Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

lunedì 21 dicembre 2009

AVANTI C'È POSTO. SARETE COME DÈI.




Il linguaggio è un virus, nella misura in cui ha invaso e colonizzato le nostre menti. Noi così abbiamo perduto il contatto con la realtà delle cose. La realtà è stata rimpiazzata dalla relazione. Tale sostituzione cognitiva è stata realizzata con successo dagli stregoni moderni, i quali ci hanno venduto la mappa per sostituire il territorio da noi conosciuto per millenni. Noi oggi interagiamo con il navigatore, che parla, ci illustra la cartina geografica colorata e ci racconta che la nostra percezione del mondo e di noi stessi non può prescindere dall'interfaccia. Ci insegnano i nuovi gnostici, che il Cosmo è interamente basato su codici e quindi linguaggi, che permettono l'orbitare – illusorio? – dei pianeti e la nascita della vita. Quindi è vero che esiste qualcosa oltre al linguaggio umano, ma quel qualcosa è pur sempre linguaggio: esiste un territorio oltre le mappe, però quel territorio è a sua volta una mappa. Le parole formano il mondo come lo vediamo e adesso siamo arrivati a capire che le parole formano il mondo come è. I nuovi gnostici ci assicurano che la magia funziona perché il mondo è un codice, che è possibile modificare facendolo interagire con altri codici. Così facendo ci cambiano in maniera indolore, senza guerre né rivoluzioni. O meglio, ci rivoluzionano la vita, programmandoci con continui aggiornamenti. È in atto un golpe bianco, soffice, pervasivo, inesorabile. Viviamo un sogno lucido, dove la trama, il soggetto, la sceneggiatura sono predeterminati. In questo tempo del sogno tutto è vero, o meglio, verosimile, attraverso limiti definiti. Le nuove scuole per acquisire superpoteri, ci vendono a prezzi modici il nuovo linguaggio per dominare il nostro futuro: DÌ LA PAROLA E LA COSA ACCADRÀ.
Stringhe di programmazione strutturano la realtà e noi, come Alice nel Paese delle Meraviglie, ci facciamo guidare dal coniglio bianco. Se qualcuno di noi si dovesse accorgere che la guida nasconde in realtà il cappello a punta, agita il sonaglio, spaccia frutti impastati con decotto di fungo sacro, è troppo tardi. Addentata la mela gnostica, il suo sapore ci stordisce, ci lusinga e il dio dell'ebbrezza opera così indisturbato. Crediamo di essere e di sapere, liberi dai lacci della legge e dal divino, abbracciamo gli arcani del Potere. Ci accorgiamo, in un ultimo sussulto di coscienza, che l'abbraccio serpentino è come la camicia di Nesso. Passati oltre lo specchio, non si torna indietro.

3 commenti:

  1. Questa riflessione sul linguaggio è veramente notevole. Un po' ricorda le comunque oscure elucubrazioni di Heidegger sull'uomo in cammino verso l'Essere ed il linguaggio. Ora, il tuo acuto e puntuto articolo ci avvisa del pericolo che siamo in cammino verso un linguaggio-macchina. Quanto mai opportuno il riferimento al centauro Nesso: non dimentichiamo che i Centauri erano legati alla conoscenza... sì, ma quale conoscenza?

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  2. Giustissimo, Zret, hai perfettamente colto nel segno: la conoscenza dei centauri. Perché non fai un post alla tua maniera su questi strani esseri mitologici?

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  3. Il tuo ottimo articolo mi ha ispirato alcune riflessioni che pubblicherò quanto prima.

    Ad maiora.

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