Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

mercoledì 17 giugno 2015

Bisogna lasciarsi trovare




Entrare profondamente nella Realtà, è impresa titanica. Come fare? Cercarla in un solo punto. Lo scopo, però, non è quello di raggiungere il bersaglio, ma di dedicarsi ad un lungo, continuo ed estenuante esercizio interno che permetta l'irruzione del Divino. Non date credito a chi la fa facile. Oggi, si vendono per non modiche cifre “intensivi di illuminazione”, si spacciano ricette miracolose per alchemiche trasmutazioni, tutto sembrerebbe alla portata, ma non è così. Miglia e miglia si dovranno percorrere; anni e anni passeranno; sacrifici e delusioni si affronteranno, prima di vivere un barlume di esperienza unitiva con l'Assoluto.
Intanto, ciò che conta, è il modo di esserci. Il nostro io superficiale non deve partecipare all'azione interiore. Ogni santa mattina è un giorno guadagnato e di ringraziamento: questa è meditazione. Non ci sono tecniche decisive. Il cammino spirituale inizia con il non identificarsi con ciò che si fa: auto-osservarsi, non collocarsi nella testa. Si incomincia a penetrare in un altra dimensione, si ha la percezione (provare per credere) di essere attraversati da un asse verticale che ci dà una forza straordinaria. Dovremo imparare a possedere qualcosa senza possederlo. Svilupperemo la visione della totalità: vedere cose e persone nel loro insieme. Arrivare all'evocazione dell'archetipo e da lì all'invocazione dell'Essere, trovare l'immagine divina in sé, diventare ciò che si è sempre stati: questa disciplina è alla base dell'insegnamento antico. Niente di nuovo per diventare uomini nuovi.

Certo, le prove, gli inganni, le presunzioni, sono all'ordine del giorno. Non scordiamoci che bisogna rimuovere, far scomparire gli ostacoli psicologici che si oppongono al sorgere del Divino. La superbia sarà un nemico quasi invincibile: sentirsi superiori soltanto per aver letto qualche libro che parli di spiritualità o di via iniziatica. Un conto è discettare di tecniche dell'estasi, di stati molteplici dell'essere, altra cosa è vivere realtà separate, multidimensionali, magiche. Si tratta di una forma di terapia d'accesso, che dalla malattia dell'anima (perché oscurata) passa ad un altro piano, quello aurorale.

Siamo tutti sull'orlo di una grande scoperta, fin da quando torniamo su questo mondo. Il problema che ci angoscerà per tutta la vita, però, è la paura. Paura di vedere oltre il mondo. Questo ci lacera, ci fa sentire piccoli detriti trasportati dalle onde del Grande Fiume samsarico, senza sapere dove ci porterà.

Dobbiamo avere fede in chi possiamo essere. Ci diranno che non siamo nulla, che siamo dei falliti perché non puntiamo alle cose concrete. Ci ostacoleranno in tutti i modi. Il sistema ci riterrà degli antisociali, dei pericolosi eversivi. La Chiesa ci considererà degli eretici. Gli esoteristi ci irrideranno perché non apparteniamo ad Ordini regolari, come se poi la trasmissione iniziatica avesse bisogno di accrediti legali. Dobbiamo avere fede in chi possiamo essere.

Meditare. Già, cos'è? È comunicare ad un livello superiore. Importante è trovare un linguaggio idoneo. Perché l'umanità è disorientata? Non sa più perché vive. Lo scopo è favorire nell'uomo il sorgere del Divino, l'esperienza che non può essere descritta con le parole e che provoca in noi l'intensità della gioia. Ogni volta che il Divino ci afferra, il retroscena psichico cambia. Compaiono una potenza, un amore che sembrano incomprensibili e privi di qualsiasi motivo a quell'io che cerca di cogliere tutto razionalmente. È una comunicazione trascendente tra noi, antenne riceventi dalla radio di Dio.

Non è solo la sfera interiore ad essere tirata in ballo; quello che voglio farvi intendere è che la terapia d'accesso di cui accennavo prima, riguarda pure l'apertura, l'espansione del corpo. Da cosa si comincia? Semplice, in certe condizioni, un rilassamento, anche minimo, basta per creare un cambiamento di atmosfera interna. Qualcuno si accontenterà di sentirsi bene, ma ci sono persone che sentono improvvisamente risalire le cose del passato. Occorre, quindi, essere prudenti: quando ci si apre si diventa vulnerabili. Il vero, autentico rilassamento come lo intendo io, è dinamite. Basta distendere il polso destro in una certa maniera, praticare una qualche digitopressione, e ciò sarà sufficiente ad immergerci in un oceano dimensionale. Nessun effetto speciale, niente di spettacolare all'inizio: si flippa (dare un colpetto col dito), poi subentra un leggero tremolio, compaiono vibrazioni e si cavalca la cometa.

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