Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

giovedì 28 settembre 2017

La curvatura della luce




Un giorno dissi a me stesso: quando deciderò di pubblicare i risultati delle mie esperienze e ricerche, a tutti e per tutti, riporterò il più fedelmente possibile (cambiando semmai i nomi delle persone coinvolte) la verità su Scandurra e dell'anonima talenti. Il mio istruttore mi disse che non mi sarei dovuto preoccupare degli scettici, ma di chi crederà. Preoccupazione che non ho avvertito, fin quando non cominciai a scrivere sul blog Le Cronache di Atlantide. Le aspettative dei lettori sono via via aumentate, e non vi nascondo che ho avuto grosse difficoltà a gestire la cosa. La responsabilità mi ha schiacciato: se divulgo non posso tirarmi indietro, mi dicevo. L'altro aspetto concerneva la messa in sicurezza di questioni più grandi di me, un'eredità bollente che rischiavo di sperperare scegliendo malamente gli eventuali allievi, ma c'era pure la considerazione di non chiudere la catena iniziatica con me. Il materiale che ho accumulato negli anni sulle immersioni, è importante come mole ma ancor di più per il contenuto, che ho comunque dovuto selezionare. In primis, ho limitato le indicazioni tecniche, che sono decisive per non morire durante l'attraversamento: debbo pur coprirmi le spalle. Altre omissioni riguardano le strutture interdimensionali; per motivi che qualcuno ben comprenderà, ho sorvolato sui dettagli perché ci sono persone con intenzioni basse disposte a tutto pur di ottenere ciò che è riservato. Dicevo che avrei dovuto raccontare tutta la verità, almeno questo mi prefiggevo. Poi ho capito che alcuni non vogliono conoscere tutta la verità, ma quella che meno li obbliga a cambiare.

Quando entrai a far parte del ristretto giro di Scandurra, conobbi persone umili sebbene colte e ben collocate nel sistema mondo, ma anche outsider animati da volontà e desiderio. Compresi quasi subito che non c'era spazio per “gente bassa”. Il maestro non avrebbe mai portato un malintenzionato a spasso per le dimensioni. Dovevamo imparare a bere la rugiada dopo averla trasformata, e per far ciò era necessario un cuore puro. Io non ero ancora in quello stato e dovetti fare pulizia molto a fondo prima di attingere alla Fonte della Vita. Avevo 13anni e già ero contaminato: sudai parecchio prima di spurgarmi del tutto degli umori maligni. Per ognuno di noi c'è un momento della verità, dove gli autoinganni vanno stracciati, le paure superate, gli attaccamenti mondani sciolti. Scandurra ci rese rottami informi, materia prima. Ci muovevamo nella frangia esterna di un cerchio psichico il cui centro era ben lungi dall'esserci accessibile. Ad un certo momento, un segnale all'inizio debole poi sempre più chiaro e forte ci raggiunse, e tutto in noi risuonò col movimento degli universi...

Uno dei concetti più ostici per me, forse meno per gli altri dell'anonima, fu quello dell'interno e dell'esterno sul quale Scandurra ci imbastì diversi insegnamenti, come un punto cardine da cui prendere le mosse. L'opposizione dentro-fuori va superata, perché fa parte delle nostre calcificazioni mentali. Il “fuori” è un “dentro” dovunque, e noi ci troviamo dappertutto. La coscienza non va collocata, bensì lasciata libera di estendersi lungo tutto lo spettro psichico, dal rosso all'ultravioletto, e da qui lui fa un balzo di livello tra organico e inorganico perché, dice, ogni cosa è una porta che ci collega all'infinito da cui tutte le cose, appunto, sono poste in essere. Per Scandurra l'infinito è una cosa concreta, nulla a che vedere con la matematica né con la filosofia, è un luogo (per certi versi simile all'universo Maspell degli antichi germani) che chiama pozzo-senza-fondo, utero cosmico che genera l'energia fin dal Mattino della Creazione, dal corpo celeste fino all'ultrapiccolo. La coscienza è in contatto con tutto attraverso sotterranei dimensionali e tutte le cose sono collegate ad essa per le stesse vie. Questi concetti li potemmo poi sperimentare, sorprendendo la luce uscire dal pozzo per vie oblique.

Le Cronache le ho concepite in modo da adattarle al momento e allo stato di percezione dello studioso principiante, come del più avanzato iniziando, in quanto mi sono ripromesso di accompagnare gradualmente tutti quanti lo vorranno e senza turbamenti di sorta fra i misteri della Terra. Considerando il mezzo profano, sarà impossibile trasmettere l'influenza magico-spirituale di Scandurra, possibile solo per via diretta; tuttavia non è improbabile che alcuni dei miei lettori abbiano percepito un clima magnetico, un tremore entrare nella loro anima. I tesori del Tempio sono a completa disposizione di chi soltanto voglia ed osi purché degno.

Questo è il primo appello all'adunanza. A me basta un SÌ e sarà mio compito rispondervi in privato. Perché mi sono deciso ad aprire la porta? Beh, vado dicendo da anni che stiamo vivendo i tempi della fine, che ci siamo arrivati per davvero.

martedì 26 settembre 2017

VIAGGIANTI OLTRE OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO, UNITEVI

Molti lettori, ma anche amici direi, mi rimproverano di predicare bene ma di razzolare male. Cioè, di evitare ogni contatto diretto dopo aver pubblicato decine di capitoli IUS, tratti da Le Cronache di Atlantide, testo inedito in parte, che è un diario un tempo privato sulle esperienze che ebbi insieme ad altri sodali col mago Scandurra a Viterbo. Certo, tutto potrebbe finire in una sonante pernacchia se ciò che ho scritto fosse solo opera di fantasticheria. E chi pensa questo ha le sue buone ragioni, evidentemente. Il problema nasce allorché alcuni, nemmeno pochi, considerano la mia esperienza come vera, genuina, anche se incredibile. Già, perché ho affermato sin dall'inizio che quanto esperito è reale, maledettamente reale. E lo confermo con tutte le mie forze ancora oggi. 
Allora, per ritornare alla questione di partenza, ossia sul perché sarei contrario a contattare i lettori personalmente. Nel divulgare senza filtri avvenimenti legati ad un gruppo eterogeneo di persone ma legate dalla causa comune, quella cioè di realizzare un percorso realizzativo di estensione della coscienza e della padronanza del lumen (schematizzo ciò che è invece una messe dottrinale e di prassi millenaria che si può tranquillamente far risalire alla civiltà di Atlantide), mi sono esposto considerevolmente (poco male), ma soprattutto ho rese pubbliche attività e conoscenze fuori dall'ordinario e dalle potenzialità esplosive. Non ci vuole molto per capire che dichiarando di possedere lo strumento per accedere ad altre dimensioni, gratuito e diciamo quasi alla portata di tutti, mi metto nelle condizioni di essere oggetto o di sarcasmo o, peggio, di interesse spasmodico da parte di Istituzioni e singoli ricercatori. È in effetti avvenuto. Lo troverei pure ovvio, ma forse si dimentica che se quel che affermo corrisponde al vero, mi assumerei responsabilità immani, poiché attraversare il punto d'inserimento tra la nostra dimensione e le altre modifica non solo la vita del viaggiante, ma tutto un destino terreno. Non possiedo la sfrontatezza di Scandurra derivata dall'enorme conoscenza e potere, questo è un fatto, tuttavia non escludo in assoluto il coinvolgimento di altri nuovi aderenti nello sperimentare le immersioni, purché comprendano le mie necessarie riserve e il valore di quanto ho ricevuto in dono. Mi viene in mente il film "Stalker" di Andrej Tarkovskij...

Nota a margine.
I tempi son più che maturi per l'adunanza. Cosa aspetto ancora?