Accennai
con la testa ad un 'sì'.
- Cosa sta succedendo dalle tue parti, un'emigrazione di massa? Ma state così male in quel paese? Diavolo di Scandurra, vi semina dappertutto... come ti senti adesso?
- Bene grazie. Mi ha riscaldato quel liquore. Ma come mai parli in italiano? Dove siamo? Ah scusa, il mio nome è Angelo.
- Stiamo salvando le ultime comunità rimaste su Lakustra, pianeta d'acqua. Il Varco è prossimo ed è bene tenersi a distanza di sicurezza fino al momento decisivo. Il nostro comando ci ha mandati a recuperarti. I dati in nostro possesso sulla tua posizione e tempo erano esatti. Leggiamo con discreto anticipo le tracce del chaos e questo ci rende in un certo senso attori principali degli eventi.
- Siete umani?
- Siamo esseri come te e come mille altri. Non abbiamo difficoltà ad imparare un idioma nuovo. Le possibilità della nostra natura sono immense. Le radici sono le stesse... Piuttosto il mio nome è Geter Delorenzi.
Mi
indicò una cuccetta per riposarmi. In effetti ero stanchissimo. Mi
passò pure una specie di tuta mimetica. Ero zuppo e un cambio di
panni asciutti era quello che ci voleva e così feci.
- Esiste in tutti gli universi quella guerra antica per la conquista del Cuore del Mondo. Nel tuo mondo è quel pezzo di terra che va dalla Mesopotamia all'India. Si dice che chi lo conquisterà dominerà il mondo. La guerra antica si dispiega in una rete intelligente così vasta che se ne vede solo un po' per volta. Essa è conclusa quando sono morti tutti. Non prima. Nel tuo mondo chi detiene le chiavi della rete è l'Inghilterra, da secoli. Utilizzano migliaia di agenti, dalle più diverse competenze. Psicologi, etnologi, poliziotti, interpreti, ingegneri, tutti addestrati, tutti provenienti da famiglie appartenenti alla nobiltà o vicina ad essa. Ma ce n'è uno che coordina l'intera rete. Dubita sempre su quanto dice un suddito di sua maestà la regina, ma non tenerne conto sarebbe da stupidi. Le spie più efficienti si muovono come etnologi che non si muovono mai a caso. Insomma se un etnologo ti vuole entrare in casa, spranga la porta.
- Come fai ad essere così informato sulla mia Terra? Vivi in un altro universo e... - mi fece un gesto con la mano come di aspettare.
- Sono terrestre. Ho fatto l'apprendistato nell'anonima e inviato qui, per un compito speciale e mortale. I miei camerati provengono da altri posti dell'universo. Alcuni di noi hanno il preciso compito di stanare le spie.
- Che faccia hanno in questo pianeta d'acqua le spie? Adottano la stessa strategia di tutte le guerre?
- Hanno la presunzione di generare stelle dal chaos, si industriamo in tutti i modi per anticipare la fine dei tempi a costo di distruggere tutto, anche su questo mondo creano soldi dai soldi. L'inganno massimo sta alla base della loro strategia. Un fumo che uccide.
- Non c'è molta differenza allora con i padroni del vapore che guidano il nostro mondo. Geter, ma l'anonima talenti è impegnata, quindi, su pianeti e universi per salvare i popoli dalla fine dei tempi?
- Prepararli, soprattutto. Indicando loro le salvaterre, i luoghi sacri dove ripararsi e sopravvivere agli eventi cosmici di cambiamento. Tuttavia la strada è tortuosa, forze avverse controbilanciano egregiamente la nostra missione. Altri, come gli uranidi, beh, lo sai, stanno lì alla finestra e osservano, di tanto in tanto intervengono nella lotta ma con risultati non immediati. Una costante universale è quella dell'interferenza del chaos sull'ordine prestabilito, sull'armonia delle forze, sulla bilancia dei contrari. Le continue violazioni comportano alterazioni strutturali sulle cose, sulle persone, sui cicli temporali. Quante volte ci siamo incaponiti su percorsi che ritenevamo giusti e malgrado la nostra convinzione, mura invalicabili c'hanno bloccati. Anche se tutti i nostri sacrifici erano destinati a fini superiori, qualcosa doveva andare male, dalle piccole cose alle grandi. Forze misteriose sono all'opera. Oltre le nostre capacità e conoscenze. Sembrerebbe necessario pure il male... e tutto ciò per un pezzo di Cuore del Mondo.
Rimuginavo
le ultime cose dette da Geter. Preparare la gente alla fine. Un atto
di conoscenza, un risveglio. Ma quella poca esperienza che avevo
fatto mi suggeriva che i cambiamenti son sempre individuali. Ogni
uomo deve fare la sua parte. Aprire gli occhi, non è un'azione così
naturale, considerando come siamo messi male. Cosa mettiamo di nostro
sulla bilancia della vita? Ho realizzato che la gente, in generale, è
intontita dal sistema, impicciata in mille faccende che non
porteranno alla fine nessun vantaggio o arricchimento. Però i
richiami ricevuti da più parti, mi suggeriscono di lavorare a questo
scopo, impegnarmi al massimo per trasmettere quanto ricevuto. Sarà
l'unica consegna da assolvere. Nella terra desolata, insieme ad altri
miei compagni d'arme, daremo tutta la nostra vita, goccia dopo goccia
per rendere di nuovo fertile il suolo. Ricordo le mie letture su
Parsifal e il Graal. Storielle? No, le bugie ce le raccontano a
scuola, le fesserie le trasmettono in tivvù. Le imprese degli uomini
risvegliati sono queste: difendere l'ordine dal chaos dilagante.
Come? Proiettando la luce dentro la camera oscura dell'esistenza. Non
possiamo far uscire tutte le tenebre dal mondo; possiamo introdurvi
la luce. Ecco, questo è il compito.
Improvvisamente
ricordai un particolare che mi era sfuggito mentre boccheggiavo nella
fanga di Lakustra. Ardengo mi aveva parlato a proposito di questo
pianeta, di eventi catastrofici collocabili indietro rispetto al
nostro tempo ed io, sarei stato una stranezza temporale. Questo mi
dava alla testa. Che cosa voleva dire? Il tempo, già e come la
mettiamo con la mia presenza. Vengo dal futuro, che diavolo accadrà
allora con la mia intromissione? E poi, come fa a dialogare col
sottoscritto un uomo del passato? Insomma, che cosa stava accadendo e
in quale pezzo temporale? Decisi di far conoscere a Geter le mie
preoccupazioni assillanti.
- Il mio pensiero non è né sistematico né filosofico, perché come tu già sai è imparentato com'è più alle materie oscure che alle esasperanti sottigliezze di un certo pensiero astrattizzante. Il tempo è una grande clessidra che contiene un titanico pugno di polvere cosmica a rilascio lento, almeno all'inizio, poi sempre più veloce scorre via fino a svuotarla. La clessidra si rigira per un nuovo ciclo, ma la polvere diminuisce ogni volta. Spesso si confonde la cosa misurata e cioè il tempo, con la sua misura. Gli einsteiniani ci hanno giocato con lo spazio-tempo. Il tempo che è una forma sottile di energia non inesauribile, è contenuto in un'intercapedine gravitazionale, da dove fuoriesce a flusso nell'universo fino ad esaurimento scorte; perde così la sua linearità per poi tendere a curvarsi, a chiudersi su sé stesso. Ad ogni chiusura nasce un resto di tempo pluridimensionale e con esso gli oggetti presenti nello spazio e immobili nel tempo, come Terranusi. Ti dicevo della fine del tempo. Bene, vi trovate di fronte alla fine di un'era. Il mondo del dopo non sarà più quello del prima, pur continuando ad essere fattualmente il mondo. La scomparsa di Atlantide abbreviò l'era corrodendo il flusso temporale. Vi troverete così a dover affrontare con anticipo di fase l'anno in cui la Terra passerà il Varco, ad incominciare dalla fine dell'anno 2012. Nel nostro universo non abbiamo avuto un continente come Atlantide che ha deragliato dal binario e così il ciclo non ha subito scossoni e perdita di energia. Tu non ti trovi qui a vivere nel passato, vivi il nostro presente sebbene sia passato rispetto al mondo da cui provieni. È un paradosso temporale? No, è il vostro tempo che si assottiglia e la terra collassa. Ehi, guarda un attimo ad ore 3...
L'aeronave
stava facendo un largo giro verso... non ricordo l'espressione
aeronautica, beh, verso destra. E vidi cosa stava accadendo. Laghi
giganti si alzavano dalla loro sede naturale. Montagne d'acqua
venivano risucchiate verso il cielo e velocemente sparirono tra gli
astri e i pianeti dello spazio, visibilissimi e terribilmente vicini.
In mezzo ad un tale finimondo il nostro apparecchio si destreggiava a
meraviglia, come se nulla lo toccasse. Geter mi prese il braccio e mi
indirizzò verso una poltrona. Trascinandomi lentamente mi diressi
lì. Finestre-pannelli video o simili, mi consentivano di vedere lo
scenario fantastico che mi faceva girar la testa. Una vertigine
fortissima mi fece quasi svenire, ma la poltrona evidentemente
attrezzata alla bisogna, riuscì a farmi rinvenire grazie alla
produzione di un flusso elettrico a basso voltaggio che attraversò
tutto il mio corpo. Mi ripresi e scoprii che mi si adattava
perfettamente, conformandosi a peso e altezza.
Lakustra,
che pianeta! Vidi finalmente le città galleggianti. Strutture
incredibili quasi sospese sull'acqua. Del resto essendo ricoperto
quasi totalmente da laghi, era giocoforza installarvi soluzioni
architettoniche che potessero adattarsi alle caratteristiche
veramente uniche del pianeta. Torri altissime si alternavano a cupole
immense, moduli abitativi a parchi, non vi erano strade ma canali,
solcati da motoscafi aerodinamici e cabinati. Venezia 2. Curiosamente
la vita su quelle città sembrava non accorgersi del cataclisma in
atto.
- La gente che vedi sono quelli che rimarranno. Poche migliaia di donne e uomini, di vecchi e bambini che hanno scelto di restare. Pochi in ogni città, ma sufficienti per continuare a fare destino insieme a quello di Lakustra.
- Ma moriranno, Geter, come potranno sopravvivere?
- Eh, ce la faranno perché hanno trovato i salvaterre e ciò permetterà loro di continuare la storia di Lakustra, ma sotto nuovi cieli.
Sfiorammo
una torre metallica sulla cui cima c'era un grande padiglione.
Intravidi alcune persone che da dietro enormi finestre ci salutavano
col tipico movimento della mano. Poi, improvvisamente, la navicella
stellare virò verso l'alto in diagonale. Non avvertii pressioni: un
gioiello ingegneristico. Con l'andar sempre più veloci, ci
allontanammo da Lakustra in pochi secondi... ma non entrammo, se così
si può dire, nello spazio pullulante di pianeti e stelle. Penetrammo
in una zona quasi senza luce e caliginosa. Intravidi enormi massi,
non so di quale materia, che con l'urtarsi, spezzarsi, moltiplicarsi
costituivano una paurosa barriera, e scariche di energia bluastra
gigantesche avvolgevano aree sconfinate di spazio buio. Frustate di
fasci oliocarminio lunghi mille miglia percorrevano da destra verso
sinistra tutta la nostra visuale. Come passare in mezzo a tanto
pericolo? Pensai e mi aggrappai ai braccioli della poltrona.
L'astronave procedeva, senza venire minimamente urtata, in mezzo a
tale bolgia. Allora, invece di venir meno dinanzi al terrifico
scenario, incominciai a percepire un senso di dominio sul mondo
esterno. Fui attraversato da un'ebbrezza potente, sovrumana.
Saettavano
continuamente sul mio capo semisferoidi luminosi in una sequenza di
colori spettacolare: psicofluidi proiettati dal mio corpo eterico.
Tutto all'intorno scorgevo quell'altissima colossale muraglia rossa
vista in precedenza, ma non arrivavo a conoscere di che materia fosse
costituita; più che le parole mi mancavano le idee di quanto vedevo
di straordinario. Non riuscivo a ben distinguere in che elemento
l'aeronave si trovasse a volare. Eravamo circondati da cose,
elementi, sprofondi senza fine. Non vedevo più il cielo, solo
visioni terrificanti, troppo per me. A un tratto – ma forse il
tempo non scorreva già più – l'astronave, sotto l'azione di
pressanti forze contrarie, rallentò la sua corsa, finché si fermò.
Che cosa stava succedendo? Dove ci trovavamo? Mi sembrava di essere
diventato vaporoso e di non avere più corpo. Una forza arcana mi
teneva lontano da quella immensa muraglia. Tutto tremò, tutto si
agitò, ogni elemento era in rivoluzione. Frequenze acutissime ci
investirono... poi boommm, un boato profondissimo da scuotere le
fondamenta dell'universo, che sentii all'altezza del plesso solare.
Panico allo stato puro. Credevo di essere arrivato al capolinea. A
mala pena sentii la voce di Geter:
- Siamo nel bel mezzo del Varco. Vedi Angelo, l'uomo non crede più in un c**** di niente come dice Scandurra. Non crede più nell'anima, non segue più un principio. O accumula denaro o cerca il sesso di un attimo. Per quei 10cc di liquido, magari sopra un sedile puzzolente di un auto, crede di avere il mondo ma non ha niente, anzi perde pure quel poco che possiede. La donna invece è prigioniera di se stessa dopo millenni di schiavitù; potrebbe disseppellire la potenza, invece che fa? O imita l'uomo che è oramai finito, oppure si vende per quattro soldi o, ancora, si dedica fino allo sfinimento agli altri, figli mariti genitori. Si immola senza tenere nulla per sé. Siamo nel Varco, Angelo, lo specchio cosmico dove ognuno ci vede il suo riflesso, quello che è veramente.
Le
sue parole avevano un effetto riverbero. La muraglia divenne tutta
luminosa, di un bianco sparato e si aprì un valico proiettando
un'abbagliante luce. Tra la paura, la commozione e il pianto, alzai
le mani in alto, così semplicemente, implorando aiuto.
Ecco
presentarsi un maestoso e placido cigno bianco. Sbarrai gli occhi per
meglio vedere e allontanare un eventuale abbaglio. Era vero e
lucente, con due occhi più vivi del sole.