Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

sabato 16 febbraio 2013

2012: ANNO SCONFINATO

E' possibile!



2012: ANNO SCONFINATO

Ci sono per il povero a sto mondo due grandi modi di crepare, sia con l'indifferenza generale dei suoi simili in tempo di pace, sia con la passione omicida dei medesimi quando vien la guerra.
Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline

"Lo Stato, quando c’è, faccia quello che deve e può; ma, per i singoli, onore è sottrarre la propria condotta alla gravitazione dei fatti. Come la fede religiosa, è una realtà solo per chi lo sente: noi lo sentiamo e ad esso abbiamo consacrato la nostra vita. Il nostro sacrificio è necessario per riscattare colpe che furono commesse. Così vuole la Storia, e la parola redenzione non ha altro significato".
Un ufficiale della Decima Mas, morto a seguito delle ferite riportate in combattimento, così motivò la sua scelta.

Cavalcare la tigre. E’, questo, un detto estremo-orientale, esprimente l’idea che, se si riesce a cavalcare una tigre, non solo si impedisce che essa ci si avventi addosso, ma, non scendendo, mantenendo la presa, può darsi che alla fine di essa si abbia ragione. A chi interessi, si può ricordare che un tema analogo lo si ritrova in scuole della sapienza tradizionale, quali lo Zen giapponese (le varie situazioni dell’uomo col toro); mentre esso ha un parallelo nella stessa antichità classica (le vicende di Mithra che si fa trascinare dal toro furioso e non lascia la presa, finché l’animale si arresta: allora Mithra lo uccide).
Questo simbolismo trova applicazione su diversi piani. Lo si può riferire anzitutto ad una linea di condotta per la vita interiore personale, ma anche all’atteggiamento da assumere proprio dinanzi a situazioni critiche, storiche e collettive.
In questo secondo caso, a noi interessa la relazione del simbolo con l’accennata dottrina dei cicli, riguardante la struttura generale della storia e, in particolare, con quell’aspetto di essa che si riferisce alla sequenza delle “quattro età”. 
E' questo, un insegnamento che, come abbiamo avuto occasione di mostrare altrove, ha avuto tratti identici sia nell’Oriente che nell’antico Occidente (Vico ne ha raccolto una semplice eco).
Nel mondo classico esso è stato presentato nei termini di una discesa dell’umanità dall’età dell’oro via via fino a quella che Esiodo chiamo età del ferro. Nel corrispondente insegnamento indù l’età terminale è detta kali-yuga (= l’età oscura), e l’idea essenziale qui viene precisata col sottolineare che al kali-yuga è proprio appunto un clima di dissoluzione, il passaggio allo stato libero e caotico di forze individuali e collettive, materiali, psichiche e spirituali che in precedenza erano state in vario modo vincolate da una legge dall’alto e da influenze d’ordine superiore.
Di questa situazione i testi tantrici dettero una immagine suggestiva dicendo che in essa è “completamente desta” una divinità femminile — Kali — la quale simboleggia la forza elementare e primigenia del mondo e della vita, ma che nei suoi aspetti “inferi” si presenta anche come una dea del sesso e di riti orgiastici.
In precedenza “dormente” — cioè latente in questi suoi aspetti — essa nell’”età oscura” sarebbe del tutto desta e agente.
Tutto sembra indicare che proprio questa situazione si è avverata nei tempi ultimi, avendo per epicentro la civiltà e la società occidentali, da dove essa è andata estendendosi rapidamente all’intero pianeta; per cui potrebbe trovar anche una non peregrina interpretazione il fatto che la presente epoca sta sotto il segno zodiacale dell’Acquario: le acque, nelle quali tutto torna allo stato fluido, informe. Prognosi formulate già da molti secoli — perché a tanto datano le idee ora riferite — appaiono dunque oggi singolarmente attuali.
E in questo contesto si trova anzitutto l’accennata relazione con le vedute esposte, per via di un analogo inquadramento del problema dell’atteggiamento adeguato per l’età ultima, atteggiamento associato, qui, al simbolismo del cavalcare la tigre.
In effetti, i testi che ci parlano del kali-yuga e dell’età di Kali proclamano anche che le norme di vita valide per le epoche in cui, nell’uno o nell’altro grado, erano vive e operanti forze divine, nell’età ultima sono da considerarsi scadute. In questa vivrebbe un tipo umano essenzialmente diverso, incapace di seguire i precetti antichi; non solo, ma per via del diverso ambiente storico e, se si vuole, planetario, codesti precetti, anche se fossero seguiti, non darebbero gli stessi frutti. Per questo, vengono indicate norme diverse e viene revocato il vincolo del segreto che in precedenza vigeva riguardo a certe verità, a una certa etica e a particolari “riti”, per via del carattere pericoloso di essi e dell’antitesi che costituivano rispetto alle forme di una esistenza normale, regolata dalla tradizione sacra. Non sfuggirà a nessuno il significato di questa convergenza di vedute. In questo, come in altri punti, le nostre idee, lungi dall’aver un carattere personale casuale, si riallacciano essenzialmente a prospettive già note al mondo della Tradizione, quando vennero previste e considerate situazioni generali non normali.
Dopo di che, esaminiamo il principio del cavalcare la tigre nella sua applicazione al mondo esteriore, all’ambiente complessivo. Il suo significato eventuale può allora venir precisato nei seguenti termini: quando un ciclo di civiltà volge verso la fine, è difficile poter giungere a qualcosa resistendo, contrastando direttamente le forze in moto. La corrente è troppo forte, si sarebbe travolti. L’essenziale è non lasciarsi impressionare dall’onnipotenza e dal trionfo apparente delle forze dell’epoca. Tali forze, per essere prive di connessione con qualsiasi principio superiore, hanno, in fondo, la catena misurata. Non bisogna dunque fissarsi al presente e alle cose vicine, ma aver anche in vista le condizioni che potranno delinearsi in un tempo futuro. Allora il principio da seguire può essere quello di lasciar libero corso alle forze e ai processi dell’epoca, mantenendosi però saldi e pronti ad intervenire quando “la tigre, che non può avventarsi contro chi la cavalca, sarà stanca di correre”.
In una interpretazione particolarissima, il precetto cristiano di non resistere al male potrebbe avere un non diverso significato. Abbandonando l’azione diretta, ci si ritira su di una linea più interna di posizione.
Implicita è, qui, la prospettiva offerta dalla dottrina delle leggi cicliche: chiuso un ciclo, un altro comincia, e il punto in cui un dato processo raggiunge la sua fase estrema è anche quello in cui esso si capovolge nella direzione opposta.
Resta tuttavia aperto il problema della continuità fra l’un ciclo e l’altro. Secondo una immagine dell’Hofmannsthal, la soluzione positiva sarebbe quella dell’incontro fra coloro che hanno saputo vegliare durante la lunga notte e coloro che forse appariranno nel nuovo mattino. Ma questo esito non lo si può tenere per certo: non si può assolutamente prevedere in che modo e su quale piano potrà aversi una certa continuità fra il ciclo che volge al termine e quello successivo. Perciò alla linea dell’accennato comportamento per l’epoca attuale devesi dare un carattere autonomo e un valore individuale immanente.
Vogliamo dire che non deve avervi una parte di rilievo l’attrazione esercitata da prospettive positive a più o meno breve scadenza. Queste potrebbero anche mancare del tutto, prima dell’esaurirsi del ciclo, e le possibilità offerte da un nuovo movimento di là dal punto zero potrebbero riguardare altri che, dopo di noi, abbiano tenuto egualmente fermo, senza attendersi nulla per quanto riguarda effetti diretti e mutamenti esteriori.
[…]
Per alcuni, non sarà forse stato inutile questo rapido cenno su prospettive e problemi generali. Su di essi non ci soffermeremo ulteriormente, perché, come si e detto, è il campo della vita personale che qui ci interessa; a tale riguardo, nel definire l’orientamento da dare a certe esperienze e a certi processi di oggi, onde abbiano un esito diverso da quello che appaiono avere per la quasi totalità dei nostri contemporanei, bisogna fissare posizioni autonome, indipendenti da quel che potrà o non potrà avvenire nel futuro.
Julius Evola, Cavalcare la Tigre. Edizioni Mediterraneee - 2009 - pp. 26-29



Arriverà, e allora...


Notizia dell'ultima ora: il 2012 non è passato. Il Grande Varco si va dischiudendo, presto sarà visibile, come pronosticò Scandurra. I segni in cielo e in terra ci son tutti, e le loro vibrazioni già si avvertono nei cuori degli uomini risvegliati, liberi dai lacci del conforme, affrancati dalle strutture asfissianti dell'ideologie e della prigione scientista. L'umanità, tuttavia, difficilmente eviterà di cadere nelle allucinanti manie di autodivinizzazione che l'Ombra spaccerà a buon mercato. Il Vitello d'Oro, feticcio-ponte del demiurgo è, oggi, particolarmente in auge presso i circoli mondialisti, che non paghi del disastro provocato a bella posta, impongono a tutti la dipendenza dalle sue propaggini magnetiche. Come contrastarli? Per chi sa e può, gli arconti in grigio in alcuni momenti manifestano la loro vera natura: il nonessere in dinamica evoluzione di morte. Se li vedi, ti difendi come puoi, ma almeno ti difendi. Le loro tenebre mentali si espandono a velocità doppia dei comuni esseri, dono gradito di Sua Eminenza Grigia che, dalla Torre Rotante di Darest Sharma, guida i fedelissimi in ogni terra abitata dell'universo.

Il maestro mi insegnò a leggere le tracce del kaos, ove gli eventi del singolo si intrecciano a quelli collettivi, fortune e sventure si accavallano fino a degenerarsi e livellarsi nell'età oscura; oggi il diagramma mostra un antivertice prossimo allo sterminio di uomini e cose, sebbene una discontinuità appaia. Una carica lucifuga praticamente infinita (difficile quantificare l'energia distruggitrice) si approssima e le fa da contraltare quella proveniente dal centro della Via Lattea, carica benigna ma non meno potente e instabile nella sua declinazione.

Le realtà cosmiche, sottomondane e sovramondane, si intersecano col nostro piano terreno. Difficile distinguerle quando gli attori quaggiù si scolorano, quando le bioradianze che avvolgono i loro corpi si riducono a tenui profili, risultato delle tenebre mentali in cui si trovano a vivere, se di vite si possano ancora parlare. Chi riuscirà a sopravvivere a tali condizioni, la sua vita non avrà tregua, né pace né libertà, assediato nei suoi valori fondamentali: lo spirito, immagine divina, l'anima, purificante soffio di Dio, e il corpo che con la sua mente si disseta nell'acqua di vita.

I piani dei Potenti di questo mondo, ovvero rendere le masse cieche e profonde, divergono in parte dal Piano dell'Ombra. Egli vuol trasformare la gente fin nella struttura più intima, fabbricando nonesseri privi di corpi, liberi, si fa per dire, di errare nel sottomondo allestito come un paradiso psichedelico, così realistico da ingannare anche i più svegli.

Il baluardo mistico di Roma, si sgretola fino alla sua rovina completa, trascinando nell'abisso i suoi stessi distruttori; un uomo è solo, impotente di fronte allo sconquasso morale e spirituale causato dalla gerarchia, incapace di rompere il muro di silenzio, debole contro le strategie del diavolo. Fuggire, sperando nel futuro è gesto umano, troppo umano, per chi deve confidare in Dio. Le fessure nella Grande Muraglia son diventate gallerie. Non aspettiamoci necessariamente una guida umana, un condottiero, un duce, forse una novella Giovanna d'Arco, ecco, una mediomante in grado di catalizzare forze e potenze benigne al fine di respingere ed esorcizzare, per quanto umanamente possibile, le orde di gargoyles provenienti dai mondi sublunari, limitandone le manovre al piano sottile. L'Ultima battaglia non è per tutti, e questo è nelle cose. Potremmo pure trovarci al fianco chi non ci saremmo mai aspettati, o assente l'amico e sodale spirituale. Le fila non le componiamo noi, un segnale interno raggiungerà i predestinati, ma non tutti risponderanno “Presente!”.

Il rivolgimento psicoanimico si attua nella mente se permane antenna radiante per ascoltare e trasmettere il Lumen.
Faccio un passo indietro, una ricognizione che ritengo possa tornar utile per meglio leggere la catena di eventi prossimi venturi. Il Potere Segreto Internazionale detenuto da Il Gruppo, ha da almeno 200anni lanciato la Rete. Cercare di conoscere l'impenetrabile collusione tra la gnosi spuria e il suo braccio armato di penetrazione e corruzione, l'oro, è impresa tosta. Un esempio valga su tutti ed è quello che concerne l'azione devastante di Wall Street sull'economia mondiale, e ciò è noto, ma non ci aspetteremmo certo di trovarla, ospite gradito, nei sacri palazzi da un bel po', ultimo emissario l'attuale maltese/alemanno allo IOR, di mestiere bankiere e per hobby armaiolo. Se non vado errato, Cristo cacciò due volte i bankieri dal Tempio, tuttavia l'antico monito fu disatteso mille volte. Mosè distrusse il Vitello d'oro, simbolo della banka mondiale, e fece uccidere coloro che l'avevano adorato. Il mondo sordo e cieco comunque prese un altra direzione, progressivamente, e niente e nessuno riuscì a stroncare il potere del denaro fino alla sua apoteosi degli ultimi due secoli. I fili sottili e indistruttibili della Rete gnostico-finanziaria, trovano importanti centrali controiniziatiche nelle istituzioni e fondazioni, clubs e circoli: dalle triadi cinesi al Bilderberg, per capirci.

RETE: CLUBS, BANKE, FABBRICHE DEL CONSENSO, MASSONERIA AZZURRA;

la loro forza:

SEGRETEZZA, CAPILLARITA', DENARO.

Sede principale dell'Unione Europea.


La radice di tutte le nostre disgrazie, l'abbiamo nella iniziale suggestione della esaltata conoscenza come fine ultimo. Attraverso il sangue, moneta spirituale, si impone la legge del Terrore, della forza, e con l'oro si diffonde la corruzione come prassi sistemica. Sembrerebbe di leggere la cronaca odierna, eppure tale strategia è assai più vetusta. Con l'usurocrazia (che non ha passaporto né etnia) creata dal sistema bankario internazionale, si sfianca ogni ordinamento civile e religioso per attuare l'impero oscuro. Il Potere Segreto Internazionale dal caos ottiene l'ordine liberticida, dalle tenebre estrae una luce spettrale, che non è vera Luce ma Ombra perenne. La ragnatela di questo potere si organizza invertendo di segno la confraternita dei costruttori di cattedrali, per intrigare gli assetati di carrierismo e di denaro. Con il mattatoio della Rivoluzione Francese e delle partitocrazie si darà via libera all'attuale dittatura mondialista, con la sua padronanza assoluta dell'economia e della finanza, dei governi, del traffico di droga, della propaganda e delle armi, in una falsa civiltà contro Dio e contro l'uomo. A noi tocca resistere, aspettando insonni le prime luci dell'alba di una rinnovata Creazione.

Tattica del mondialismo.


WebRep
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martedì 12 febbraio 2013

LA GEOMETRIA DEL MALE






Ho paura che non ci siano più altari. Le sacrestie, invece, funzionano a pieno regime.

Le dimissioni di Benedetto XVI°, hanno monopolizzato stampa, tivvù e web e non poteva essere altrimenti. Si è elevato il coro degli esperti dei mass media, e poi vaticanisti, politicanti, cantautori e presentatori, al grido: le dimissioni? gesto coraggioso di un grande papa... Il popolo, in maniera più modulata ha denunciato disorientamento, sconforto, incredulità per il passo indietro del pontefice. Gli opinionisti prezzolati a tanto il chilo, hanno messo le mani avanti contro il tentativo di chiunque ci veda altro da quello che appare. Vanno banditi gli specialisti in dietrologia, dicono i ben informati. Guai soltanto a pensare che dietro le dimissioni del Santo Padre vi siano pressioni, influenze o cospirazioni. Tutto normale, sotto la luce del sole, insomma.

Per me di normale c'è solo la melassa istituzionale dei pompieri specializzati nello spegnere ogni diritto legittimo del popolo alla verità, gli insabbiatori della realtà, i riduzionisti della Vita son sempre pronti a spuntare come funghi dopo la pioggia. Oggi, l'informazione deve passare al vaglio dei Dominatori dell'orbe terracqueo. Filtrata, manipolata, digerita e diffusa, la notizia strada facendo appare in veste plastificata, trasparente, digitalizzata, uniformata. La verità è svenduta e traviata a tal punto da essere invertita. Il bianco è nero e il bene è male. Inversione semasiologica ad opera dello Stato Globale. Poche voci si distinguono dal piattume retorico, politicamente corretto della fabbrica del consenso.

Non mi sottraggo certo io a leggere oltre le righe del noto ciò che lo informa. Dietro l'abdicazione del Papa c'è ben altro della stanchezza cronica di un anziano. La Chiesa postconciliare si trova nella crisi più nera, più drammatica della sua lunga storia e perfino un teologo progressista come Maritain lo comprese, tardi. Si è aperta al mondo col buon intento di spargervi fermenti evangelici e il mondo, più che mai refrattario e nichilista, vi è entrato con tutto l'arsenale ideologico e materiale di cui disponeva, fino a cambiarne i connotati: la Chiesa da corpo mistico a realtà temporale. La struttura stessa della Chiesa cattolica dovrebbe essere carismatica e sacramentale, invece è diventata un sistema sociale governato secondo criteri politici. Essa si fonda sulla continuità tra istituzione e Mistero. Per essa Cristo ha fondato sull'apostolo Pietro la Chiesa universale. Al centro, quindi, vi è la continuità tra Cristo e la persona di Pietro e dei suoi successori a Roma. Trasmissione spirituale da persona a persona. Non una semplice delega, né una nomina burocratica. L'autorità del Papa viene dall'Alto e non obbedisce a criteri umani e giuridici. Una potenza trascendente si innerva nell'anima del pontefice scelto a ri-trasmettere la Luce del Divino tra gli uomini. Depositario di un potere invisibile e non divisibile, il Papa è mistero a se stesso.

La fortezza è in pericolo, è assediata da ogni dove, anzi, un manipolo di invasori è riuscito ad entrare e a confondersi. Difficile capire chi tradisce e chi è il nemico, tuttavia bisognerà tentare di stroncare il male sin dall'interno. Il Signore del castello sa bene che arrendendosi perderebbe tutto e, soprattutto, nessuno dei suoi si salverebbe. I nemici non fanno prigionieri e nemmeno hanno l'intenzione di negoziare. Morire per difendere la cittadella non è una soluzione estrema, ma l'unica possibile.

Le legioni di Massenzio scalpitano nervose. Non si può, non si deve trattare con loro. Combattere è un dovere. Non v'è diplomazia, politica, economia che possano salvare l'umanità. La spada della fede e della conoscenza è la sola in grado di recidere la geometria del male.

Papa Benedetto XVI° chiese di pregare per lui, il 24 aprile del 2005, con queste parole: "Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi". Sappiamo, poi, come è finita.