Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

giovedì 29 settembre 2011

IUS 44




Accennai con la testa ad un 'sì'.

  • Cosa sta succedendo dalle tue parti, un'emigrazione di massa? Ma state così male in quel paese? Diavolo di Scandurra, vi semina dappertutto... come ti senti adesso?
  • Bene grazie. Mi ha riscaldato quel liquore. Ma come mai parli in italiano? Dove siamo? Ah scusa, il mio nome è Angelo.
  • Stiamo salvando le ultime comunità rimaste su Lakustra, pianeta d'acqua. Il Varco è prossimo ed è bene tenersi a distanza di sicurezza fino al momento decisivo. Il nostro comando ci ha mandati a recuperarti. I dati in nostro possesso sulla tua posizione e tempo erano esatti. Leggiamo con discreto anticipo le tracce del chaos e questo ci rende in un certo senso attori principali degli eventi.
  • Siete umani?
  • Siamo esseri come te e come mille altri. Non abbiamo difficoltà ad imparare un idioma nuovo. Le possibilità della nostra natura sono immense. Le radici sono le stesse... Piuttosto il mio nome è Geter Delorenzi.

Mi indicò una cuccetta per riposarmi. In effetti ero stanchissimo. Mi passò pure una specie di tuta mimetica. Ero zuppo e un cambio di panni asciutti era quello che ci voleva e così feci.

  • Esiste in tutti gli universi quella guerra antica per la conquista del Cuore del Mondo. Nel tuo mondo è quel pezzo di terra che va dalla Mesopotamia all'India. Si dice che chi lo conquisterà dominerà il mondo. La guerra antica si dispiega in una rete intelligente così vasta che se ne vede solo un po' per volta. Essa è conclusa quando sono morti tutti. Non prima. Nel tuo mondo chi detiene le chiavi della rete è l'Inghilterra, da secoli. Utilizzano migliaia di agenti, dalle più diverse competenze. Psicologi, etnologi, poliziotti, interpreti, ingegneri, tutti addestrati, tutti provenienti da famiglie appartenenti alla nobiltà o vicina ad essa. Ma ce n'è uno che coordina l'intera rete. Dubita sempre su quanto dice un suddito di sua maestà la regina, ma non tenerne conto sarebbe da stupidi. Le spie più efficienti si muovono come etnologi che non si muovono mai a caso. Insomma se un etnologo ti vuole entrare in casa, spranga la porta.
  • Come fai ad essere così informato sulla mia Terra? Vivi in un altro universo e... - mi fece un gesto con la mano come di aspettare.
  • Sono terrestre. Ho fatto l'apprendistato nell'anonima e inviato qui, per un compito speciale e mortale. I miei camerati provengono da altri posti dell'universo. Alcuni di noi hanno il preciso compito di stanare le spie.
  • Che faccia hanno in questo pianeta d'acqua le spie? Adottano la stessa strategia di tutte le guerre?
  • Hanno la presunzione di generare stelle dal chaos, si industriamo in tutti i modi per anticipare la fine dei tempi a costo di distruggere tutto, anche su questo mondo creano soldi dai soldi. L'inganno massimo sta alla base della loro strategia. Un fumo che uccide.
  • Non c'è molta differenza allora con i padroni del vapore che guidano il nostro mondo. Geter, ma l'anonima talenti è impegnata, quindi, su pianeti e universi per salvare i popoli dalla fine dei tempi?
  • Prepararli, soprattutto. Indicando loro le salvaterre, i luoghi sacri dove ripararsi e sopravvivere agli eventi cosmici di cambiamento. Tuttavia la strada è tortuosa, forze avverse controbilanciano egregiamente la nostra missione. Altri, come gli uranidi, beh, lo sai, stanno lì alla finestra e osservano, di tanto in tanto intervengono nella lotta ma con risultati non immediati. Una costante universale è quella dell'interferenza del chaos sull'ordine prestabilito, sull'armonia delle forze, sulla bilancia dei contrari. Le continue violazioni comportano alterazioni strutturali sulle cose, sulle persone, sui cicli temporali. Quante volte ci siamo incaponiti su percorsi che ritenevamo giusti e malgrado la nostra convinzione, mura invalicabili c'hanno bloccati. Anche se tutti i nostri sacrifici erano destinati a fini superiori, qualcosa doveva andare male, dalle piccole cose alle grandi. Forze misteriose sono all'opera. Oltre le nostre capacità e conoscenze. Sembrerebbe necessario pure il male... e tutto ciò per un pezzo di Cuore del Mondo.

Rimuginavo le ultime cose dette da Geter. Preparare la gente alla fine. Un atto di conoscenza, un risveglio. Ma quella poca esperienza che avevo fatto mi suggeriva che i cambiamenti son sempre individuali. Ogni uomo deve fare la sua parte. Aprire gli occhi, non è un'azione così naturale, considerando come siamo messi male. Cosa mettiamo di nostro sulla bilancia della vita? Ho realizzato che la gente, in generale, è intontita dal sistema, impicciata in mille faccende che non porteranno alla fine nessun vantaggio o arricchimento. Però i richiami ricevuti da più parti, mi suggeriscono di lavorare a questo scopo, impegnarmi al massimo per trasmettere quanto ricevuto. Sarà l'unica consegna da assolvere. Nella terra desolata, insieme ad altri miei compagni d'arme, daremo tutta la nostra vita, goccia dopo goccia per rendere di nuovo fertile il suolo. Ricordo le mie letture su Parsifal e il Graal. Storielle? No, le bugie ce le raccontano a scuola, le fesserie le trasmettono in tivvù. Le imprese degli uomini risvegliati sono queste: difendere l'ordine dal chaos dilagante. Come? Proiettando la luce dentro la camera oscura dell'esistenza. Non possiamo far uscire tutte le tenebre dal mondo; possiamo introdurvi la luce. Ecco, questo è il compito.

Improvvisamente ricordai un particolare che mi era sfuggito mentre boccheggiavo nella fanga di Lakustra. Ardengo mi aveva parlato a proposito di questo pianeta, di eventi catastrofici collocabili indietro rispetto al nostro tempo ed io, sarei stato una stranezza temporale. Questo mi dava alla testa. Che cosa voleva dire? Il tempo, già e come la mettiamo con la mia presenza. Vengo dal futuro, che diavolo accadrà allora con la mia intromissione? E poi, come fa a dialogare col sottoscritto un uomo del passato? Insomma, che cosa stava accadendo e in quale pezzo temporale? Decisi di far conoscere a Geter le mie preoccupazioni assillanti.

  • Il mio pensiero non è né sistematico né filosofico, perché come tu già sai è imparentato com'è più alle materie oscure che alle esasperanti sottigliezze di un certo pensiero astrattizzante. Il tempo è una grande clessidra che contiene un titanico pugno di polvere cosmica a rilascio lento, almeno all'inizio, poi sempre più veloce scorre via fino a svuotarla. La clessidra si rigira per un nuovo ciclo, ma la polvere diminuisce ogni volta. Spesso si confonde la cosa misurata e cioè il tempo, con la sua misura. Gli einsteiniani ci hanno giocato con lo spazio-tempo. Il tempo che è una forma sottile di energia non inesauribile, è contenuto in un'intercapedine gravitazionale, da dove fuoriesce a flusso nell'universo fino ad esaurimento scorte; perde così la sua linearità per poi tendere a curvarsi, a chiudersi su sé stesso. Ad ogni chiusura nasce un resto di tempo pluridimensionale e con esso gli oggetti presenti nello spazio e immobili nel tempo, come Terranusi. Ti dicevo della fine del tempo. Bene, vi trovate di fronte alla fine di un'era. Il mondo del dopo non sarà più quello del prima, pur continuando ad essere fattualmente il mondo. La scomparsa di Atlantide abbreviò l'era corrodendo il flusso temporale. Vi troverete così a dover affrontare con anticipo di fase l'anno in cui la Terra passerà il Varco, ad incominciare dalla fine dell'anno 2012. Nel nostro universo non abbiamo avuto un continente come Atlantide che ha deragliato dal binario e così il ciclo non ha subito scossoni e perdita di energia. Tu non ti trovi qui a vivere nel passato, vivi il nostro presente sebbene sia passato rispetto al mondo da cui provieni. È un paradosso temporale? No, è il vostro tempo che si assottiglia e la terra collassa. Ehi, guarda un attimo ad ore 3...

L'aeronave stava facendo un largo giro verso... non ricordo l'espressione aeronautica, beh, verso destra. E vidi cosa stava accadendo. Laghi giganti si alzavano dalla loro sede naturale. Montagne d'acqua venivano risucchiate verso il cielo e velocemente sparirono tra gli astri e i pianeti dello spazio, visibilissimi e terribilmente vicini. In mezzo ad un tale finimondo il nostro apparecchio si destreggiava a meraviglia, come se nulla lo toccasse. Geter mi prese il braccio e mi indirizzò verso una poltrona. Trascinandomi lentamente mi diressi lì. Finestre-pannelli video o simili, mi consentivano di vedere lo scenario fantastico che mi faceva girar la testa. Una vertigine fortissima mi fece quasi svenire, ma la poltrona evidentemente attrezzata alla bisogna, riuscì a farmi rinvenire grazie alla produzione di un flusso elettrico a basso voltaggio che attraversò tutto il mio corpo. Mi ripresi e scoprii che mi si adattava perfettamente, conformandosi a peso e altezza.

Lakustra, che pianeta! Vidi finalmente le città galleggianti. Strutture incredibili quasi sospese sull'acqua. Del resto essendo ricoperto quasi totalmente da laghi, era giocoforza installarvi soluzioni architettoniche che potessero adattarsi alle caratteristiche veramente uniche del pianeta. Torri altissime si alternavano a cupole immense, moduli abitativi a parchi, non vi erano strade ma canali, solcati da motoscafi aerodinamici e cabinati. Venezia 2. Curiosamente la vita su quelle città sembrava non accorgersi del cataclisma in atto.

  • La gente che vedi sono quelli che rimarranno. Poche migliaia di donne e uomini, di vecchi e bambini che hanno scelto di restare. Pochi in ogni città, ma sufficienti per continuare a fare destino insieme a quello di Lakustra.
  • Ma moriranno, Geter, come potranno sopravvivere?
  • Eh, ce la faranno perché hanno trovato i salvaterre e ciò permetterà loro di continuare la storia di Lakustra, ma sotto nuovi cieli.

Sfiorammo una torre metallica sulla cui cima c'era un grande padiglione. Intravidi alcune persone che da dietro enormi finestre ci salutavano col tipico movimento della mano. Poi, improvvisamente, la navicella stellare virò verso l'alto in diagonale. Non avvertii pressioni: un gioiello ingegneristico. Con l'andar sempre più veloci, ci allontanammo da Lakustra in pochi secondi... ma non entrammo, se così si può dire, nello spazio pullulante di pianeti e stelle. Penetrammo in una zona quasi senza luce e caliginosa. Intravidi enormi massi, non so di quale materia, che con l'urtarsi, spezzarsi, moltiplicarsi costituivano una paurosa barriera, e scariche di energia bluastra gigantesche avvolgevano aree sconfinate di spazio buio. Frustate di fasci oliocarminio lunghi mille miglia percorrevano da destra verso sinistra tutta la nostra visuale. Come passare in mezzo a tanto pericolo? Pensai e mi aggrappai ai braccioli della poltrona. L'astronave procedeva, senza venire minimamente urtata, in mezzo a tale bolgia. Allora, invece di venir meno dinanzi al terrifico scenario, incominciai a percepire un senso di dominio sul mondo esterno. Fui attraversato da un'ebbrezza potente, sovrumana.

Saettavano continuamente sul mio capo semisferoidi luminosi in una sequenza di colori spettacolare: psicofluidi proiettati dal mio corpo eterico. Tutto all'intorno scorgevo quell'altissima colossale muraglia rossa vista in precedenza, ma non arrivavo a conoscere di che materia fosse costituita; più che le parole mi mancavano le idee di quanto vedevo di straordinario. Non riuscivo a ben distinguere in che elemento l'aeronave si trovasse a volare. Eravamo circondati da cose, elementi, sprofondi senza fine. Non vedevo più il cielo, solo visioni terrificanti, troppo per me. A un tratto – ma forse il tempo non scorreva già più – l'astronave, sotto l'azione di pressanti forze contrarie, rallentò la sua corsa, finché si fermò. Che cosa stava succedendo? Dove ci trovavamo? Mi sembrava di essere diventato vaporoso e di non avere più corpo. Una forza arcana mi teneva lontano da quella immensa muraglia. Tutto tremò, tutto si agitò, ogni elemento era in rivoluzione. Frequenze acutissime ci investirono... poi boommm, un boato profondissimo da scuotere le fondamenta dell'universo, che sentii all'altezza del plesso solare. Panico allo stato puro. Credevo di essere arrivato al capolinea. A mala pena sentii la voce di Geter:

  • Siamo nel bel mezzo del Varco. Vedi Angelo, l'uomo non crede più in un c**** di niente come dice Scandurra. Non crede più nell'anima, non segue più un principio. O accumula denaro o cerca il sesso di un attimo. Per quei 10cc di liquido, magari sopra un sedile puzzolente di un auto, crede di avere il mondo ma non ha niente, anzi perde pure quel poco che possiede. La donna invece è prigioniera di se stessa dopo millenni di schiavitù; potrebbe disseppellire la potenza, invece che fa? O imita l'uomo che è oramai finito, oppure si vende per quattro soldi o, ancora, si dedica fino allo sfinimento agli altri, figli mariti genitori. Si immola senza tenere nulla per sé. Siamo nel Varco, Angelo, lo specchio cosmico dove ognuno ci vede il suo riflesso, quello che è veramente.

Le sue parole avevano un effetto riverbero. La muraglia divenne tutta luminosa, di un bianco sparato e si aprì un valico proiettando un'abbagliante luce. Tra la paura, la commozione e il pianto, alzai le mani in alto, così semplicemente, implorando aiuto.

Ecco presentarsi un maestoso e placido cigno bianco. Sbarrai gli occhi per meglio vedere e allontanare un eventuale abbaglio. Era vero e lucente, con due occhi più vivi del sole.

domenica 4 settembre 2011

IUS 43




  • Desideravo farti ancora una domanda. Nel mese di luglio del 1969 ufficialmente degli uomini hanno messo piede sulla Luna. Mi ricordo... eravamo tutti incollati davanti al primo canale della Rai. Tito Stagno e il professor Medi ci raccontavano in diretta la cronaca. Partecipavamo alla storia. Dicevano che era un grande passo per l'umanità. Tu come l'hai vissuta da quassù la cosa?
  • Il governo americano è specializzato in bugie. Ne hanno raccontate così tante in così breve tempo da battere chiunque nella storia. Fesserie sono le dichiarazioni d'intenti. Fesserie sono le promesse di benefici per tutti. Fessi siamo tutti noi che crediamo ancora a queste cose. Sopprimono la verità su tutto. Trattano i popoli come sudditi. Ma loro non si vergognano. Son venuti qui per una cosa precisa: rubare. Sì, rubare è il verbo adeguato. Nessuna nazione può arrogarsi il diritto di prendere ciò che non gli appartiene, anche se si trovasse su di un altro pianeta. Gli Atlantidi hanno lasciato un patrimonio immenso per l'umanità che sarebbe venuta dopo. Petralunata e altre superstrutture sotterranee, non sono acquisibili da chi segue le stesse orme dei goeti del mitico continente scomparso. Esse apparterranno a chi non avrà avuto responsabilità col marciume mondiale, a tutte le vittime del male, alle persone oneste che non hanno mai chiesto nulla di più del necessario. Tale clausola la facciamo rispettare noi. Sarebbe immorale, insopportabile che chi ha contribuito attivamente al disfacimento di ogni ordine morale e spirituale, avesse pure la possibilità di accumulare tesori e di fuggire alla fine del Tempo. No, non funzionerà così...

Non lo conoscevo così deciso, così duro nei toni, animato da una passione profonda.

  • Non volevo farti inquietare Ardè.
  • Non abbiamo mai accettato che pochi dovessero decidere le sorti di molti. Che pochi dovessero occultare conoscenza e prosperità, anziché distribuirla liberamente a tutti. La conoscenza è la nostra maggior difesa contro gli attacchi più svariati. A proposito... in questo momento stai in uno dei posti più fortificati della galassia dopo Saturno e nessuna agenzia spaziale e forza militare della Terra potrà mai entrarci senza invito.
  • Hai detto che sono venuti a rubare. Che cosa?
  • Non siamo soltanto noi della talenti ad essere in possesso di informazioni, diciamo così, riservate. Sul finire della Seconda Guerra mondiale, il governo degli Stati Uniti istituì un'unità speciale di ricerca e sviluppo, in grado di accedere a certe cose ritenute ufficialmente fantasiose. Hanno sottratto come bottino di guerra e grazie al tradimento di alcuni scienziati e gerarchi della Germania nazista sconfitta, mezzi e progetti d'avanguardia, soprattutto sistemi di propulsione e tecniche ingegneristiche che gli alleati non avrebbero mai potuto realizzare.
  • Perché? Sempre di ingegno umano parliamo, no?
  • L'ordine nero hitleriano aprì una porta che dava su di un altro universo, popolato da esseri non-umani, i fravashi, ritenuti a torto angeli divini... stabilirono con l'inner circle nazista proficui contatti, trasmettendogli conoscenze straordinarie. Ma, come direbbe Scandurra, 'a mozzichi e bocconi'. Ciò gli consentì comunque di andare sulla Luna e tentare di accedere alle installazioni sotterranee, senza fortuna. Persero la guerra non potendo utilizzare le armi-ultra, che erano ancora in cantiere per adeguarle alla funzione terrestre. Fu un bene, certo, ma i pericoli per l'umanità non diminuirono. Non di rado, chi vince appare come liberatore e inscena la solita pantomima ai danni del popolo, tra quello che si fa e non si dice e quello che si dice soltanto per celare. Il potere si perpetua attraverso il segreto, quasi sempre minaccioso. Dunque, i governativi allestirono una organizzazione militare e scientifica dotata di fondi pressoché illimitati, per andare sulla Luna armati e conquistare quanto lasciato dagli atlantidi: tecnologia ed energia infinita senza costo. Ma odore di destino non cambia. Il 1952 allunarono in più punti con mezzi da sbarco spaziali; discesero da un'astronave-madre in orbita intorno al satellite. Stormbringer era il suo nome. Fecero 'due fatiche'. Rimasero in panne sulla superficie lunare, così dovettero distruggere ogni traccia, tanto un cratere in più non avrebbe certo fatto notizia. Pensa che lordura morale li guidi: soldati e piloti fatti saltare insieme ai mezzi da sbarco. Carne da cannone. Pedine sacrificabili.
  • Furono gli atlantidi a bloccarli?
  • No, un giovane custode attento e solerte...
  • Scandurra?
  • E chi altrimenti? Quel fruttarolo sconosciuto e analfabeta, ha contrastato i potenti del mondo pigiando un semplice pulsante. La vera forza è la conoscenza. Lui stava al posto giusto quando serviva. Nessuno potrebbe mai immaginare che dietro la versione ufficiale delle cose, dietro quella che molti chiamano realtà, ci siano altri attori che recitano parti più decisive per le sorti dell'umanità. Uomini e donne che si nascondono a tutti, ma che decidono di fare la differenza. E questo confonde incredibilmente i potenti.
  • Quando sarà riscritta la storia? Quando tutti potranno finalmente sapere la verità?
  • Non conviene a nessuno dire la verità, almeno secondo i termini umani. Quando uno fuori dal coro ci ha provato, non gli hanno concesso di rivedere l'alba. L'umanità sarà mai pronta in blocco a percepire la luce? Costa un prezzo altissimo, pare, ma dopo scopri che era sempre lì, a portata di mano e gratuita.

Dopo una pausa di alcuni secondi, mi indicò lo schermo.

  • Angelo, sarai gettato dentro gli accadimenti. Un viaggio nel tempo. Conosciamo l'esito di quel pianeta, ma non il tuo. Si uniscono dimensioni e come un RVM si conservano intatti gli ultimi respiri di un mondo, ma in aggiunta ci sarà una stranezza temporale: te.

Cosa intendeva Ardengo? Avrei vissuto direttamente l'evento? Viaggi nel tempo, catastrofi planetarie... ma se ero ancora un 'fischiotto' secondo Scandurra, che ruolo avrei mai potuto svolgere in questo immane scenario? Dovevo esserci abituato ormai, ma in pratica mi sentivo inadeguato malgrado le conoscenze in mio possesso. Ero fatto così: prima mettevo il carro in salita, poi...

Dallo schermo-quadro partì nella mia direzione un raggio azzurro che mi investì completamente. Fui incapsulato in una sfera dentro la quale fluttuavo.

Eccomi sul pianeta in un attimo. Ebbi per un istante l'illusione di ritrovarmi sulla mia Terra, tanta era la somiglianza con questa. Il clima primaverile; il suo cielo, di un azzurro cupo anche di giorno, lasciava scorgere le stelle e due lune oltre al suo sole, più piccolo del nostro. Rigogliosa appariva la vegetazione, alimentata forse dai corsi d'acqua sotterranei, perché scarsi erano i fiumi che si vedevano. Questo pianeta era privo di oceani e di mari; molti i laghi e avvicinandomi – evidentemente era la mia volontà che dirigeva lo sferoide, oppure era teleguidato da qualcuno – planai sulla superficie di uno di questi, grande, di un blu profondo; sentivo il suo profumo: acqua mista ad erba. Era lo stesso odore che si avvertiva su di un campo di calcio dopo l'irrigazione. L'unione chimico-fisica di vegetazione e acqua era il comun denominatore di questo mondo.

Ebbi sentore che sul mio capo passavano dei dischi verde-luminoso. Erano sei in formazione a 'V', sembravano seguirmi. Dentro la sfera mi sentivo pervaso da un'ebbrezza strana, potente. Non temevo quella situazione. Ero attore principale, o almeno così mi collocavo in quello scenario extraterrestre.
Ed ecco, una colossale muraglia rossa cremisi si alzò dalla linea dell'orizzonte fino a coprire il cielo, come se avvolgesse completamente il pianeta dei laghi. E udii suoni lamenti boati: da dove provenivano? Che mondo era mai quello? I dischi furono agganciati da colonne simili a mani ciclopiche che provenivano dalla muraglia e gettati a terra come fuscelli. La sfera che mi trasportava ebbe un sussulto e perse stabilità. Cadde a spirale lentamente in mezzo ad un lago. A contatto con l'acqua si sgretolò come un vaso di coccio ed io provai l'effetto del gelido fluido, melmoso e profondo. Pensavo che la sfera fosse fatta di energia o comunque non di materia densa. Caspita, se era un'esperienza psichedelica si dimostrava sin troppo realistica. Si inzupparono i miei vestiti e annaspai maldestramente. Ero un buon nuotatore, ma in quella 'fanga' diventava un'impresa rimanere a galla. Un risucchio potente mi trascinava sotto. Ero nelle 'peste' come si dice a Viterbo: panico allo stato puro. Tutto lasciava credere che in quell'apocalisse avvenuta chissà quanti secoli o millenni prima, ero una vittima postuma.

Anche il lago si colorò di rosso. Rivoli di sangue mi fuoriuscivano da orecchie e naso. Che sapore aveva la morte?

Il solito pessimista. Una mano decisa mi prese per l'avambraccio destro tirandomi in superficie. Un tizio dalle sembianze umane in tuta militare verdescuro, imbracato e appeso ad un cordone metallico penzolante da un'aeronave spettacolare, mi era venuto in soccorso giusto in tempo. Mi avvinghiai a lui e così fummo portati sani e salvi dentro la carlinga della nave stellare.

Può un uomo del ventesimo secolo penetrare in un tempo passato, dentro un universo altro? Quale impatto potrebbe mai avere sulle cose, sulle persone? Gli eventi, quelli almeno più significativi, si deformerebbero se ci fosse un'interferenza di un'altra linea temporale? O per qualche sorta di bilanciamento cosmico che tutto sorregge e ammortizza, ogni anomalia è comunque assorbita nel flusso del vivente? Quegli esseri che incontrai, ebbero la loro vita mutata per sempre? Nella mia epoca, esistevo?

Intanto il mio salvatore mi offrì da una busta di plastica del 'cordiale', sì, sembrava proprio il liquore degli alpini. Mi sentii tonificato, tranquillo come a casa. Intorno a me c'erano altri militari che mi fissavano curiosi. Feci un cenno con la mano a mo' di saluto. Uno di loro mi stupì:

  • Viterbese?

    Credete veramente che siano progetti Ikea?

    Rudolf Hess ebbe il delicato compito di tenere i contatti con i non-umani. Poi... il balletto di Spandau.

    Un falso? Probabile. O forse no? Sono comunque certo che i Nazi andarono sulla Luna.

    Chi governa veramente negli Stati Uniti ha un occhio solo, ma ci vede bene. Importanti illuministi li troviamo in Marina.

    Elementi utili per comporre la storia reale degli USA.

    Elementi utili per comporre l'identikit della Salamandra. È un romanzo? E con ciò?

    Il piano della Salamandra. Letteratura? E con ciò?

    Impronte digitali della Salamandra. Tiene tutto nel palmo della mano. Da questo la riconoscerete.