Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

giovedì 13 ottobre 2011

NELLA TANA DI SATURNO



[...]Gli Anelli del pianeta Saturno funzionano da scalo interdimensionale ad un secondo luce dalla Terra. Essi sono artificiali, piazzati lì da antichi ingegneri cosmici, ma da millenni in disuso. Il loro movimento è musicale. Aspettano che qualcuno riapra le danze.
Da ''Le Cronache di Atlantide'' di Scandurra e Angelo Ciccarella, testo inedito

Quanto detto sopra succintamente è, per qualsiasi manualetto astronomico, farneticazione pura e semplice, non ne troverete certo accenno su NatGeo, così come non ne troverete traccia nemmeno nel supermarket del mistero del Giacobbo nazionale. Al massimo le antiche cosmogonie sono considerate materie di pesanti studi accademici per addetti ai lavori e nulla più. Vetuste conoscenze di superstiziosi popoli, analizzate con occhio distaccato da paludati professori. Programma per licei classici. Li abbiamo accantonati da tempo. Oggi viviamo nel cyberspazio grazie al silicio e all'elettricità, comunichiamo quasi solamente col cellulare e leggiamo distratti la prima pagina del NYT sull'ultimo marchingegno della 'mela mozzicata'. Che ci manca? Abbiamo, sì, qualche problemino climatico sociale politico energetico medico genetico spirituale ecc., ma che volete, uno scotto lo dobbiamo pur pagare. La religione? Beh, è una faccenda privata, no?, in fondo siamo un po' tutti laici e contenti. Certo, hai visto mai? Un santino di padre Pio fa sempre comodo nel portafoglio. Una lettura di oroscopo e di tarocchi, aiuta, però è meglio non dirlo al collega d'ufficio, lui sì che è un tipo progressista, legge Micromega, tiene sul sedile del suv l'ultimo di Eco, il noto semiologo che ci dice che non esiste né la verità né Dio, perché siamo tutti un po' bugiardi e i meno attrezzati culturalmente, a qualcosa dovranno pur attaccarsi. Insomma, l'uomo moderno o post o ex, a farla breve, l'uomo 'laico' finalmente si è scrollato di dosso la polvere della credenza, l'unica fede rimasta la trova sui diagrammi di Borsa e negli inserti scientifici dei quotidiani radical chic. Eppure, amici, credo che mai come oggi l'uomo sia in balia di forze, di potentati, di complotti universali. La nostra conoscenza è limitata ad un sistema particolare, come nel caso dell'Universo, giacché noi stessi ne facciamo parte. Eppure viviamo in un mondo dove gli archetipi universali si fanno comunque strada e ci comunicano essenzialmente un solo messaggio: siamo immortali. Il rumore di fondo nasconde il segnale, che però non cessa di arrivare.
Perché non ci ricordiamo queste cose? Perché non diamo più ascolto ai miti? Non risuoniamo più alla vibrazione del simbolo? Quanto più la notte del mondo va verso la mezzanotte, quanto più si perdono le tracce, tanto meno è possibile ad un'umanità giacente nell’abisso, poter riconoscere un cenno o un segno. Tutto sembra ormai tacere. Chi ci ha ridotti così? Perché non abbiamo reagito in tempo? Siamo tutti incappati nella rete della Salamandra senza nemmeno accorgerci di quello che stava succedendo. Una trappola psichica, strisciante nel suo sviluppo: rompe la struttura dell'uomo interiore, la volontà, l'intelligenza e il sentimento. E tutto questo per abbandonarci nel chaos delle tenebre inferiori.

Contro la realtà blindata, Scandurra mi ha insegnato a vedere il mondo under construction / en cours de construction / in costruzione, non finito, e così tengo il mio sguardo lasciando intatto il senso del mistero. Ma un occhio profetico capace di vedere anche nel dramma la traccia di un destino. L’occhio deve vedere che il suo orizzonte finito non offre spiegazioni plausibili e non cerca nemmeno risposte dinanzi al male. Inonda di luce l'oscurità.

Dicevo di Saturno e dei suoi spettacolari anelli. Ebbene, se mettessimo insieme alcuni elementi centrali derivati dalle materie oscure scandurriane sulla visione delle cose e dell'uomo, il quadro che ne emergerebbe sarebbe più un patchwork che una tela iperrealista. Almeno ad una prima lettura. Proviamo a disegnarlo:

  • Magia: pensiero risonante che delinea una forma analogica di rapporto col mondo;
  • il Grande Tempo ciclico che modella lo Spazio;
  • l'uomo come potenza che dà forma alla Luce;
  • contrapposizione tra ricerca di sé e autoaffermazione dell'io;
  • Atlantide scalzata dalla volontà di potenza di goeti e sospesa in una piega dello spazio-tempo;
  • Civiltà cosmiche elevate e libertarie – gli Uranidi – visitano sotto copertura la nostra Terra, limitando al massimo ogni interferenza;
  • Civiltà cosmiche autoritarie e spiritualmente oscurate – i Saturniani – interferiscono massivamente sulle umane sorti;
  • Ingegneri cosmici hanno realizzato e disseminato portali interdimensionali colleganti i 9 universi;
  • l'interazione tra universi è determinante per l'equilibrio cosmico;
  • un manipolo di anonimi talenti detiene la capacità e i mezzi per Immergersi in Varchi Interdimensionali, tale retaggio deriva dalla trasmissione atlantidea sopravvissuta alla scomparsa del continente;
  • esiste un sistema iperfisico che contempla l'eterna sussistenza del passato;
  • i Saturniani creano ad arte i nuovi paradigmi culturali che sostituiscono la tradizione e l'esperienza umana;
  • il Varco 2012 si presenterà in un certo modo, il tempo cessando di scorrere diventerà “spazio”.

E, infine, scopriamo le principali ossessioni dei negromanti contemporanei, braccio magico dei Saturniani:
1. L’ineluttabilità dell’abiezione come passaggio alla rinascita;
2. Il sacrificio cruento come necessario lasciapassare propiziatorio;
3. La ricerca del contatto con gli dèi pagani che si celano nella discarica del nostro subconscio.

IL PIANETA PORTATORE DI MORTE E DISTRUZIONE
L'affascinante struttura del mondo dei livelli, è fondamentale per capire quanto Scandurra ci faceva sperimentare e così facendo, ci affinava. Dietro ogni 'botola' la strada per un'altra dimensione, universo dietro universo. La nostra però, non è un'epopea spaziale, una space-opera sci fi anni '40. Perché il marcio inizia da casa nostra, propaggini e bave di altri mondi popolati da civiltà aliene, distanti da noi per cultura e religione. Forse per schematizzare o più probabilmente per necessaria discriminazione, Scandurra ci ha parlato di Uranidi e di Saturniani. Contrapposizioni durate per cicli cosmici, sotto soli e bandiere diverse, ma distinti per fini e origini. E noi terrestri? Vasi di cocci tra quelli di ferro: oggigiorno sicuramente, eppure... eppure noi facciamo parte del genoma di Dio. Tuttavia il creare non è dell’uomo. L’uomo quanto a corpo, è derivato dai genitori per delega di Dio. Ma quanto anima razionale che ne costituisce il suo Io, non può derivare che direttamente da Dio perché è immateriale, è spirito e lo spirito non è fatto di parti; è semplicissimo, per ciò incorruttibile. La consapevolezza di esistere deriva dal rapporto complesso tra lo spirito e la materialità del corpo. Sospesi tra queste due polarità diventiamo veramente individui scegliendo di seguire il disegno di Dio. Non sempre è leggibile, però. Dovremmo abbandonarci, alleggerirci, come diceva Scandurra, e allora la scarica elettrica di Dio ci avrebbe attraversato. Del resto è la nostra natura divina, perché non seguirla? Non mi sento meno libero, se faccio ciò per cui siamo stati creati. L'esperienza della vita terrestre ci servirà, eccome. Ma soltanto se entriamo dentro noi stessi potremo scoprire l'eterno. Dio è la bussola cosmica, ci indicherà sempre la giusta direzione. Potremo seguirla o meno, sta a noi. Scandurra ci donò il lumen che ci permise di vedere chiaramente chi siamo e cosa dobbiamo fare della nostra vita. E allora i nemici dell'umanità ci faranno meno paura, perché sappiamo di essere altro.
Saturno è lì, che ci controlla, segue, origlia; ci influenza sul piano sottile e grossolano, ma non si mostra per quello che è realmente. Noi ci troviamo in mezzo, al centro dell'universo noto, tra forze galattiche e potenze sotterranee, ma pochi di noi sanno questo, sentono questo. Saturno è l'occhio del serpente circolare, ipnotico, seduttivo, distruttivo. Per quanto bellissimo e spettacolare, è mortale con le sue spire artificiali, protese a stringerci il collo fino al rantolo finale. Ma noi siamo altro.

SENTINELLA, QUANTO RESTA DELLA NOTTE? (Isaia 21,11)

Non esiste un solo universo, e quello che vediamo non è il più importante. Io ho scoperto – non per primo e nemmeno per ultimo - cosa c’è “dietro” il visibile, l’invisibile, l’altro sole... tutto un mondo dei livelli, attraverso la botola, il punto di inserimento cosmico. Ogni botola interdimensionale (pozzo dello sprofondo) è una specie di microcosmo a sé che si affaccia sull'Infinito. È come spiare dal buco della serratura di una stanza segreta, di quelle mai aperte prima, con esseri propri, leggi e situazioni a sè... si intravede la Natura svelata, la Porta di Giano, la quale non immette in una stanza prossima, ma nell’altra metà della stanza intera della manifestazione immanente; ogni Universo è un bilocale, noi abitiamo la parte sensibile. Sbirciando sull'altra parte, scopriamo che tutto sembra onnicomprensivo e autosussistente. Cessa ogni obiezione. E quello che pensavamo di sapere e credevamo di essere, non hanno più consistenza obiettiva. C'è un filo dal quale è possibile riaggomitolare gli eventi. E non possiamo non domandarci: quanto resta della notte?

40 commenti:

  1. Ciao Angelo, questo post capita a puntino xchè questa sera ero assillato dalla complessità dell'evoluzione umana che da Steiner nella scienza occulta, cioè come è stato possibile secondo lui, che certe potenze irregolari abbiano instillato nell'uomo certe facoltà che lo staccavano dalla connessione con gli spiriti preposti alla sua evoluzione, lasciandolo in balia della paura e di un corpo astrale soggetto a influenze corruttrici.

    Steiner dice anche che questa fu però anche un'occasione, in quanto una parte di uomini(uomini solari, Cristo) disciplinarono e controllarono queste influenze fino ad azzerarle e ristabilirono il contatto diretto con le potenze superiori preposte all'evoluzione.
    che ne pensi di quello che è scritto nella scienza occulta di Steiner?

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  2. "esiste un sistema iperfisico che contempla l'eterna sussistenza del passato;"

    Posso chiederti lumi su questo, Angelo?
    Grazie.

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  3. Vi rispondo.
    Caro Luca, di Steiner ho un ottima opinione, alcune sue visioni risentono della sua particolare equazione personale, ma non c'è dubbio che l'apporto che ha dato alla spiritualità del Ventesimo secolo sia di forte impatto. Il male e gli ostacoli sono - lo dicevano i Padri della cristianità - il coefficiente di santità per l'uomo.

    Caro Giusparsifal, mi riferisco alla memoria bio-storica dell'umanità, presente sin dalla fondazione del mondo e che per ogni popolo e schiatta, imprime uno stile, una tendenza, un destino. L'innato di ognuno di noi, al quale però va aggiunto l'acquisito.

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  4. Secondo me, facendo mie autorevoli opinioni (Evola, Guénon), Steiner è però un soggetto antitradizionale. Odio ''etichettare'', ma credo sia l'espressione giusta. Sempre secondo me, egli ha avuto splendide intuizioni, come su un particolare ampliamento dell'omeopatia, zootecnia, varie; ma rimane il problema di fondo, e cioè che chiunque si serva del termine ''evoluzione'', è per questo fuori dal sentiero, e serve potenze nemiche dell''uomo. I Padri della cristianità: quali? Quelli che hanno fatto a pezzi Ipazia, quelli che hanno dato fuoco alla biblioteca di Alessandria, quello che si era castrato? Bella gente.

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  5. Chissà se e quanto intervengono delle presunte forze spirituali in questa immensa sceneggiata cosmica. ( dobbiamo dedurre che, se ammettiamo la nostra immortalità, deve esistere un piano superiore, le cui entità che lo gestiscono, sorridono di fronte alle nostre " scaramucce di quartiere ". Un piano dove ovviamente bene e male non hanno alcun significato, un piano che sottende ad una logica eterna, inconcepibile. Ragion per cui qualsiasi cosa succeda, guerra fra universi compresa, deve essere relativizzata dalla nostra vita da immortali, la quale per esigenze logiche, mai dovrebbe essere messa in discussione. Che cosa voglio dire? Cerchiamo dunque di allargare le nostre frontiere, poichè mondialismo, uranidi, saturniani ecc., potrebbero essere solo un angolo di un immenso e maestoso piano le cui radici sono nell' eternità, ed i cui orizzonti sfuggono persino alle entità che lo gestiscono)

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  6. @ye8sterday
    Anche io son partito dagli autori che tu nomini che insieme ad altri hanno costruito il mio bagaglio dottrinario. Poi è venuto Scandurra, in carne e ossa e mi ha dato una svegliata. Mi diceva di parlare come mangiavo, di citare poco o niente l'esperienza o gli studi altrui. Bisogna sperimentare di persona, toccar con mano. Steiner mi risulta che le visioni le aveva, non faceva della filosofia e basta. Gli si aprivano scenari ultrasensibili, e pur con tutti i distinguo, era pur sempre un operatore. Il termine evoluzione con tutto il suo portato modernista e scientista, è un errore concettuale e fattuale. Il periodo storico del fondatore dell'antroposofia era imbevuto di tale cascame scientifico e lui non riuscì ad evitare di accorpare alle sue intuizioni sovranormali l'interpretazione evoluzionista. Quindi caro ye8sterday, è utile discernere, gettare il superfluo e tenersi l'essenziale. Da qui a ritenere che chiunque si serva di tale concezione errata sia fuori dalla Via e, peggio, serva forze oscure, ce ne passa. Dai, prudenza. Nemmeno Guènon è esente da critiche, anche teoretiche e pure lui si prese sonore sbandate per chiese gnostiche, logge massoniche e altro. Abiurò il cristianesimo per l'islamismo, e anche questo gli creò qualche problemino sul piano sia sottile che essoterico. Nessuno nasce imparato, come dicono a Napoli. Di passi falsi li commettiamo tutti, l'importante è accorgersene in tempo utile e prendere la strada maestra. Il vero va preso ovunque si trovi.

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  7. Si Angelo, certo. Solo, devo tenermi care alcune poche nozioni razionalistiche, per avere dove posare i piedi, e circondarle di sacchi di sabbia; poi magari verrò distrutto e non elevato da forze superpersonali, e le mènadi cavalcheranno i miei relitti psichici. Il corpo di guardia ha il colpo in canna, e spara a vista sulla ''evoluzione'' e company.



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  8. @y8sterday
    I termini non fanno sostanza...un dolore non è più lieve se gli si cambia nome. O forse si, ma solo perchè dietro al nome c'è altra sostanza.
    Evola, che pure riempie i miei scaffali, aveva grossi tratti controiniziatici, e Guenon lo superava in tal senso. Noi possiamo aiutarci quindi con le strutture ideologiche, ma occorre tenere presente che dietro a queste o c'è sostanza di agire, di esistere, oppure si cade nel vuoto della sovrapposizione di una mappa mentale alla realtà del territorio che viene così messa in secondo piano. Non fanno lo stesso i vertici della Chiesa?
    Ma sopratutto: siamo sicuri che quando dovesse arrivare l'evento esso si piegherà al circuito interpretativo delle nostre mappe mentali?
    Che si renderà riconoscibile secondo i codici intellettuali che abbiamo introiettato?
    O piuttosto la sfida non sarà quella di travolgerli per sondare la nostra vera maturazione interiore?

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  9. Ciao Angelo...chi sta governando un certo ente potrebbe avere collegamenti con quel pianeta? E' una sensazione. Nessun nome.. non ce n'è bisogno con te!

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  10. Jake: apprezzo e condivido. Osservo però, che non avendo avuto iniziatori diretti, devo tenermi cari i concetti attivati dalla maieutica di un Evola o di un Guénon...Questi, sono per me forme vive, comunque, e non idoli esteriori come quelli che, troppo spesso, hanno i rappresentanti dei culti ufficiali. Poi, sopravviveremo (ma è giusto il termine?) alla botta in arrivo in proporzione all'elasticità conseguita.

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  11. le sensazioni che ho quando leggo questi autori che comunque apprezzo sono: Evola, un po' grigio. Guenon molti distinguo, grande conoscenza e puntiglio. Steiner: un po' sfuggente dal punto di vista razionale, manca un po' il filo di congiunzione a volte. Gurdjeff: non definibile, conoscenze antiche, ma un po' più oscuro e elusivo. Castaneda: interessante, ma porta veramente tutto un sistema sapienziale sciamanico a sè stante oppure ci fonde altre cose prese dalla tradizione occidentale?

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  12. Credo che più di quelle di un Evola, possano essere utili oggi alcune pagine di Zolla, che cerca non di dare un senso politico alle sue visioni, ma piuttosto di far indovinare la giusta posizione di spirito con cui sentire gli eventi. Senza quindi atteggiamenti da custode dell'ortodossia, sentendosi quindi libero da una posizione di testimonianza. Posizione che ridurrebbe la potenzialità comunicativa per obbligo verso una decifrabilità alle orecchie di tanti che sono sensibili soltanto allo schematismo logico.
    Tradurre l'esoterismo ad uso delle vaste platee significa infatti tradirlo, nel senso che si finisce per togliere quella parte che fa espandere l'animo, perchè molti non la assimilano, per lasciare la simulazione certamente più comprensibile, il riflesso opaco. In questo senso, parlare correttamente esoterico è sempre un far sbilanciare il prossimo, creare trabocchetti, spingere all'uscita dal proprio mondo.

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  13. Zolla è autore problematico. Ha abbracciato derive gnosticheggianti, fino a considerare utile per il cammino l'allucinazione vera e propria. Credo che sia stato buon conoscitore dall'esterno di culture magico-iniziatiche, ma non sperimentatore. Affabulatore instancabile, si sentiva di un certo livello perché appartenente a cricche editoriali e finanziarie importanti. Ottima la sua scrittura, rapsodica, immaginifica, almeno fino a 'Uscite dal mondo?. Quando si fa parte della congrega Adelphi, ci si impregna di un aurea darkeggiante. Del resto Galasso, il boss della casa editrice, è persona oscura, amante dell'orrido. Fine intellettuale, ma pessimoa guida spirituale. Da quelle parti son appassionati di tette e culi ma non in maniera naturale - pare. Pornografia gnostica, ben condita da citazioni letterarie, questa la giusta definizione di un certo filone magico oggi alla moda. Anche il guretto siculo Franco Battiato, compilatore di canzoni con testi tratti dal catalogo adelphi, persegue vie misticheggianti, mal capite e peggio provata. Al confronto, Julius Evola appare luminoso, apollineo. E forse lo era in un periodo della sua vita, ai tempi del gruppo di Ur, pur con distinguo e riserve.
    Carlos Castaneda, ha avuto il merito di riportare il pensiero altro, quello analogico, a livello di cultura popolare. Che poi abbia preso qua e là spezzoni di esoterismo tolteco, condito da ideologia underground e pop, è relativo. Rimane il fatto che la magia non è mai tramontata del tutto: filoni aurei rimangono nella nostra memoria nascosti. A volte risalgono.

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  14. Vero, parliamo comunque di autori nessuno dei quali è totalmente limpido. Potremmo dire che chi dedica la sua esistenza alla scrittura spesso non è sperimentatore, perchè innamorato della parola.
    In quel peccato originale sta spesso il problema, l'ottica distorcente.
    Sta a noi saper prendere la pepita nel fango letterario in cui è avvolta. Però appunto, barricarsi nell'opera di un individuo è sempre rischioso, poichè si rischia di assimilare più che altro l'essenza di quel peccato originale che fa da nota di sottofondo a tutta la produzione.

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  15. Angelo, non ho letto una tua risposta alla domanda.. qualcosa potresti dire o far giungere?
    Grazie

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  16. @Una Nuova Terra
    Vi è una struttura di potere occulta labirintica, invece che piramidale, che guida le sorti del mondo. Al centro della struttura vi è effettivamente un ente, noto anche ufficialmente.

    @ye8sterday
    Scandurra entra ed esce.

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  17. Scusate, vado fuori tema. Con le lacrime agli occhi, leggo su di un quotidiano, che Equitalia ha diretto l'Occhio di Mordor sulla Sardegna: sta espropriando terre ai contadini...molti si sono uccisi...per presunti debiti, alla base dei quali vi fu un errore dei funzionari regionali. Non gli danno neanche il tempo dei ricorsi. Vi è una speculazione all'opera per stravolgere quella terra e sradicare persone risiedenti da generazioni.

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  18. pensavo al saturno dipinto da goya.... emblematico?!

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  19. @Angelo: quando parli dell'immortalità dell'uomo penso però che tu ti riferisca a chi abbia saputo già in vita separare il grano dal loglio, o invece ti riferisci all'uomo cosí com'è senza distinguo? Nell'altro post hai parlato di Scandurra come di una sorta di sciamano, però so da fonte diretta - non letteraria, quindi non parlo solo di Castaneda ed epigoni - che gli sciamani hanno di solito una concezione poco o nulla consolatoria riguardo alla presunta immortalità dell'identità individuale dell'uomo comune, né sono i soli, peraltro. Per la tua esperienza come stanno le cose?

    Mi ha colpito il fatto che Guénon avrebbe avuto problemi anche sul piano sottile per la sua conversione all'Islam; questo significa che l'Islam sarebbe prossimo alla Fonte ad un grado inferiore rispetto al Cattolicesimo? Questo varrebbe anche per il Sufismo?

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  20. Penso che le tre religioni monoteiste, Cattolicesimo, Islam, Ebraismo, parlino dello stesso Ente Demiurgico tendente ad asservire l'uomo; quindi sono tre, ma in realtà è una. La storia di Cristo è un caso a parte. Il Sufismo, è un'enclave esoterica all'interno dell'Islam, più o meno accettato, come si sa, e segue il destino degli esoterismi che si appoggiano a religioni di massa: cave canem...E' vero che che gli sciamani, per il poco che so, non hanno affatto un atteggiamento consolatorio in termini di sopravvivenza individuale, che anzi scoraggiano. Castaneda ne è un esempio. Non ha nulla di ''rassicurante'' in tal senso. Come si poneva Scandurra, e come cercare o rendersi visibili ad una possibile iniziazione?

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  21. Su Guenon sarebbe il caso di aggiungere qualcosa riguardo alla sua ossessione tutta esteriore della ricerca di una religione che "lava più bianco", quando invece è l'approccio individuale la cosa che prevale su tutte. Di sacerdoti che dormono su allori inesistenti ce ne sono infatti in ogni fede e in ogni chiesa. Quindi, un lavoro quello di Guenon senza dubbio utile, ma non determinante. Il Tradizionalismo infatti è un -ismo anch'esso: è guardare al dito anzichè alla luna.

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  22. Di tono minore rispetto ai vostri commenti mi volevo riferire all'immortalità:
    @lupo della notte
    non capisco la tua domanda (ma potrebbe essere un mio limite) perchè quando si parla di immortalità non credo ci si possa riferire allo stato attuale delle persone.
    Questo è un argomento che mi ha sempre stuzzicato, così come per la resurrezione dei morti: se si risorge, a che età si risorgerebbe?!
    Non credo, per tornare all'immortalità, che valga l'ultima incarnazione giusto?
    Voglio dire, è l'anima che è immortale giusto? Anima di cui la maggior parte di noi (me compreso) non conosce. Quindi a cosa mi serve essere immortale e lo intendo come giusparsifal, quello che sono io in questo momento.
    E questo mi porta ad altri dubbi che ho espresso ad Angelo mesi fa, sul valore della vita terrena: a che scopo si vive vista la transitorietà dei corpi?
    Perdonate se il mio commento è, in realtà, una sorta di questionario :)

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  23. Proviamo a dire: io sono lo stesso di vent'anni fa? Assolutamente no. Molti che si preoccupano della questione mortalità tanto da esserne spaventati, non definiscono poi bene (intendo con esattezza matematica) quale è quel nucleo che già in vita può essere definito effettivamente "me stesso" per poi essere salvato dalla morte. Il cambiare, la trasformazione che avviene già in vita che altro è se non morte? Morte della forma vecchia in favore della forma nuova. E allora dove troviamo una continuità? Nel codice fiscale? Si, quello rimane per una vita, ma è "vuoto", come per molte cose alle quali ci si aggrappa per dire "io esisto". Ecco che allora si va a cercare il reale, non l'immortalità, che è un mito vuoto riferito a cose che nell'arco dello stesso ciclo vitale cambiamo e quindi di fatto muoiono...

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  24. RISPOSTA COLLETTIVA

    Scandurra manipolava lo spettro eterico, dall'infrarosso psichico all'ultravioletto cosmico; poteva immergersi con discreta libertà in tutti i 9 universi; leggeva dentro i cuori della gente le loro memorie biostoriche; leggeva le tracce del kaos, ovverosia gli eventi potenziali imminenti; suscitava nella materia la specifica vibrazione, per caricarla e renderla attiva; e bla bla bla. In effetti la definizione di sciamano è alquanto riduttiva, lo devo ammettere, tra l'altro si sarebbe 'indignato' sentendosi apostrofare così. Lui considerava l'anima eviterna (eterna dalla nascita) e lo spirito eterno (eterno da sempre).
    I problemi sul piano sottile Guènon se li è creati da solo. Certe scelte successive, il suo acritico e sconsiderato abbraccio dell'Islam, in una sua corrente più o meno ortodossa, gli hanno alterato la simmetria interna. Non è l'Islamismo inferiore o superiore alle altre religioni tradizionali, essoteriche; non è questo il punto. Abbandonare una tradizione - cristiana, buddhista, islamica, per accennarne alcune - equivale a tradire e rigettare le radici che il destino ti ha indicato facendoti nascere a Roma o a Benares o a Il Cairo. In casi specialissimi, rari, ciò può avvenire senza scossoni decisivi. Non si può abbandonare la propria strada senza rischiare di perdersi.
    Evola riteneva l'immortalità dell'anima una conquista di pochi e per pochi. Guènon, bontà sua, allargava la forbice delle possibilità. Io, che non mi paragono a loro semplicemente perché viaggio per altri lidi, per cui son fuori da categorie, sono sicuro, ripeto, sicuro che l'immortalità è prerogativa di tutti, ripeto, di tutti. Sul piano spirituale partiamo tutti con lo stesso bagaglio, sebbene con cilindrate diverse.

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  25. @Jake: concordo con te, infatti credo che quel nucleo di cui parli è ciò che dobbiamo sviluppare per poterne avere coscienza. Ho posto la domanda ad Angelo nei termini della sua stessa enunciazione giacché è quella frase "siamo immortali" ad aver stimolato la domanda.

    @Giusparsifal: non mi riferivo, infatti, allo "stato attuale delle persone"; credo che con l'intervento di Jake e la mia relativa risposta anche la mia domanda iniziale appaia piú chiara.

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  26. Ho letto solo ora la risposta. Su Guénon ora è molto chiaro quello che volevi dire. Sull'immortalità, a questo punto mi viene di chiederti se la prerogativa di tutti è solo in potenza, o anche di fatto.

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  27. @jake
    Ma la vera nostra essenza permane al di fuori dello spazio tempo (Sbaglio o nella Bahagavad Gita viene definito Purusha individuale??!??) in quanto per essa il tempo non esiste.

    Mi ricordo qualcosa che avevo letto su un libro di Livio Vinardi che mi sembrava interessante.
    per quello che riguarda i nostri corpi, che fanno parte della manifestazione(astrale eterico fisico ecc.) sono probabilmente soggetti a distruzione e a decadimento, probabilmente quelli che si distruggono più volte sono il corpo fisico e quello eterico, che forse permane un po' dopo la distruzione di quello fisico, cioè sono sempre nuovi a ogni reincarnazione.. l'astrale dopo la morte si raccoglie attorno all'aggregato egoico e possibile che rimanga lo stesso per la durata di un ciclo intero.

    In funzione a ciò che si deve ancora trasmutare l'aggregato egoico si incarna in un nuovo corpo e situazione connessa.

    Ho qualche problema riguardo alla differenza tra anima e spirito... (forse anima è l'aggregato egoico di Vinardi e Spirito il Purusha individuale???)

    Fatemi sapere cosa ne pensate xchè sono un po' confuso su questo argomento e mi risulta veramente difficile inserire tutte queste info in un modello coerente.

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  28. @Luca Per quanto mi riguarda la distinzione può essere conclusa in modo semplice.

    Anima intesa come quel complesso psichico che si occupa di trasmettere le informazioni " valide " ai fini dell' incarnazione allo spirito. È praticamente il tramite tra il corpo e lo spirito, essa è soggetta a disgregazione poichè strumento dello spirito che invece è immortale ed è il vero regista dell' esperienza.

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  29. @Luca: non ti incartare con le terminologie che sono fini a se stesse. Se noi umani abbiamo un obbligo (e lo abbiamo) è quello di costruire un ponte tra l'Eterno in noi, e il resto del nostro intorno, fatto di pensieri, sentimenti e opere. Materialmente, di che genere di lavoro si tratti non lo puoi troppo comprendere dalle parole, ma dai frutti. Sai interagire spontaneamente col prossimo senza odio, avidità, superbia eccetera anche quando le condizioni sono tutte avverse? Se si, allora puoi fiutare dentro di te qualcosa di solidamente positivo. Positivo ma indefinibile, non trasferibile con le sole parole da tizio a caio, come fosse un software da passare da un pc all'altro. Poi, tutte le condizioni esterne sociali e dottrinarie si sviluppano spontaneamente da un corretto vivere interiore.
    Quest'ultimo comprende anche l'evitare certe fumisterie spiritiche legate al basso astrale. Certi ambienti infatti prestano qualcosa in termini materiali, ma si riprendono tutto con interessi spaventosi. Praticando coerentemente le Virtù si riescono comunque ad identificare molti pericoli, e a fare progressi reali.

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  30. xo secondo quanto detto da Scandurra, l'anima è eterna dalla nascita e lo spirito è eterno da sempre.
    quindi l'anima non sarebbe soggetta a decadimento...

    Che connessione c'è secondo voi tra l'anima e il DNA?

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  31. Che l'Anima, per intanto, non può influenzare il DNA. Neanche la mente/volontà ci arriva. Se tu sei stufo del colore dei tuoi occhi e desideri cambiarlo, pur formulando un imput volitivo, l'Anima non riesce a ricombinare i geni per accondiscenderti. Sarà pure un esempio stupido, però...

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  32. "Neanche la mente/volontà ci arriva".
    Non sono convinto. Cos'è allora che permette all'asceta indiano (PRAHLAD JANI) attraverso una tecnica di meditazione a non mangiare e bere da oltre 75 anni, dimostrando attraverso i ripetuti accertamenti di avere un organismo come quello di un giovane di 25 anni di età. Storie curiose, non meno di quelle che hanno permesso a uomini come P.Pio o G.Rol di compierne di più incredibili. Se un solo uomo ne è capace allora è possibilità di tutti. Voglio dire, se non è la volontà, cos'altro?

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  33. @Luca: se tutto fosse già interamente esistente e per l'eternità, potremmo già da ora scendere in strada a spacciare e assumere droga.Che cambierebbe? Siamo già immortali, e allora tutto è illusione.
    Invece, dato che evitiamo certe azioni, e che interpretiamo questo evitare come una cosa con finalità ultime, non illusorie, allora c'è qualcosa che in noi ancora manca. Può mancare anche solo una corretta disposizione di parti già presenti in noi, ma comunque una incompletezza che ci pone sotto la schiavitù della necessità di fare qualcosa ci deve essere. Un uomo libero lo è per proprio merito, e non per magnanima concessione altrui. E quindi quella necessità è indice di una nostra imperfezione attuale, reale, effettiva.
    Possiamo poi dire che ci sono gradi di immortalità? Che il lavoro è da completare ma già iniziato? Probabile. A noi alla fine interessa una sola cosa: fare la cosa giusta. Tutte le teorie devono essere quindi orientate al giusto fare, alla giusta azione, che ci porta in direzione dell'espansione di quanto c'è di buono in noi. Specie in questi tempi che scorrono rapidamente... :)

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  34. @Max68: Potrebbe essere una possibilità, arrivare a tanto, attraverso iter iniziatici riservati. Non sembra un'opzione fattibile riallacciarvisi, tuttavia. Per quanto riguarda P. Pio e G. Rol (quest'ultimo, per me. fu un personaggio eccezionale, fantastico), bisogna ricordare che, in linea di massima, non erano propriamente padroni delle loro super - facoltà, ma talvolta quasi vittime; inoltre non credo potessero agire sul soma. Per l'indiano, non so bene, potrebbe essere un fenomeno già più pregnante.

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  35. Penso che il tracciato sia stabilito, la metà insomma... Le singole scelte non così rilevanti se non che in relazione al livello subisci in modo più o meno pesant e il contraccolpo del karma. Come andare da qualche parte in auto: più è elevata la velocità e più paa devastante un incidente piùguidando contromano... Il libero arbitrio sta nel scegliere se econformarsi a questo progetto o meno e soggiacere agli eventi creati con la scelta.

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  36. @ ye8sterday:
    Che quella potenza li abbia spaventati e li abbia fatti sentire "vittime dei loro poteri", penso faccia parte del naturale e necessario percorso iniziale, e non iniziatico, di consapevolezza e acquisizione, ciò non toglie che sapevano dirigere la loro volontà verso opere e possibilità oltre l'immaginabile, agendo anche sul soma, come fece Rol, mostrando il suo aspetto come affetto da gigantismo o nanismo.
    Concordo nel credere che siano iter iniziatici riservati... se da noi stessi o attraverso altro non saprei. E' curioso però che molti di questi personaggi abbiano avuto ad un certo punto della propria vita un incontro con qualcuno o qualcosa che li ha trasformati. Sbaglio o è accaduto anche a Scandurra?

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  37. Scandurra parlava di un maestro, un principe romano...

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  38. Permettetemi di esternare la mia ignoranza, ossia ... con le parole, come qualcuno prima di me ha già avuto modo di ricordare, sono stati scritti tanti libri, da persone che effettivamente, al lato pratico, poco avevano di illuminato se non la scrivania sulla quale passavano il tempo a inondar di inchiostro i fogli...filo massoni, neo o ex krammerziani, cristiani esoteristi o islamisti (oddio, ed io che non faccio parte di alcuno di questi gruppi, dove sbatto la testa, come posso salvarmi?!?)... solo tante definizioni, che spesso ti vengono attribuite da altri, ma ancor piu' triste quando ce le si cerca personalmente; quel che ci manca è la pratica, senza della quale poco si procede... a che giova conoscere nei minimi particolari il motore se poi non si è capaci di mettere in moto, inserir la prima ed avviare il mezzo?

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