È
ora di dismettere i costumi di scena dell'Io sociale, usati,
stracciati e miserabili, a costo di restare nudo. Il Sistema ci ha
procurato tutta una serie di maschere, di sovrastrutture, al fine di
allontanarci da ciò che siamo veramente; c'è riuscito attraverso il
pensiero a senso unico, la propaganda, l'ideologia, l'adesione
incondizionata a feticci scientifici, la scolarizzazione, l'ipnosi
mediatica, presentandoci una religione umanitaristica svuotata da
ogni anelito verso il trascendente. Gli arcontici oligarchi hanno vinto facile,
dopo decenni di lavorio psichico. E ora? Beh, è tempo di levare le
maschere, il carnevale dell'esistenza deve finire; è tempo di
deporre gli scudi pomposi e i cuscinetti protettivi bagnati dal
sudore di provvisorie agonie. Via le gratificazioni, le medaglie, via
gli autoinganni e le sontuose inutilità del mondo moderno. Vogliamo
rendere tutto, anche le cose usurpate.
Infine
varcheremo la soglia della nostra essenza – presente ai confini
dell'alba. Finalmente proveremo ad Essere, in preda ai travagli del
parto pieno di promesse d'eternità. Vogliamo essere ebbri della
nostra legittimità ancestrale.
Dovremo
restare immobili, silenziosi nel cuore della trasmutazione, poiché
regniamo su un frammento di Spazio ai margini della realtà. È il
mistero dell'evidenza. Basta denudarci con un atto di coraggio e il
Tempo si fermerà. Scopriremo che la linfa dei pensieri fa maturare
le parole che incarnano l'idea: un'azione autenticamente magica. Se
riuscissimo ad animare il nostro corpo da un ritmo universale, esso
si libererà per un attimo dalla solita schiavitù. E allora ciò che
diremo diventerà Parola.
Abbiamo
capito che solo una notte invernale (il kali yuga, per intenderci),
con tutta la sua tristezza, potrà permetterci di risuscitare
l'interminabile battaglia metafisica, il senso per cui siamo qui, su
questa Terra. Dovremo intravvedere un segno di intelligenza per non
smettere di braccare la vita – la nostra vita; ma non ci dobbiamo
illudere, lo specchio della mente farà in modo da farci vedere solo
la nostra vecchiaia, l'impotenza che ci si è appiccicata addosso
dopo anni di sociologiche adesioni. Dobbiamo osare, amici, osare
correndo il rischio di entrare nell'ombra e cercando il passaggio
segreto verso l'Io introvabile, tanto a lungo sognato. È giù in
fondo al nostro abisso quell'Io antico, per millenni sepolto: eravamo
dèi, tali nella nostra complessità
vissuta come un insieme, capaci di assorbire tutta la sofferenza
dell'umanità ma anche l'energia che alimenta gli Universi. E pensare
che avevamo a disposizione la coppa dell'Abbondanza e l'abbiamo
barattata per una pensione d'anzianità.
Come dici tu: bisogna rendersi conto che "nell'avanti" transumano c'è il nulla. Tirare la "coperta" della Bestia Senziente che è l'uomo, verso un futuro inesistente fatto di mirabilie tecnologiche, è ironicamente satanico, e strappa un sorriso amaro. A parte che la razionalità atta a costruire questo inferno di mondo (come direbbe De Pasqually), viene tutta dall'intelletto diabolico; a parte questo, è solo volgendosi indietro che la speranza di uno spiraglio può palesarsi. La palingenesi è un ritorno alla consapevolezza di essere un soldato del Bene contro l'eterna lotta contro il Male...e riscoprire i propri camerati. Ma ciò può essere ottenuto attraverso (il Varco) la Magya di cui parlò Bohme e Paracelso. Scusate l'affresco un pò di pancia.
RispondiEliminaConcordo con il vostro sentire, lo vivo ...Solo quando ogni essere umano aprirà la sua "Porta" e sarà consapevole di ciò che E'... Il mondo come lo conosciamo non potrà più esistere.
RispondiEliminaNon è possibile arrestare questo processo è per tutti !!! Per ogni uno avviene in modalità differente e in tempi diversi non smettiamo mai di ascoltarci... "Il Varco" ci parla.
Concordo con il vostro sentire.Solo quando ogni essere umano sarà consapevole di ciò che E',non potrà più esistere il mondo
RispondiEliminacome lo conosciamo.Il cambiamento è lento ma inarrestabile è importante andare in profondità con noi stessi senza paura e restare in ascolto...perché " Il Varco" ci parla.