Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

giovedì 3 settembre 2009

CITTADINO DEI DUE MONDI


Italiano di nascita e cittadino dei due mondi, posso considerarmi e ne sono orgoglioso, inattuale, perciò sempre alla moda – contento io... Mi considero un mago, o uno gnostico, perché in possesso di una capacità unica e potentissima, quindi ritenuta pericolosa, quella cioè di manipolare il mio mondo psichico: niente a che fare con trucchi da fiera o con pozioni portentose alla Harry Potter. Di questa capacità, di questo dono, mai ne ho tratto vantaggi materiali tanto meno sociali. Tuttavia, seppur vivendo in un consorzio umano agnostico, pierangeliano, natgeo, clericale, dove se non appartieni alla lobby radical chic sei out, in un tale contesto secolarizzato ove l'esoterico è merce da paranoici, sono considerato peggio dei delinquenti. Non c'è cosa peggiore per questa società l'essere ritenuto eretico. Già, l'eresia, sia essa religiosa, politica o culturale, è peggio della lebbra, loro non ti perdonano. Perdonano i terroristi, inventano sanatorie per ogni crimine, ma chi strappa con il comune senso del reale è uno spregevole parìa. Poco male, meglio unico che indifferenziato. Però, che strike the balls.

Il mundus imaginalis, che è poi il nostro mondo, è un linguaggio fatto di segnacoli che deriva dal linguaggio primo, quello della Creazione. Chi intende questo meccanismo comprende la ragione dell'esistenza e il funzionamento dell'Universo, e quindi la sua Legge divina: chi se ne impadronisce o si mette a disposizione del prossimo o, e qui sta la magagna tragica, si crede Dio. Ed è proprio questa, invero, la volontà e, in definitiva, il fatale destino dei maghi “neri”, quella cioè di dominare l'Universo facendosi supplenti di Dio: ma una tale superbia ha giocoforza la propria nemesi. Come la folgore Satana cadde dal cielo, così è la sorte di chi osa troppo contando sulle proprie forze e credendo di poter essere arbitro del proprio destino, adoperando energie e conoscenze per innalzarsi come Torre babelica verso l'infinito.

Si usa questa immensa potenza per cambiare la propria vita, ma è la potenza che dirige la danza. Solo un'umiltà non strumentale, un sentire naturalmente umano può incanalare questo immane fiume cosmico verso un fine di bene condiviso, di comunione col Divino, di oceano d'amore. La tentazione di sfruttare la potenza per gonfiarsi a dismisura, acquisire potere d'esser causa, è formidabile. Nel mio piccolo, che non è poco, ho resistito senza fatica eccessiva.

Studio la religione come un'entità reale, una forza motrice nella vita delle persone. Ma che cos'è la religione, in sostanza? Perché le persone razionali ancora l'accettano? Perché tutte le religioni dell'umanità, in tutti i tempi, mostrano singolari somiglianze le une con le altre? In parte, tale somiglianza risiede nell'unità delle operazioni della mente umana. Un'implicazione di questa tesi è che ogni cambiamento nel sistema della religione ha immediatamente effetto su tutti gli altri sistemi che creano la storia: la mente forma l'azione e la religione programma la mente.

La mia non è una ricerca accademica - sono un fuori casta e scolasticamente irregolare - ma una vera ricerca di tipo cognitivo e spirituale.

Mi sono appassionato allo gnosticismo già durante i primi anni settanta del secolo scorso. I testi di Nag hammadi, riscoperti in età moderna il 1945, come in una classica spy story, erano stati nascosti per secoli perché offrivano variazioni alla Bibbia, sfidando così l'idea di verità della Chiesa cristiana. Gli gnostici vedevano la vita come sabotaggio, ribellione e fuga dagli dèi brutali che governavano il mondo. Lo scopo della conoscenza è il suo uso: ciò significa cambiare il mondo. Questi testi sono un offerta ad un ordine ideale che trascende completamente la vita come noi la conosciamo. Chiunque trovi l'interpretazione di questi non farà esperienza della morte.

2 commenti:

  1. Etimologicamente parlando 'eretico' è colui che che 'prende solo una parte'. Da cui discende che 'eretici' risultano essere proprio coloro che tale considerano te. Tu hai scelto la parte intera, gli altri solamente una infima parte del tutto.

    Ma credo che ben poco ci importi di quello che gli altri pensano di noi. L'interesse per l'esoterismo corrisponde ad una specie di chiamata, di vocazione primordiale. In altre parole chi ce l'ha non potrebbe fare altro.

    Dici giustamente di non aver ceduto alla tentazione di sfruttare eventuali 'siddhi' scaturite da un risveglio ed hai fatto ovviamente bene. Chi lo fa spreca il dono ricevuto e compromette qualsiasi possibilità di evoluzione interiore. Questo è un classico insegnamento tradizionale.

    Ignoro tuttavia le circostanze particolarissime che conducono un essere umano all'esperienza del risveglio. Ci penso, ci giro attorno da un quarantennio ormai ma non ho mai attinto a quell'istante privilegiato.
    Tuttavia non ho mai usato e continuo a non usare nessuna tecnica: se mi dovesse capitare, che sia un evento spontaneo.

    Fatto curioso davvero. Chi ci arriva in modo relativamente facile ed anche abbastanza presto e chi invece va avanti per un lunghissimo lasso di tempo od anche per tutta la vita senza mai combinare nulla. Mistero.

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  2. Sì, caro Paolo, le tecniche non determinano il risveglio, lo possono agevolare. Quello che conta veramente è il Dono di Dio. Nella fattispecie, sento che tu sia più vicino di quel che, per salutare modestia, credi al conseguimento dell'Opera. La Via è misteriosa per definizione, purtuttavia è chiara, perché quando la compiamo la riconosciamo.
    Grazie per il tuo intervento, compi un lavoro di chiarificazione con i tuoi puntualissimi interventi sul web per coloro i quali si apprestano a procedere per le strade alte.

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