“...
l' uomo è ben misera cosa, /giacca stracciata su uno stecco, a meno
/che l'anima non batta le mani e /canti, canti più forte / ad ogni
strappo nella sua veste mortale, / né vi è altra scuola di canto
che studiare / i monumenti della sua magnificenza...” W.B.
Yeats, Sailing to Byzantium
“Nessuno
è costretto a restare, perché la porta è sempre aperta.”
Scandurra
I
temi dell'insegnamento da noi ricevuto, possono sintetizzarsi in
pochi punti. Si tratta di acquisire la volontà cosciente che rende
possibile agire realmente su se stessi; sviluppare una densità
interiore che tenda a dispiegarsi in forme esistenziali ancora
inedite ma che, nell'urto con la realtà, è costretta a ripiegarsi
in attesa di un tempo propizio; fare qualcosa della propria vita
invece di essere continuamente rifatti da essa; guidare se stessi,
legarsi durevolmente allo Spirito Universale (anima mundi) e, se si
ama, inserire l'essere amato in una specie di pienezza eterna. È
possibile? Per forza. Intanto, se osserviamo con relativo distacco lo
stato delle cose, emerge un quadro raccapricciante. La fonte della
Vita si è affievolita al punto d'essersi quasi inaridita in gran
parte delle persone che ci circondano. Pure apparenze di umanità. Le
esistenze si riducono a parassiti. Le religioni sembrano esaurite,
spente, ridotte a minestrine tiepide che non ci sfamano più. Siamo
incapaci da soli a guarire la nostra anima quanto il corpo. Gli anni
'70 sembrarono smuovere un po' la situazione generale con la cultura
underground, ma finirono per distruggere vite e disilludere molti. La
New Age riprese il filo rosso di una ribellione, questa volta solo la
rivoluzione della coscienza contro le vecchie forme; non fu tutto da
buttare, aiutò alcuni a scegliere nuove e vecchie strade, erano
comunque scosse, movimenti dell'anima bisognosa di trasformazione,
dopo l'ubriacatura tragica delle ideologie. Poi, la cappa mefitica
del capitalismo, distruttore di ogni valore. Shiva è tornato più
assetato di sangue. Le malattie ci inghiottono, la miseria materiale
e morale ci attanaglia. La fede è appannaggio di pochi, gli altri si
aggrappano alle chiese più per necessità che per scelta. Si attende
il miracolo, si corre dove appare la Madre Celeste, squarci di luce
scendono su questo nostro pianeta oscurato, ma le istituzioni
religiose frenano, minimizzano, temono di perdere il controllo delle
masse, rinunciare ai privilegi e prebende.
Noi
dell'anonima talenti abbiamo accettato il rischio, senza curarci
dell'altrui opinione. Fa quello che puoi fare di più difficile.
Agisci per te stesso. Guarda in faccia la verità, qualunque cosa
sveli. La vita non è semplice, nonostante tutto ciò che diciamo del
suo mistero, quando l'avviciniamo pretendiamo di trattarla come una
favola. Il nostro è stato un sogno ben più vasto della fantasia,
della psicopatologia, della chimica del cervello. Si trattava di
passare, anima e corpo, sulla faccia più luminosa del mondo, dove
tutto ha una presenza viva, radiante, ardente, cosmica. Ci
domandavamo: perché non viviamo veramente noi stessi? Perché
abbiamo perduto il senso dell'unità. Da secoli l'umanità
s'inaridisce nel dualismo. Bisogna ritrovare il codice che
ristabilisca la comunicazione immediata fra spirito e materia, fra
corpo e anima, la chiave dei poteri umani e dell'energia universale.
Bisogna ritornare alla Fonte. Questa sarà la vera guarigione. Noi
però non volevamo solo guarire, volevamo cambiare.
Scandurra
non appare come un Ermete proletario. Nasconde in bella evidenza una
forza che anziché avvertirla fuori di noi, la sentiamo all'altezza
dello sterno, come una compressione che dopo qualche minuto si
alleggerisce. Ecco, in questo modo lui già trasmette la sua
quintessenza alle nostre cellule nervose; converrete che non è
possibile riprodurre col web la stessa trasmissione. Con la sola
lettura o la sola speculazione, è impossibile comprendere, fare
proprio il dialogo esoterico che ci può essere tra maestro e
discepolo. L'essenza della conoscenza atlantidea può diventare
fruibile grazie al suo metodo d'insegnamento che genera un'apertura
che si connette al pozzo-senza-fondo, così da toccare la noosfera,
una sorta di passaggio oltre lo specchio senza però bevanda di
accesso. Tuttavia niente e nessuno possono sostituirsi al rapporto
specialissimo che si instaura direttamente tra le parti. Ciò che i
filosofi hanno insegnato come saggezza, ciò che gli eruditi hanno
insegnato nei trattati, ciò che i mistici hanno insegnato mediante
la rivelazione estatica, Scandurra l'insegna come coltivare un'arte,
al di fuori della portata degli scienziati e degli psicologi moderni,
ma vicina alle anime sensibili, poetiche, talentuose. La sua
mitopoietica ci porta verso il ripristino dello stato magico della
nostra infanzia, che solo liberandoci dalla maschera del ruolo
sociale, professionale, ideologico, si accede al mondo cosmico
scandurriano. La parola se ben assestata è un potere. L'immagine se
ben visualizzata è un potere. La passione se ben indirizzata è un
potere. La preghiera è un potere, mi diceva, perché Dio traspare
attraverso tutto ciò che ci circonda. Diceva “Dove vai lo trovi”.
Tu puoi vedere l'intelligenza, prenderla tra le mani e contemplare
l'immagine del divino; ma se tu non conosci ciò che è in te, non
potrai vederlo in te. Se tu vuoi vedere Dio, considera e comprendi il
sole, il corso della luna, l'ordine delle stelle. Ci vuole una
coscienza diversa da quella ordinaria. Se abbandono anche solo per un
attimo tutto ciò che ho imparato da questa società, trovo la
condizione magica che mi permetterà di vedere la Realtà così
com'è, spogliata dei contenuti della mente profana che vuole capire
senza immedesimarsi nella cosa. La normalità è patologica e deriva
dall'abbandono dello stato creaturale dell'infanzia. Diventare maturi
per noi uomini moderni, equivale a lasciare l'incanto del mondo,
perdere la percezione della Realtà come un'insieme.
Se
facessi il piazzista di bibbie qualche articolo lo avrei pure
venduto, in realtà, ve ne sarete accorti, il fine è un altro,
ambizioso e difficile. Nel mare melmoso e tumultuoso dell'occulto c'è
chi spaccia per scoperta personale il viaggio psichedelico di
Castaneda misto alla quarta via di Gurdjieff. Il punto è un altro.
Nessuno nasce imparato, come dicono a Napoli, per cui non c'è niente
di male ad elaborare una procedura esoterica preesistente, purché la
si segua e poi, semmai, la si insegni. Lasciamo perdere pretese di
regolarità iniziatica, poiché l'influenza spirituale non ha bisogno
di sequenza temporale.
Pubblicando
tutto o quasi su internet mi espongo a facili critiche e sberleffi,
prevedibili del resto, ma scaturiscono pure, e ve ne sono grato,
interessanti dibattiti. Insomma, il mio è un tentativo, non so
quanto originale, di proporre un cammino di risveglio che non sia
soltanto un compitino storico, ma che abbia la capacità di dare una
direzione all'esistenza a chi è insoddisfatto dell'immanente.
Le
Cronache di Atlantide, con espressione enfatica ma in fondo
legittima, sono il racconto di un tragitto dell'anima e della carne,
istruzioni semplici e dirette, sebbene non facili. Tento di indicarvi
la costruzione in questa vita di un doppio aerosomatico ad alta
intensità che possa sorreggere buona parte dell'originaria struttura
individuale che altrimenti con la morte della sua base essenziale, il
corpo fisico, subisce la dissoluzione di tutti i corpi sottili ad
esso legati. L'essenza se smossa irrora di infinito i rubinetti
mentali (centri nervosi) fino a trasformare e ricondurre verso
l'originario il vecchio arnese psicobiofisico della persona. Non c'è
che dire, una bella impresa. Schematizzo? Certo, ma mica tanto.
Le
materie oscure, così definite per via della loro elusività
temporale, nascoste dietro le pieghe dell'era atlantidea, sono una
possibilità, un mezzo potente di salvazione di ciò che è
umanamente fattibile senza andare contro Natura, ma cercando di
velocizzarla durante una vita umana.
La
resurrezione del corpo? L'immortalità dell'anima? Le religioni le
danno per scontate, io ho la convinzione che bisogna darsi un
attimino da fare. Non tutto è dovuto. È già una bella conquista
la persistenza fuori del tempo e dello spazio di una coscienza che in
vita si sia identificata a valori ed immagini sovrapersonali,
archetipici (stellari, come direbbe Scandurra), al divino che
sorregge l'essere umano, al Nume che emerge dal subconscio.
Ascolto
interiore che fermi il dialogo interno della mente, è un primo
passo. Il distacco dalla realtà contingente, provocato da tecniche
di percezione che vanno a modificare il sistema di interpretazione
dei dati sensoriali, quali vedere il mondo e gli altri come campi di
energia interconnessi, o come modalità di espressione di forze
archetipiche: è il secondo passo. Prima di ogni fase, però, c'è
l'intento: credere per vedere, volgere la mente verso lo scopo. Cioè
sacralizzare ogni atto della vita quotidiana, non da spettatori
passivi, spremendo l'energia sottile dal denso e dal pesante di ogni
attività fisica. Credere per vedere, è mettere sul tavolo volontà
intelligenza e sentimento e renderli magici da un surplus di energia
derivata dall'eliminazione dell'importanza personale, del non
attaccarsi alle cose e agli eventi, dall'indirizzo misurato
dell'energia sessuale, dal controllo degli istinti.
Il
lavoro è di allineare i metalli, che secondo gli alchimisti sono i
diversi stati del Mercurio filosofico (l'immaginazione attiva, in
termini moderni), i processi dinamici del divino in noi. Affinché la
Luce e la corrente scorrano come in una batteria, è fondamentale
l'unione dell'animo maschile con l'anima femminile dell'operatore:
polo+ e polo- non devono contrastarsi ma devono mettersi in sintonia
per generare la rottura di livello.
Il
bignamino del bravo occultista è presto stilato. Difficile? Se ce la
mettete tutta, se avrete il coraggio di abbandonare ogni velleità
mondana per uno scopo superiore e se l'intento è stabile, sarà una
bella avventura che vale la pena iniziare.
Io
ho capito - ma solo dopo aver ingollato cento volte il boccone amaro
del mio ego puzzone - che sto all'interno di una fonte unica,
indefinibile e indescrivibile. Pensavo di essere un'identità
separata dagli altri e da quel Principio da cui nasco, poi ho appreso
che siamo fatti della stessa pasta. Se anziché identificarmi alla
mia persona (phersu, maschera), alla mia individuazione locale e
temporanea, la mia coscienza si dilatasse alla consapevolezza di ciò
che sta oltre i limiti biografici, percepirei come mio corpo
l'Universo e vivrei la vita come fluttuazione della Mente del
Creatore dei Mondi.
PRIMA
SOSTA E PIENO DI CARBURANTE
- Sedetevi davanti alla finestra del vostro studiolo, orientandovi verso il Nord magnetico, per tutto il tempo del tramonto...
- Bene, ora tenete le palpebre socchiuse facendo filtrare i rossi raggi solari e volgete l'attenzione al cielo...
- Concedetevi alcuni minuti e se avrete pazienza e fede, riceverete una visione di un serpente di luce, saettante simbolo dell'anima del mondo.
Vi
darà forza, riempiendo di particelle cosmiche il vostro firmamento
interiore, il doppio eterico per intenderci. È fare rifornimento per
l'opera di trasmutazione. Vedrete quanto ne avrete bisogno lungo la
Via.
Discettare
poi se l'insegnamento di Scandurra sia più o meno unico, originale,
discutere sul mio presunto livello o grado, ci può stare, per
carità. A me interessa far scorrere l'acqua di vita lungo i fiumi
aridi d'Occidente. Qui non si tratta di capire qualcosa per mezzo del
pensiero, di assimilare qualche cosa che vi è stato detto. Si tratta
di una nuova educazione, si tratta di capire ciò che vi permette di
capire la vostra eredità, il vostro desiderio e la vostra volontà.
Non c'entra né la psicanalisi né le altre scienze odierne
dell'introspezione. Questo insegnamento ripulisce e riempie. Tutte le
materie oscure risiedono nella precisione con cui voi siete diretti e
aiutati, abbastanza lentamente perché non vi spezziate, abbastanza
rapidamente perché rimaniate in quello stato di stordimento, di
sorpresa, di trauma, di tormento, di rimorso, di ricompensa, il solo
che possa liberare le vostre forze potenziali.
A
qualcuno, però, non sarà sfuggito il vero senso del blog: la
fantastica opportunità di immergerci tra le dimensioni attraverso la
cosiddetta spoletta, ordinaria nella sua apparenza, spettacolare come
funzione. So benissimo che questo è il punto dolente, il più
inaccettabile della storia scandurriana e mia. Malgrado ciò, ho lo
stesso parlato della principale specialità della ditta, quella di
traslocare pelle ossa e frattaglie, oltre il muro della realtà
fisica. Se dovevo scrivere su di uno spazio web quanto mi è accaduto
il 1971, ci dovevo mettere tutto, perché questo è il compito: il
magismo allo zolfo e la metafisica astratta guenoniana non fanno per
me. L'anonima talenti non è una consorteria gnostica, gelosa
dell'arcano custodito. La conoscenza come la intendiamo noi è libera
e attingibile per chi ne è degno. Volete la prova? L'avrete se
conquisterete la mia fiducia. Pensateci. Se fosse vero quanto
affermo, avrei il talismano più ambito dell'universo, oltre i sogni
più arditi e credete che lo lascerei nelle mani di chiunque bussi
alla mia porta? Qualcuno ci ha fatto già un pensierino. Una volta un
pezzo grosso, di quelli potenti, mi ha detto: “ … io non so chi
tu sia veramente, ma poco importa, se avessi per davvero quella cosa
lì, la spoletta, capace di compiere i miracoli che sostieni, non
avrebbe prezzo. Ma siccome ogni uomo ha un prezzo, quindi la potrei
comprare come comprerei una miniera di diamanti, un attico a New York
City, un pacchetto di azioni consistente di una corporation. Allora,
se quello che dici è vero, fai tu il prezzo, qualunque cifra te la
deposito dove vuoi, nessuno saprà mai niente di questo affare tra te
e me. Sbirciare dietro a questo mondo mi intriga assai e intravedo
mille avventure”. Poi ci sarebbero i ricatti, le pressioni delle
Istituzioni, le minacce delle Agenzie. Ma no, chi volete che dia
credito a un tizio come me?... uscita teatrale.
Restano
solo due consolanti certezze. La Scala sognata da Giacobbe continuerà
ancora a essere una realtà per gli Uomini di Desiderio di oggi e di
domani. Iside è uscita dal Tempio e si è incamminata verso l'amore
umano eppure solenne, verso l'amore innocente, possente, di un'età
dell'oro che ci sarà concesso di reinventare all'infinito.