antiche sentinelle. C'era sufficiente luce per distinguere cose e vegetazione. Passarono i minuti senza alcun cambiamento, ammesso che di cambiamento si trattasse. Non sapevo cosa aspettarmi, eppure fremevo. Brividi lungo la schiena. Di solito, per lunga esperienza, quando l'ignoto irrompeva – vento medianico, entità ultraterrene, eventi mitici – provavo un curioso effetto: formicolii persistenti tra il collo e il cervelletto. A parte i brividi, non provai niente altro. Mezz'ora dopo, il maestro si stirò le spalle, tirò su il naso, fece cenno di andare e buonanotte. Di ritorno, tentai di sapere qualcosa ma Scandurra, con fare dispettoso, fece spallucce. Ci salutammo sotto casa. Insomma, non ci vedevamo da un mese, mi ricontatta e mi porta in un posto dall'aura interessante e poi, niente. Mi andai a coricare. I miei dormivano da un pezzo. Cercai di non far rumore, ma mia madre si alzò e mi venne incontro. “Sai, Angelo, proprio stasera davano in tv un programma che ti avrebbe interessato, ma stai sempre via, ecco...”. Le chiesi cos'era di così interessante, ma lei tergiversò, dicendomi che riguardava cose strane... Con questo dubbio andai a dormire. Verso l'una e mezzo presi sonno. Un sogno, dapprima sconclusionato, poi sempre più preciso, particolareggiato, per certi versi, sensato, occupò gran parte della notte.
Correvo in groppa ad un cavallo baio su di una strada sterrata, strettina alquanto per i miei gusti. Era notte fonda e poco si vedeva. Ero vestito come un cavaliere medioevale, calzamaglia, casacca rossa ed elmo leggero, portavo una spada sul fianco destro – evidentemente ero mancino – ed avevo una fretta dannata. In pratica ero io, ma mi osservavo come se fossi davanti ad uno schermo cinematografico. All'improvviso notai una luce fortissima poco distante dal sentiero, in mezzo ad una fratta. Mi fermai di botto. Discesi da cavallo e mi inoltrai con passo veloce verso la luce. Proveniva dal finestrone di un grande casale e sembrava elettrica. Era così forte da accecarmi momentaneamente. Poi mi svegliai, la scuola mi aspettava ed ero in ritardo terribile. Mi feci una lavata approssimativa ma quando notai gli occhi, lacrimosi, mi spaventai: le pupille erano piccolissime, come quelle di un gatto che guarda il sole. Ripensai al sogno, alla luce brillantissima. Scandurra e i Templari?
(continua)

sabato 13 marzo 2010

INCONTRO CON UN UOMO STRAORDINARIO


Il tempo è circolare, per cui vai da una parte e non trovi quello che cerchi, ma trovi qualcos'altro che non cercavi. Io cercavo da ragazzo di espandere la coscienza, senza ausilii chimici. All'inizio comunque era un interesse puramente conoscitivo. Del resto tutti, anche senza studiare filosofia, si pongono domande del tipo "come si fa a soffrire di meno o a non soffrire?". Guarda caso questo è il drive principale di tutti i sistemi filosofici e conoscitivi. A furia poi di studiare e di trovare, senza difficoltà, risonanze, a un certo punto mi sono detto letteralmente che non avrebbe avuto ulteriore senso continuare a studiare e basta. Sarebbe stato come continuare a leccare un barattolo di marmellata dal di fuori e quindi sentire continuamente sapore di vetro. Se poi tu scambi il sapore di vetro con quello della marmellata che è contenuta nel barattolo allora sei pazzo...Ho dunque deciso di togliere il coperchio. Più che altro ho deciso di tuffarmi dentro e di fare un'esperienza dal di dentro. Questo perché a farle dal di fuori, non riuscivo a sentire altro che sapore di vetro. Mentre, buttandomi dentro, posso testimoniarvi di aver assaggiato molti diversi gusti arrivando poi, dopo un lungo ciclo di tre lustri, ad avere voglia di tornare nel mondo, visto che quella era stata a tutti gli effetti una vera e propria uscita dal mondo stesso.
Scandurra, il mio maestro, era quel barattolo, per di più col coperchio svitato. A dirla tutta, un po' svitato lo era il mio primo maestro. Sebbene adulto, viveva ancora a casa dai genitori che lo adoravano e lo assecondavano in ogni cosa. Scandurra si faceva pennichelle magistrali dopo pranzo insieme ad un gattaccio esperto di mille battaglie, spellacchiato e fetente, dalla voracità colossale. Lo chiamava in vari modie un giorno gli chiesi perché gli aveva dato tanti nomi e lui, “il gatto ha nove vite, quindi l'ho battezzato nove volte”. Un giorno mi confidò di essere stato iniziato da un noto principe romano, uomo stranissimo col quale si era imbattuto per quei casi della vita assai trasparenti, ove tutti i torrenti portano al grande fiume. Tutto era segnato. Mi raccontava che il suo maestro gli citava in maniera ricorrente l'Atlantide e la ricordava come realtà presente, continente tutt'altro che sommerso, aveva semplicemente cambiato posizione, o meglio, stato. Scandurra mi confessò che da principio nemmeno riusciva a capire né i termini dell'insegnamento, né i concetti. Faticò molto per star dietro al principe-mago, ma poi comprese il tutto dopo aver ricevuto quello che lui chiamava, il dono, l'iniziazione. Gli si accesero le lampadine e così la realtà apparve più chiara. La magia è arte – mi insegnava Scandurra – ristabilisce la coesistenza tra l'inconscio e il conscio, soprattutto quando questo equilibrio è sotto attacco. Il mondo è un chiaroscuro e ci sono solo pochissimi veri valori nella vita, individuabili quando la Vita ci fa visita veramente. La magia è una potenziale liberazione da tutte le forme di potere, persino dal limite del tempo e dell'identità. La storia del mondo e quella individuale avvengono per mutazione, non per evoluzione. Scandurra mi faceva l'esempio del membro maschile (ovviamente lo chiamava nel modo popolare), esso cambia di stato se sollecitato da un pensiero erotico che possiamo avere su una bella donna, da un fattore eccitante, non cambia da solo. Forse non era pregnante l'esempio, ma per me era comunque efficace. Una tensione continuata procurerà una situazione critica tale da mutare le condizioni iniziali, fino a farle esplodere. L'immaginazione è il propellente principale per ogni atto magico: disegna nella tua mente un cerchio luminoso, dagli tensione finché diventa maturo per proiettarlo all'esterno, dopodiché lo fissi ad una distanza tale da non costarti fatica, poi lo fai roteare in senso orario e viceversa. Per mesi feci questo esercizio mentale. Fino a quando notai che il cerchio viveva di vita propria, gli avevo dato una spinta, provocato un movimento, insomma, potevo comandarlo a piacimento. Il mio maestro non era un teorico, per lui la pratica era tutto. Così mi fece studiare da solo la simbologia del cerchio attraverso diversi libri e pitture: i significati della figura mi servirono per applicarla quando gli eventi lo richiedevano. I risultati furono entusiasmanti. Cribbio, la magia era una cosa reale, concreta e il potere dell'immaginazione rendeva tutto facile. Mi feci prendere un po' la mano. Non vi nascondo che non sempre fui corretto, all'inizio. Era troppo forte. Poi Scandurra mi fece un cazziatone pazzesco. Non mi volle vedere per un mese. Dapprima non mi turbò la lontananza. In seguito il mio equilibrio psicofisico saltò. Passai giorni di depressione, paura. Le notti poi, erano funestate da incubi, febbri sfiancanti. Ripresi a pregare e a frequentare la parrocchia. Dopo un mese, una sera, il maestro si presentò a casa mia. Bello fresco e tranquillo, mi invitò ad uscire per andare in un posto. Quando Scandurra mi diceva, “andiamo in un posto”, di solito mi si gelava il sangue. La via alla conoscenza diventa ardua quando si aprono i rubinetti mentali e l'acqua esce copiosa. Ti immergi in un mondo dentro il mondo e scopri che vi sono più dimensioni, molto prima delle scoperte della fisica quantistica. Il mio maestro mi fece vedere che esistono punti-di-contatto tra questo universo ed altri e sono ubicati in luoghi speciali, oppure sono cose speciali che ci permettono di accedervi.
(continua)

giovedì 11 marzo 2010

PASSAGGIO COSMICO




Ci stiamo avvicinando progressivamente ad una qualche soglia critica che farà passare il Mondo, sotto l'effetto stesso del suo sviluppo coscienziale, ad uno stato diverso da quello che noi gli riconosciamo. L’umanità, che sta navigando verso un salto, un trasferimento da uno stato ad un altro in un percorso di unificazione, non avverrà in modo automatico, come lo sviluppo fisico, ma esigerà la partecipazione attiva dell’individuo che è alla ricerca incessante di una sempre maggiore consapevolezza.
Il passaggio non sarà mortale. Se la mente può agire al margine del cervello, allora funziona al margine dello spazio e del tempo. E se la mente funziona al margine dello spazio e del tempo, è incorruttibile. Questa affermazione non è legata esclusivamente ad un atto di fede o ad una riflessione filosofica, no, o almeno non solo. Essa è corroborata dall'esperienza. Ho visto materializzare oggetti ed i medium muovere oggetti a distanza senza toccarli col corpo fisico. Io stesso ho provato, diciamo così, a proiettarmi con la coscienza viaggiante oltre i limiti imposti ufficialmente dalla psicologia e dalla biologia. L'impressione era quella di galleggiare e sperimentavo una sensazione meravigliosa di libertà. E se tutto ciò accade in condizioni individuali seppur speciali a sensitivi, medium, entronauti e mistici, tanto più sconvolgente e generalizzata sarà all'indomani di eventi di portata cosmica, di cambiamento delle coordinate spazio-tempo.
Certo, dovremo indirizzare altrimenti la volontà e il desiderio verso orizzonti infiniti, più di quanto abbiamo mai fatto nel corso degli ultimi secoli. Dovremo ritornare dentro noi stessi, anziché fissarci fuori. Tutto ciò che sta succedendo adesso, disorientamento sociale, anomia, schiavitù economica, cataclismi di ordine planetario, sono forme estreme di collasso della materia. Processo apparentemente irreversibile. Ci troviamo, quindi, ad una svolta drammatica, dissolvente o esaltante; nel primo caso, concorrono potenze entropiche che accentuano ulteriormente la loro marcia distruttiva in vista del salto; mentre nell'altro caso, forze antropiche, appartenenti allo stato psico-animico ultravioletto, sosterranno il difficile passaggio dell'umanità e di ogni forma del Vivente, oltre il limite del tempo.

Di fronte a questi scenari cosmici, contempleremo le orbite planetarie che si infrangono sugli scogli di oceani atomici, percepiremo sui palmi delle nostre mani la brillantezza dell'etere, l'energia pulsante nel vuoto quantomeccanico; finalmente fluttueremo a gravità zero nel fragore del suono primordiale. Ammirando l'opera dei buchi neri che formano le galassie e non viceversa, comprenderemo che siamo fatti della stessa materia della coscienza. La natura si svelerà come culla dell'essere. Allora bandiremo il riduzionismo teologico, perché tutto ciò che è vita ha un’anima: le piante, anima vegetativa, gli animali, anima sensitiva. Con essa, gradatamente, aumenta il grado di indipendenza dalla materia. Siamo di fronte alla medesima sostanza di cui è fatto tutto l’universo  - l’essere-energia -  organizzata però in modo diverso. In noi c’è però qualcosa di superiore rispetto ai primi livelli dell’essere. Noi infatti riusciamo a capire il mondo in cui siamo capitati nascendo, e comprendendolo lo trasformiamo, noi rappresentiamo il livello superiore della struttura, il livello superiore dell’essere che diviene consapevole di essere ordinato e dotato di forma.
Chiamo 'mente' questo livello di consapevolezza in cui sono racchiusi altri termini quali intelligenza, intelletto, coscienza, autocoscienza, ragione, il prodotto più raffinato del lavoro divino che attraverso di noi giunge al pensiero e alla coscienza di sé. Questo livello di energia consapevole è definita come anima razionale. Da questo livello si giunge ad un superiore grado di ordine caratterizzato da una sempre maggiore informazione e libertà, che si manifesta come creatività, un livello di energia più alto, più informato, più complesso, che è una realtà ancora superiore: lo 'spirito'. L’uomo ha la possibilità di dedicarsi totalmente alla dimensione dello spirito, di accedere ad un qualcosa di superiore, la punta dell’anima, la retta percezione dell’uomo  - il cuore –  di attuare cioè tutte le sue potenzialità, di liberamente e creativamente ordinarsi e disciplinarsi. Suo compito non è solo di accedere alla dimensione dello spirito, ma nell’orientare il suo spirito verso il bene, verso la luce della giustizia, dell’ordine, della simmetria, la stessa luce, la stessa sapienza, che è all’origine del mondo, nel diventare spirito santo, cioè organizzato perfettamente al Logos. Non si può non alzare in alto lo sguardo.

È IN EDICOLA IL NUOVO XTIMES


Sommario

Pagg.6-9: Reports dal Mondo, a cura della Redazione



Pag.10-14: “Il Disclosure della Nuova Zelanda” – intervista a Suzanne Hansen, di Lavinia Pallotta

Il Ministero della Difesa neozelandese ha dichiarato di voler rilasciare diversi documenti UFO riservati, sulla scia di quanto sta accadendo in altri Paesi. Abbiamo chiesto a Suzanne Hansen, dell’UFOCUS NZ maggiori dettagli

SPECIALE APPARIZIONE MARIANA AL CAIRO:

Pagg. 16-23: “La Vergine nella Terra di Allah”, di Nacho Ares

Centinaia di persone affermano di aver visto una luminosa figura femminile sopra la chiesa di Santa Maria e San Michele al Cairo, apparizione filmata che molti hanno interpretato in senso religioso o ufologico. Ma l’Egitto non è nuovo a questo tipo di fenomeni. L’esclusivo resoconto di un ricercatore spagnolo che si trovava sul posto il giorno dell’evento

Pagg. 24-30: “La Madonna Appare al Cairo”, di Corrado Malanga

Una figura di luce si è manifestata sopra una chiesa copta al Cairo, nel Dicembre 2009. Molti hanno pensato alla Vergine Maria, altri ad un trucco con il laser. Le immagini e gli eventi in un’analisi attenta e imparziale

Pagg. 32-37: "Il Ritorno dei Guardiani", di Dennis Whitney

Secondo alcuni ricercatori Nibiru, o il Planet X si sta avvicinando alla Terra e i suoi effetti sono già evidenti nei cambiamenti climatici e nell’intensificarsi dell’attività solare di questi ultimi anni. Se questo pianeta esiste, perchè i governi non ne parlano e, soprattutto, è davvero abitato, come antiche cronache sembrano suggerire?

Pagg. 38-42: "RODs, Mostri del Cielo?", di Umberto Visani

Secondo alcuni ricercatori sono creature sconosciute, invisibili ad occhio nudo. Secondo altri, semplici aberrazioni ottiche...

Pagg. 44-53: “Così Fotografo gli Alieni” - intervista a Stan Romanek, di Paola Harris

Il caso di Stan Romanek è uno dei più controversi dell’ufologia americana. Il testimone sostiene di essere stato addotto da esseri provenienti da un altro mondo, e di averli filmati e fotografati in diverse occasioni. La sua storia, e il suo materiale video sono stati dibattuti al David Letterman Show e al Larry King Live. C’è chi gli presta fiducia e chi grida alla truffa. Paola Harris lo ha intervistato per X Times

Pagg. 54-58: “Recuperare i Ricordi degli Addotti”, terza ed ultima parte, di Luciano Scognamiglio

La tecnica dell’ipnosi come aiuto alle vittime di rapimenti alieni. Si conclude la descrizione ragionata di una metodologia che si è dimostrata fondamentale nel percorso di liberazione per migliaia di persone

Pagg. 60-64: “Gli Eredi del Crepuscolo”, di Guido Maria St. Mariani di Costa Sancti Severi

La Tradizione Misterica delle Scuole Eleusine Madre racconta, in testi antichissimi, di guerre cosmiche e popoli alieni che colonizzarono il nostro pianeta dando origine alla civiltà di Atlantide. La seconda parte di “La Grande Guerra Galattica”

Pagg. 66-67: Ultraterrestre Tour: report e anticipazioni, a cura della Redazione

Pagg. 68-73: “Possessione Aliena”, di Francesco Lamendola

Avvistamenti di creature umanoidi, ricoperte di peli, avvengono spesso in concomitanza di atterraggi UFO. Nella Pennsylvania degli anni ’70 i casi furono numerosissimi, e uno di questi risulta particolarmente emblematico

Pagg. 74-75: BOX di approfondimento: “UFO e Bigfoot in Pennsylvania”.

Pagg. 78-81: X Media Times, a cura di Pino Morelli

domenica 7 marzo 2010

GOLPE UFOLOGICO

Leggendo gli articoli che compaiono su diverse riviste di settore – nessuna esclusa - emerge forte una sensazione di confusione, di deriva concettuale, insomma, di dispersione delle energie sane necessarie ad affrontare correttamente, onestamente, le grandi questioni dell'umanità, quelle deliberatamente occultate dai padroni del vapore. Tanto da indurmi a riflettere se vi sia in atto un golpe dolce ma non meno eversivo nei confronti di una stampa alternativa, che si definisce libera e antagonista alla vulgata ufficiale. Un golpe che adotta mezzi apparentemente legali, alla luce del sole e proprio per questo, efficaci. Già l'ufologia in Italia, a titolo di esempio significativo, ha assunto contorni fumosi, mascherandosi dietro l'evolversi del fenomeno, ma in realtà costruendolo o quantomeno contribuendo a deviarlo. Verso dove? Presto detto, verso il nebuloso, impiccandosi alle rivelazioni dei presunti addotti e a tutta quella casistica controversa fatta di resoconti di canalizzatori, medium, contattisti e mitomani vari, sempre presenti nel panorama del mistero, sin dai tempi del GdM e dei movimenti derivati. Questo atipico colpo di stato è in atto da decenni e penso di identificarne gli ideologi, i mandanti. Non mi riferisco a quei fessi del CICAP, compagine di baraccati del pensiero, alla ricerca di un set televisivo per poter dire: io esisto. No, Piero Angela ormai è un simulacro di se stesso che ha creato degli avatars a sua immagine e somiglianza, attrezzandoli di tutto un arsenale dialettico ad uso e consumo dei mass media, ma senza alcuna rilevanza intellettuale e umana. Ho ragione di credere che i mandanti del golpe hanno individuati i bersagli idonei nei due gruppi famigerati italioti, Cun e Cisu, la diade all'amatriciana, gli epicurei depositari del logos ufologico. Ci troviamo di fronte alla solita strategia dei servizi di informazione, specializzati nel rimestare nel torbido e infiltrare propri uomini nei punti chiave di dette organizzazioni. Scopo? Difendere il segreto creando quel rumore di fondo disinformativo, dirottando studi e ricerche verso un pacchetto ideologico falso e darlo in pasto ai fans del settore, facendo convergere lo stato d'animo collettivo verso l'assoggettamento, la paura, il kaos. Pinotti ne è al corrente? È complice o addirittura è l'infiltrato? Non lo credo, Roberto Pinotti è un narcisista cronico, storicamente formatosi in ambienti contigui al mondo dei poteri forti, convinto come è di far parte dell'intelligentia mondiale che avrà il compito di ricevere con tutti gli onori i delegati delle stelle, entro il 2012. È troppo preso da questo per accorgersi di qualsiasi inghippo alle sue spalle. È il 'marcellolippi' dell'ufologia italica, arrogante, pieno di sé, megalomane che si circonda di mediocri ma utili alla causa: quella sua.
Ritengo sia ormai superfluo disquisire se sia in atto un complotto o se tutto avvenga per forza di cose ed eventi. È sufficiente attenersi ai dati di fatto. E il dato che balza agli occhi è che un'élite mediatico-politico-finanziaria sta operando senza sosta per sostituire le categorie mentali esistenti con altre, di origine controllata.

Che fare? Svegliarsi dal torpore e aprire gli occhi sull'originario messaggio dietro il fenomeno e confrontarlo con quanto ci viene ammannito da quegli ufologi che nel corso degli anni, alcuni in buona fede altri per convenienza, hanno prodotto una messe di materiale spurio, artificiale in buona parte, pur di allontanarci dalla strada maestra.

lunedì 1 marzo 2010

LA SECONDA REALTÀ


Nel nostro ambiente di cultura alternativa al sistema dominante, nessuno più crede alla realtà così come appare. Ora, partendo da questa posizione sia essa concettuale deduttiva intuitiva o, ancora, conoscitiva, rimane da ricercare una seconda realtà, quella che sfugge ai più. Potete ben comprendere che da qui in poi le cose incominciano a complicarsi assai. Non voglio insegnarvi un metodo definitivo onde ricercare la seconda realtà. Posso però delinearvi un approccio che ritengo efficace, almeno lo è stato e lo è tuttora per me. Quello di scavare, chiedere e provocare. La quadratura del cerchio è difficile, quasi impossibile se trattiamo di materie oscure quali l'ufologia, l'esoterismo, la metapsichica. Come se non bastasse, queste materie oscure non sono inerti, sterilizzate. No, vi garantisco che esse vivono, vibrano se sollecitate. Durante la ricerca della seconda realtà, quella occulta, parallela, separata da quella nota, si intromettono cose e persone animate da fili invisibili che svolgono opera di contrasto, depistaggio, inganno. Certo, in maniera elusiva, mitigata, ma poi, mano a mano che si avanza tali ostacolatori diventano sempre più duri, pervicaci, instancabili, fino a palesarsi per quello che sono. A questo punto la maggioranza dei ricercatori dell'occulto tentenna, se non fugge e si limita ad aprire un blog dove abbaia alla luna. Ho conosciuto tanti occultisti ed esoteristi, ufologi della prima e dell'ultima ora, ma vi assicuro che pochi, veramente pochi continuano imperterriti nella ricerca, costi quel che costi. È facile discettare di arconti, di cabala, di civiltà perdute e poi ritrovate, di Guenon e Corbin, di onomanzia e simbolismi. Che ci vuole? Difficile è entrare a gamba tesa dentro la questione. Senza tema e senza indugi. Lambiccarsi il cervello con formulari magici, presunte affiliazioni a regolarità iniziatiche, mischiando fisica dei quanti con gli stati molteplici dell'essere, almanaccando di cose catare e di mistica dell'immortalità, di angeli e demoni, è gioco da perdigiorno, non è lavoro di scavo, silenzio dell'anima alla ricerca della sorgente. La seconda realtà è prossima, contigua ad ognuno di noi, eppure non è pane per sdentati né per pusillanimi. Se qualcuno fa lo splendido per rimorchiare ragazze inquiete, ammantandosi di aurea misteriosa, prima o poi si scopre e a nulla valgono gli appelli rancorosi. Di guru all'amatriciana ne son passati tanti e gli sventurati seguaci troppo tardi si son svegliati dall'inganno. Pertanto, amici, la strada che porta alla seconda realtà è lunga e amara, troppo stretta per i cialtroni e invisibile agli stolti.