Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

venerdì 19 febbraio 2010

MONDIALISMO E COCA-COLA? NO, GRAZIE.



La minaccia che, a causa degli Stati Uniti, pesa sul mondo, è quella di una forma
particolarmente perniciosa di universalismo e di egalitarismo. In questo mondialismo americano, scorgo una vecchia chimera anglosassone, una parodia della vera universalità. Gli Anglosassoni hanno perfettamente ragione ad essere mondialisti, perché il mondialismo non può portare che all'americanizzazione del pianeta. Ma per l'Italia, per l'Europa, per il Terzo Mondo questa via significa la morte individuale e collettiva, la fine di ogni civiltà diversa, la fine di ogni differenza. È una minaccia che lascia pensare. E che, al di là dell'utopismo velleitario come delle recriminazioni di circostanza, induce a meditare sulla necessità di prendere una doverosa distanza di fronte ad un paese che, consumando la cultura ed i 'cervelli' dell'Europa, ci dà in cambio dei regali chiamati free jazz e rap, Jesus revolution e star system, coca-cola, blue jeans e melting pot, sex revolution, gay power, gadgets e slogans, drugstores, supermarkets, pop art, senza dimenticare la guerra delle gangs, la nuova psicanalisi, l'antropologia sociale, il behaviourismo, la pedagogia anti-autoritaria, la pornografia, la promozione delle masse, l'architettura modulare, la moda unisex, il biblismo sociale, etc. Certo, il pericolo americano non è il solo ad offuscare le nostre speranze. Ma bisogna, per evitare la padella, puntare sulla brace? Fra la speranza che, oggi, aliena la nostra maniera di essere e quella che domani s'impadronirà forse della nostra libertà d'azione, è davvero necessario scegliere? Non essendo americano oggi non voglio essere cinese domani. Perché un popolo che ha perduto la sua azione non è già più in grado di assicurare la sua integrità fisica. Molti, del resto, risolvono già il problema a modo loro. Sono al tempo stesso filocinesi e filoamericani. Sono gli adepti del marxismo coca-cola. Forse verrà un giorno, in Europa, in cui gli uomini non
cercheranno di essere che se stessi. In caso contrario le cose andranno avanti altrove e
senza di loro. L'Europa nel suo insieme si trova oggi tra la forca dei mercanti/banchieri unita alla frammentazione del tessuto sociale e culturale, e un ritorno – insperato a dire il vero - alla fiamma d'Occidente che cova sotto la cenere.

Dedico questo post a quei fessi di disFare Futuro.

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