La moderna
sensazione da fine dei tempi ha (…) tratti unidimensionali; viene
associata a un agire umano che non conosce collaborazione e
antagonismo alcuno. Per questo motivo la terapia è inefficace, anche
quando viene chiamato in causa il fattore morale. Un moralismo privo
di un punto d’Archimede, cioè di un’istanza trascendentale, può
solo girare su se stesso: sul piano umano e “troppo umano”. Oggi
si sentono persino filosofi dire: “Se questo o quello non ci
fossero, tutto sarebbe a posto”. È invece probabile che, se non ci
fossero questo o quello, le cose si presenterebbero in modo ancor più
orribile – a prescindere dal fatto che non appena un’immagine
terrifica svanisce, a essa ne subentra subito un’altra.
Queste tesi, e
altre simili, traggono alimento dall’identificazione di ragione e
morale. Il mondo è pieno di uomini ragionevoli che si rinfacciano
l’un l’altro la loro irragionevolezza. Nonostante questo, le cose
seguono il proprio corso, che palesemente è altro rispetto a ciò
che tutti si aspettavano. Chi sta a osservarlo è più vicino alle
fonti di quanto lo sarebbe nel caso in cui prestasse ascolto ai
partiti, indipendentemente dal fatto che essi affrontino la
situazione nelle loro frazioni o in plenum.
Che le cose non si
svolgano in conformità ai programmi, e che in base ai programmi ci
si possa, tutt’al più, barcamenare, è meno inquietante di quanto
in genere si supponga. La prospettiva più spaventosa è quella
rappresentata dalla tecnocrazia, una sovranità sotto controllo,
esercitata da spiriti mutili e mutilanti. Una fine del mondo priva di
aspetti trascendentali, metafisici, senza la potente luce che da essi
promana e annienta la paura: ecco un’immagine ben triste. Essa
sorge da un’epoca di impoverimento, da una fantasia già
atrofizzata.
Se non ci fermeremo
a dipingere gli orrori, ma riusciremo a vedere nel confronto diretto
con essi una tappa del nostro cammino, potremo procedere oltre. In
tal caso il singolo non sarà più l’uomo abbandonato a se stesso,
debole voce tra milioni di altre, bensì l’arbitro di grandi
decisioni, purché diventi consapevole della propria libertà, la
quale lo rende indipendente dalla storia e perfino dalle cose e dai
loro vincoli. Egli, allora, terrà in pugno il mondo. (…)
Si è spesso
osservato come l’individuo sia più ragionevole preso per se stesso
rispetto a quando è frammento inserito in una collettività. Ecco
perché deve cominciare da se stesso e in sé andare. Esistono
problemi che sembrano insolubili estensivamente, ma che possono
essere risolti intensivamente, nel momento in cui l’individuo ne
“viene a capo”. Ciò accade, in particolare, quando il declino
sembra inevitabile. L’individuo non può autoescludersi, ma può
uscire dal regno della quantità e delle statistiche e penetrare in
domini nei quali vige una diversa legge.
Questo è il compito che si pone, e che da sempre si è posto, all’uomo. Con la morte di ogni individuo giunge a compimento anche un declino del mondo: si spegne il mondo in quanto rappresentazione di quel singolo. Rimane sua proprietà. Resta da domandarsi come costui si possa rassegnare al proprio declino, per esempio al manifestarsi di una malattia mortale o durante la notte che precede l’esecuzione. Trovarsi soli di fronte alla propria finitezza è uno dei grandi incontri. Né dèi né animali ne sono partecipi.
Questo è il compito che si pone, e che da sempre si è posto, all’uomo. Con la morte di ogni individuo giunge a compimento anche un declino del mondo: si spegne il mondo in quanto rappresentazione di quel singolo. Rimane sua proprietà. Resta da domandarsi come costui si possa rassegnare al proprio declino, per esempio al manifestarsi di una malattia mortale o durante la notte che precede l’esecuzione. Trovarsi soli di fronte alla propria finitezza è uno dei grandi incontri. Né dèi né animali ne sono partecipi.
Si può obiettare
che in questo modo la partecipazione a tale esperienza divenga fatto
privato. È obiezione troppo superficiale, poiché nel trionfo del
singolo si libera una potenza che non conosce misura, una libertà
nel senso più profondo, che sfida ogni numero. È il Monte degli
Ulivi, è la cella di Socrate. Essi sempre ci accompagnano.
Si riconosce la
statura di uno spirito dalla misura e dal modo in cui si lascia
prendere dal panico. Questa è osservazione che non vale solo dal
punto di vista etico e metafisico, ma anche nella pratica, anche
nella dimensione del tempo. In qualunque catastrofe, per esempio
nell’incendio di un teatro o nel naufragio di una nave, la comparsa
di un individuo che non perde la testa può avere come conseguenza
non solo la sua personale salvezza, ma anche quella altrui. Tanto
meglio se questo individuo è il direttore del teatro o il comandante
della nave, la cosa, però, non è necessaria. A manifestarsi in un
simile spirito non è una più profonda conoscenza dei fattori
tecnici, ma quel che di invulnerabile vi è in lui. Anche quando la
possibilità di salvarsi è esclusa, anche in un naufragio solitario
nell’Artide, un comandante di questo genere farà sì che le cose
si svolgano in modo umano, e non secondo il modello offerto dagli
animali in preda al panico o da un’orda di cannibali.
Se nella pratica
dobbiamo sforzarci di scongiurare la catastrofe, nella teoria
dobbiamo tener conto della sua probabilità e, perfino,
inevitabilità. In un mondo caduco tutto è caduco. Il malato chiama
i medici, assume i farmaci, e a buon diritto. Ma, altrettanto
opportuno è che faccia i conti con la propria morte e si prepari al
grande viaggio, non importa se ritiene che abbia una meta oppure no.
Egli mette in ordine il mondano, prima di dargli l’ultima
benedizione. Solo dopo essere andato incontro alla caducità, e alla
paura che in essa dimora, potrà dominare la malattia, qualunque ne
sia l’esito. È un pregiudizio ritenere che le malattie siano
destituite di senso. Le malattie sono delle prove.
Non ci mancano
criteri di misura. L’intera notte a languire nelle segrete del
circo, e le forze ormai allo stremo. Terrore, persecuzioni, arresti,
interrogatori, torture, profanazioni come preludio. Durante la notte
le belve avevano squassato le sbarre; la loro agitazione e le loro
urla si imprimevano profondamente negli animi. Ancor più terribile,
il vociare della gente che già alle prime luci del giorno cominciava
a riempire l’anfiteatro. Era un vociare allegro, impaziente di
curiosità. Un contendersi i posti. Rivenduglioli vantavano a pieni
polmoni le loro bevande. Più tardi arrivavano i notabili, i
cavalieri e i senatori, infine il Cesare in persona. Coloro che
pensavano e sentivano altrimenti erano in assoluto soprannumero. Poi
si sollevavano le grate; il pugno di uomini veniva spinto nell’arena.
Il sole abbacinava. E tuttavia era più debole della luce interiore.
Così crollano gli imperi, così il mondo si trasforma.
LA
SOLITUDINE ESSENZIALE CHE SALVA IL MONDO(Da:
Ernst
Junger,
Al muro del tempo,
Adelphi)
Chiedevamo
insistentemente a Scandurra come si potevano preparare le genti agli
eventi di portata cosmica previsti per il solstizio d'inverno
dell'anno 2012. Sebbene fosse lontano quel giorno, il solo fatto di
conoscere la fine di un mondo, del nostro mondo, ci si riproponeva
come i peperoni. Ci veniva spontaneo, innanzitutto, pensare a dei
rifugi possibili, luoghi che potevano offrire riparo dai fenomeni
catastrofici – non sarebbero stati soltanto negativi, tuttavia non
erano da escludersi - che si sarebbero abbattuti su questa nostra
amata Terra. Dovevano pur esistere posti speciali, immuni dalle
conseguenze della fine del Tempo. Dio Onnipotente non poteva lasciare
naufragare il genere umano nel vuoto del nulla, come i frammenti di
comete spente. Di fronte alle nostre preoccupazioni, legittime del
resto, il maestro rimaneva dapprima in silenzio, e questo ci
atterriva alquanto, poi rimandava ad un momento più propizio le
dovute risposte. Quel momento arrivò alla fine dell'anno 1973. Mi
ricordo benissimo dove si svolse la rivelazione: sulla Torre del
Diavolo, punto di osservazione e di avvistamento appartenente ad
epoca medievale, situato sulla Faggeta tra i Monti Cimini. Il vento
gelido che spazzava ogni residuo calore, non ci fece perdere
l'attenzione necessaria. Scandurra col suo fare tranquillo, anche
quando affrontava le azioni più rischiose, ci ammaestrò su cose che
da principio ci apparvero non pertinenti al caso, sembrando, infatti,
una delle tante istruzioni magiche della Via secondo le materie
oscure. Che fessi!
- Tutti voi avrete avuto da piccoli un luogo segreto, reale o fantastico poco importa. Bene, rievocate quel luogo dove vi nascondevate quando i vostri genitori vi rimproveravano per qualche marachella commessa, oppure quando volevate stare per conto vostro a immaginare mondi fantastici. Forza, richiamate quel posticino così sicuro, invulnerabile. Ricostruitelo con precisione, avanti. Trattenetelo sullo schermo della vostra mente. Così, più nitido, più delineato, dai! Ora io lo fisserò indelebilmente, cristallizzandolo. Non spaventatevi per il calore che sentite intorno all'ombelico. Ben fatto. Ora... seguite le mie istruzioni per meglio consolidare il campo eterico. Concentratevi sul luogo segreto della vostra infanzia; tenete un'attenzione prolungata; raccoglietevi. Semplice come succhiare una caramella alla menta. Guarda un po' il caso, ho in tasca delle caramelle dai vari gusti. Aprite la mano destra e darò ad ognuno esattamente quella preferita da figliarelli. Vediamo se ho indovinato.
Ci
mise in mano una caramella. Io l'assaggiai con circospezione. Il suo
sapore inconfondibile mi risvegliò ricordi e sensazioni antiche.
Cacchio, Scandurra sapeva pure questo. Vrrr! Una vibrazione seguita
da uno squarcio, simile al rumore di una vecchia e arrugginita porta
che si apre. Dopo qualche secondo mi trovai in quel luogo segreto che
scelsi quando da bambino risiedevo a Stimigliano, in Sabina. Non ci
stavo con la mente, almeno non mi sembrava, ma ero presente in carne
ed ossa. Era buio pesto in quella piccola casetta azzurra, come la
chiamavo, in realtà un ricovero attrezzi nei pressi della mia
abitazione, che il tempo passato l'aveva irrimediabilmente diroccato.
Passai alcuni secondi a tentare di vedere i particolari, quando si
accese la luce azzurra – sebbene non ci fosse mai stata la
lampadina - e tutto si trasformò come ai tempi del '63. Piccola ma
accogliente, profumava di campagna d'estate. Mi avvicinai all'angolo
dove mi sedevo di solito. Ebbi la voglia di alzare quel ciocco di
legno sotto il quale nascondevo un coltellino speciale, almeno per
me. Scostai il legno e lo trovai, così come lo avevo stipato. Lo
perdetti durante il trasloco a Viterbo il 1964. Invece era lì,
ancora. Me lo misi in tasca con una sensazione di contentezza, anzi,
di gioia per aver ritrovato un oggetto a me caro. Improvvisamente mi
trovai dentro la Torre. Non aprii gli occhi, ma misi la mano nella
saccoccia del cappotto e lo trovai, sì, era nuovamente in mio
possesso.
Aprimmo
tutti gli occhi e la torcia di Scandurra ci illuminò ad uno ad uno.
Come bambinetti felici dei regali della Befana, tirammo fuori dalle
nostre tasche tutte le cose più intime, segrete, pescate nel fiume
del tempo. La sorpresa fu tanta. Due coltelli di foggia diversa, una
trottola di legno, tre sassi colorati, una biglia multicolore, un
quadernino nero, un mazzo di figurine di modelli di automobile, una
catenella d'oro, un orologio da taschino, un falcetto, questo era
l'elenco surreale della nostra infanzia incantata. Ci sentivamo
stralunati ma eccitati, con
in mano un pezzo del nostro passato più spensierato e felice.
- Eccoli lì i vostri talismani contro i mali. Ah, se vi guardaste allo specchio, sembrate figliaroni troppo cresciuti con i giocattolini creduti persi. Non tutti gli uomini potranno ritrovarli, non tutti, ma nella memoria ci sono, eccome, ben registrati da adesso in avanti. Quando si è bambini ci si affaccia di continuo sull'altra realtà, fatta di potenze, energie, esseri incredibili, avventure formidabili, e luce e l'ombra sempre in lotta. La realtà magica sovrasta e contrasta quella ordinaria, ma pochi se ne accorgono, induriti dalle stronzate che raccontano a scuola, frammentati da impulsi desideri paure di questa stronza società. Troppa gente non ricorda chi sia veramente. La magia è ricevente e trasmittente. Essa capta onde informazioni messaggi. L'universo ermetico è un cerchio magico formato di tanti piccoli anelli, produce e condensa l'energia eterica che noi mettiamo a profitto. Possiamo dimenticarlo, ma esso vive in eterno e prima o poi bussa alla porta della Vita.
- Allora, maestro, basta trovare il talismano della nostra infanzia per salvarsi dalla fine del Tempo? - fece uno di noi.
- Non sarà così per tutti. Vi sono luoghi privilegiati senzatempo, luoghi magici, sacri, in cui radunarsi quando cielo e terra si toccheranno e si aprirà il Varco. Terre sottili, alcune sono visibili ma non sono percepite, altre sono invisibili e tangenti al nostro universo e vengono sentite dai medium di ogni tipo. Ve li svelerò e voi li svelerete al mondo. Sarete presi per il culo, o internati nei manicomi. Cosa importa. Nessuno vi potrà fermare perché avrete accesso alle botole interdimensionali con la stessa facilità con cui aprite la porta di casa. Chi vi ascolterà troverà il modo di prepararsi come si deve agli eventi. Almeno sarà così per chi rimarrà su Madreterra. Vedrete che la gente non sarà sempre appecoronata sotto il dominio degli stronzi mondiali. Scatterà qualcosa, un bottone magico sarà premuto al punto giusto. Scatterà qualcosa. Un fattore di crescita. Noi siamo pedine nelle mani del Creatore. Coscienti, però, per questo dobbiamo contribuire al piano cosmico, altrimenti che c**** ci stiamo a fare quaggiù.
- Maestro – feci io – parli di fattore di crescita, cioè?
- È il ribaltamento del voltaggio interiore.(continua con l'ultimo IUS)
Ciao Angelo,
RispondiEliminaIn cosa consiste il fattore di crescita ed é diverso da individuo a individuo?
Come si fa a sapere verso dove si debba orientare, cioè come si fa a scoprire se il proprio destino sia quello di rimanere o attraversare il varco?
Ciao
Grazie mille
Luca
Angelo, anche se spesso preferisco non commentare, ti seguo sempre, con profonda stima e interesse. In attesa di dare il benvenuto ai Nuovi Cieli e alla Nuova Terra
RispondiElimina"Ecco, io faccio nuove tutte le cose", Egli disse... penso che Cristo si riferisse a ciò che tu chiami il "fattore di crescita", che è prima di tutto un processo interiore, e solo dopo esteriore. Questa è l'interpretazione che mi sento di dare, in base al mio sentire interiore :)
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaCiao Angelo, in attesa dell'ultimo IUS che, per forza di cosa, non potrà che essere vicino, ti dico che con quest'ultimo scritto mi spiazzi.
RispondiEliminaNon che tu non abbia accennato al fatto che prevedere sia sempre complicato, data la natura mutevole delle cose.
O meglio, non prevedere i Grandi Eventi, come quello che ci accingiamo a incontrare, ma come essi si svolgeranno, in questo caso.
Ora, questo tuo scritto fa intendere che le versioni catastrofiste possano avere in realtà luogo, e proprio stanotte, non per la prima volta ma in maniera più "seria", pensavo proprio a questo, guarda caso.
Mi chiedevo cosa avrei provato io e con me tutti, fra poco più di due settimane.
In qualche momento, inutile nasconderlo, il pensiero che i progetti fatti per il Natale o per la fine d'anno potessero andare in porto, qualsiasi essi fossero, purchè si potessero svolgere.
Non so se la notte scorsa sia stato il mio ultimo desiderio di Vita, sebbene mi rendessi conto che questo Mondo, così com'è è decisamente alla frutta e che non fosse auspicabile il suo cammino nella direzione presa da ormai molti secoli.
Ma ecco che, puntualissimo, in me si risveglia quel dubbio e quelle domande che, me ne rendo conto, in varie maniere ti ho posto in questi due anni e mezzo e più che ti seguo.
Perchè averne paura? Perchè il mondo dovrebbe avere paura della morte? Perchè salvarli se è questo, in ultima analisi, il suo destino? Perchè salvarci, questo è il punto.
Ancora, e mi faccio pena da solo, non riesco a risolvere questo dubbio.
Io non so se riesco a spiegarmi, è evidente che uno voglia vivere e non morire eppure la Tradizione, come pure migliaia di voci nel corso delle Ere, ci hanno esortati a non averne paura.
Allora, e continuo a chiedermi, perchè salvarci?
Io non so se pongo la domanda nella maniera giusta.
E non credo che continuare a scrivere mi e ti e vi renderebbe il mio pensiero più chiaro.
E sicuramente dovrei chiedermi perchè mi pongo questa domanda.
Ma nel frattempo continuo a vagare senza capirne la risposta.
Grazie.
Vedi, noi apparteniamo ad una generazione di frontiera. Quello che vedremo e vivremo, sarà qualcosa di incredibile, speciale. Detto questo, ricordati che chi è cieco qui lo sarà pure dopo. Chi non cerca il senso del vivere, chi non cerca Dio o comunque lo si voglia chiamare, non creda che dopo ci sia una bella sanatoria all'italiana, per cui chi ha avuto ha avuto, scordiamoci del passato, ecc.ecc. La vita è una cosa seria, terribilmente seria, tutto lascia una traccia. Non ti incasinare la mente con elucubrazioni su chi parte, su chi rimane, chi si salva, ecc. ecc. Non personalizzare tutto. Non psicologizzare ogni cosa. Siamo tutti collegati e tu non sai a che livello ti trovi nella cordata, per ora. Perciò, ama, vivi libero, non ti fare mettere sotto, cerca la verità in prima persona, rischiando pure tutto. Ne vale la pena, credimi.
EliminaGrazie.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina...bella l'idea di Scandurra di ritornare bambini,c'ho provato anch'io ma non ho ricordi nitidi della mia infanzia,stavo solo a chiedermi il perchè mia madre non mi amasse...nella nebbia di questi ricordi è venuto fuori un posticino in un mobile dove mi rannicchiavo con un pupazzo di Pinocchio che non ricordavo più,ma è tutto molto confuso...comunque suggerisco a tutti di farlo,è stato divertente.Ciao.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina...la psicologia mi ha sempre affascinato e quindi spero che Scandurra ci suggerirà altri modi per effettuare questi viaggi nell'IO e 'accedere', come Dante nei gironi,alle 'cerchie' dell'inconscio che rivelano sempre nuovi Messaggi,inaspettati e rivelatori di problemi che ci trasciniamo dietro.Nel mio caso,poi,ne avrei da scavare e scovare quindi sarebbe cosa gradita...ciao a tutti.
RispondiEliminaL'inconscio è la fogna dell'anima, cara Stefania. Scandurra non è uno strizzacervelli, ma un fruttarolo magico, che indica ad ognuno la via dell'essenza, dell'originario, di quella scintilla infinitesimale eterna ed infinita che non si esaurisce in una tappa, ma prosegue e si svela come le mille pellicole di una cipolla, visto che siamo in tema ortofrutticolo. L'inconscio è la riserva quando la benzina scarseggia, ma non si va molto lontano. Quando tracima, come auspicano gli psicologi, fa invece danni incalcolabili. Esso, l'inconscio, è la conseguenza del nostro allontanamento dalla sorgente primordiale. Un pantano ributtante, sin troppo presente nella nostra vita. Scandurra ci ha insegnato persino a sfruttarlo in certe pratiche occulte, ma è meglio tacere.
EliminaCiao, vorrei rivolgere una domanda ad Angelo Ciccarella, circa l'inconscio (o subconscio che dir si voglia).
EliminaLa psicologia moderna di cui la psicanalisi freudiana fa parte, spiega l'inconscio come caverna inespressa di pulsioni animali/sensoriali, desideri repressi (a toro o ragione), bisogni, paure, ansie, sogni, fantasie etc.
La mia domanda è, come considerarlo e gestire il subcosciente da un punto di vista spirituale? Ignorare totalmente le pulsioni del subconscio, spesso è peggio, portando queste a ingigantirsi o a esprimersi brutalmente, talvolta pure involontariamente in altri ambiti della vita. Quindi come fare? Dal momento che ignorarle del tutto può essere peggio, ma un loro appagamento non risolve certo molti conflitti (pur dando un illusione momentanea di sollievo), che fare per gestire al meglio il proprio subconscio?
Fabrizio
Se posso permettermi, la mia non è una risposta a Der Suchende ma una "specificazione" sull'inconscio; spesso, troppo spesso, ci si riferisce ad esso nell'accezione freudiana e/o comunque alla sua visione nella teoria psicodinamica.
EliminaC'è almeno un'altra ipotesi che conosco ed era quella di Milton Erickson.
La sua visione dell'inconscio è, oserei dire, quasi opposta a quella di Freud anche se resta inqualificabile, nel senso che non ne parla ne bene ne male ma lo utilizza come fonte per attingere, quando possibile, risorse.
Purtroppo mi è difficile spiegarlo in termini teorici, più facile farlo, invece, nella teoria freudiana, perchè Erickson non era uno che diceva ma uno che faceva.
E' stata una di quelle persone di cui si è parlato in centinaia di libri ma non ha scritto quasi mai nulla.
Perdona questo intervento che voglio concludere con un'affermazione che sicuramente troverà in disaccordo Angelo ma è una cosa che ho sempre creduto: l'inconscio (non inquadrato in una teoria psicodinamica) è inqualificabile, non ha qualità particolari e personalmente ho sempre creduto fosse il depositario ultimo delle nostre esperienze fin dagli inizi dei Tempi.
Trovavo molte analogie nella Genesi per spiegarmi questo, quasi che la Creazione fosse, appunto, il punto di svolta fra il dominio assoluto dell'inconscio al primo, debole risveglio dell'Uomo compiuto dal Signore.
L'inconscio resta, perciò, un'istanza assai pericolosa se non "dominata" o "controllata", in quanto ricettacolo di ogni cosa, ("massa gelatinosa" la definiva Erickson) eppure è lì, oltre i mostri e proprio nella fogna, che ci può essere il fior di Loto.
Perdona Angelo ma è questo, forse sbagliando, che ho imparato a conoscere...
Angelo, stando alle parole di Scandurra da te riportate, dobbiamo aspettarci che anche gli altri dell'anonima talenti escano presto come te allo scoperto ?
RispondiEliminaOh sì.
EliminaQua non c'entra la psicologia, Stefania. Anzi, tale disciplina, intesa in senso profano, è proprio un prodotto delle Forze Oscure. Poi...per quanto mi consta, vedrò di indiarmi, in attesa degli eventi; non c'è più niente che Angelo possa fare per me, e comunque, non c'è più tempo per le domande. Ognuno è solo con se stesso.
RispondiEliminaNon sarai solo. Siamo ormai avvinghiati da un comune sentire.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
Eliminatanti "soli" fanno comunque un gruppo (o una galassia ;) )... non sei solo finchè ci saremo anche noi ... come dice un caro amico... "Saremo pure degli Zeri, ma siamo Zeri molto testardi!!!"
Elimina...Ye8sterday,mi dispiace sentirti così giù,siamo tutti sottoposti a stress mentale,come ben sai ci sono passata,ma sono crisi che aiutano a scaricare la tensione ( la fregatura è che te ne accorgi solo dopo averle superate).Non farti prendere dal panico,come ho fatto io,e soprattutto non essere demotivato o sfiduciato,dobbiamo unire tutti le nostre energie altrimenti non si va da nessuna parte.Il nostro problema più grande,secondo me,è proprio questo,al primo ostacolo rinunciamo,mentre proprio in quel momento,dovremo perseverare e superarci,nel senso di credere in noi stessi,come individui e come umanità.Sicuramente so che starai pensando"ma guarda chi parla..."ne hai tutte le ragioni,ma proprio perchè ci sono passata,parlo per esperienza diretta.E poi è vero quello che dici,Angelo non può fare niente per te se tu parti già sconfitto.Non c'è più tempo per le domande,anche questo è vero,adesso è tempo di trovare le risposte,ma se non ti "apri" per riceverle non le troverai mai e avrai sprecato solo il tuo tempo.Svuota la mente oppure pensa al tuo posto "speciale"come dice Scandurra.Io l'ho fatto e ritrovare te stesso "bambino" ti regala belle emozioni,provaci.E poi trova qualcosa che ti faccia ridere,io rileggo la parte dove Angelo dice di essere vestito come Flash Gordon in ius 49.(Scusa,Angelo.) Non penso ci voglia una botta di c..o per superare il Varco,ci vuole una botta di FIDUCIA,in sè stessi.E non sei solo.Un fortissimo abbraccio.
RispondiEliminanon é questione di essere giú o no, prima o poi tutti dobbiamo diventare autonomi se ne abbiamo le facoltá, io confido nella botta di culo...in fondo mi ha sempre portato bene...e se non dovesse bastare sono dotato anche di cuore
RispondiElimina...mai messo in dubbio,ma chi "c'ha core" ,allora,deve seguire l'esempio di Scandurra.Il cuore senti di averlo solo quando lo doni agli altri...
RispondiEliminalo senti di avere anche quando lo usi, cioé quando sei coraggioso
RispondiEliminaE' difficile, è impossibile, credere che il dio buono, il "Padre", sia implicato nello scandalo della creazione. Tutto fa pensare che non vi abbia mai preso parte, che essa sia opera di un dio senza scrupoli, un dio tarato.
RispondiEliminaE. Cioran
Cioran era un nichilista scoppiato, come scoppiati son tutti gli gnostici di tal risma. Satana o come diavolo lo vuoi chiamare, eh eh eh, gioca sporco sempre e non va mai in ferie, perciò non dobbiamo dimenticare la sua missione: distruggere la bellezza della creazione, in primis l'uomo. Gli gnostici non c'hanno capito una sega, come direbbe il mio maestro.
Elimina"La cosa più grave è che la premessa fondamentale di questo ideale, secondo cui il mondo è come dovrebbe essere, non regge alla più elementare delle analisi: il mondo avrebbe dovuto essere qualunque cosa, tranne ciò che è." E. Emil Cioran
RispondiEliminaSarà... a me il sorriso di mia figlia basta e avanza per credere non solo in un Dio "buono" ma addirittura nell'uomo ;) Max68
EliminaIl sorriso di un bimbo vale più di tutte le filosofie del mondo, più delle fregnacce degli intellettuali da salotto.. Ye8sterday, possiedi un cuore grande e l'amore ha sconfitto la morte. Non ti crucciare.
Elimina... dopotutto Cristo ha creduto in noi... credere il contrario sarebbe un filino presuntuoso quanto diabolico.
Elimina@Ye8sterday...
EliminaChi più chi meno abbiamo tutti i nostri momenti di pessimismo, fanno parte di noi, della nostra crescita... quella non è farina del tuo cuore, altrimenti non avresti avuto interesse per questo blog, noi siamo sognatori... Quando non hai risposte smetti di ragionare e ascolta il tuo cuore, percepirai te stesso più di quanto pensi...
Grazie amici.
RispondiEliminaavevo una stanza segreta (immaginaria) da bambino, l'ingresso era una botola (immaginaria) sul pavimento della mia cameretta da bambino, la stanza segreta non era in questa dimensione, era dotata di laboratori di vario genere e non aveva dimensioni fisse, si ampliava secondo necessitá e potevo scendere per un numero non definito di piani tramite un'ascensore fotonico.....vale?
RispondiEliminal'oggetto dovrebbe essere un aeroplanino, mi ricordo che ogni sabato supplicavo mio padre di portarmi all'aeroporto a vedere gli aerei.
La domanda che penso molti di noi si stanno ponendo è se il 21 sia scadenza puntuale per attendersi qualcosa o indichi solo il limite oltre cui ogni momento è quello buono.
RispondiEliminaPersonalmente questo cambiamento del voltaggio interiore ancora non lo avverto, anche se forse il termine 'ribaltamento' fa intendere un mutamento repentino più che qualcosa di graduale
http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.8244.5
RispondiEliminaé giá stato ripetuto varie volte che il 21/12 é solo una data fittizia, é il solstizio che conta....
RispondiEliminaCurioso:
EliminaNel 2012 il Solstizio d'inverno sarà il 21 Dic alle 11:11...
http://it.wikipedia.org/wiki/Solstizio
Vero, conta il Solstizio, la ''data'' cosmica; il resto è convenzione.
RispondiEliminacosa succede su Saturno? http://news.discovery.com/space/2012/11/28/saturn-storm-zoom.jpg
RispondiEliminaFonte "Cassini Riprende Il Grande Vortice A Nord Di Saturno" http://nemsisprojectresearch.blogspot.it/2012/12/cassini-riprende-il-grande-vortice-nord.html
Georgi Stankov arriva alle stesse/o simili conclusioni di Angelo, concidenza?
RispondiElimina