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martedì 21 aprile 2009

UFO:a chi fanno comodo?




Da decenni i reparti di ricerca e sviluppo dei maggiori eserciti mondiali sperimentano e utilizzano velivoli radiocomandati (RPV). Il comportamento e le forme di questi oggetti volanti hanno caratteristiche anomale rispetto agli aerei con pilota, spesso quindi chi li avvista giura di aver visto un veicolo extraterrestre. E i militari lo lasciano credere.

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GLI RPV: CHE COSA SONO E COSA FANNO

Di Marcello Coppetti

[...]Questi oggetti, che decollano, volano ed atterrano senza che a bordo ci sia il pilota, sono i cosiddetti “Remotely Piloted Vehicles”, o i “Remotely Operative Vehicles, “ROV” quelli che van per mare o sotto il mare, anche questi senza personale.
Si tratta di vere armi rivoluzionarie impiegate sia per lo spionaggio sia per l'intercettazione, caccia e l'attacco, bombardieri.Quelli usati per lo spionaggio sono i maggiori responsabili di tante e tante osservazioni di Ufo e di Uso. Si tratta di mini, medi e max robot telepilotati anche da notevoli distanze, e perfino da stazioni orbitanti attorno alla Terra. Le prospettive d’impiego di questi R.P.V. e dei ROV, i cui prototipi risalgono a moltissimi anni fa, sono amplissime. L'architettura, come si può vedere dalle foto pubblicate, richiama molto le forme triangolari a sigaro, a sfera e a disco degli Ufo e degli Uso.

Fermiamo, dunque, la nostra attenzione sugli R.P.V. quelli che gli addetti ai lavori, scambiandosi ironici sorrisi (evidentemente pensando a noi che per anni abbiamo creduto di vedere tanti Ufo e Uso nei cieli e nei mari), chiamano, appunto, “oggetti volanti” e “oggetti sottomarini non identificati”. Questi robot già nella Seconda guerra mondiale erano stati sperimentati dall'aeronautica e dalla marina per sviluppare veicoli teleguidati a distanza, idonei a realizzare missioni di bombardamento su aree fortemente difese. Furono modificate alcune “fortezze volanti” (allora la miniaturizzazione era un sogno e, quindi, impossibile costruire piccoli oggetti con alto potenziale strategico), i risultati non furono per niente soddisfacenti. Chi, invece riportò qualche successo a spese dell'Inghilterra furono i nazisti le cui realizzazioni (le bombe a razzo della serie “V”) costituirono, poi, la base per le ricerche delle armi R.P.V. sia per gli Stati Uniti sia per L'Urss.

Nel 1947 apparve il primo “Drone”, che significa fuco o calabrone ma che, in realtà, indicava un veicolo bersaglio. Da allora molti progressi sono stati fatti, grazie soprattutto all'elettronica, alla microminiaturizzazione e alla realizzazione di motori con basso rapporto peso/potenza, piccole dimensioni e grande affidabilità. L'evoluzione del Drone ha portato ad estendere gli R.P.V. alla ricognizione tattica e strategica, cioè allo spionaggio, controspionaggio e ad operazioni di intercettazione e bombardamento senza pilota.
La prima dimostrazione di che cosa erano capaci questi oggetti volanti senza pilota, si ebbe nel 1962 (un anno in cui ci fu una ripresa di avvistamenti Ufo) quando, durante la crisi dovuta all'installazione di missili sovietici, piccoli veicoli automatici dotati di sensori, offrirono con continuità un quadro completo della situazione nelle varie zone calde dell'intera Terra. Lo stesso è accaduto dal settembre alla fine del '78 per la crisi mediorientale dovuta ai moti in Persia, alla pace non ancora raggiunta tra Israele ed Egitto, ai movimenti di truppe sovietiche, alla crisi politica in Albania.
Cominciarono dal '62 missioni con R.P.V. sempre più perfezionati sulla Cina comunista, nell'Asia del Sud Est, sulle aree araboisraeliane. Altrettanto facevano i sovietici. E altrettanto lo hanno fatto dalla fine del '78 fino alla caduta del muro di Berlino per capire come si muovevano Nato e Sesta Flotta Usa e che cosa facevano le forze armate di Grecia e Turchia.
Agli R.P.V. sono già state affidate durante guerre locali come nel Vietnam e nel Medio Oriente, operazioni di guerra elettronica. Si tratta di piccoli oggetti volanti che si chiamano nel codice Nato “Firebee”, vale a dire “Ape di Fuoco” (per indicare la piccolezza dell'oggetto ma, anche, la sua potenza distruttrice), che possono essere considerati come l'anello di congiunzione tra i vecchi “Drone” e i moderni R.P.V. idonei per missioni in vasto campo operativo e in ampie aree d'azione.

Lasciamo da parte i robot bersaglio e fermiamo, invece, la nostra attenzione ai veri e propri R.P.V. che sono telepilotati in permanenza da un operatore installato in una stazione di comando a terra, o su un aereo o una nave opportunamente adattati, o (com'è già avvenuto) da un satellite artificiale o da una stazione orbitante. Gran parte delle manovre possono essere programmate in anticipo, ma l'operatore ha, in ogni modo, i mezzi per interrogare 1'R.P.V., conoscere i suoi principali parametri di volo e intervenire di conseguenza. Con i tipi più sofisticati si può anche ricevere immagini televisive. Ovviamente gli R.P.V. sono di costruzione molto più economica di qualsiasi altro tipo di aereo e, a differenza di quest'ultimo, possono compiere evoluzioni (anche virate a 90 gradi) che un uomo non potrebbe assolutamente sopportare. Possono decollare da basi segrete o essere portati in volo da velivoli - madre e, quando è possibile, il recupero può essere effettuato con l'aiuto di elicotteri o di Hercules che li ripescano in volo come fanno con le capsule spaziali; oppure discendono a terra appesi ad un paracadute.

Ma invece che ai vantaggi economici, bisogna pensare che gli R.P.V. costituiscono un notevole passo in avanti nel campo operativo perché, col minor bersaglio che offrono, sia per le dimensioni, sia perché possono sfuggire ad aerei intercettori e ai missili, sia per le contro-contromisure elettroniche (ECCM) e per le evoluzioni pazze che compiono, possono piombare in picchiata come una bomba, cosa anche questa impossibile con un pilota a bordo. Personalmente ho veduto all’opera non in Italia uno di questi oggetti volanti. Faceva diverse di quelle manovre a 90 gradi ed oltre, saliva e scendeva, si fermava per poi ripartire a velocità supersonica. Sembrava proprio un Ufo, e invece era un R.P.V. dei più perfezionati, ma non certo degli ultimi prototipi che chissà quale mai diavoleria saranno capaci di fare. Non saranno stati pochi gli esperti, anche militari, che avranno scambiato questi oggetti per Ufo, specie in zone di manovre militari.

Nel 1972 gli ”R.P.V.” erano notevolmente sviluppati da quando, nel '47, fu gettato il seme di questi oggetti volanti o sottomarini. Si poteva allora classificarli in due categorie. La prima è quella che comprendeva oggetti volanti e sottomarini destinati alla ricognizione fotografica e televisiva, alla guerra elettronica, alla sorveglianza delle emissioni elettromagnetiche, alla funzione di relais per telecomunicazioni militari ultra segrete e in codice. Gli R.P.V. volanti possono svolgere tutte queste missioni ad alta, media e bassa quota. La seconda categoria è quella che sostituisce gli attuali velivoli da combattimento ed è da qualche tempo in fase d’esperienza. Sarà quella destinata a darci la più spettacolare evoluzione dell'aeronautica negli anni Ottanta. All'incirca il peso degli R.P.V. varia da 20 chilogrammi a 6 tonnellate e la loro velocità da 150 chilometri orari a Mach 2 (2.400 km/h). Ma già ci sono R.P.V. ,quelli che sostituiranno gli aerei pilotati, che volano ad oltre Mach 4, cioè 4.800 km/h, possono quasi fermarsi in volo, compiere evoluzioni incredibili e insostenibili se a bordo ci fosse un pilota e alzarsi in quota velocissimi in pochi secondi. Le forme sono le più strane. Gli R.P.V. hanno calcolatori miniaturizzati e piccole camere televisive a forte ingrandimento controllabili a distanza che trasmettono ottime immagini dell'obbiettivo da colpire; equipaggiamenti elettronici di telemetria e pilotaggio possono essere usati ognitempo, cioè di giorno e di notte o in qualsiasi condizione meteorologica.

Per quanto riguarda in particolare la Marina (Usa, naturalmente, ma anche di altri Paesi marciano di pari passo) sono allo studio tre tipi: uno piccolo (mini-R.P.V.), uno medio (midi-R.P.V.), uno grande (maxi-R.P.V.). Il mini-R.P.V. dovrebbe avere 6 ore di autonomia, capacità di portare 25 kg di carico pagante e di operare sino a 3.000 metri di quota. Rampa o catapulta per il lancio e ricupero con paracadute, oppure atterraggio tipo convenzionale, escludendo possibilmente le operazioni in acqua. Per l'equipaggiamento sono previsti camere televisive, designatone laser, radar, sensori infrarossi, marcatori visivi e acustici. Questo piccolo veicolo telepilotato allargherà la capacità operativa delle fregate e dei caccia. Opererà diretto da un controllore che si varrà, quando fuori vista, di un aeromobile relay o lo affiderà ad un programma registrato in precedenza. Compiti principali saranno la scoperta di missili antinave, la designazione. laser di bersagli situati al di là dell'orizzonte della nave, ed eventualmente la guida a mezza corsa per i missili lanciati da lontano. Sono previsti anche ricognizione e designazione bersagli per armi teleguidate durante le operazioni anfibie, ritrasmissione dei segnali emessi dalle boe sonore e impiego tipo kamikaze contro bersagli vulnerabili come i radar. Il relativo programma di sviluppo potrebbe venir espletato entro il 1982, con la spesa di 30 milioni di dollari. Il midi-R.P.V. pesa 130-140 kg ed opererà in regimi altamente subsonici. Viene impiegato principalmente da navi comando per forze anfibie, navi d'assalto anfibio, navi trasporto da sbarco e unità a effetto superficie. Fra i tipi di carico pagante programmati figurano sistemi “linescan”per la fotografia a raggi infrarossi, camere TV a basso livello di luce, designatoci laser, equipaggiamenti per contromisure elettroniche attive e passive, apparecchiature a microonde, data link a larga banda per ricezione comandi e trasmissione dei dati raccolti, eccetera. Per quanto riguarda la teleguida si è orientati sul sistema TOA/DME (Time of Arrival/Distance Measuring Equipment) con il quale l’RPV triangola la sua posizione riferendosi a due ben definite stazioni con il sussidio (quando vola a quota bassa) di stazioni relay aeroportate. Questo mezzo potrà svolgere vari tipi di missioni. In linea di massima si pensa di utilizzarlo prevalentemente per la guerra elettronica attraverso la scoperta di emittenti nemiche, l'impiego di contromisure passive, l'effettuazione di ricerche radar e di speciali emissioni mentre la nave lanciante rimane in silenzio. Potrà servire anche contro radar, artiglierie e missili contraerei nonché per lanciare boe sonore ed effettuare ricognizioni. Comunque, la Marina sembra aver realizzato due versioni separate, ma parallele. Una detta dell'interim midi R.P.V., lanciabile tanto da nave come dall'aria, ricuperabile con paracadute, e destinata principalmente a fornire alle forze anfibie capacità di rapida ricognizione tattica. L'altra detta multi-mission midi-R.P.V. porta maggior carico pagante ed espleta una più vasta gamma di compiti. Infine, il maxi-R.P.V. che può portare da 300 a 900 kg di carico pagante a quote sui 16-17.000 metri per periodi di un giorno. Destinato principalmente a compiti di sorveglianza oceanica può, con l'ausilio della tecnica TOA/DME, localizzare bersagli sino a 160 km di distanza con errori circolari dell'ordine dei 30 metri. Il relativo programma di esecuzione ha coperto un arco di tempo fra gli anni fiscali 1976 e 1984, comportando una spesa dell'ordine dei 70 milioni di dollari.

Ma nel settore degli R.P.V. è intensa anche l'attività dell'Aeronautica e dell'Esercito degli Stati Uniti e dell’Urss, avanzatissima in questo settore, prima del crollo del muro di Berlino.. Nel dicembre 1978 un servizio segreto occidentale ha catturato in Adriatico proprio un R.O.V. sovietico (sembra sottomarino). Che è stato studiato a lungo dai nostri esperti della Marina. [...]

Si può essere certi che, nonostante le difficoltà di bilancio, gli sforzi intrapresi in questo settore saranno proseguiti. I miglioramenti conseguiti negli equipaggiamenti di teleguida, la realizzazione di apparecchiature per il pilotaggio automatico che si avvalgono dei sistemi di navigazione inerziale, i continui perfezionamenti della microminiaturizzazione hanno facilitato notevolmente i lavori. Nel Vietnam e nel Medio Oriente i veicoli pilotati a distanza hanno a volte sostituito i velivoli convenzionali, specie nelle operazioni di ricognizione, e dànno affidamento per tutti quei compiti ove si richiede solo un limitato carico pagante e non sono necessarie immediate decisioni da parte del pilota. Senza dimenticare poi, il grandissimo vantaggio di evitare perdite di vite umane e ridurre notevolmente gli attriti diplomatici nel caso di abbattimento durante missioni di spionaggio effettuate in tempo di pace.

Un altro tipo di < R.P.V. » è a forma di siluro, lungo dai sette ai venti metri. Sui due fianchi si aprono tre - quattro boccaporti per parte dai quali fuoriescono, a comando da terra, o programmato nel cervello elettronico dell'R.P.V., delle sonde che possono essere a perdere, oppure richiamate a bordo dopo la missione. La quale, ovviamente, consiste nel prendere fotografie e registrare emissioni radar o elettroniche. Queste sonde possono raggiungere, a diverse velocità, località anche distanti alcune decine di chilometri dall'R.P.V. e, quindi, rientrare. Chissà quanti osservatori da terra hanno scambiato questo R.P.V. per un sigaro volante, affermando, in buona fede, di aver visto uscire (o rientrare) degli Ufo! Mi sembra, dunque, che avere ancora dubbi sulla copertura degli Ufo come ricerca e uso di aerei, R.P.V. e satelliti militari e degli Uso come mini-sommergibili-robot, sia davvero difficile.

È avvenuto nel passato, avviene oggi e avverrà nel futuro che si tenti di coprire le ricerche belliche e si faccia passar per altre cose le armi segrete. Ma io sostengo anche che Stati Uniti, Russia ed altre potenze come la Cina, Israele, Germania e Francia, facendo tesoro dell'antico sfruttamento degli oggetti volanti (che poi erano i primi palloni, dirigibili ed aerei), dalla fine della Seconda guerra mondiale, usino, attraverso i loro servizi segreti, il fenomeno Ufo e Uso come arma psicologica.

fonte: areanews24

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