Oriente:
Nella Massoneria, si chiama Oriente ogni luogo dove si trova ed opera
una loggia; Grande Oriente è la loggia centrale, formata dai
rappresentanti delle varie logge di una nazione e presieduta dal Gran
Maestro. (dal Dizionario Enciclopedico Italiano – Treccani, 1958).
Se
un numero sufficiente di persone (da
3 a tutti i numeri dispari in poi))
riesce a volere fortemente la stessa cosa visualizzandola,
orientandosi verso la stella
di riferimento per riceverne influenza sottile, questa
cosa si realizza. Bisogna
che l'oggetto desiderato sia consono allo spirito del gruppo, ai suoi
fini, che vanno al di là degli interessi personali, altrimenti la
magia non funziona. La
parola Magia (come la parola Massoneria) viene dal greco massein,
fare, ammassare, to make, la massa del pane, il
libro Massa e potere di
Elias Canetti; il Kremmerz al
secolo Ciro Formisano, invece,
la fa derivare da mag, energia primordiale, lo
stesso Evola segue tale interpretazione; e
infine la terribile massa che tiene in movimento il pendolo di
Foucault, a Parigi, in rue Saint Martin 292, in cui Umberto Eco si
pone come testimone illuminato. Forse il segreto dei segreti sta
tutto qui. La Magia è un metodo (volontà x immaginazione2)
che gli antichi conoscevano e
adoperavano e che per Piero
Angela bisogna assolutamente dimenticare. La Massoneria in tutti i
suoi rami (v. Santa Alleanza nella Treccani) è una specie di Magic
business. Uniscono
gli utili al diletto di
praticare l'arte stregonesca.
Dispongo
sul leggio La sacra Bibbia, nell'edizione di padre Giuseppe
Ricciotti, e seguendo il consiglio di un vecchio amico comincio la
lettura a partire da Matteo 13.13 (“Per questo parlo loro in
parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e
non comprendono.”), dove si avverte che le parabole vanno
interpretate, altrimenti le cose che si ascoltano e che si vedono
non hanno senso. Questo aspetto vale anche per i testi esoterici e
magici. Non solo. La stessa Natura iniseme ai fatti storici debbono
esser letti sotto più angolature. Nel mio caso ho applicato diciamo
la seconda vista alla Realtà e alla Storia. Ho percepito la presenza
sotterranea di un'antica cospirazione globale, che pur con nomi e
simboli diversi ha interferito pesantemente sugli eventi noti ai più.
Che metodo uso? Comparo e sintetizzo: spulcio almanacchi, cronache,
raccolgo, decripto, cerco concordanze, tracce, fievoli orme, dicerie
e quanto utile per far luce sul mistero della Storia. Procedo
annaspando in un terreno perennemente scivoloso. Diventa sempre più
chiaro che certe cose non verranno dette ad alta voce; certi eventi
non saranno mostrati sul palcoscenico. La verità va sussurrata di
modo che le persone attente alla presenza dello straordinario possano
captarle e farne tesoro senza rischiare troppo. Alcuni uomini
appartenenti all'eterno complotto hanno ucciso, tradito, si sono
spesi oltre l'umano per appropriarsi del potere assoluto,
distruttivo, ossia il lato oscuro della mela; dicevo, per comprendere
i motivi di tale terribile corsa ad inseguire l'oscuro talismano
dell'arcano del potere, bisogna leggere in profondità, tra le righe,
scovare il metatesto, i simboli, disseminati tra mille libri,
monumenti, chiese, templi, racconti orali tramandati dai nostri
vecchi. Come si dice: leggere tra le righe. E cosa si trova tra le
righe? Spazi vuoti ma pieni di significato. Beninteso, il 90% delle
tracce son state rilasciate proprio dalla cricca degli oscuri, il
motivo? Innescare trappole e disseminarle nel bosco per ferire
l'ingenuo segugio in cerca di guai. Il rimanente 10% sono piccoli
semi, frutto di faticose indagini da parte di persone fededegne che
nel corso dei secoli si sono affaccendati per ricostruire uno
straccio plausibile di storia che non sia quella scritta dai
vincitori. Il noto saggio di politica Il Principe di Machiavelli, di
cui la CIA finanzia la pubblicazione in tutto il mondo, è il primo
tassello dove si dice che nella Città Nuova non c'è morale, il fine
giustifica i mezzi. Ecco, le persone che si cimentano nell'avventura
più folle di sempre, hanno la morale invertita.
Chi
non segue il pensiero invertito bensì aspira alla Luce come uomo di
desiderio alla maniera dei martinisti, rischia purtroppo sempre di
cadere, camminando sull'orlo può finire di cadere rovinosamente. Tra
i più noti cercatori della mela d'oro va riconosciuto Umberto Eco,
curioso ma non coraggioso abbastanza, ha fallito accontentandosi
della comoda appartenenza alla classe colta internazionale. Altro
“collezionista” di cose occulte è Quirino Principe, musicologo
di fama, traduttore de Il Signore degli Anelli (edizione
Rusconi-Bompiani) e sensibile all'odor di zolfo, non facendo parte
della cricca Ultramondo, è relegato ai margini (meglio per lui,
direi). Guido Ceronetti è un altro antiquario, ma è troppo
ammaliato dall'orrido, dalla patologia della civiltà, dall'estetica
del tavolo operatorio. Ovviamente considero Brizzi e Sibaldi,
volenterosi ragazzotti un po' in là con gli anni che giocano con
l'arte ma artisti non sono e mai potranno ambire a vedere i cieli
interni, troppo impegnati a vender teleprodotti. H.P. Lovecraft
poteva essere un eccellente cercatore del talismano, ma seguì i
propri incubi da non vedere la Luce in quel di Providence, per lui
esisteva solo il lato oscuro della Realtà e la sua condizione di
indigenza lo fiaccò parecchio e influì sulla visione d'insieme:
comunque i mostri partoriti dalla sua fantasia somigliano troppo a
quelli reali del basso astrale. Thomas Pynchon sarebbe sulla strada
giusta se non si facesse irretire dalle sirene letterarie post
moderne. Gustav Meyrink fu ad un passo, Kafka mai, uomo senza fede e
dedito all'onanismo, Tolkien vide oltre il velo grazie alla sua
fede, Thomas Merton vide l'unità grazie alla trappa, Simone Weil
sfiorò l'arcano e forse la Luce, Colin Wilson ci andò vicino,
Dalmazio Frau si sta attrezzando con buone chance, Heidegger girò
intorno al Logos, Ettore Majorana fu portato in alto dal neutrino e
contemplò il Grande Mattino del Mondo, Zolla perse la via per un
piatto di lenticchie Adelphi, Pirsig viaggiando in moto ci passò
davanti, John Blofeld percorrendo le vie della seta incontrò
viaggiatori dei regni nascosti, Sri Aurobindo agganciò il
sovramentale e lo fece discendere ma non lasciò eredi, Carlo
Carretto trovò Dio nel deserto e padre Pio squarciò maya e mostrò
la potenza di Gesù. La lista è lunga ma molti i fallimenti.
Ma
ora parliamo del lato oscuro. Volete degli esempi? Ve li do,
banalissimi, ma anch'essi se letti in codice svelano l'occulto:
l'uomo
brucia le foreste dell'Amazzonia;
la
Juventus favorita dall'arbitro nella partita contro il Napoli;
un
soldato spara contro un gruppo di bambini armati di sassi.
E
quest'altro:
”C'è
chi chiama bene il male e male il bene” (Isaia).
Sono
tutte affermazioni dove il giudizio morale non c'è ma ce lo mette il
lettore. Ha fatto bene o ha fatto male l'arbitro? O l'uomo? O il
soldato? Certamente a Napoli non hanno nessun dubbio, ma a Torino?
Perfino Isaia non sa risolvere il dilemma e non è l'unico: la Bibbia
è piena di affermazioni eticamente neutre. Prendiamo il caso di
Gesù. A noi cristiani piace pensare che Gesù, ossia Dio, sia
infinitamente buono e giusto, che non divide gli uomini tra eletti e
inferiori, che ci vuole liberi da costrizioni e da precetti, che
tutti possiamo accedere al Regno, ma è un'idea nostra, nasce dalla
cultura contadina e dai padri della Chiesa e non trova riscontro tra
i talmudisti. Per noi, Lui è Via, Verità e Vita e basta.
Eppure
ci sono persone maledettamente influenti che decidono le misure per
leggere la realtà. Quando alcuni uomini di potere (sia quello
economico-politico che quello occulto) dicono che è ora di cambiare
cultura, ed hanno ai piedi tutta la stampa per dirlo più forte,
intendono dire che dobbiamo tutti cambiare 'psi' o albero o
prospettiva o punto d'osservazione. La funzione psi per il fisico
Louis De Broglie: “La funzione psi rappresenta, preso nella sua
interezza, lo stato delle conoscenze di un osservatore, preso
nell'istante considerato, della realtà fisica che sta studiando. Non
c'è da stupirsi se in pratica la funzione psi cambia da un
osservatore all'altro». (Margins of Reality, 1986). Invece per me e
per voi fare il Male al posto del Bene è sbagliato, è appunto male,
e non si deve scambiare Dio col Diavolo. Semplice, no? Direi
naturale, senonché per quelli della commissione Ultramondo il Bene e
il Male se invertiti possono tornare utili in caso di conflitto
perché disorienta gli avversari, cioè noi cristiani. Sempre per
noi, il Bene e il Male sono due strade che non si incrociano mai,
simboleggiate da Dio e dal Diavolo. Ma è proprio vero che due rette
parallele non si incontrano mai?
A
rigore due rette parallele non si incontrano mai perché sono così
per definizione, ossia se si incontrassero non sarebbero più
parallele. Il problema incuriosisce un po' tutti, e non è limitato
al Bene e al Male. Oltre che nella morale l'abbiamo incontrato in
fisica, in politica, e – naturalmente – in geometria. Infatti, il
problema è rappresentabile con il teorema delle rette parallele che
formano sempre angoli uguali quando una retta le incrocia entrambe, e
ciò significa che non si incontrano mai. Il quesito è contenuto
nella Stella di Raffaello che Euclide mostra agli allievi in
Vaticano, nel famoso affresco delle Segnature. Il disegno che Euclide
indica agli allievi è la segnatura di partenza. Il disegno è stato
fatto col gesso su una lavagna per simboleggiare che può essere
corretto. Secondo la geometria corrente due rette parallele non si
incontrano mai a causa del postulato di Euclide, e quindi è lecito
immaginare che cambiando postulato le rette alla fine possano
incontrarsi pur essendo parallele. Su tutto questo però aleggia un
certo sospetto. A che serve il postulato di Euclide? Se non basta la
definizione a far rimanere staccate due rette parallele, come mai
invece basta la definizione a far rimanere retto un angolo di 90
gradi? Come mai una retta non ha bisogno di postulati per proseguire
retta verso l'infinito?
Dato
il mondo in cui stiamo vivendo, viene in mente che Euclide col suo
postulato è stato messo lì da Raffaello proprio per essere tolto
quando avrebbe fatto comodo. Quando sarebbe arrivato il mortale piano
massonico dell'inversione di significato.
In
Vaticano, grazie a Dio, Bene e Male da due millenni a questa parte
sono come le rette parallele, ma non escludo che da oggi niente sarà
più come prima. Raffaello ha espresso la questione così: ha dipinto
Euclide (che simboleggia la geometria basata sui suoi postulati) lo
ha circondato di giovani apprendisti, e lo ha raffigurato curvo su di
una lavagnetta, mentre con un compasso esamina un disegno fatto col
gessetto. Il disegno rappresenta una stella a sei punte e al suo
centro si vedono due rette parallele attraversate da una retta che le
incrocia. È il teorema che tutti i ragazzi conoscono, in cui si
dimostra che una retta, che attraversa due rette poste in un piano,
genera angoli uguali se le due rette sono parallele. Euclide col suo
postulato tiene diviso il Bene dal Male e infatti sembra che sia a
causa di questo postulato che la Juventus vincerà la partita anche
se il Napoli avesse ragione. Se non ci fosse Euclide a dividere le
due categorie assolute, la squadra di Torino vincerebbe con la
prepotenza avendo anche ragione. A questo serve l'inversione di
significato, e ai bambini di adesso, il cui addestramento alla vita è
affidato ad internet e alla televisione, gli insegnano che nella
favola del lupo e dell'agnello è il lupo che ha ragione perché è
il più forte, detta le regole del gioco, come il maschio alfa è
dominatore.
Ricordate
il presidente della Democrazia Cristiana, onorevole Aldo Moro? Alla
luce di quello che accade oggi sembra una parabola oltre che una
tragedia. La chiave sta in quella frase che i giornali gli
attribuivano spesso: le convergenze parallele tra democristiani e
comunisti. Se le convergenze restano parallele avviene quello che
avviene con il Bene e il Male dei contadini, che viaggiano su due
binari che non si confondono mai. Moro, nella parabola, era
l'ostacolo che si frapponeva alla convergenza delle parallele.
Togliendo di mezzo Aldo Moro è stato possibile realizzare la
convergenza delle parallele, ossia l'inversione di significato.
Chissà se il povero Moro si rendeva conto che lui stesso era il
simbolo vivente (in coppia con Giulio Andreotti) del teorema di
Raffaello. Moro non significa “scuro di pelle”, ma
latino/arabo=chiunque di noi. Pensate alle zone di diffusione
dell'arte moresca. Il cambiamento di significato della parola negli
ultimi duecento anni è stato indotto ed è uno degli innumerevoli
trucchi che la cricca imperante ha fatto grazie al sistema scolastico
e mediatico. Il mondo intero ha saputo che le convergenze non sono
più parallele quando il Presidente Moro è stato ucciso. Andreotti
(andros, “uomo” nella lingua greca, altro nome simbolico) ha
rappresentato l'antica arte della politica, quella del compromesso,
dell'inciucio permanente col nemico, l'unica strategia per tenere a
bada comunisti e massoni, così da relegarli in posizioni secondarie,
non predominanti. C'era riuscito? A furia di toccare la merda, il suo
puzzo si attacca alle mani, per quanto sapone si usi.
Una
delle sculture più famose, a Roma, è la statua di Mosè, che
contiene dei significati nascosti, rappresentati dalle corna e dal
ginocchio nudo. La metafora di chi è Mosè è abbastanza scoperta.
La statua famosa con le corna e col ginocchio nudo è di Michelangelo
Buonarroti e sta a San Pietro in Vincoli. Dove sta? Dove sta Mosè
San Pietro (ossia il Vaticano) è in vincoli, è legato. Questa è la
prima metafora. L'altra è costituita dalle corna, che offrono
diverse interpretazioni. La prima è quella delle guide turistiche:
“Michelangelo scolpì le corna per errore. Comunque la statua
appena fatta sembrava viva, e Michelangelo le dette una martellata
sul ginocchio e disse non parli?”. La seconda interpretazione è
questa: quelle corna Michelangelo le scolpì al posto di raggi,
perché aveva letto male il contratto, che era in lingua greca.
Infatti in greco “raggi” si traduce con una parola simile a
“keren”, corna. Codesta spiegazione rassicura quelli che
conoscono la storia segreta del segno del comando menzionata nella
pietra di Bajazet. L'errore fu voluto dal genio di Michelangelo come
l'ombelico che disegnò ad Adamo. Le corna sono le parallele che non
si incontrano (ma anche le antenne che captano lo Spirito Universale
alchemico), conferma se ci fosse bisogno che il cristianesimo è
davvero la creazione da un genialissimo e segretissimo know-how e per
tale motivo è il bersaglio prediletto che dovrà essere distrutto o
cambiato dall'interno dai massoni e dagli araldi del pensiero
liberale illuminista-illuminazionista. La Repubblica di Eugenio
Scalfari e Il Corriere della Sera svolgono abilmente il compito e i
gesuiti da par loro, giorno dopo giorno seminano bocconi avvelenati
sul terreno dottrinale del mondo cattolico.
Il
segno del comando è l'arcano del potere per antonomasia, è il
frutto proibito dell'Eden, la mela tagliata in due parti, oggetto di
meditazione presso il cerchio interno dell'alta massoneria azzurra,
porta che aprirebbe ai segreti del 33° grado R+C. Gli stregoni
credono di possedere il catalizzatore di energie e potenze occulte
(il baphomet), ma alla fine è esso che li possiede e come recita la
Treccani, “catalizzatore è quell'elemento, fatto, avvenimento che
favorisce o accelera il formarsi e lo svilupparsi di tendenze,
processi...”.