Siamo in guerra da millenni, ininterrotta fino ai giorni nostri, ma i tiggì di Stato parlano d'altro. Del resto codesta guerra è di un tipo un po' speciale. Già, non ci sono eserciti contrapposti né incrociatori o aerei saettanti sulle nostre teste. I segnali ci sarebbero, ma siamo troppi impicciati in faccende serie, semiserie, decisamente facete. I drammi personali e collettivi ci impediscono, poi, a vederci chiaro. La guerra è asimmetrica quando non addirittura elusiva. Per questo diventa problematico percepire l'aria che tira. I popoli tutti sono in pericolo di estinzione contro un'élite sprezzante di ogni etica e umanità. Vogliono rubarci l'anima e per riuscirci, abbattono muri, seminano odio, relativizzano le religioni fino a svuotarle del sacro. Niente è più lo stesso. L'élite è in sostanza una sètta devota al Male, composta da sicari professionisti, banchieri, politici corrotti, terroristi, depravati: in breve, la cosiddetta normalità ma assunta a categoria teologica. Il pericolo sta proprio in questo. Non si tratta più di movimenti d'opinione, di partiti, ma di eggregore, stati d'animo sparati nella nostra psiche ogni giorno. Non è più tempo di tergiversare. Ogni essere umano sveglio deve difendere quanto ha di più caro, la libertà per tendere a Dio. Chi lo impedisce conosce ogni nostro difetto, dubbio, tentennamento. Tempo verrà che non potremo più avere alibi. Dovremo scegliere sotto quale bandiera combattere.