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martedì 15 settembre 2009

IPOTESI DI COMPLOTTO




Anno 2010: è lunedì.
Le banche hanno deciso di tenere chiusi gli sportelli.
Dopo le consultazioni a porte chiuse del fine settimana da parte dei principali organi direttivi delle banche a carattere internazionale e dei ministeri del Tesoro dei Paesi industrializzati, è stato dato ordine di non aprire gli sportelli.
I dipendenti sono all’oscuro di tutto.
Solo un’email gli ha avvisati che a causa di non ben determinate anomalie, gli sportelli sarebbero dovuti restare chiusi, fino a nuove istruzioni.
I dipendenti erano comunque tenuti a presentarsi al lavoro regolarmente.
Una volta in ufficio essi compiono i gesti abitudinari e si parlano sbigottiti. Le recenti crisi finanziarie hanno stravolto il mercato del credito ed ogni giorno si leggono sui quotidiani notizie di immani crack e di dissesti economici dilaganti.
Gli impiegati parlano fra di loro e cresce il sospetto e la paura che anche la banca per cui lavorano sia coinvolta nella grave crisi di solvibilità che attanaglia l’economia mondiale intera.
Molti hanno già perso il lavoro e alcuni sportelli sono stati chiusi o ceduti ad altre banche.
“Razionalizzazione delle risorse” , lo chiamavano, oppure “ridimensionamento fisiologico”.
C’era sempre qualche termine astratto per non dire la parola impronunciabile: “bancarotta”.
Tutto iniziò pochi anni prima: erano anni di grande prosperità.
C’erano molti soldi in giro.
Le aziende e le industrie prosperavano con abbondante credito e forti consumi incentivati da una politica di credito molto lassista.
I bassi tassi d’interesse avevano inondato i mercati di liquidità e molte persone avevano contratto mutui per acquistare case e beni immobili.
Molte di queste persone risultarono poi non essere in grado di restituire il capitale.
Tutti si erano indebitati e la massa monetaria in circolazione aveva raggiunto proporzioni mai viste prima.
Molti si erano indebitati anche per comprare azioni e speculare sui sempre crescenti valori dei listini di borsa.
Su questa enorme mole di debiti, spesso contratti da debitori insolventi, erano stati emessi altri prodotti finanziari detti derivati.
La totalità di tutta questa economia fittizia aveva superato di molto il PIL reale dell’intero pianeta.
Nonostante ciò, nessuno immaginava la portata della crisi che minava il sistema intero.
Come un vulcano in quiescenza, la deflagrazione avvenne all’improvviso, però, varie misure messe in pratica dalle autorità monetarie e dai governi riuscirono all’inizio a rimandare il collasso globale e dilazionarlo con varie serie di contraccolpi, nell’intenzione di non creare il panico e di cercare una strategia comune per gestire la crisi.
Adesso alcune banche erano già fallite, altre erano sull’orlo di farlo.
A metà mattina circa si era creata una grossa fila al di fuori dello sportello e i dipendenti erano presi da un grosso senso di inquietudine.
La gente urlava e avrebbe potuto far irruzione in qualsiasi momento.
Il direttore della filiale era al telefono con la direzione centrale. “Avrete presto istruzioni” dicevano al di là del filo.
Ad un certo punto venne comunicato che tutti i bancomat e tutte le carte di credito sarebbero state bloccate centralmente, per limitare le uscite di contante dai depositi della banca.
Così fu per l’ammontare complessivo dei depositi e dei dossier dei titoli e per tutte le transazioni di pagamento elettronico.
Coloro che presentavano una posizione debitoria avrebbero presto ricevuto una intimazione al rientro.
Le borse titoli e le borse merci vennero chiuse e tutte le contrattazioni sospese fino a data da definirsi.
Era il blocco totale del credito.
Seguirono giorni di grandi disordini pubblici.
Dilagava l’incertezza e chi poteva si accaparrava di beni alimentari con la forza saccheggiando negozi e centri commerciali.
I magazzini vennero chiusi e pattugliati dall’esercito.
Le aziende smisero di produrre e milioni di persone si trovarono di colpo senza un lavoro.
I governi cercavano di mantenere l’ordine pubblico con la forza.
Di fatto comandavano i militari.
C’era l’ordine di sparare a vista su chiunque fosse ritenuto una minaccia.
Il cibo e l’acqua potabile venivano razionati secondo criteri di distribuzione di tipo sovietico.
L’unico sistema per nutrirsi divenne presto quello di sottoporsi alle enormi file in attesa del pasto.
Chi poteva aveva iniziato o ripreso rudimentali pratiche agricole e di allevamento.
Nelle campagne la gente stava comunque meglio che nelle città.
La moneta era assente.
Le banche restarono chiuse a lungo.
La gente aveva cominciato a capire che per sopravvivere era necessario unirsi.
Senza benzina per alimentare i trattori, ci volevano almeno trenta persone per arare un campo con la zappa.
A fine serata, dopo il duro lavoro si mangiava tutti insieme e, nonostante tutto si era felici.
Vennero riscoperti i valori umani quali carità, fraternità, solidarietà e amicizia.
Scoppiarono comunque varie guerre e molti giovani furono coscritti per combattere.
Le guerre e gli stenti ridussero di molto la popolazione mondiale.
Poi, si annunciò la fine della crisi.
Era stata creata una nuova moneta unica per tutto il mondo occidentale che era oramai unito dal fallimento complessivo della sua economia.
Le principali banche ed aziende mondiali si erano fuse in immense corporazioni dotate di milizie proprie e di un potere enorme.
La nuova moneta venne chiamata Eurodollaro.
Tutto sembrò tornare lentamente alla normalità.
C’era un grande entusiasmo e le fabbriche vennero nuovamente aperte.
La macchina produttiva, foraggiata da nuovo credito iniziò a muoversi.
Tutti erano comunque molto più poveri e il controllo sugli individui era totale ed indiscriminato.
A tutti parve una cosa normale e legittima.
Era giusto controllare tutto e tutti per garantire la sicurezza!
Qualcuno trovò in casa un vecchio libro: 1984 di George Orwell.
Le vicissitudini di Winston Smith avevano molte analogie sul nuovo sistema politica e istituzionale che era stato instaurato dopo la grande crisi.

Il nuovo ordine mondiale era definitivamente stabilito.

3 commenti:

  1. Ciao Angelo,
    mi auguro che l'antico Dio vedico della ricchezza,Kubera,ed i grandi Adi Guru cinesi Lao Tse e Confucio,riescano ad ispirare e sostenere i popoli dell'India e della Cina ed a provocare, per riflesso negli altri, una reazione che porti alla polverizzazione della "strada murata" e dei suoi demoni.Inoltre anche in Europa nel secolo scorso c'è stato un grande popolo,con una classe dirigente degna,che ha saputo eliminare la moneta debito degli oscurati ed introdurre un sistema monetario col valore della moneta legato al lavoro prodotto ed al tempo impiegato nel lavoro, ottenendo in breve tempo uno sviluppo industriale e sociale prodigioso.Purtroppo gli arconti della prevaricazione e del parassitismo,consci del grave pericolo che correvano,sono riusciti prima ad isolare questa riforma monetarie luminosa e poi a distruggerla con una spaventosa guerra.Oggi sembra che anche tra gli asuras ci siano alcune crepe,tipo Rock vs Rotsch,per cui se la divisione si insinua tra le loro fila e se grandi nazioni trovano ispirazione e coraggio per la nuova moneta lavoro, non darei tutto così scontato.

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  2. Caro Chon, anche chi nel XX° secolo, ebbe la capacità di sottrarsi al dio del denaro internazionalista, non fu esente da derive telluriche. Comunque, apprezzo la tua visionaria analisi. Non ti fa difetto l'arguzia e la conoscenza. Son contento di averti incontrato. Continua a seguirmi, se vuoi e puoi. Lo scambio di idee, percezioni e conoscenze è auspicabile e da allargare a quanti vogliano vedere la verità dietro il velo di maya. Credo tu conosca Savitri Devi?

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  3. Ciao Angelo, non ho letto niente di Savitri Devi,però hai indovinato lo stesso.In fondo anch'io,molto più in piccolo,non riconoscendomi nei nostri autori(ho letto Scaligero e Formisano con poco profitto,ho letto Paolo Virio,cui voglio ancora bene,ma non ho trovato "il varco")sono approdato ai lidi della sacra India,ponendovi radici e trovando la mia via.
    Grazie del benvenuto.

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