Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

sabato 23 gennaio 2010

L’ateismo, un processo fisico

Pubblico il post dell'amico Alessandro Piccioni.

Soltanto la modernità possiede l’organo chiamato neocorteccia, soltanto nell’epoca quaternaria (Kali Yuga) è apparso, e soltanto negli ultimi millenni l’ateismo si è materializzato. La neocorteccia è un organo antispirituale, ma è l’organo che costruisce la realtà, e questo pone enormi problemi. Il conflitto esistente tra scienza e fede, è il più banale di questi problemi. Sostenere che nel corpo esiste un organo antispirituale, è una presa di posizione assurda, ma necessaria quanto esatta, forse. Nell’epoca quaternaria, il cervello ha subito uno sconvolgimento che ha confinato gli organi deputati alle attività spirituali all’interno, ponendo in periferia il nuovo organo di comando: la neocorteccia. Ovviamente il centro spirituale è rimasto intatto, conservando perfino il proprio elemento simbolico anche al livello formale, tuttavia soggetto all’influenza obnubilante degli organi posti alla superficie, divenuti paradossalmente ‘il centro’. Gli organi spirituali perciò, giacciono intatti all’interno, e la neocorteccia impedisce ogni attività di scavo, a meno che non si compia un lavoro di recupero doloroso e spiritualmente, e fisicamente. La riconquista del centro, infatti, è anche un fenomeno fisico, che provoca tensioni anche violente, ma tutte sostenibili con le dovute cautele. Perciò l’organo guida dell’epoca quaternaria è un organo superficiale la cui essenza è la mancanza di centro, il relativismo assoluto, riscontrabile in ogni opera posta nella realtà, la quale, a sua volta, è una costruzione dell’attività neocorticale, un circolo vizioso, un anello pernicioso fatto delle nostre stesse membra. Per questo occorre uno sforzo sovra-umano, l’uomo deve superare se stesso, abbandonando la categoria dell’essere, del divenire, del concetto. Superare la realtà, ciò che è sostanziale e perfino formale, solcare il proprio istinto, la propria coscienza, il proprio pensiero, spezzare l’attività connettiva. L’epoca ricerca ovunque delle connessioni, sta scavando nel proprio cervello, catalogando, facendo statistiche, dividendo il corpo umano come una mappa, dividendo la neocorteccia, nella speranza di ‘trovare le ragioni di Dio’, ma è evidente che una volta raggiunto il traguardo di aver trovato il modo in cui si manifesta questa o quell’attività spirituale, non sarà stato raggiunto praticamente nulla, piuttosto si sarà rafforzato il dominio dell’anello, dei sistemi che questo ha posto: la categoria della dimenticanza è quella più sottile e difficile da notare, perché essa può essere soltanto sentita e non pensata. Gli organi predisposti alle attività sentite, sono sepolti dalle attività della neocorteccia, e per questo è molto facile scambiare le attività spirituali per sciocchezze, assurdità, idiozie primitive dovute a mancanza di sviluppo della sostanza grigia, quando in realtà è proprio questa in via di “avviluppo’, cioè di contorcimento, non sviluppo. Dio non è nella neocorteccia cerebrale, non è un’attività corticale, perché questa è l’essenza della negazione di Dio, ben dissimulata. Laddove Dio è dimostrato, è evidente una lontananza da Dio perniciosa, perché l’essenza della dimostrazione è il nulla, e non Dio. Ogni dimostrazione è un’attività dell’anello, nel quale l’Oscuro posa gli antichi sigilli del male sopra. La dimostrazione perciò, è un cortocircuito per cancellare nell’uomo la sua situazione spirituale. I concetti, i pregiudizi, i dubbi, la ragione, la fede, la scienza, presuppongono sempre in sé la dimostrazione, elemento di disturbo verso la riconquista della purezza spirituale. Ma l’uomo è dotato di antichi antidoti naturali, che non lo abbandoneranno mai, e saranno sempre presenti per chi voglia recuperare. Basta citare la malattia mentale, la quale, altro paradosso, permette di recuperare la dimensione spirituale, avendo abbattuto la rigida sfera delle connessioni. Si presenta perciò questo fatto controverso: alcune malattie sono un bene, così come il dolore e la sofferenza. L’ateismo, l’assenza di Dio nell’uomo, è un disturbo fisico, che andrebbe ‘trattato in sede clinica’…sarebbe auspicabile, visto che le chiese non bastano più.

3 commenti:

  1. Concordo^^
    La sofferenza ti fa sentire più vicino a Dio, io lo so....Grazie Alessandro, io non me lo ricordavo più...

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  2. Veramente un articolo di notevole spessore. Si potrebbe scrivere molto sulla sofferenza e su Dio, ma va bene così.

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  3. Tesi assolutamente inostenibile quella della neocorteccia quale radice dell'ateismo visto come male supremo dell'uomo. Ma chi l'ha detto poi che l'ateismo sia la iattura più grande che possa capitare agli esseri umani?
    Esistono atei dichiarati che si comportano in modo rispettabilissimo e che non torcerebbero un capello ad alcuno mentre sono esistiti ed esistono tuttora 'credenti' che si comportano da autentici criminali.

    Evola parlando a proposito dell'ateismo, affermò che tale 'forma mentis' deriva da una carenza - vale a dire, è come se mancasse l'organo della conoscenza spirituale a chi non crede in Dio e nei mondi invisibili - e men che mai ad un effetto della 'neocorteccia'.

    E poi perchè definire il Kali Yuga 'era quaternaria' quando il cosiddetto Quaternario appartiene alla classificazione delle ere geologiche? Notoriamente l'Età Oscura si inquadra in una classificazione di tutt'altro genere.

    E via di questo passo...

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