Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

martedì 24 marzo 2009

VERSO UNA NUOVA UFOLOGIA

La fenomenologia ufo cambia pelle / L’ufologia del futuro guarderà al passato / La ragione aveva torto / Non c’inviteranno mai nel salotto buono di Piero Angela / Crociate contro la verità / Eppure c’è dell’altro.


Lo scenario della commedia era bello,
ma gli attori gli si misero davanti.
Alexander Woollcott


Il fenomeno ufologico riguarda sempre più una miscellanea d’eventi anomali correlati fra i quali criptozoologia, percezioni extra sensoriali, sogni profetici, teleportazione, rapimenti e manifestazioni ultrafaniche. Gli scrittori di fiction possono avere il controllo sulle loro storie, la vita reale, sfortunatamente, tende alla vaghezza e alla non risoluzione. Com’è il caso degli ufo’s, gli avvenimenti si mischiano, sfidano le spiegazioni convenzionali, e resistono ad ogni tentativo di scienziati e ricercatori di avere dati accurati. A molti addetti ai lavori non piace il rimescolamento di vari fenomeni e credono che ciò offuschi l’aspetto Extra Terrestre degli UFO. Noi tendiamo ad appoggiare le informazioni le più eterogenee e non assimilabili al protocollo in uso presso i più accreditati centri ufologici – sveglia amici, o volete pesare ancora l’anima col bilancino del farmacista? -, mentre non possiamo verificare ogni singolo fatto riportato dalle testimonianze, possiamo dichiarare inequivocabilmente che simili fatti rispondono ad una strategia che si manifesta da anni e nei luoghi più disparati. Ecco, in breve, alcune costanti nell’odierna casistica ufologia:
-incontri con creature mitologiche,
-estese attività tipo Poltergeist,
-interazioni con "sferoidi di luce",
-un senso di apprensione e di paura sia negli umani che negli animali,
-voci disincarnate e suoni senza origine riscontrabile, presenti sia nel luogo dell’accadimento ufologico, sia nell’ambiente limitrofo;
-chiamate telefoniche intimidatorie da parte di persone sconosciute, fatte sia nei confronti dei testimoni sia verso gli inquirenti durante la fase investigativa.

Agli ufologi orfani di considerazione accademica

Il poeta cerca solo di mettere la testa in cielo.
È il logico che cerca di mettere
il cielo dentro la propria testa.
Ed è la sua testa che si spacca.
G.C.Chesterton


Molti studiosi – ma non tutti - di seri e noti centri ufologici, italiani e stranieri, soffrono dell’antico complesso d’inferiorità nei confronti di Sua Efficienza Scienza Ufficiale, sia sempre benedetta. Commettono, a mio modo di vedere e sentire, un errore memorabile tipico delle ultime generazioni, poiché niente di quanto contenuto nei misteri che stiamo indagando, è provato o può essere provato scientificamente, se per scienza intendiamo l’insieme di discipline che indagano la struttura e le regole del mondo materiale. L’errore sta tutto nel ritenere condizione necessaria il benestare della Dea Ragione su ogni indagine conoscitiva. Sbagliato. Per la semplice ragione che la ragione aveva torto. Ora mi spiego meglio.
La scienza è molto brava a fare ciò per cui è nata, solo che ha esteso la propria sfera d’azione su tutta la realtà e pretende di formulare giudizi in aree che non sono di sua competenza. E' un metodo che presenta grossi limiti, perché la sua presunta universalità si fonda sull’estrema esagerazione dei suoi pregi. Ad esempio, per svolgere il suo lavoro la scienza dipende dalla teoria probabilistica, la quale a sua volta si basa su un’ ipotesi che non è mai stata presa in seria considerazione, vale a dire quella che Newton chiamava "la pura durata", ciò significa che se descrivi un esperimento scientifico nessuno ti chiederà se è stato fatto il mercoledì o il sabato. La scienza cerca di essere indipendente dal tempo, e per farlo è costretta a ipotizzare che esso sia invariabile. Di fatto, però, quello di cui noi facciamo esperienza nelle nostre vite, è la variazione incessante. In altre parole, può anche darsi che il legame dell’idrogeno, quando si spezza, si spezzi sempre alla stessa maniera, ma le storie d’amore, le strategie finanziarie, l’opera d’arte, la nascita d’imperi ecc. sono sempre caratterizzati da una sorta di unicità; invadendo questi territori con le sue concezioni probabilistiche, la scienza ci consegna entità stereotipe come "il cittadino" o il "maschio bianco medio"; ma queste non sono altro che assurde astrazioni, prodotte da una particolare visione del mondo che rifiuta di esaminare le proprie premesse.
Ora, ammettiamo pure che ci siano fenomeni indipendenti dal tempo, su cui la scienza è in grado di indagare; tuttavia, in molti campi d’indagine è necessario un nuovo approccio teorico che sostituisca l’idea di pura durata e la teoria probabilistica (la cui efficacia è limitata solo ad ambiti di ricerca assai ristretti). Questo significa che dovremmo sostituire l’idea di invariabilità temporale con un’esposizione matematica della tesi opposta.
La scienza non è la ragione. La ragione occupa un dominio a parte, e non s’identifica di necessità con essa. Il confine fra il reale e l'irreale è spesso in questa materia sottilissimo ma ci potrebbe essere anche un mondo dove i confini non esistono e la mente trova spazi per nuove sensazioni ed esperienze ; alcuni lo temono, altri lo esaltano. Basterebbe conoscerlo. Pur tuttavia, non è necessario che si debba scegliere tra una qualche setta misticheggiante e l’establishment scientifico. Esiste un’ampia gamma di possibilità meritevoli di attenzione al di là di questi due modelli di pensiero.
Tutte le società finora esistite hanno sempre pensato che ciò che occorreva per mettere tutti i pezzi al loro posto fosse un 5% in più di conoscenze circa il funzionamento della realtà e che gli strumenti per farlo fossero già a portata di mano. Quando ripensiamo agli antichi egizi, ai greci, ai Maya, all’Inghilterra del XVII secolo, ostentiamo sempre un gran senso di superiorità rispetto a quelle culture per noi cosi ingenue. Di fatto, l’intero nostro armamentario culturale è molto più illogico, infantile e grossolano; siamo una società che deruba i propri bambini per creare una cultura della non-scelta. Visto da qualsiasi prospettiva esterna alla nostra, tutto ciò non può che apparire patologico.

Max Planck, uno dei padri della Meccanica Quantistica, asseriva: "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono finalmente la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari". Molti di noi avranno letto "La struttura delle rivoluzioni scientifiche" di Thomas Kuhn, in cui l’autore tratteggia il modo di evolversi del pensiero scientifico. Ci sono, nel corso dell’evoluzione scientifica, dei modelli, delle teorie, cioè delle visioni del mondo ("teoria" deriva dal greco e significa proprio "vedere", "osservare") che hanno un certo peso in alcuni periodi ed intorno alle quali si costruisce tutta la scienza sperimentale. Dopodiché accade che iniziano pian piano a presentarsi delle "anomalie" sperimentali, anomalie rispetto a quella che è la visione generalmente accettata fino a quel momento. Tali anomalie non s’inseriscono più nella teoria e quindi s’iniziano a classificare, un po’ come degli insetti particolari. Ad un certo punto c’è qualcuno che grazie a queste anomalie ha una nuova "visione" e dice: "OK, queste anomalie si possono correlare tutte insieme in un nuovo modello, in una nuova teoria". E questo è quello che è sempre successo. Niente di nuovo. Però. Sicuramente anche la pigrizia intellettuale e l’attaccamento al potere accademico sono dei fattori importanti. In questo periodo è divenuto in realtà fondamentale anche il potere economico. Spunti interessanti li ritroviamo nel libro di Luc Burgin "Errori della scienza", illuminanti anche i testi dello storico della scienza Federico Di Trocchio.
Si vuol far credere allo studente e al pubblico che la scienza sia una sorta di teologia, senza capire che si tratta di modelli di realtà, profondi quanto si vuole, ma pur sempre modelli, con i loro limiti. E normalmente uno cerca di andare oltre. Una teoria è giusta in certi ambiti ben precisi. E’ sempre importante quando si fa un modello scientifico, capire in quali ambiti il modello è valido e con quali approssimazioni.
Gli amici dell’ufologia scientifica – CISU, CUN & Co. - tentano di dare una risposta in ogni modo razionale ad eventi che razionali non sono, perché le risposte razionali danno loro sicurezza. Quando abbiamo razionalizzato tutto, dato la spiegazione a tutti, poi, però, ci rimane sempre quel salto nel mistero, altrimenti ci sfugge l’essenziale. Da quando c'è stato il razionalismo del settecento, la rivoluzione francese, e così via, si è pensato che la Scienza avrebbe risolto tutti i problemi ed avrebbe dato risposta a tutte le nostre domande. Ma la scienza ad un certo punto si ferma, oltre la scienza, oltre la razionalità c'è la dimensione ultraworld. La razionalità non riesce a dare risposte alle domande che ci stiamo ponendo. Non potrà mai! Quindi, le risposte razionali non sono sbagliate, ma arrivano solo fino ad un certo punto.
Gli stessi scienziati sono condizionati dalle mode, dalle idee dominanti, da interessi extrascientifici. Da qui nasce la mia polemica contro il razionalismo e con i relativi sottintesi ideologici. Accanto all'attività di ricerca ufologica, andrebbe alimentato un interesse per il mondo dei miti. Non è un controsenso, perché ogni prassi e ogni conoscenza apparentemente nuova – la fenomenologia ufologica, le ESP, l’iperspazio, - hanno dietro di sé, come ispirazione e come esigenza di vitale confronto, l’antica sapienza. La scienza moderna rifiuta questa dipendenza, e anzi vuole prendere il posto del più alto magistero, presentandosi ormai come unica verità, sebbene in continuo perfezionamento. È la presunzione dello scientismo, da cui possono derivare anche catastrofi o esiti mostruosi. Sono più che mai convinto, ma non sono il solo, per il bene dell’umanità che la presunzione di una certa scienza debba essere smontata opponendogli un pensiero altro, così proiettato nel futuro perché scaturito da una memoria ancestrale sin dalla fondazione del mondo.

Lineamenti di ricerca ufologica

La verità non è ciò che è dimostrabile,
ma ciò che è ineluttabile.
Antoine de Saint-Exupéry


Dov'è dunque la verità, nel mito, nella storia, o nella parola ispirata? Sta nel passato, nel presente, nel futuro oppure in un tempo da cui s’inverano tutti i tempi? Dunque il sapere è ancora più antico degli antichi; la verità guizza, imprendibile tra le luci e le ombre della storia.
A quei centri ufologici smaniosi di credit ufficiale, vorrei far notare che esiste una quantità di verità celate, storiche, spirituali, scientifiche, nascoste da individui legati all’esercizio del potere, terrorizzati dall’idea di dover riscrivere la storia o di vedere sconvolto l’ordine naturale delle cose, il che equivarrebbe, per loro, alla perdita del potere di cui sono detentori. Ogni fenomeno anomalo, se preso alla lettera, ci costringerebbe a mutare completamente la nostra visione del mondo. E, dovete ammettere, che cambiare radicalmente le proprie idee è impresa ardua, anche per i più elastici mentalmente. Persino nella vita quotidiana, su questioni ordinarie, facciamo fatica ad ammettere di aver torto o di esserci sbagliati. Insomma, ognuno di noi difende strenuamente le sue idee, siano esse elementari o evolute. Questa presunzione accomuna analfabeti e scienziati. Se questo accade nel piccolo, figuratevi nel grande. Figuratevi quale resistenza oppongono i governi, le chiese e i potentati economici, di fronte alle rivoluzioni culturali.
Per questi motivi e non per amore del potere, come sostengono i detrattori, nel corso dei millenni alcuni importanti e rari insegnamenti non sono mai stati scritti, ma trasmessi oralmente e personalmente dai maestri agli allievi. Tutti i detentori di questi segreti erano legati all’obbligo del silenzio ermetico. Se qualcosa era esposto agli occhi delle masse, non era mai in forma esplicita. Si pensi alla simbologia alchemica, ai codici cifrati, all’uso delle metafore o ai linguaggi di pietra delle cattedrali gotiche.
Cari amici ufologi neo scientisti, non affannatevi a sistematizzare i rapporti Ufo con colorati grafici statistici, rilevazioni strumentali e metodiche prese in prestito dalla scienza, l’agognato (inconsciamente?) biglietto di invito al salotto radical chic di Piero Angela, non lo riceverete mai. A meno che… L’enigma della natura del fenomeno ufologico non può essere risolto con una nuova stele di Rosetta, perché essa presume una continuità culturale, per esile che sia, col fenomeno stesso. La manifestazione ufologica, quella schietta, pura, non proveniente da strategie occulte, si è fatta "Athanor", crogiuolo di magici elementi da cui è scaturito un prodotto che ha l’obiettivo di innestarsi nell’inconscio collettivo, la noosfera. Non chiedetemi spiegazioni razionali a questa mia affermazione, troppi ricercatori di frontiera italiani subiscono inconsciamente l’autorità mediatica delle consorterie scientifiche: come potrei darvene quando essa affonda la sua stessa ragion d'essere nel sovrasensibile? Eppure, è un mondo substanziale, vivissimo, in grado di farci scoprire tutti viandanti di territori uranici e lunari. Un mondo immaginale. Toccare certe "corde", stimolare determinate "vibrazioni" è come causare una vera e propria "reazione chimica", solo che, in questo caso, si tratta della chimica della nostra anima.
Il mundus imaginalis è un "filtro", una modalità d’emersione per energie e verità che, altrimenti, il nostro spirito non sarebbe più in grado di rintracciare. A volte, i cacciatori dell’insolito sono dei veri e propri "medium", e le loro creazioni sono un messaggio proveniente da "altrove". E l'arte, allora? Non è, forse, "medianica" anch'essa, una volta che accettiamo l'idea di una realtà fatta di piani interpenetranti in cui l'uno è parte del Tutto? Molte persone, troppe, si rifiutano di entrare in un mondo ove si celano delle verità che il loro io razionale teme di scoprire!
Rilevo con tristezza che diversi studiosi di misteri cadono in tentazioni nominalistiche. Affermare che le atmosfere, le energie ed i rituali descritti dalla saga di Re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda, siano una creazione letteraria e, quindi, pura fantasia; negare l’esistenza e la presenza oggettive di velivoli di natura sconosciuta che solcano i nostri cieli da millenni; rifiutare aprioristicamente le Percezioni Extra Sensoriali perché non ripetibili in laboratorio; sono, in definitiva, atteggiamenti infantili di sudditanza psicologica nei confronti della cosiddetta Scienza Ufficiale, nume tutelare dei nipotini di Cartesio. Ma anche coloro che pretendono di limitare le frontiere dello spirito nell’alveo di una sola istituzione, accusano di eresia ogni dottrina od esperienza interiore perché prive di pass rilasciato dalle dogane autorizzate, dimostrano unicamente una malcelata superbia spirituale, fonte di arroganza e rigidità d’intelletto. Che i credenti doc siano tutti preda di una peste emozionale?
Secondo quanto emerso dagli studi da noi svolti sulla casistica-ufo più indicativa, riconducibile alla meta-ingegneria de Il Gruppo, tutto induce a credere che l'esistenza degli alieni potrà essere rivelata e autenticata all'alba del nuovo millennio, il 2012, con tutta la rilevanza dei media possibile e immaginabile, con i migliori anchormen a realizzare il più gran reality show di tutti i tempi, ovviamente con stacchi pubblicitari per far cassa. Potete scommetterci. Le profezie dei Maya e degli indiani Hopi confermerebbero tale data, e ciò renderebbe ancora più ingegnosa la manovra occulta del Gruppo: la creazione di frutti-trappola inseriti nelle cosmogonie di popoli e civiltà.
Non illudetevi di dare un nome ed un volto a questo famigerato Gruppo. Per secoli, i Re, le Chiese, i Poteri economico-finanziari hanno, spesso, perseguitato, hanno linciato, hanno bruciato, coloro i quali non erano conformi al pensiero unico vigente. Hanno schiacciato chiunque coltivava passioni libere, elaborava teorie anticonformiste, perseguiva iter esistenziali lontani dai sentieri battuti. La paranoia ufficiale del potente di turno, nel corso dei secoli, ha mietuto miriadi di vittime, perché pretendeva di intravedere in quella comunità religiosa minoritaria o nelle ricerche di frontiera di scienziati non allineati, il pericoloso nemico che minacciava i suoi scopi. Invece, qualcuno o qualcosa, indisturbato perché invisibile ai più, è stato capace di inserirsi nelle umane vicende, suggerendo, sostituendo, innestando, seminando gli elementi auto-sussistenti del proprio piano. Il Gruppo, ha creato così una linea temporale nel continuum e vi ha inserito tutti quegli eventi mitici, culturali, scientifici utili per il conseguimento del controllo totale. Poi, dallo XX° secolo in maniera massiccia, ha orchestrato in forma di evento sociologico buona parte delle ondate UFO.

Eppure, è bene ricordarlo di nuovo, non tutta la casistica ufologica è da ricondurre al piano del Gruppo, v’è dell’altro. Ma di questo parleremo più approfonditamente un’altra volta. Ci sono ancora molte strane cose che noi semplicemente non comprendiamo. E a dispetto dei nostri sforzi, forse non ci riusciremo mai, almeno nel lasso di tempo che c’è consentito di vivere su questo mondo.

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