Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

martedì 8 settembre 2009

LA CULTURA DELLA MEMORIA





Gli analfabeti possono essere straordinariamente intelligenti. È presso di loro che è nato il mio gusto per l’osservazione della realtà più profonda. Quando ero molto piccolo, un pauperillo in quel di Stimigliano (Rieti), accompagnavo i miei amici contadini nelle loro fatiche quotidiane, come governare le bestie, seminare, zappettare l'orto e così via. Mi meravigliavo della loro saggezza pratica. Mi insegnavano i versi degli uccelli, quando cogliere un frutto maturo e quello beccato da un uccellino era più saporito, il mistero del tempo sia meterologico che filosofico. Sì, erano dei filosofi della natura, grazie alla loro eccezionale capacità di ascolto e di osservazione. Custodi del creato. Non sapevano sicuramente declinare: rosa, la rosa, ma conoscevano le diverse specie di grano, d’orzo, d’avena, conoscevano l'erba buona e cattiva. Avevano per indicarle bei nomi, quei nomi che trasformiamo in poemi nelle nostre civiltà libresche. Mi piaceva osservarne l'andatura caracollante, il passo sicuro e sapiente. I contadini non cadono mai. Posseggono il segreto della terra, passano senza difficoltà apparente tra solchi, marane, fossi e senza mai perdere l'equilibrio. Ho così imparato a camminare senza stancarmi e senza far rumore. Ricordo, avevo cinque anni, che rivolgevo spesso ad un contadino di nome Pietro, domande strane su fantasmi, mostri, cose strane nei cieli e lui, si fermava, prendeva un fazzolettone dalla saccoccia e si asciugava il collo dal sudore e incominciava a raccontarmi storie incredibili, mano a mano si faceva più serio, perché le storie diventavano paurose, terribili a volte. Una storia in particolare mi sorprese e mi impaurì alquanto, quella del serpente con le orecchie che lo aveva sorpreso e fatto fuggire più volte. Aveva la testa grossa come quella di un cane, orecchie sporgenti, e il corpo tozzo e squamoso, due metri di carne puteolente. NatGeo e Piero Angela inorridirebbero, ritenendo inattendibili tali fatti, ma a me poco me ne cale. Era, quel mitico serpentone, il mio peggior incubo notturno, fino a quando... Tutto questo vive in seno alla terra, nella sua linfa, nel vento e sotto il cielo. Questo costituisce la vera pedagogia dell’uomo vivo e concreto, a contatto con le cose e con il mistero.

Oggi abbiamo dimenticato chi eravamo per un imbecille ipod. Conoscevamo il segreto dei fulmini e vi abbiamo rinunciato per rincorrere un quark scadente. Eppure in quei campi di grano, una antica potenza ci ricorda ancora ciò che abbiamo dimenticato.

3 commenti:

  1. Ma che vuoi,Angelo,chi potrebbe enumerare tutto quello che è andato perduto?
    Ad esempio, sere fa mi erano tornati in mente dei pomeriggi di un radioso maggio del 1957, pomeriggi nei quali mi portavano in bicicletta a prendere lezioni onde affrontare l'esamino che mi avrebbe permesso di accedere alla seconda elementare - avevo allora 5 anni e mi si presentava la possibilità di scavalcare la prima, essendo nato ai primi di gennaio -, ebbene io dico di non aver mai più rivisto simili glorie del mese di maggio quanto a bellezza del cielo e della vegetazione e quanto all'aura particolare di tutto l'insieme.
    Tali momenti magici non si sono mai più ripresentati negli anni successivi. E non si trattava solamente di uno stato d'animo mio particolare.

    Altro esempio. Nei tempi andati, nella via umida dell'Alchimia operativa si impiegava una strana mucillaggine - il nostoc - che si poteva ritrovare nelle mattine di primavera nei viottoli dei giardini o sugli stradoni sterrati di campagna. Allora di pioggia ne cadeva parecchia e tutto l'ambiente era intriso di una umidità naturale.
    Chi l'ha mai più rivista quella misteriosa ed evanescente sostanza?

    Domanda finale: il buon Dio darà la possibilità a qualcuno di noi di recuperare tutto ciò che s'è perso per strada lungo i secoli ed i millenni?

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  2. Grazie per avermi raccontato alcuni bei momenti della tua vita. Sembreremo passatisti ai più. Eppure tutto quello che è elfico al mondo non può morire. Si nasconde. Sento che presto tornerà a splendere l'aurora.

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  3. Grazie, Angelo, per questo amarcord. Il mio sogno è un po' quello di Petrarca che vagheggiava un mondo in cui le gioie terrene fossero trasfigurate e spiritualizzate.

    P.S. Si nota che Paolo è un Capricorno.

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