Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

domenica 1 marzo 2015

Qui vige la fede antica, l'incantesimo indimenticabile



Sembra che anche Talete credesse che l’anima abbia in sé qualche virtù motrice, se è vero che egli insegna che il magnete ha un’anima perché muove e attrae il ferro”. Aristotele, De Anima Liber I, Cap. II

Se la gente non pensa che la matematica sia semplice, è solo perché non ha realizzato quanto sia complicata la vita”. John Von Neumann

Dove alcuni vedono dei pazzi, noi vediamo dei geni. Perché la gente che è pazza abbastanza da pensare di poter cambiare il mondo, è quella che lo cambia davvero”. Dalla pubblicità Apple Think Different

* * *

Il programma degli Arconti, in buona parte realizzato, può essere così riassunto:
  • Toglierci Dio dall'orizzonte degli eventi.
  • Psicologizzare il Diavolo.
  • Debellare la guerra come archetipo; sostituire il termine “guerra” con “missione di pace” per esportare la democrazia laddove vige la dittatura.
  • Alterare il paesaggio per distruggere la geofilosofia.
  • Ridurre a prodotto l'amore-passione.
  • Condannare la poesia di rivelazione a strumento letterario.
  • Togliere l'espiazione dei delitti.
  • Rendere la città solo funzionale e demitizzarla.
  • Riduzione anatomica del corpo per nasconderne il mistero.
  • L'anima sostituita dalla psiche stratificata.
  • Museizzare il mistero degli Etruschi.
  • Cancellare la morte come passaggio e trasformarla in esito ineluttabile dopo malattia terminale.

Eccovi un breve viaggio della memoria che dal passato vi condurrà al futuro possibile, passando per un presente inabitabile. Storia e contro-storia, visibile ed invisibile si intrecciano durante il cammino. Attendetevi sprazzi di luce (ve lo auguro), accenni esoterici, intuizioni pericolose, psicosi necessarie, rapsodie in grigiocenere, se me lo concedete parlerei pure di “visioni” oltre la cortina fumogena di maya.

Inizio con la mezzaluna. È cronaca da secoli. La forza dell'Islam, quella vera e non criminale, non riguarda armi o petrolio o fanatismo. La sua forza è l'indifferenza del vivere e lo sprezzo della morte. L'islamico non è ossessionato dal suo futuro, vive il presente sottomesso a Dio con quel fatalismo tipico dei popoli orientali. Noi cristiani moderni, e già questa connotazione ci inchioda, cristiani d'Occidente si intende, siamo attaccati alla vita intesa come condizione esistenziale fatta di cucina, case confortevoli, divertimento o “sballo” come obiettivo. Chi può svecchia le sue cellule e prega Dio per ricevere più salute, più benessere, più felicità. Il cristiano, credente o ateo poco cambia in fondo, è accartocciato su se stesso, ipertrofico nell'Io o evanescente nella personalità, ingolla pasticche salvacervello e sniffa polvere dell'illusione. Nelle moschee non si prega perché qualcuno viva. L'Islam è fermo al medioevo, noi occidentali abbiamo costruito una società egualitaria, livellata e livellatrice e ce ne vantiamo ponendola come metro d'eccellenza rispetto alla Russia di Putin e alla Cina. La democrazia così come si manifesta da noi è semplicemente la fossa comune dei semivivi, puzza di cimitero. Se gli islamici sono statici, noi siamo sbicentrati.
Il motto modaiolo che constatiamo ovunque in Occidente è “aprirsi”. A cosa? Beh, ad ogni cultura, diversità, aprire a tutti quelli che bussano che vogliono imporre credenze e costumanze. C'è una smania di prostituirsi a tutto e a tutti. Sembra obsoleto tutto quanto sa di antico, tradizionale, archetipale. Drogati dal giovanile in ogni forma, poi sforniamo paradossalmente solo vecchi. La trasmissione del deposito fondante una civiltà è interrotta, in cambio c'abbiamo giocattolini elettronici, tribuni venditori di bibbie e di tappeti, gestori di comunicazione, manager, advisor, banchieri, preti che si adeguano al nuovo che avanza. Poco, misero scambio.
L'agonia progressiva che porterà all'inevitabile fine dell'Occidente, comporta non soltanto il termine delle forme della civiltà, edificata con millenni di passioni guerre arti scienze spirito; l'agonia sta nella morte della luce che anima l'uomo. I deficienti sociali che ci importunano con frasi tipo “ a cosa stai lavorando”, “quali programmi hai”, “che cosa farai l'anno prossimo”, “che tassi ti fa la tua banca” ed altre fesserie del genere, non si rendono minimamente conto che la luce della nostra vita sta svanendo e che saremo tutti ciechi dopo il fatale passaggio.
Non ci provo gusto a vedere la caduta. Ci mancherebbe pure. Ho ancora la visione delle cose ordinata, a norma. Non mi interessa il ruolo di profeta della crisi. Vorrei che tutti potessero seguire quel faro, che è la luce del maestro che sta lì ad indicarci l'approdo sicuro nella tenebra dell'esistenza. So pure che un maestro non si incontra per caso. Innanzitutto, ci direbbe di superare i sensi fisici e di sintonizzarci alla frequenza della rosa. La connessione sarà turbolenta. Dopo di che arriveranno miriadi di dati-segnali che attendevano da eoni di fluire nella nostra memoria.

PRIMO SEGNALE
Ma come si fa a non sentire la puzza che emana da questa nostra terra? Puzza di menzogna sistematica propagandata da tutti i media. Puzza di viscere rottamate. Puzza di caveau pieni di lingotti d'oro sottratti ai popoli, fogne istituzionali ben protette e nascoste nel ventre del mondo. È così forte 'sto schifo che i pianeti compagni del nostro sistema solare ne sono avviluppati, intossicati a tal punto da non poter più influire benignamente sulle nostre stanche vite. Che ci facciamo degli oroscopi se abbiamo spente le stelle?

SECONDO SEGNALE
Contro la peste psichica che aveva invaso l'Europa, abbiamo erette cattedrali e sciolto dentro il drago gregoriano. Le acque risanatici si potevano tirare su dai pozzi così da incontrare le acque celesti e l'equilibrio cosmico era assicurato. Segni simboli spinotti, oggi come possiamo decifrarli? Le pietre non cantano più e l'angelo della finestra d'Occidente è volato via. Abbiamo dimenticato quel linguaggio, l'alfabeto dell'anima è spurgato dall'igiene mentale codificata da scuole e pensatoi mondialisti.

TERZO SEGNALE
Trasformare il nostro fango in oro. La formula è lì da tempo. Ma come estrarla? Eppure il colon elabora dati meglio delle macchinette apple, perché la magia è viscerale. Tutto accade dentro. Ma non siamo più in grado di sentirlo. Nella nostra anima non ci sono voci, ma echi provenienti da antiche lontananze. Materia ideoplastica che si trasmuta con l'immaginazione mirata. Ma non siamo più capaci di immaginare ciò di cui abbiamo bisogno, perseguiamo soltanto ciò che vogliamo, che è il più delle volte mortale.

QUARTO SEGNALE
Non resta che rimanere legati all'asse come ad un campo magnetico attorno a cui si creano le onde che fanno scorrere, scivolare, viaggiare tutte le navi, i corpi, gli atomi, i neuroni,i pensieri, i quanta, i nous impalpabili di un'energia che al pari di una goccia cosmica appare come una sephira, una sfera extradimensionale, atemporale...

QUINTO SEGNALE
Siamo epicentro. Le scene si allargheranno, le figure si animeranno, le imprese avranno il loro traguardo, e tutto si incamminerà verso il suo scopo.

SESTO SEGNALE
Ecco dunque il consiglio antico di mettere a fuoco, vedere sempre a fondo di se stessi. Un'opera di discriminazione rigorosa delle proprie possibilità, che elimini tutte le turbe e gli inutili timori. Bisogna sapere aspettare i risultati, poiché sarà un codice di immagini, un segnacolo, un simbolo che verrà a galla e ci dirà che fare. Diventeremo così noi stessi lenti spirituali attraverso cui i segni passeranno nel mondo. Focalizzare, stringere e intensificare per poi sciogliere, è ciò che ci distingue dalle vie taoiste e buddhiche, nobili ma impraticabili ai più.