Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

sabato 3 aprile 2010

INCONTRO CON UN UOMO STRAORDINARIO - La porta verso un altro universo. 3


Che cosa intendeva Scandurra per magia? Abracadabra? Sim sala bin? Nulla a che vedere con le cialtronerie di maghetti furbetti, tanto meno può esser messa in relazione con le 'vannamarchi' che infestano televisioni e giornali truffando la povera gente. No, la magia del mio maestro è cosa ben diversa da quanto noto a livello profano e persino dissimile da quanto sostenuto da pseudo-iniziati oggi in voga, che sbraitano sul web parlando di arconti demiurghi arcangeli senza aver mai fatto esperienza diretta di niente. Gli anni '70, in quel di Viterbo, hanno significato una congiunzione cosmica specialissima che ha provocato un'apertura di un portale arcano, tanto da rivaleggiare con le più notorie città magiche del mondo come Londra, Torino, Praga. Esagero? Chi ha conosciuto quell'uomo, chi ha vissuto a Viterbo in quel periodo e si è imbattuto in quei personaggi che seguivano Scandurra, può testimoniarlo.
Dicevo: che cosa era la magia per il mio maestro? Il dominio sui poteri dell'immaginazione, dell'inconscio e dell'eros. Un mondo che connetteva, in un modo dimenticato per l'uomo moderno, conscio e inconscio, individuo e cosmo. Scandurra ci insegnò le operazioni metafisiche della mente. Egli non era un erudito, anzi, se possibile quantificare la sua ignoranza, sapeva poco o niente di cose profane; scriveva in dialetto viterbese, parlava pure peggio in una sorta di slang appartenente al sottoproletariato urbano; non sapeva far di conto se non addizionare e sottrarre. Insomma per i benpensanti era l'emblema di una testa di legno, inutile per la società o addirittura pericoloso. Per chi lo ha conosciuto era un genio, un uomo di potere, forse un folle di Dio, per alcuni del diavolo.

Scandurra mi insegnò (insegnare per lui era 'far vedere') che gli uomini erano connessi gli uni agli altri nonché al loro universo per mezzo di raggi invisibili. Vidi, grazie ad una sua digitopressione portata su di un punto dello sterno, una realtà intorno a me decisamente diversa, fantasmagorica, composta di filamenti e aloni dai colori sgargianti o grigio-neri, che entravano e uscivano dalle persone da direzioni verticale orizzontale obliqua, con un andamento ondulatorio e velocità variabile. La visione era curiosissima, simile ad un effetto moviola: la sua bottega, la strada all'esterno, i palazzi intorno, inseriti in una specie di acquario a galleggiare. Tale percezione serviva a conoscere la natura delle persone oltre le maschere, la natura della materia oltre la forma aggregante, la natura del tempo non lineare. Incredibile. La prima volta che ebbi la visione delle materie oscure (così le chiamava senza aver letto Blake) per alcuni giorni provai fastidi agli occhi, all'udito e all'equilibrio; in seguito, imparai a gestire la visione. Tempo, spazio e conoscenza in un'unica esperienza. La fisica quantistica? Double Slit? Entanglement? Quisquilie, pinzellacchere. Scandurra proveniva da un altro universo allo scopo di ripristinare un sistema interdimensionale perduto, qui in terra, insieme a pochi altri viaggiatori. Non voleva discepoli, ma amici. Se ne fregava dei soldi e delle cose, pur potendone possedere a iosa. Preferiva essere sottovalutato e ignorato, sebbene fosse capace di violare a piacimento le leggi della fisica: apporti, telecinesi, chiaroveggenza, precognizione. Apriva portali su altri mondi – oggi si direbbe stargate – per poi richiuderli con facilità, come fossero portiere di automobili. Non so quanti crederanno a quanto da me descritto, dico soltanto che la Potenza, quella vera, abitava in un quartiere popolare e antico di Viterbo e riceveva donne e uomini tra frutta e verdura e gli cambiava la vita, il destino. A volte ho creduto veramente che nulla gli fosse vietato... come quando una sera d'estate prendemmo la provinciale verso Monteromano e a qualche chilometro dal paese gli chiesi cosa sapeva dei dischi volanti. Gli descrissi gli effetti che producevano sugli uomini e sulle cose, quando a dieci metri dal paese mi chiese: “Tagliano pure la corrente elettrica?” Pochi secondi dopo, un black out colpì Monteromano, lampioni stradali, luci casalinghe, cessarono di funzionare. Scandurra sorrise e attraversò lentamente la via principale con la sua cinquecento. Sconcertato, provai ad avere spiegazioni da lui, invano.

10 commenti:

  1. Caro Angelo, da come descrivi Scandurra sembra la descrizione di Gustavo Roll con una maschera da proletariato tanto per vestirsi di qualcosa... una domandina: adesso tu riesci ancora a vedere quei filamenti che ondeggiano collegando le persone??

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  2. Caro Vin, Roll è stato un grande sensitivo, forse il più poliedrico del '900 in Italia. Scandurra non è un sensitivo, ma un mago rinascimentale che fa irruzione in pieno 20sec. Sì, li vedo i raggi invisibili quando accendo la luce e se necessario.

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  3. Caro Angelo, ma non ho capito cosa ti ha risposto Scandurra...sugli Ufo

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  4. Voglio imparare a vedere i raggi invisibili..

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  5. Caro Vin, ne parlerò la prossima puntata.
    Caro Osva, mi fece schiattare prima di rivelarmi certe cose. Mi insegnò la pazienza e la disciplina della mente. Se avrai pazienza, donerò quanto mi fu donato.

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  6. Caro Angelo ma che differenza fa' tra sensitivo e Mago rinascimentale?? visto che da quanto scrivi facevano le stesse cose almeno a quanto a guarigioni e spostamento oggetti e lettura del pensiero ecc ecc...

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  7. Caro Vin, a parità di effetti le cause sono diverse. Il mago adopera a volontà le energie della Natura, dalle sottili alle grossolane. Il sensitivo sovente riceve messaggi o trasforma energie passivamente, di rado può richiamarle. E comunque il sensitivo opera con forze sublunari, quelle dell'infrarosso psichico. Di contro, il mago opera con le ultraviolette. Debbo essere schematico, magari i puristi, gli ortodossi dell'esoterismo formalistico mi bacchetteranno, ma poco male. Ho, da decenni e grazie agli insegnamenti di Scandurra prima, e di altri poi, potuto sperimentare l'universo sottile e posso assicurarti che è ben diverso da quello medianico e paranormale.

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  8. Caro Angelo, tu giustamente alludi agli ortodossi dell'esoterismo formalistico, che noi chiameremmo semplicemente falsi esoterici, o peggio contro-iniziati.

    Il bello dell' Arte è che ci sono tante vie quante anime in pena sulla terra, e che il tempo maturo arriva per ognuno quando è il momento giusto.

    Non so tu, ma io provo un piccolo sadico piacere a confondere i curiosi che chiedono non col cuore ma con l'orecchio...

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  9. pdf scaricabile qui http://www.scribd.com/doc/34359763/Incontro-Con-Un-Uomo-Straordinario-3

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  10. interessante.. vorrei capire meglio, ma nell'esoterismo mi mancano alcune basi, pur avendo avuto delle esperienze incredibili e spaventose.. soprattutto non richieste.. da bambino..
    é sempre tutto così confuso..

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