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1.
Potenze primigene, prima razza madre, multidimensioni, esseri celesti, sono i punti chiave di Scandurra. Una posizione centrale dei suoi insegnamenti, imprescindibile, riguardava l'ascesi o la trasformazione alchemica, come la definiva lui. Tuffi e immersioni in succulenti fondali fenomenologici: ecco il programma da noi seguito. Diventare quello che siamo sempre stati: destare gli dèi in esilio. Come primo passo verso la Via, dovevamo imparare a consultare l'oracolo; ma non nel senso letterale e ordinario. Scrutare i segnacoli, le coincidenze, i nessi, che incontravamo ogni giorno. Tutto il cosmo ci parlava, di continuo, eppure non ce ne accorgevamo. Dovevamo affinare i sensi per poter ricevere l'energie del cosmo, ossia dei piani più sottili, sovrasensibili. Come? Attraverso un ricettore d'energia lunisolare che dovevamo costruirci secondo un disegnino, un ankh, la chiave della vita, che Scandurra con tratti infantili ci aveva messo a disposizione. L'obiettivo era quello di polarizzarci in fluidi cosmici e utilizzare l'antenna ricettrice per immagazzinarli nel nostro corpo. Chiedemmo al maestro che materiale usare per il ricettore. Ci rispose che avremmo trovato quello giusto per ognuno di noi. Parallelamente all'antenna ricevente, ci diede un altra consegna per la nostra asana. Seguire un regime alimentare duro, per almeno quaranta giorni, evitando alcolici, caffé, carne. Ci dovevamo cibare di frutta (ce la passava lui, di quella speciale), latte, verdure crude e acqua del sindaco, di quella corrente. Era necessario questo regime perché favoriva l'esteriorizzazione del doppio, il corpo eterico.
Trasmutare l'unità corpo-mente, per essere in grado di ricevere gli influssi cosmici; e per trasmutare l'unità corpo-mente, c'era bisogno di captare gli influssi cosmici. Chiaro, no?
Per entrare nelle botole e oltrepassare la linea spazio-tempo, avremmo dovuto fare qualche sacrificio. Estrarre la nostra essenza e trasformarla in quintessenza. Elementale, Watson...
2.
Chi ha studiato e praticato l'occultismo, è a conoscenza dei mezzi empirici utilizzati dagli stregoni per riuscire a realizzare la propria volontà. Il maleficio è il mezzo più noto da sempre. Stregare qualcuno vuol dire proiettarlo in un'immagine che lo rappresenta e, in virtù delle leggi magiche di analogia, colpirlo indirettamente nella persona con atti esercitati su quell'immagine, il volt, in francese arcaico. Nel volt l'operatore nasconde la sua volontà formulata. Secondo Scandurra la stregoneria è una sopravvivenza corrotta di una raffinata scienza della mente. L'azione stregonesca non fa che riprendere una prassi ascetica del pensiero condensato, dinamicizzato e poi proiettato.
Ovunque, a tutte le latitudini e in ogni epoca, gli uomini hanno costruito e poi eretto riproduzioni scolpite, talvolta gigantesche, di esseri o di simboli misteriosi. Che queste riproduzioni siano di pietra metallo legno, le immagini appartengono, nello stesso modo dell'arte piramidale, a una scienza universale applicata dagli uomini prima dell'ultimo diluvio. La loro destinazione originaria sfugge alla cultura moderna. Vi è un legame che collega tra di loro le statue gigantesche dell'isola di Pasqua, gli Atlanti del tempio di Tula eretti dai toltechi, i Totem dei nativi dell'America del Nord, gli Dèi dell'antico Messico, i monoliti eretti dai celti e dagli ebrei, il Bafometto dei templari, i colossi dell'Anatolia, le madonne nere adorate nelle cattedrali gotiche cristiane. Se cerchiamo il legame misterioso che tiene unite queste diverse opere, scopriremo che le civiltà scomparse conoscevano e padroneggiavano una forza della Natura, nascosta ma presente ovunque. Gli alchimisti medievali e rinascimentali poterono ancora utilizzarne la potenza; nel XX° secolo invece, i moderni apprendisti stregoni hanno ricercato il suo inverso, distruttivo e letale, spaccando atomi e manipolando cellule, alla conquista di quel potere che presumono sia nascosto dentro la materia. È la Luce Cosmica, energia di espansione e di separazione, libera dalla morte (la persona non muore), permettendo al Sole di rinascere. I maghi antidiluviani, guidavano il mondo; alcuni presiedono tuttora alla sua evoluzione; tutti hanno avuto ed hanno ancora a loro disposizione una forza della quale i profani non conoscono la chiave. Questa forza emana dall'uomo e circola liberamente nella Natura e mette la vita in movimento.
3.
La luce di Atlantide fu proiettata sulla terra nera bagnata dal grande fiume. La civiltà egiziana è la sola che abbia saputo costruire con la coscienza dell'eternità, della lotta contro il tempo. Queste costruzioni fanno parte degli accessori sconosciuti dell'antica sapienza atlantidea. I sacerdoti dei santuari di Heliopolis e di Menphi non ignoravano nessuno dei segreti della vita universale. Sapevano maneggiare la Luce Cosmica designata col vocabolo di Nahash nel Sepher Bereshit di Mosè. Tale potenza doveva rimanere nascosta, dimenticata, avvolta necessariamente nella leggenda: era più facile far credere che fossero solo fantasticherie di popoli primitivi e superstiziosi...
Questi segreti risiedono in qualcosa di semplice, come tutto ciò che è grande. La verità è nella semplicità. La dinamizzazione del pensiero vivente e la sua proiezione, modificano le correnti della Luce Cosmica modellandole. L'idea trasformata in materia, unita all'esatta conoscenza delle correnti telluriche, permette di ottenere risultati prodigiosi. Il Nahash, sottoposto al pensiero vivente, si condensa e si accumula. I sapienti egiziani accumulavano grani di energia, immagini dei loro desideri e della loro volontà, all'interno di monoliti incisi e scolpiti. Tutti quelli che ritroviamo oggi appartengono a quella scienza che fu maledetta dai mercanti di religione. Queste immagini svolgono ancor oggi, il ruolo che migliaia di anni fa assegnarono loro i sacerdoti che le eressero.
4.
L'arte gotica nasconde la chiave della quarta dimensione e i misteri di una scienza sacra che gli iniziati si sono trasmessi dall'origine del mondo ad oggi. Dalla grande piramide di Cheope alle cattedrali, esiste una stretta correlazione. Quella di Strasburgo è alta 124metri. Il metro è la decimilionesima parte del quarto del meridiano terrestre. Per la geometria di questa cattedrale è stata utilizzata un'altra unità di misura, anch'essa basata su una delle dimensioni del nostro pianeta, e che dà delle operazioni senza resto. L'unità in questione è stata impiegata nella costruzione di Cheope, del Partenone e di alcune cattedrali francesi. Quella di Strasburgo ha una torre unica al mondo: la sua altezza è uguale all'altezza della sua base in rapporto al livello del mare. Il suo orologio astronomico, secondo un computo ecclesiastico dà l'ordine dell'anno nel ciclo lunare, permettendo così di conoscere le date precise nelle quali cadranno le lune nuove dell'anno. Questo è il numero aureo ecclesiastico, da non confondere con il numero aureo degli antichi. Poco distante dalla cattedrale, si trova il museo dell'Opera di Notre-Dame con la sala dei Massoni. Il monumento fu terminato il 1439, e da quella data si insediò la Loggia Suprema dei Massoni del Sacro Impero Germanico, possessori del vero numero aureo, chiave dell'antica architettura e base dell'armonia e delle proporzioni. Si dice che i massoni di quella Loggia avrebbero posseduto il Graal, nascosto ai profani da una rampa a campo magnetico di trasferimento, l'interruttore è situato in un altra cattedrale, quella di Colonia. La geometria e il simbolismo del monumento alsaziano, ci conducono verso rapporti tra le sue dimensioni e quelle di Cheope. Un esempio su tutti, il suo rosone a sedici petali che ha per centro un pentagono. Questi elementi disseminati nella cattedrale, si spiegano con l'applicazione del numero aureo, cioè la sezione aurea che è la divisione di una lunghezza, tale che il rapporto tra il segmento A e il più piccolo segmento B sia uguale a quello tra la lunghezza totale A+B e il segmento A. Questo rapporto, il cui valore universale è di 1,618 (una cifra tanto importante quanto il fattore pi greco), non è solo primordiale per il suo aspetto matematico, ma anche per il suo aspetto geometrico, a causa delle triangolazioni che ne derivano. Questo fattore fu applicato da pittori eccelsi per tracciare i loro quadri su canovacci geometrici. È la chiave dei grandi maestri dell'architettura.
La cattedrale gotica è l'enorme reliquiario delle grandi tradizioni della geometria esoterica, che collega la dimora filosofale (così Fulcanelli) a un sapere nato all'alba del mondo e nascosto dopo l'ultimo cataclisma. In ogni cattedrale gotica c'è un punto dove è sufficiente appoggiare un dito per far sì che l'intera costruzione crolli. Non mi risultano crolli, quindi il segreto è ben custodito. E vi è pure un altro punto sul quale una semplice pressione dopo aver pronunciato una parola vibrata, provoca l'apertura verso un mondo parallelo. A tale proposito, mi risulta invece che centinaia di persone dal medioevo ad oggi, hanno tentato di trovare il punto di accesso. Qualcuna ci sarà riuscita? Il segreto dei Templari e dei mastri tagliatori di pietra, riguardava la conoscenza dell'esistenza di altre dimensioni e il modo per accedervi. Sappiamo come andò a finire.
5.
Quando si parla della forma di un oggetto noi pensiamo allo spazio che occupa, facendo astrazione dalla materia di cui è composta. Lo spazio non è definito unicamente dalla grandezza dell'oggetto, cioè le distanze che separano le sue diverse parti; si tiene anche conto delle relative direzioni e della curvatura delle superfici. Tre dimensioni determinano la forma dell'oggetto: lunghezza, larghezza, altezza. Il segreto della arte occulta consiste nel calcolare, per mezzo del numero aureo, la forma di un oggetto a tre dimensioni nel quadro dell'armonia universale. Lo spazio che occupa allora questo oggetto, e la sua forma particolare, aprono la porta che dà sulla quarta dimensione. Ne diventa lo strumento vettore che permette di entrarvi. L'esperienza, mostra che nel nostro spazio a tre dimensioni i volumi sono proporzionali ai cubi delle lunghezze. Partendo da questa constatazione possiamo capire che in certi casi la forma e il volume di un corpo, calcolati con l'aiuto della geometria e della matematica ermetiche, fanno di questo corpo un passaporto per un universo parallelo. Fondamentale, quindi, è la conoscenza dei rapporti esistenti tra il mondo degli effetti e quello delle cause.
Le stesse iniziazioni, alludevano alla possibilità di far percepire al neofita la dimensione che gli è nascosta dall'imperfezione dei suoi sensi e dalla sua sordità alle realtà superiori. I libri di Fulcanelli, uno dei pochi, genuini alchimisti del ventesimo secolo, sono manuali operativi che permetterebbero la trasmutazione animico-energetica del discepolo, e usufruendo dei punti di comunicazione tra due mondi – le cattedrali e le spolette - l'uomo nuovo potrebbe dispiegare le sue ali e viaggiare oltre il tempo e lo spazio. Pochi crederanno a quanto affermo, e sono quei pochi che hanno tentato l'impresa. Grazie a Scandurra e al duro lavoro, ho potuto sperimentare l'immersione in varchi interdimensionali, passando da un universo ad un altro.
Il passaggio si effettua grazie all'azione di un campo di energia sottile ma diffusa, Luce del Mondo secondo gli alchimisti, una spoletta, un comune oggetto (ve ne sono al mondo alcune migliaia) ma non per questo meno nobile, che è la chiave e l'innesto, che è un processo mentale.
Chi possedesse questo pericoloso segreto, potrebbe apparire senza lasciare tracce in luoghi lontani o dimensioni aliene, per poi scomparire all'istante.
Scandurra riteneva che i padroni del mondo impiegavano risorse e mezzi considerevoli per scoprire il segreto del trasferimento dimensionale. Alchimisti, ermetisti, sciamani e salta-fossi scandurriani, hanno trovato la chiave di accesso e se la sono tenuta ben stretta. Minacciati, imprigionati, torturati, piuttosto si son lasciati morire; qualcuno è riuscito ad adoperare quel potere per sgattaiolare via, dove nessun tiranno potrebbe mai trovarlo.
Il segreto tecnico dell'apertura della botola che si affaccia su dimensioni tangenti, lo si trova negli insegnamenti interni di confraternite di regolarità millenaria, oggi in sonno. Ma pure presso uomini incredibili, che scelgono di rimanere nell'ombra, nell'attesa di incontrare una persona degna e pura di cuore, per trasmettere il dono. Già, perché di dono si tratta, senza prezzo.
6.
Le teste d'uovo della NASA, sono convinti che l'astronautica non ha un gran futuro, al di là della propaganda per le masse. Il Pentagono, che è il vero grand commis della Nasa, ha pianificato un progetto avveniristico, alla luce di un ovvio e quasi banale convincimento: è oneroso e poco produttivo, il viaggio a bordo di astronavi per andare da un pianeta ad un altro. La soluzione è il “teletrasporto”, noto grazie ad una fortunata serie di telefilms, Star Trek, saga fantascientifica che ha avuto inizio nel 1966 e ideata da Gene Roddenberry. Il Pentagono ha investito valanghe di dollari sul teletrasporto alla Star Trek, in cui un corpo umano verrebbe "scomposto", trasferito in un altro punto dello spazio, e quindi "ricostruito". Gli scienziati a stelle e strisce avrebbero così analizzato una cavia umana (perché di cavia si deve parlare) da teletrasportare, atomo per atomo, memorizzandone completamente la configurazione (ammesso che sia possibile farlo). Avrebbero poi fatto viaggiare questa informazione in un altro punto dello spazio, dove una quantità di atomi identica a quella iniziale è stata assemblata per riprodurre fedelmente la cavia di partenza. Il teletrasporto sarebbe simile ad una telescrivente olivetti, che trasmette messaggi di testo attraverso la rete telegrafica: l'informazione contenuta nel messaggio che scriviamo sul nostro dispositivo telex viene inviata e ricostruita da chi la riceve. Quello che viaggia è l'informazione, non la materia. Diversi e serissimi sono i problemi quando il messaggio da inviare è l'uomo:
-come estrarre tutte le informazioni contenute in un uomo;
-è per ora impossibile conoscere velocità e posizione di una particella secondo la fisica quantistica;
-non si conoscono le dinamiche della coscienza del viaggiatore durante il teletrasporto;
-non si è sicuri se l'uomo teletrasportato sia effettivamente lo stesso della partenza o un duplicato;
-l'io del teletrasportato potrebbe essere diviso.
Credete che queste domande se le siano poste quelli del governo-ombra made in USA?. La posta in palio è più importante di una vita, che è come ben sapete, sacrificabilissima quando ci sono in ballo le ragioni di stato e la leadership mondiale. Cosa è successo? Ebbene, alcune decine di cavie umane sono scomparse chissà dove, altre, invece, sono state ritrovate nel posto di assemblaggio, ma trasformate in una poltiglia di carne irriconoscibile. Orrore allo stato puro. Da dove ho attinto queste notizie? Teletrasporto, Scotty!
Gli scienziati non sanno una cosa che un fruttarolo viterbese ha da sempre sostenuto e dimostrato: quello che si rompe non ritorna più com'era prima. Passare da una dimensione ad un altra, è come trovare un guado per andare da una riva all'altra di un fiume. Difatti, l'accesso ai piani interdimensionali così come ce lo ha insegnato il maestro, non si avvale di ipotetici macchinari teletrasportatori, ma dell'insieme di fattori necessari: portali collocati in luoghi ove la barriera spazio-tempo è più sottile (l'acqua bassa), spolette e processi mentali speciali. Si varcano così i mondi.
7.
Sin dalla Seconda Guerra Mondiale, i governi alleati, l'Urss e il III°Reich, ufficiosamente, hanno investito capitali ingenti al fine di studiare e sviluppare le facoltà latenti dell'uomo. Sensitivi, maghi, medium, sono stati vagliati, selezionati e utilizzati per spionaggio, sabotaggio e condizionamento psichico dell'avversario. Non contenti, i governi alla fine della guerra hanno orientato verso altri obiettivi le loro ricerche psi. L'ossessione dominante americana e sovietica era ed è rappresentata dal viaggio dimensionale, con strumenti e uomini in grado di spostarsi da un universo ad un altro. Oltre all'uso fallimentare di teletrasporti tecnologici, come ho accennato sopra, le èlites politico-militari hanno sviluppato programmi sulla medianità, la vecchia ma sempre misteriosa modalità dell'anima che, in determinate condizioni, produrrebbe fenomeni di trasferimento di corpi nello spazio e nel tempo. I risultati, allo stato attuale delle cose, sono più lusinghieri di quelli tecnologici. Al contrario delle apparecchiature per il teletrasporto, le energie che si innestano durante lo stato medianico, sembrano non costituire rilevanti contro indicazioni per il sensitivo. Le èlites però non si faranno certo degli scrupoli, pur di conseguire gli obbiettivi.
8.
Il mio maestro conosceva le botole, antiche porte di accesso interdimensionali, disseminate un po' ovunque, ma non illimitate. Conosceva su dove affacciavano e la strada per il ritorno. Non si tratta di scomporre trasferire e ricomporre un corpo umano, come ipotizzato dagli scienziati. È la struttura stessa della dimensione a farsi più sottile, più permeabile, permettendo il passaggio da un universo ad un altro senza effetti collaterali per il viaggiatore. Non è poco, non credete? Qualcuno si domanderà, che se è vero quanto vado affermando, mi troverei in serio pericolo, anzi, sarei già 'terra per ceci'. Dovete sapere una cosa; quando conobbi Scandurra, il 1971, mostrò a me e agli altri i suoi poteri pazzeschi, con facilità e semplicità. A noi dell'anonima talenti chiese solo un piacere: di adoperarli soltanto per i compiti specifici interdimensionali, in considerazione del fatto che qualsiasi altro uso avrebbe comportato il risucchio del trasgressore nel baratro senza fondo.
Il 1978 fu avvicinato da agenti governativi di paesi stranieri, facile capire di quali, che avevano ricevuto informative su questo tipo strano e povero (la sua condizione sociale ed economica, destava curiosità e sconcerto). Scandurra, riuscì a defilarsi con semplicità, come? Li accompagnò presso alcuni punti di accesso genuini (fossi naturali e leghe di acqua salmastra, per lo più) e indicò loro come fare per attraversarli. Nessuno di questi agenti ebbe lo stomaco di immergersi in un fosso melmoso, puteolente, e che sembrava tutto meno che una porta verso l'infinito. La pratica “Scandurra” fu chiusa.
Il suo segreto rimane inviolato non perché ben custodito, ma perché è buon senso ritenerlo impossibile, una fantasticheria generata da una mente disturbata. Immersioni in varchi interdimensionali? Dentro un fosso malsano? Puah, è così poco esoterico e anti-scientifico...
VERSO LO SCALO INTERDIMENSIONALE: TERRANUSI 2
Il salone fu spazzato via da un vento gelido che emetteva un rombo spaventoso, come un ruggito. Insieme al rumore fortissimo, il vento trasportò verso tutti noi una fiumana di cose, pezzi di stoffa colorata, erbaccia, semi, spezzoni di specchi, residui molli come gelatina, ossa di animale o di uomo. Roberto ed io, istintivamente, ci gettammo per terra, a pancia sotto, coprendoci la testa con le mani. Cercai di dire qualcosa, ma il suono era così assordante da non permetterci nemmeno di comunicare fra noi. Non capivo cosa succedeva. Era così inaspettato tutto questo che mi bloccava ogni capacità di pensare. La mia visione globale, compariva e spariva, come un falso contatto. Che cosa potevo fare? Roberto mi toccò sulla spalla e mi invitò ad alzarmi. Con la testa abbassata e incurvato, lo seguii. Di tutta fretta ci avvicinammo ad una porta poco lontana, verso l'interno del palazzo. Arrivati davanti, essa si aprì automaticamente; immetteva in un montacarichi, così grande che poteva starci tranquillamente un camion. Entrammo senza indugi ulteriori. Dopo qualche secondo, il tempo di riprendere fiato, che mi resi conto della preoccupazione di Roberto. Gliela si poteva leggere in volto.
“Quel vento non era naturale. Abbiamo attraversato uno spazio esmerico, pregno di cose e forme-pensiero di chissà quale popolo. Sembrerebbe che qualcuno non abbia gradito la tua visita. Ci sono esseri ostili”.
Mosse delle piccole leve da un quadrante posto ad altezza-uomo sulla parete. Leve, corone, ganci e incavi, non davano esattamente l'impressione di un aggeggio elettrico, ma meccanico. Non notai alcun movimento del montacarichi. Passarono una decina di secondi. Roberto mi diede una pacca sulla spalla.
“Bene, siamo arrivati, Angelo, al sicuro da interferenze psichiche indebite. Ci troviamo ad alcuni kilometri sotto terra. Ora vedrai la grandezza degli ingegneri cosmici. Terranusi deve ancora svelare le sue meraviglie”.