L’umanità
che osserviamo e costituiamo appare come un’umanità decaduta .
Essa lo è anzitutto in ciascuno di noi , perchè l’io è un teatro
di ombre , di personaggi nevrotici che noi non dominiamo ma dai quali
siamo dominati . Anche le nostre facoltà sono separate e la loro
gerarchia è sconvolta : sono un’intelligenza puramente cerebrale ,
un cuore oscuro abbandonato alle forze del subcosciente . Siamo
capovolti e non disponiamo piu’ di un centro in cui comporre
il tutto . Divisi nel nostro intimo , lo siamo anche tra noi …Queste
tenebre , però , sono attraversate da bagliori di luce . Nella
follia dell’amore o della creazione , nella
trasparenza di uno sguardo , nel semplice e repentino stupore di
esistere , si rivelano delle profondità luminose . L’uomo non si
spiega a livello dell’uomo …e il vecchio Eraclito diceva : ”La
dimora dell’uomo è Dio ” Olivier Clement : Riflessioni sull’uomo , Jaca Book 1991
Le
Cronache di Atlantide narrano di miti cosmici la cui conoscenza è
stata finora riservata a pochi - nella Terra Nera, esuli atlantidei
istruirono i sacerdoti dai quali Platone attinse, ritrasmessa alle
confraternite esoteriche medievali, la Conoscenza fu custodita nel
cerchio interno Templare e depositata come influenza spirituale
diretta all'anonima talenti, che dovrà divulgarla a tutti -, ove si
raccontano gesta e storie di uomini, uranidi e saturniani,
appartenenti alla lotta fra la luce e le tenebre, che rappresenta la
bilancia dei destini delle nove dimensioni. Le Cronache, ripropongono
l'intervento di mediatori provenienti da mondi lontani, che ridestano
negli umani quelle domande esistenziali che l'ordinarietà della vita
terrestre ha fatto assopire.
Le
grandiose e inarrivabili civiltà, dall'Iperborea fino all'ultima
Atlantide, si distanziano da noi tramite una curva temporale, forse
necessaria, la quale ci ha impedito una conoscenza immediata di tale
immenso passato e causato la pochezza di tracce culturali e
monumentali, almeno ad un'esame sensoriale ordinario. Scandurra –
per citare la mia unica e fortunata esperienza con un discendente di
Atlantide – alzando il doppio velo del tempo e dello spazio, ci ha
indicato il fondamento della Realtà, quello analogico del pensiero
risonante; che l'Ignoto è senza volto, eppure è dietro infinite
maschere; che possiamo vivere di qua e di là; che per navigare
attraverso le botole dobbiamo prima aprire i nostri rubinetti
mentali; che l'Inconscio ossigena la Coscienza, ma pure la inonda;
che lo Spirito è il versante nascosto del Corpo, e questi è la sua
sponda manifesta. Egli ci ha permesso di accedere ai continenti
sepolti della memoria attraverso le materie oscure, donandoci le
spolette interdimensionali per accedere ai Nove Mondi al fine di
bilanciare eventi ed energie.
Gli
atlantidi ritenevano che il mondo invecchi, e che all'età della Luce
succeda quella dell'Ombra. Giunta all'estremo, qualunque cosa sulla
Terra deve rinnovarsi o soccombere.
E l'intrusione di un tempo “altro”, caratteristico motore del
cambiamento dell'era, comporterà trasformazioni psico-animiche
nell'umano. Gli einsteniani confondono, però, il tempo con la sua
misura, per tale motivo, oggi, pochi comprendono come stanno
veramente le cose. Il tempo non si scioglie come l'orologio di Dalì,
si riduce in quanto energia fino ad esaurimento scorte, per lasciar
posto alla nuova modalità temporale: autoreverse ad incremento di
valore. Nuovi cieli e nuova terra si avvicinano, come preannuncia
Cristo che dimostra, se ce ne fosse bisogno, di saperla molto più
lunga di quei tromboni dell'establishment scientifico odierno.
Sebbene il Grande Tempo condizioni in maniera decisiva il mutare
dello spazio, i mondi appartenenti alle Nove Dimensioni poggiano,
entro certi limiti, su quelli che vennero prima. Una continuità,
scarsa a dire il vero, comunque permane. Una eco, un anello per
quanto debole aggancia l'eterna catena cosmica. Il giorno
dopo del mondo, non ci sarà del tutto alieno, ma tutto verrà
trasformato e ricondotto all'origine. La materia è spirito che
fuoriesce da sé, così, per la Nuova Era, tempo spazio e dimensione
saranno contratti a tal punto che partoriranno la Luce altrimenti
imprigionata.
Le
materie oscure scandurriane, mi hanno insegnato che Madreterra (Kaos
primigenio, creta plasmabile nelle mani dell'Altissimo) è matrice
del Cosmo; l'olismo; il principio binario (la simmetria); il
creazionismo. Tali concetti mi permettono di vedere tutte le cose
munite di uno scopo, anche le più terrificanti e distruttive
rientrano nei cardini del Vivente. La fine della realtà come la
percepiamo, non è il nulla bensì è la rinascita, la ripresa del
pulsare del Cuore del Mondo. Il Grande Mattino ci mostrerà il volto
di Dio.
In
questi ultimi 250 anni, non dimentichiamolo, si sono sviluppate due
tremende fenomenologie: la corrosione della frontiera-dentrofuori da
parte del piano sublunare; e la penetrazione del medesimo nei
territori del subconscio umano come del mondo esterno. Il meticciato
spirituale collassò Atlantide portandola nell'intercapedine
dimensionale, così come lo stesso coacervo di pulsioni basse e
volontà di potenza, condurrà l'umanità e lo spazio/tempo verso la
fine accellerata dell'Era ultima. Ancora una volta ci troveremo ad
affrontare potenze in azione. Due stendardi contrapposti, di cui uno
dai molteplici colori fluorescienti, riduttore somatico e
moltiplicatore sensoriale, e l'altro, semplice nella sua divisa,
bianco e nero, simbolo di carne spiritualizzata. Una minoranza
dell'umanità rimarrà per vestire i panni dell'uno o dell'altro
emblema, la maggioranza passerà il Grande Varco. La coscienza della
fazione psichedelica sarà di natura larvale, quella uranide non
potrà che essere solare. Questi ultimi saranno meno di un decimo
rispetto agli altri: il fattore decisivo non riguarderà il numero.
I
primissimi raggi del Grande Mattino della Creazione, si fanno già
strada tra l'oscurità e chi è dotato di vista profonda e cuore
incantato, può rimaner sereno pur in mezzo alla Tempesta.