Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

mercoledì 2 novembre 2016

Il Varco del ritorno a casa




Il problema non è di raggiungere l’irrealizzabile, ma credere di poterlo fare col realizzabile.

1.
Da qualche anno parlo di un mistero che reputo affascinante, trasformativo, pieno di senso. Vi sono zone di assottigliamento s/t dove è possibile (dovrei usare il condizionale) passare da questa ad altre dimensioni. Portali, botole come le chiamo io, cancelli cosmici e tutti possono esistere grazie al Varco, così straordinario da sembrare impossibile, dai contorni più che leggendari. Ma ho pure imparato nel corso delle mie esperienze che la Vita stessa è straordinaria, che se realmente penetrata appare impossibile solo per le menti ottuse. Il Varco è un’emanazione dell’Alba della Creazione (in seguito anche solo AdC), la prima materia uscita dall’utero cosmico. È assimilabile all’antimonio degli Alchimisti, simbolizzato col sigillo di Salomone graficamente espresso dalla stella a sei punte; la materia prima della Grande Opera, nerofumo, durissima, ma pure fragile e friabile, secondo necessità. Che cos’è il Varco? È il retroscena non energetico e non massivo della nostra realtà fisica.
A proposito di miti, ce n’è una che è paradigmatica per ogni donna e uomo impegnato nella ricerca spirituale; è la storia di Camelot e dei cavalieri della Tavola Rotonda, di cui soltanto due trovarono il Sacro Graal, lo smeraldo multidimensionale di Lucifero che perdette a causa della sua ribellione a Dio e col quale fu costruito il Calice dell’ultima Cena di Gesù e dei suoi discepoli.  Parsifal era uno dei fortunati della ricerca, che subentrò al Re Pescatore come custode del Castello del Graal. Galahad, era l’altro cavaliere che vide il Sacro Calice. Entrambi i cavalieri scomparvero...
Certo, per i sostenitori ad oltranza della storia ufficiale, della sua ineluttabilità, per coloro i quali tutta la realtà si appoggia sulle spallette della scienza, della prova sperimentale; beh, ricordo loro una cosetta non da poco: troppi dubbi propone la realtà, equivoca com’è per ogni dato riportato da cronache e gazzette non proprio obiettive visto e considerato che i padroni han sempre l’ultima parola e, si sa, che la storia la fa chi vince. Troppi filoni sovrapposti e, in primis, l’origine della storia stessa, avvolta nella tenebra più fitta. E allora spuntano i miti, le leggende, che illustrano con figure e simboli ciò che non può essere detto altrimenti. 

2.
Dal momento che i successori di Pietro preferirono impegnarsi nelle questioni politiche piuttosto che occuparsi della salvezza delle anime, la tradizione occidentale andò ispessendosi, disperse così la originaria forza della Verità. La perdita delle chiavi per la decifrazione dei simboli e dei rituali che i primi cristiani avevano gelosamente custodito, determinò il sorgere di una corrente sotterranea di conoscenza, grazie alla quale il secretum (AdC) di Gesù poté essere salvato e trasmesso ai posteri. Fu Dio a ispirare gli uomini degni affinché istruissero altri uomini in grado di raccogliere il diafano scettro di Luce. Si tratta di un dispositivo che può collegare questo universo ad altre dimensioni, ma può essere innescato da chi comprende l’unità e l’armonia del Creato. Essere in grado di mettere in rapporto il quotidiano con lo straordinario a livello unitivo, significa avvicinarsi al mistero graalico ed essere nello stesso momento nei due mondi, il finito e l’infinito, è uno stato di grazia che soltanto l’innocente, il puro folle, può conseguire. È perciò essenziale imparare a diventare veramente puro o folle alle cose di quaggiù, come Parsifal, prima di intraprendere la cerca, perché fino a quando si continuerà ad essere incatenati dalla morsa della realtà mondana, difficilmente sarà possibile cominciare ad uscire da noi stessi nel modo che è necessario per concepire il Graal.

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