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La mente sola è reale, quel che capita e si chiama mondo è fatto di archetipi e sono 22. Non sono gli eserciti che invadono il territorio: è l'arcano VII che si gioca Il Carro; non è con una donna che si fa all'amore, ma con La Stella XVII, e se si incontra la Donna della nostra vita si è addirittura favoriti dall'arcano XXII, il più potente, Il Mondo, che è la Dea; ma per un privilegio come questo, quante volte non si rimane intrappolati nella gabbia di qualche predatore, il cuore trafitto dalla punta di un tacco a spillo, in preda a quelle illusioni di cui l'arcano XV, il beffardo che ti può per irriderti rendere ricco, è talmente prodigo; e in altri casi la ricompensa è l'arcano XIII, La Morte, che ti fa visitare sponde nuove, talvolta senza ritorno. E converso, non è un uomo che si ama, ma Il Mago, Il Sacerdote, e perfino L'Eremita.
In ogni donna c'è una dea, e forse in ogni uomo qualche dio. La rete degli archetipi è come una lente, luce senza tempo che passa attraverso, proiettando su uno schermo illusorio la pellicola ingannevole del tempo, che sembra muoversi. Ciò che si vede è una sovrapposizione di immagini messe male a fuoco, un infinito labirinto di archetipi intessuti in fantastici disegni. Il compito dell'uomo e della donna è trovarci un senso, una via per uscire dal dedalo.
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