Un
giorno dissi a me stesso: quando deciderò di pubblicare i risultati
delle mie esperienze e ricerche, a tutti e per tutti, riporterò il
più fedelmente possibile (cambiando semmai i nomi delle persone
coinvolte) la verità su Scandurra e dell'anonima talenti. Il mio
istruttore mi disse che non mi sarei dovuto preoccupare degli
scettici, ma di chi crederà. Preoccupazione che non ho avvertito,
fin quando non cominciai a scrivere sul blog Le
Cronache di Atlantide. Le aspettative dei lettori sono via
via aumentate, e non vi nascondo che ho avuto grosse difficoltà a
gestire la cosa. La responsabilità mi ha schiacciato: se divulgo non
posso tirarmi indietro, mi dicevo. L'altro aspetto concerneva la
messa in sicurezza di questioni più grandi di me, un'eredità
bollente che rischiavo di sperperare scegliendo malamente gli
eventuali allievi, ma c'era pure la considerazione di non chiudere la
catena iniziatica con me. Il materiale che ho accumulato negli
anni sulle immersioni, è importante come mole ma ancor di più
per il contenuto, che ho comunque dovuto selezionare. In primis, ho
limitato le indicazioni tecniche, che sono decisive per non morire
durante l'attraversamento: debbo pur coprirmi le spalle. Altre
omissioni riguardano le strutture interdimensionali; per
motivi che qualcuno ben comprenderà, ho sorvolato sui dettagli
perché ci sono persone con intenzioni basse disposte a tutto pur di
ottenere ciò che è riservato. Dicevo che avrei dovuto raccontare
tutta la verità, almeno questo mi prefiggevo. Poi ho capito che
alcuni non vogliono conoscere tutta la verità, ma quella che meno li
obbliga a cambiare.
Quando
entrai a far parte del ristretto giro di Scandurra, conobbi persone
umili sebbene colte e ben collocate nel sistema mondo, ma anche
outsider animati da volontà e desiderio. Compresi quasi subito che
non c'era spazio per “gente bassa”. Il maestro non avrebbe mai
portato un malintenzionato a spasso per le dimensioni. Dovevamo
imparare a bere la rugiada dopo averla trasformata, e per far
ciò era necessario un cuore puro. Io non ero ancora in quello
stato e dovetti fare pulizia molto a fondo prima di attingere alla
Fonte della Vita. Avevo 13anni e già ero contaminato: sudai
parecchio prima di spurgarmi del tutto degli umori maligni. Per
ognuno di noi c'è un momento della verità, dove gli autoinganni
vanno stracciati, le paure superate, gli attaccamenti
mondani sciolti. Scandurra ci rese rottami informi, materia
prima. Ci muovevamo nella frangia esterna di un cerchio psichico il
cui centro era ben lungi dall'esserci accessibile. Ad un certo
momento, un segnale all'inizio debole poi sempre più chiaro e forte
ci raggiunse, e tutto in noi risuonò col movimento degli universi...
Uno
dei concetti più ostici per me, forse meno per gli altri
dell'anonima, fu quello dell'interno e dell'esterno sul quale
Scandurra ci imbastì diversi insegnamenti, come un punto cardine da
cui prendere le mosse. L'opposizione dentro-fuori va superata, perché
fa parte delle nostre calcificazioni mentali. Il “fuori” è un
“dentro” dovunque, e noi ci troviamo dappertutto. La coscienza
non va collocata, bensì lasciata libera di estendersi lungo tutto lo
spettro psichico, dal rosso all'ultravioletto, e da qui lui fa
un balzo di livello tra organico e inorganico perché, dice, ogni
cosa è una porta che ci collega all'infinito da cui tutte le cose,
appunto, sono poste in essere. Per Scandurra l'infinito è una cosa
concreta, nulla a che vedere con la matematica né con la filosofia,
è un luogo (per certi versi simile all'universo Maspell degli
antichi germani) che chiama pozzo-senza-fondo,
utero cosmico che genera l'energia fin dal Mattino della
Creazione, dal corpo celeste fino
all'ultrapiccolo. La coscienza è in contatto con tutto attraverso
sotterranei dimensionali e tutte le cose sono collegate ad essa per
le stesse vie. Questi concetti li potemmo poi sperimentare, sorprendendo la luce uscire dal pozzo per vie oblique.
Le
Cronache le ho concepite in modo da adattarle al momento e allo stato
di percezione dello studioso principiante, come del più avanzato
iniziando, in quanto mi sono ripromesso di accompagnare gradualmente
tutti quanti lo vorranno e senza turbamenti di sorta fra i misteri
della Terra. Considerando il mezzo profano, sarà impossibile
trasmettere l'influenza magico-spirituale di Scandurra, possibile
solo per via diretta; tuttavia non è improbabile che alcuni dei miei
lettori abbiano percepito un clima magnetico, un tremore entrare
nella loro anima. I tesori del Tempio sono a completa disposizione di
chi soltanto voglia ed osi purché degno.
Questo
è il primo appello all'adunanza. A me basta un SÌ e sarà mio
compito rispondervi in privato. Perché mi sono deciso ad aprire la
porta? Beh, vado dicendo da anni che stiamo vivendo i tempi della
fine, che ci siamo arrivati per davvero.