La
speranza spezzata
è la tua eredità.
Fallimento di una vita
di coraggio e di viltà.
Troverai sul cammino
fango e corruzione.
E la voglia tu avrai
di sdraiarti al suolo
per guardare come in un film
i colombi in volo.
Ti faranno fumare
per farti sognare che
il futuro od “un messia"
presto tutto cambierà.
Ed avrai come vanto
una nuova condanna
ti diranno che il vento è
il respiro di una donna
per far sì che un lamento, uno solo,
copra ogni tormento di un velo.
Ma se tu rifiuterai
di giocare all'attore
forse un libro scriverai
come libero autore.
E tu forse parlerai
di orizzonti più vasti
dove uomini celesti
portandoti dei figli
ti diranno: "Scegli!"
ben sapendo che ridendo tu
tu a loro ti unirai...
è la tua eredità.
Fallimento di una vita
di coraggio e di viltà.
Troverai sul cammino
fango e corruzione.
E la voglia tu avrai
di sdraiarti al suolo
per guardare come in un film
i colombi in volo.
Ti faranno fumare
per farti sognare che
il futuro od “un messia"
presto tutto cambierà.
Ed avrai come vanto
una nuova condanna
ti diranno che il vento è
il respiro di una donna
per far sì che un lamento, uno solo,
copra ogni tormento di un velo.
Ma se tu rifiuterai
di giocare all'attore
forse un libro scriverai
come libero autore.
E tu forse parlerai
di orizzonti più vasti
dove uomini celesti
portandoti dei figli
ti diranno: "Scegli!"
ben sapendo che ridendo tu
tu a loro ti unirai...
[Mogol/Battisti
- Gli uomini celesti]
L'uomo
che sogna è soprattutto un essere vivente, e tutto ciò che egli
vede acquista vita. È il regno di Proteo, ovvero della cosa che si
trasforma per un'interiore forza. [Simone
Weil]
La
natura ci pone un limite che se lo superiamo diventa ingestibile:
quando ci ritroviamo confinati in un angolo reagiamo per disperazione
e paura ed in questo contesto facebook e twitter possono amplificare
le nostre emozioni ed accellerare i tempi di formazione di una massa
critica. I figli della vedova nel loro delirio di onnipotenza (il
potere è un pagliativo, l'illusione misera e patetica di poter
sconfiggere la morte) credono di avere gli strumenti per controllare
ogni cosa ed è un errore che si perpetua da sempre! Corrono il
rischio di finire appesi ai lampioni: lo insegna la storia! In
ambienti popolari dove ancora la gente si aggrega e socializza: bar,
osterie, piccoli negozi, l'umore è quello di chi sta aspettando il
"LA"... non lo auspico ma ho la sensazione che siamo
vicini. [anonima talenti]
La
nostra arte è misura dell'intensità. [Scandurra]
Immagina
un cerchio e immagina che ne stai percorrendo la circonferenza.
Qualunque sia il punto in cui cominci il percorso, quello è il tuo
inizio. Ma, una volta che cominci a muoverti, non c’è fine;
continui a girare in tondo. Se vuoi uscire fuori dal cerchio senza
fine, devi essere consapevole che il cerchio ha un centro e che tu
devi stare in quel centro, invece che lungo la circonferenza. Cos’è
questo centro? È la realtà che risiede permanentemente nel Cuore di
tutti gli esseri. È la coscienza, è verità ed amore. Tutti devono
conoscere quel centro, se vogliono smettere di girare in tondo
all’infinito, spostandosi continuamente da un punto all’altro
(…). Non c’è né inizio né fine nel centro, perché lì
cessa ogni direzione, distinzione e movimento. (…) Se riposi in
quel centro, il mondo non potrà turbarti o toccarti in alcun modo.
[H.W.L.
Poonja, maestro vedanta indiano del secolo scorso]
[Satana]
sa di aver forza solo se si fa passare per uno che sta dalla parte di
Dio, per uno che sostiene la sua causa. Solo se si presenta come
devoto a Dio il serpente può essere malvagio. […] Se il male si
mostra nella propria totale separazione da Dio, allora è del tutto
privo di forza, è uno spauracchio per bambini, non occorre temerlo,
anzi il male non concentra lì la sua forza, e per lo più su questo
punto attrae l’attenzione per distrarla da quell’altro punto in
cui effettivamente vuole aprirsi la breccia ed irrompere.
[Dietrich Bonhoeffer]
***
LA BOTTEGA DI SCANDURRA |
Ci
accucciammo e brrrrrr... oltre i limiti terracielo, al di là della
frontiera degli spazi ignoti, sull'istmo dei Nove Mondi. Ed eccoci a
Deya città-labirinto, immensa, lontana eppure familiare, soltanto
collocata in un altro universo. Entrammo in una taverna,
riconoscibilissima per i tavoli e gli avventori che chiacchieravano
bevendo con allegria. Era a pianta quadrata iscritta in una
croce greca. Geometria deyana, talvolta semplice come le
costruzioni dei bambini. L’odore di fritto si espandeva anche
all'esterno. Ci sedemmo ad un tavolo vicino la porta d'ingresso.
Scandurra fece un cenno all'oste, insomma al titolare dell'esercizio.
Questi con passo lento e strascicato si avvicinò. Era un omone dalla
faccia paciosa ma con un ghigno poco rassicurante, indossava un
sinalone zozzo-sporco; ci tirò un fogliaccio rigido dall'apparenza
di menù, anch'esso lordo e grasso. Scandurra gli chiese in una
lingua ignota non so cosa, lo compresi dal modo interrogativo.
L'omone si fece serio e chinò il capoccione stempiato. Con inattesa
velocità scomparve nel retrobottega. Chiesi al maestro cosa gli
avesse detto.
- Mah, gli ho chiesto di portarci un frizzantino aromatizzato, focacce in abbondanza con sciroppo marmellatoso e... un camion blindato.
- Ma come pagherai la colazione... e il camion soprattutto?
- Mi fa credito da una vita. Gli ho salvato il culo una volta e quando ho bisogno, lui è pronto e disponibile. Mi teme, ma non mi conosce bene, so “bbono” come il pane io.
- Già già è proprio così... Maestro, tu sei una leggenda da queste parti. Cacchio, sono l'aiutante di un eroe.
- Fregnacce. Eroe, bah. Sono un fruttarolo in trasferta. Salto fossi di universi, ma senza merito. Ho avuto più core di altri, tutto qua. Aiuto chi ha bisogno e lo fai pure tu, e questo mi rende felice. Sistemiamo certi squilibri e alterazioni. Siamo fatti di terra e stelle, solo che ce lo dimentichiamo spesso, allora i pochi che rammentano chi sono, si fanno carico dei casini degli altri e dei mondi. La stragrande maggioranza dell'umanità, perché smemorata, non è in grado di vedere la Realtà. I sensi la filtrano, per comprenderla. Si creano costrutti per affrontarla. Per vedere la Realtà autentica, la sua totalità, è necessario risvegliare il divino che dorme dentro di noi. Come si fa? Semplicemente ricordando chi siamo. A bottega questo facciamo, ricordiamo. E lo sperimentiamo mentre prepariamo il caffettuccio, cucinando il sughetto per le penne all'arrabbiata, sentendo l'uovo-anima presente in ogni cliente che entra. C'è tutto un cosmo da scoprire dentro il nostro angoletto d'universo. Gente che va e che viene, anime che fanno capolino e chiedono un momento d'attenzione per dipanare un nodo creato quando erano su 'sto mondo. Passeggeri di aeronavi d'Atlantide, gatti ubriachi di vita e gente di frontiera. Ecco, io sono lì, seduto dietro un banco, alla mia sinistra una vecchia bilancia bugiarda, alla destra una cassa leggera leggera, perché non sono io a far pagare i conti della vita. Un eroe? No, soltanto un uomo che crede nell'arte della magia e quel che è peggio, l'adopera.
Mi
vennero in mente alcune domande da rivolgere a Scandurra. Nel
frattempo l'oste ci aveva servito focacce, vino, sciroppi di frutta.
Mangiammo di gusto.
CONTEMPLA LA CREAZIONE |
- Noi come ci poniamo nei confronti degli universi? In fondo siamo sempre stranieri a casa degli altri. Hai detto che raddriziamo torti, mettiamo ordine nei casini altrui... tuttavia dici pure che a volte non si può, non si deve intervenire né chiudere definitivamente un caso.
- Quando si dà una bella botta contro la solida consistenza dell'essere, è stilosa 'sta espressione, sa di filosofia... la solida consistenza dell'essere... insomma quando vai a “sbatte” contro una porta, non a caso si dice: «Ho visto le stelle!». La Creazione è stata la rivoluzione più grande della storia, la sola unica indispensabile rivoluzione positiva, e noi uomini abbiamo bisogno di allenarci continuamente alla meraviglia per l'esserci del mondo. Non c'entra il sentimento eh, anzi è una faccenda concreta mettersi a guardare l'essere delle cose attorno a noi con la coscienza che esse sono il giornale quotidiano scritto dal Padre Celeste per non farci dimenticare che il suo gesto supremo è stato quello di aver sottratto ogni cosa al nulla. I segni che ci mette davanti sono semplici, come una foglia, o spettacolari come le galassie o travolgenti come i mondi intermedi. Se vi ho insegnato veramente qualcosa di utile è stato quello di allenarvi alla meraviglia; non è l'ottimismo per reagire alle batoste della Vita, è anzitutto una naturale vocazione dell'uomo alla battaglia. Quando le forze soccombono, quando si perde la presa, quando le cose della vita ci inchiodano senza la possibilità di reazione, c’è ancora una missione da compiere, c’è ancora una testimonianza da dare. La nostra nascita somiglia molto a un servizio di leva con cui il Creatore ci ha assunto nel suo progetto di operosa opposizione al nulla. Questo ci fa sentire vivi, pronti a fare qualcosa, poco o tanto poco importa, contro ciò che è avverso alla Vita, contro chi agevola il kaos, senza piangerci addosso o, peggio, senza prenderci per il culo, senza considerare i costi e i profitti. Ci troviamo in prima linea, basta e avanza.Gli Universi sono il polverone esplosivo, entusiasmante, drammatico, gioioso sollevato da Dio contro il nulla. E noi ci siamo finiti in mezzo; a volte è difficile vederci chiaro. Ogni giorno siamo alle prese con piccole e grandi battaglie e diventa ultimamente frustrante fondare l'equilibrio della nostra vita sul bilancio tra risultati positivi e negativi, tra successi e disfatte. Allenarsi alla meraviglia è, perciò, un esercizio e non una teoria per ricordarci che il nostro agire è accompagnato da una solida speranza di fondo: ci costringe a vedere il lavoro della vita non misurandolo con una lente d'ingrandimento, ma piuttosto con il cannocchiale di un progetto universale in cui siamo coinvolti.La Creazione è il disegno di Dio, e il suo disegno prevede che anche noi ci mettiamo a disegnare. È questo l'orizzonte vero in cui ogni nostra azione trova equilibrio, senso: gli esiti altalenanti delle nostre opere sono solo il fumo di superficie di una battaglia ben più importante che ci tiene davvero tutti in piedi. Perché, in ogni caso e in qualunque circostanza, noi siamo parte e testimonianza di questo operoso spettacolo che è l'essere.Mettersi a guardare, a ritrovare le stelle è un sano e vigoroso esercizio di piena umanità. Ricordati che l'Essere, come creato, è la bandiera che sventola in ogni remoto angolo dei Nove Mondi. Ricordati, l'Ombra con i suoi battaglioni ombrati non sono il Grande Nulla. No, l'Ombra è la forza che si contrappone a noi, ma è parte di quel codice binario che mette ordine al Kaos. Soltanto scontrandoci portiamo in equilibrio i piatti della bilancia.
- Cosa vedi maestro alla fine del 2012? Credi che la gente capisca e scelga bene da che parte stare?
- Il futuro è già all'opera adesso, qui, su Deya e noi dobbiamo ancora combattere una guerra passata. Quanti uomini vedi al nostro fianco? Pochi, vero? È sempre stato così. L'Ombra, sì, Shiva lo stupratore di mondi, incantatore di sensi e di coscienze, dirottatore di sessi, mostra meraviglie e poi... poi alza il velo e appare il suo volto sotto la maschera ed è mostruoso. I potenti della Terra che credevano di guidare il mondo con le loro squadrette compassate, usando l'oro fregato all'Ordine rossocrociato e adorando idoli tebani, scopriranno troppo tardi di essere pupazzi nelle mani di potenze ignote. Eppure ne hanno fatti di danni. Hanno fondato un impero e quando hanno agito, hanno creato la realtà. E mentre il resto del mondo stava analizzando quella realtà, loro agivano di nuovo creandone un’altra e poi un’altra ancora. È così che sono andate le cose per secoli. Arriveranno aiuti luminosi da ogni dove, è vero, ma anche creature sulfuree si ritroveranno sulle colline intorno Gerusalemme. Un lavoro da fare per il 2012 è quello di attrarre dal firmamento l'energia nel nostro spazio esistenziale.Quanto amo 'sta benedetta Terra, ma quanto è tosto difenderla. Angelo, fra poco mi leverò dai cojoni per poi tornare alla fine. Sai a me piacciono le uscite e le entrate spettacolari. Non sono l'attore principale ma un buon caratterista che sulla scena cosmica fa la sua bella figura, dando sostanza alla trama. Interpretiamo dei ruoli, decisivo è non stare fra gli spettatori quando andrà a fuoco il teatro.
PLANANDO SOPRA BOSCHI DI BRACCIA TESE |
Finimmo le
cibarie e ci alzammo veloci. Girammo intorno allo stabile ed entrammo
nel suo cortile interno: una camionetta blu di forma circolare,
blindata tipo militare, era parcheggiata in bella mostra. Scandurra
spinse un pulsante in prossimità della portiera che si aprì. La
guida era a destra come in Inghilterra. Mi accomodai al posto del
passeggero. L'abitacolo era avvolgente, anatomico, perfettamente
avvolti. Il maestro prese la cloche e... decollammo. In pochi secondi
dominavamo Deya dall'altezza di alcuni kilometri. Bellissima,
intricata e intrigante, si estendeva a perdita d'occhio.
- Maestro ma sai guidare un aereo?
- No, perché?