Svanire
e apparire sono una cosa sola. Le navi lasciano una scia e cancellano
le loro tracce simultaneamente mentre solcano i mari. Le persone
invecchiano e ringiovaniscono allo stesso tempo. Piano A e piano B.
Mondo e intermondo.
Destrorso e sinistrorso. Benvenuti nel mondo parallelo di Alice,
che usa
uno specchio per avere accesso a una versione alternativa della
realtà, e il suo metodo di
commutazione conduce al concetto che le
entità non
sono sovrapponibili alla propria immagine speculare.
Leggetevi “Alice nel paese delle meraviglie” e
“Oltre lo specchio”, i migliori
manuali
di magia analogica
alla portata di tutti,
li
trovate in libreria reparto “romanzi per bambini”, pensate un
po', come far studiare la fisica dei quanti alla
ministra
Fedeli.
Se
il prete e matematico Lewis Carroll con il romanzo di Alice volle
lasciare spunti interessantissimi sulle possibilità di accedere ad
un'altra dimensione, giocando a rimpiattino con la logica e la
semantica, altre chiavi di accesso, oggi invece
la cultura
egemone ricicla il vecchio illuminismo
rifacendogli il make-up. A
parte le virate psichedeliche della fisica quantistica (di cui nutro
dubbi davanti ai suoi comportamenti
stocastici), leggo
con fastidio - ma del
resto se voglio valutare devo prima conoscere -
le tesi di Mauro Biglino
che tanto piace alle cariatidi
dell'ufologia italiana
e i libri di
Igor Sibaldi,
che tanto piace ai frikkettoni new age,
entrambi
sostengono
un revisionismo biblico e religioso
demitizzante,
in un'epoca in cui la confusione, come si dice, regna sovrana. Se
Bergoglio ripone
il trascendente nella soffitta del
tempo (che ritiene superiore allo
spazio),
per sostituirlo con un nuovo umanesimo
pericolosamente affine al progetto
massonico,
per le persone comuni come me, l'ago
magnetico è puntato
sul
lontanissimo passato, che gli storici definiscono mitico. È
una fuga dalla realtà? Sì, visto che questa che spacciano per tale,
mi appare poca cosa.
Ho
avuto la fortuna (ma un po' l'ho cercata) di incontrare Scandurra e
mi si sono aperte le porte della percezione, senza far uso di
stupefacenti a parte la mentuccia romana. Ciò che mi ha trasmesso è
il lumen, luce proveniente da altre dimensioni e stati
dell'essere. Una cosa tremendamente concreta sebbene fuggevole. Il
lumen che fa? Beh, posso dire che da esso scaturisce l'onda
rivelativa. Cos'è? Andiamo per ordine e a passo regolare.
L'onda
rivelativa si trasforma e si innesta ad una corrente psico-animica
per manifestarsi alla mente addestrata che può così captarla. È,
detta onda, il primo raggio della Creazione, attraverso il quale
comprendiamo la totalità anche se per un centesimo di secondo:
intravediamo per un attimo il progetto divino. Non ci siamo inventati
nulla di nuovo. La storia dell'onda rivelativa è nota e si ripete
già in ere lontanissime, in cui civiltà progredite oltre ogni
immaginazione furono travolte dal Grande Tempo. Le fonti principali
dalle quali trarre qualche riferimento, non sono neanche i codici
come i Veda, l'Y-King, il Tripitaka, lo Zend Avesta, ecc., bensì
opere ancor più remote, scolpite su ruderi di pietra, non dissepolte
dalle tombe di civiltà scomparse (i Rasena custodiscono gelosamente
tali tracce in barba agli archeologi di Stato, così come le piramidi
d'Egitto non hanno ancora svelato ciò che è nascosto) e, aspetto da
tenere in gran conto, in opere non scritte ma tramandate oralmente
fra gli iniziati, custodi dei misteri. Se considerate l'antichità
indiana un periodo relativamente moderno a confronto di una civiltà
superiore di un continente e di una razza, l'Atlantide; che i Veda
sono la riproduzione di insegnamenti di età perdute nel buio del
passato e gli Shastra (per gli esperti accademici risalirebbero al
XIII° sec. av. C.) dalla cronologia bramanica son fatti risalire a
sette milioni d'anni; che il più antico codice morale, il papiro di
Phat-hotep, si appoggia all'autorità di antenati di epoche
immemorabili già al tempo del compilatore; che in Tibet si celavano
a migliaia gli studiosi i quali, in centinaia di secoli anteriori ad
ogni èra conosciuta, accumulavano biblioteche di opere in idiomi
ignoti; quando si pensi che l'Egitto, colonia atlantidea, possedeva
sessanta mila anni fa un catalogo delle stelle e che in Caldea lo
zodiaco era perfettamente conosciuto settanta secoli prima dell'età
moderna; che l'India conosceva nell'akasha, l'Egitto nel telesma, la
Persia nel fuoco vivente, quello che noi chiamiamo etere, negato
troppo presto da Alberto Einstein e da Marco Todeschini riabilitato
con lo spazio fluidodinamico, mentre gli antichissimi sapevano che
era un'energia di natura cosmica, con ciò spiegandosi i fenomeni
extrasensoriali ed extrafisici e, per metamorfosi, i fenomeni della
Natura; e potrei continuare con gli esempi, non solo tutto ciò è a
domandarsi se sia possibile, ma è a meravigliarsi che l'antichità
ci risponda. Tutto ciò è giunto a noi grazie all'onda rivelativa,
messaggero di tradizioni e sapienze, codici d'accesso e simboli,
altrimenti perduti e confusi nei meandri dei testi sacri e dei segni
rupestri. Soltanto così è possibile comprendere il senso recondito,
i misteri, la filosofia fondamentale fin dalla fondazione del mondo;
potrebbero diventare conquiste di un'umanità più saggia un domani,
dopo il rivolgimento del ciclo cosmico. Niente va perduto se si sa
dove cercare.
Quando
mi giunse l'onda rivelativa la prima volta, fu una scarica elettrica
terribile, un'esplosione cerebrale, un boato che rimbombò nella mia
testa e per più giorni ebbi fenomeni simili. Cosa capii? Poco, ma
feci comunque capolino nel tutto. E ciò che compresi non fu frutto
di elaborazioni intellettuali: vidi, vedo anche adesso, l'unicità
dell'origine e le applicazioni conseguenti. Scoprire l'inconoscibile
equivale a cogliere la Verità e quando accadde l'evento, solo allora
compresi cosa voleva intendere Gesù col Regno di Dio.
A
13anni si ha soltanto una sensazione primitiva di cosa sia realmente
la Vita. Bene, in quell'istante di rivelazione, sentii ben altro e
oltre. La Vita non si limita nella materia, come se fosse un effetto
vibratorio o molecolare, non è una relazione fissa e statica tra
elementi del mondo: essa è il segno di un processo universale,
centrale, esigente. Cosa contrasta la Vita? Cosa gareggia con essa in
grandezza? Vogliamo chiamarla entropia o satana? È tutto ciò che è
involuto, che tende a ripiegare, ad ogni istante, su di sé, le falde
dell'energia cosmica. È un duello finale per il dominio
dell'Universo. Dualismi manichei? No, bilanciamento e oscillazione.
La Vita ci permette di pareggiare i conti col distruttore di mondi.
Dio ci consente di affrontare la titanica impresa, ci rende partecipi
di eventi cosmici al di là di ogni
immaginazione, purché ci apriamo al
Suo Regno. Quanti di noi hanno capito di essere al centro
fondamentale dello scenario generale?
Siamo liberi, è vero, di accettare o meno, tuttavia i precedenti
parlano a nostro sfavore: il potere religioso, il Sinedrio, e quello
politico, Roma, condannarono e giustiziarono
Gesù, Dio incarnato
sceso
quaggiù per ricordarci chi eravamo e cosa dovevamo fare della nostra
vita. Ci fu data l'ultima occasione
redentiva e salvifica,
e cosa ne abbiamo fatto? E oggi, siamo
disposti alla metanoia col suo potere radioattivo che faccia saltare
e smolecolare tutte le sovrastrutture ideologiche e parassitarie che
il sistema ci propina come medicine salutari?