- Perché collaborano con noi? Perché si fidano così tanto da farci vedere la fine del nostro mondo? O ci vogliono fregare per indurci a cambiare il futuro già scritto?
- Il mondo non finirà, Angelo, credimi. Si sposterà soltanto. Loro non si fidano di noi né ci sono alleati. In questa guerra cosmica il nemico non sempre è quello che ci sta di fronte, quindi raccogliamo le forze e partecipiamo insieme agli eventi grandiosi che riguarderanno tutti i popoli degli universi, pur mantenendo le nostre posizioni e ragioni. Qui non uccidono l'avversario, magari se lo mangiano per ... beh a loro interessa incasinare le nostre manovre. Fregarci una spoletta che ritengono più utile di altre. Rubarci informazioni su questo o quello... sono stranetti, Angelo, non ragionano come noi, quando ragioniamo... ma non per questo sono stupidamente cattivi. Diffondono il morbo perché magari sbrirciando sui possibili futuri leggono tracce che gli suggeriscono che il male minore è la morte di migliaia di cristiani per evitare il peggio. Hanno la capacità di prevedere disastri, cataclismi, fine di mondi, leggono le tracce del movimento del Tempo e del Kaos e per questo la sanno lunga.
- Si sostituiscono a Dio, cacchio.
- Angelo Angelo, ci sono cose più complicate, diverse da quello che ci raccontano sulla terra. Dio? Chi ha creato tutto, ha messo a disposizione ogni cosa. C'è chi si prende la potenza senza chiedere il permesso, chi non la prende per paura di commettere un peccato, chi nemmeno ci fa caso che c'è tutto questa roba a disposizione. Noi non ci prendiamo niente, noi sappiamo abbastanza per farne buon uso e poi bilanciamo tutte le energie in gioco. Abbiamo bisogno anche dei cosiddetti cattivi così come loro hanno bisogno di noi. Perfino gli artefici, gli ingegneri cosmici che hanno costruito le botole tra universi, non hanno potuto fare a meno dell'aiuto di chi li ha traditi. Giuda era l'uomo che portava la borsa, ossia la conoscenza e sapeva quel che faceva, sebbene fosse infame il suo gesto. Alla fine i contrari si riuniscono. Ma i carnefici non vivranno mai assieme alle loro vittime in qualche paradiso inventato dai preti. C'è sempre un codice da rispettare, pure tra opposti. Chi sgarra paga sempre e comunque. Giuda era una superspia in grado di leggere i tracciati temporali. Riuscì a sconfiggere il Sinedrio illudendoli che se avesse consegnato nelle mani della giustizia il Cristo, la sua azione sarebbe stata ridotta e dimenticata. Agli occhi del mondo, Giuda sarebbe lo stesso passato come il traditore di sempre. Da quel momento, invece, è iniziato tutto.
Non mi accorsi della fine corsa. I sei soldati dell'Ombra ci scortarono fuori dalla stanza e ci trovammo dentro un tunnel lunghissimo, pieno di condotti e cavi, sporco di fango e detriti, malamente illuminato da lampade schermate blu. I militi ci precedevano con passo veloce e io stentavo a stargli dietro, mentre Scandurra sembrava pienamente a suo agio in quella fogna. La puzza di escrementi era ai limiti del sopportabile e ciò rendeva ulteriormente curiosa la situazione. Già, perché mi ero immaginato ampi saloni pieni di schermi o chissà cosa altro; macchinari, scale mobili. Insomma, lo scenario era bel lontano da qualsiasi previsione. Chiesi a bassa voce che diavolo di posto fosse quello in cui ci trovavamo. Il maestro ridacchiò.
- Vuoi conoscere le fondamenta di Babilonia? Vuoi sbirciare oltre le mura del Tempo? Dovrai sempre passare dalle fogne dei mondi. Ci troviamo nei condotti di Deya, dove tutto riposa stagna muore sopravvive strilla trapassa fonde e ritorna come prima. Guardati soltanto da quei topacci neri. Spuntano all'improvviso e azzannano le palle dei malcapitati. Se ti mozzicano non mollano più. Io li chiamo rosicapalle. Brutte bestie, certo, ma che vuoi... pure loro tengono famiglia.
- Ah! Pure.
Misi in allarme tutti i sensi, soprattutto accesi il bagliore. Continuavo a non capire. I condotti, il Tempo, Babilonia. Il tunnel deviò ad un certo punto verso sinistra. Stesso spettacolo. Intrigo di fili, tubi e merda in quantità industriale. Poco distante dai soldati una cosa, una bestia scura delle dimensioni di un cane di taglia media scappò fuori dalla melma e si diresse velocissima verso il primo. Scandurra emise un suono basso e poi un altro stridulo e il rosicapalle sgattaiolò – non conosco un verbo per il topo – verso il soffitto del condotto per poi imbucarsi in un pertugio che non avevo notato prima. Il capo del manipolo ringraziò il mio maestro in un italiano stentato ma comprensibile. Ma il pericolo non era ancora finito. A circa cinquanta metri, un branco di quelle bestiacce si dirigeva con passo di carica verso di noi. Caspita, da dove erano sbucati? Guardai con speranza Scandurra. I soldati si fermarono e seppur armati rimasero come bloccati. Forse non potevano far fuoco dentro quel condotto e si girarono anch'essi speranzosi verso il maestro. Evidentemente ne conoscevano le doti, non lo so, ma non c'era molto tempo da perdere. Alloro il fruttarolo di Viterbo si fece strada tra i soldati e fece un cenno con la mano di accucciarci. Una scarica elettrica azzurroverde luminescente, un suono di basso profondo e via. Ci trovammo tutti carponi in un altro tunnel, sempre maleodorante ma libero da ospiti indesiderati. Scandurra aveva aperto e chiuso una botola occasionale, di quelle che trovava sempre e comunque.
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1. A proposito della capacità speciale di Scandurra di attraversare o, come direbbe lui, di scivolare da un posto ad un altro violando i limiti di spazio tempo ed energia, credo meriti qualche approfondimento. Sarà non di poco conto tentare di racimolare piccoli elementi per poi inserirli in una qualche inquadratura concettuale. Non sono in grado, per la verità, di elaborare un teorema generale che includa il meraviglioso. Forse non è proprio possibile circoscrivere ciò che non può essere legato. Carpisco qualche frammento qui e là dalle imprese del maestro e da quanto mi concede. Non posso nemmeno pretendere di usare i parametri della ragione per cose che vanno oltre ogni ragione umana. Blaise Pascal a tale proposito ci ricordava che il cuore ha ragioni che la ragione non conosce. Persino sui foglietti acclusi nei cioccolatini Baci Perugina, si trova questa massima fondamentale, sebbene usata in ambito sentimentale. La Realtà, quella immensa, non può essere inclusa da nessuna teoria esauriente. Ci confidava Scandurra che a volte riusciva a far cose che andavano ben oltre i suoi mezzi. Ci riusciva e basta. Era l'intuizione, l'illimitata sapienza racchiusa nel non sapere. E per quanto riguarda lo strumento principe delle immersione nei varchi interdimensionali, la spoletta, beh, le notizie su di essa non erano mai esaurienti. Scoprivamo sempre qualcosa di nuovo sulle sue caratteristiche e significati.
Ogni spoletta è un mondo a sé. È un pò come guardare dal buco della serratura di una stanza contigua con leggi e situazioni uniche. Dal buco della serratura si vede la Natura in tutta la sua vastità e meraviglia, perché il buco è nella Porta di Giano, la quale non immette in una stanza vicina, ma nell’altra metà della stanza intera della manifestazione materiale, di cui la nostra mezza stanza è quella del mondo sensibile. L’Universo è bilocale. C'è un filo dal quale è possibile riaggomitolare gli eventi.
2. Entriamo proprio nel cuore della missione. Del senso ultimo della nostra storia. In quegli anni Settanta di apprendistato e di consapevolezza crescente al seguito di un maestro insolito, forse unico, sicuramente sconosciuto; in quegli anni di rivoluzione underground vera o presunta che divampava in tutto il mondo, da una bottega di 'frutta e verdura', in quel di Viterbo, avvenivano trasformazioni. Le informazioni che stavamo mano a mano acquisendo, non potevamo capire fino in fondo quanto valessero, quanto potessero tornarci utili. Era un impresa ardua ricucire tutti i dati in una trama leggibile. L'anonima talenti si stava formando nostro malgrado. Le esperienze dei singoli erano patrimonio di tutti. Un passo che facevo io, portava avanti tutti e così era per gli altri. Un fascio di forze benigne nei gangli del sistema dei mondi. Non era soltanto la nostra terra ad essere schiava di potenze occulte. Certe trame coinvolgevano tutti gli universi. Uno spiraglio di luce acceso quaggiù, riverberava ovunque. La responsabilità delle scelte che ogni uomo è portato a fare, è enorme. Oltre ogni immaginazione. Pochi se ne rendono effettivamente conto.
3. I tempi ultimi che stiamo vivendo, non sono la continuazione scalare dei precedenti: come una linea retta che proceda stancamente verso chissà quale futuro. No, la cesura epocale ci nasconde impreviste manifestazioni, macrocosmiche e individuali. Il futuro rimanente si insinua nei nostri sogni come se la mente, di notte, compisse ricognizioni lungo la quarta dimensione. Come si insinua? Con un segnale che ci avverte anche in pieno assetto diurno della coscienza, malgrado ci troviamo risucchiati dalle correnti samsariche, dal contingente, dal transitorio. Un segnale imperioso, un richiamo, che irrompe dal profondo e si modula in svariate maniere, la più tenue delle quali è rappresentata dal presentimento immotivato che 'qualcosa sta per succedere'. Non tutti i presentimenti hanno valore precognitivo; ma in molti casi la correlazione con l'evento epocale della fine dell'anno 2012 è innegabile. Non mi sorprende se a fronte di tali fenomeni insoliti, metapsichici, l'establishment culturale è irridente e scettico. Del resto è ostile ad ogni pensiero innovatore, tanto più se noi, 'fuori dal coro', sosteniamo che il futuro spiega il passato. Cosa volete che pensino i depositari della scienza ufficiale su le crisi di angoscia e paura che assalgono moltissime persone e che riguardano la fine di un mondo: fobie, nevrosi, fughe dalla realtà, sarebbero le diagnosi. C'è uno stretto rapporto tra nevrosi e premonizioni. Se da qualche parte tuona da un'altra lampeggia. Il futuro di ciascuno di noi è registrato nelle profondità della coscienza. Lo sperimentiano ogni giorno. La vita stessa è formata in buona parte di contatti con la realtà futura, spesso sono contatti furtivi, sovente inavvertiti. È la mente cosciente che tende a difendersi e li mette fuori legge. Se così non fosse, il presente e il futuro tenderebbero ad accavallarsi disordinatamente anche sul nostro schermo mentale diurno, e non sarebbe l'ideale per condurre la propria esistenza in un mondo a tre dimensioni, dove il tempo viene vissuto istante per istante, mentre l'attenzione si focalizza in continuazione sul mondo circostante e su ciò che esso pretende da noi che si faccia. Alla luce della problematica extrasensoriale è inevitabile adottare un antico e quanto mai attuale concetto magico, secondo cui noi viviamo due vite in parallelo. Una sul piano tridimensionale e terrestre, dove tutto appare soggetto alla legge di causalità e condizionato dalle localizzazioni e limitazioni spazio-temporali. Un'altra che si dispiega nelle dimensioni superiori dell'universo, le quali sono inaccessibili alla mente cosciente e si sottraggono per loro stessa natura a quelle limitazioni. Quel tipo di realtà superiore si inserisce ogni tanto nella nostra; e quando si inserisce, detta legge.
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La puzza che emanava quel luogo era veramente insopportabile. E proprio per questo motivo i soldati avevano indossato delle mascherine trasparenti che gli coprivano bocca e naso. Ci feci caso soltanto in quel frangente. E noi? Ci dovevamo sorbire quei miasmi fetenti, forse pure tossici? Scandurra intuì il mio reclamo.
- Respira profondamente tutta la puzza del posto, fa bene per l'asma.
- Ma io non soffro di asma.
- E se un giorno ti dovesse venire?
Mi sfotteva come al solito. Perché non sfruttavamo i poteri di trasferimento istantaneo del maestro per spostarci senza il rischio di incontrare pericoli? Me lo chiedevo spesso, ma sarebbe stato inutile pretendere una sua risposta. Intanto il tragitto incominciava a farsi sentire sulle gambe. Mi dolevano gli stinchi. Eppure credevo di essere allenato; mi ritenevo un discreto sportivo, ma sembrava che in quella dimensione andassero riviste pure le certezze acquisite.
Improvvisamente ebbi la curiosa sensazione che qualcuno ci seguisse. Paranoia frutto di anomalie magnetiche? Eppure... dovevo urgentemente voltarmi e così feci. A non più di 40/50metri, un tizio effettivamente ci seguiva senza produrre alcun rumore. Sottovoce avvertii Scandurra di quella presenza. Lui mi sussurrò che avevo fatto un buon lavoro accendendo i sensi, per il resto non mi dovevo preoccupare, ché la strada era di tutti. Cominciai a respirare affannosamente quando i soldati si fermarono. Il condotto ebbe come uno scossone per poi inclinarsi di 45gradi verso destra. Non avvertimmo però la pendenza: eravamo tutt'uno con l'ambiente che ci conteneva. Poi, ebbi la sensazione che tutto ruotasse lentamente di 90gradi verso sinistra. Sembrava essersi stabilizzato il tutto. Un rivolo di sangue uscì dal mio orecchio destro e mi colò giù fino al collo. Mi spaventai, ovviamente. Il maestro mi prestò il suo fazzoletto; somigliava a quello di un carrozziere dopo una giornata di lavoro.
- Ma è sporco, Scandurra. Mi verrà un infezione.
- Quello che non strozza ingrassa.
Cercai un lembo pulito, invano, e mi detersi il sangue. I soldati nel frattempo ci avevano circondati assumendo una posizione di protezione. Non riuscivo ad immaginare cosa dovevo aspettarmi. O chi ci avrebbe raggiunti? Le lampade cominciarono a pulsare ad intermittenza, per poi cambiar di colore: giallo, verde, rosso, azzurro, blu. Ad ogni colore si univa un suono diverso. Poi, il silenzio e il buio. Non più di 30secondi e si aprì sopra di noi il soffitto e fummo elevati verso l'esterno, verso un cielo al tramonto, rosa rosso viola. Ci trovavamo su di una piattaforma circolare posta sopra un pinnacolo altissimo, forse di 10km.. Un forte vento freddo ci colpì senza ritegno. Il panorama cieloterra era grandioso. Cime altissime di montagne blu e rosso ci circondavano imperiose e noi stessi poggiavamo su di un rilievo non meno eminente. Non vi erano segni viventi espliciti ma poi comparvero a ore tre, due grandi stelle affiancate, splendenti, che sembravano aspettarci chissà da quanto. Non erano però finite le sorprese. Nell'aria c'era un non so ché di strano, un senso di attesa imminente. Di cosa? Non riuscivo a figurarmi niente di possibile, in quell'universo incredibile.
- Angelo, registra tutto quello che vedrai. Quando sarai un uomo maturo, dovrai parlarne a chi sarà in grado di ascoltare su quanto vedrai da adesso in poi. Poco importa se ti crederanno. Conta ri-trasmettere l'energia scaturita dalle fondamenta del cosmo. Si è destinati a cose non riconoscibili subito, ma tempo verrà che tutto sarà più chiaro, evidente. Sarebbe meglio che gli uomini facessero un atto di fede per riconoscere la verità. Credere per conoscere. Predisporsi internamente. Aprire la porta. Poiché ciò che avverrà non attenderà i ritardatari. Te e gli amici della talenti, sarete chiamati ad un lavoro sottotraccia, cioè quello di ripristinare il ponte sulla Via Lattea, di modo ché la gente farà provvista di vastità.