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La cosmovisione di Malanga. Si sta un po' stretti. |
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C'è qualcosa di comunque grande. |
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Io così vedo l'angelo. Luce che illumina. |
Gli angeli sono Intelligenze, composti di materia sottile, praticamente luce che penetra ovunque. Mercuriali, messaggeri, istruttori, talvolta monelli. Un angelo va dove è la luce, evitando accuratamente l'addensarsi della materia nelle ombre, nel buio, nell'oscurità. Non per timore, ma per scarsa simpatia. Per la disarmonia, rumore, stonatura che un simile volo troppo radente comporterebbe... Vi è chi guida e custodisce il singolo uomo e chi un paese, un continente, un mondo. Guardiani di porte dimensionali, ma anche di punti-ciechi per rintuzzare quando possibile i loro omologhi oscuri. Alcuni presiedono al passaggio degli esseri umani da uno stato ad un altro. Altri, pochi a dirla tutta, orientano i pellegrini lungo le vie iniziatiche: in sogno, attraverso segni, anche prendendo sembianze umane. Sorvolano i campi di battaglia onde evitare che i goeti assorbano le latenze psichiche dei cadaveri.
Questo è ciò che penso, credo e sperimentato. Ma non tutti sono del mio avviso, e non ci sarebbe niente di male. Anzi. Però vi è una corrente di pensiero, quasi una setta ereticale, che sostiene tutt'altra cosa, in antitesi al senso comune, alla cultura tradizionale.
Volete conoscere chi sono? Basta acquistare – lo consiglio vivamente - l'ultimo numero di XTimes d'agosto, lo speciale “Angeli e Nephilim”. In realtà, è un vero e proprio manifesto neognostico, che trova in Corrado Malanga la guida morale e intellettuale. La teoria dell'autore, si può riassumere così: gli angeli, quelli amati e rispettati da tutti i popoli in ogni tempo e luogo, sarebbero degli alieni che manipolano il genere umano per fini ignobili. Vi è ormai noto il mio punto di vista sulle tesi generali dell'ex ufologo. Mi preme qui affermare forte e chiaro – sempre secondo quanto so e sperimento – la realtà e la presenza degli angeli nelle umane cose, la loro essenza benigna e che essi non possono essere in alcun modo equiparati ad alieni e demoni. Non me ne voglia l'ottima Lavinia Pallotta, che saluto, ma credo che si debba poter discutere liberamente su aspetti dello spirito decisivi per la nostra stessa esistenza. Non sto a far proseliti, tanto meno mi metto a parteggiare per una 'chiesa' piuttosto che per un altra. La rivista XTimes è letta da tantissime persone, affronta argomenti spinosi con coraggio e competenza, diciamo è la punta di diamante di una certa cultura alternativa, non è però esente da critiche – e chi non lo è? Se mi permetto di esternare ciò che penso in merito, è proprio per la simpatia e la stima che ho nei confronti degli autori che sgobbano non poco per pubblicarla; ha ospitato anche alcuni miei articoli, che sarebbero stati rifiutati da Pinotti o altro editore. Quindi, se segnalo alcune storture che a mio parere ho rilevato nello speciale, è soltanto per dare, spero, un contributo alla conoscenza.
Nel nostro milieu culturale, è diffusa la convinzione che la Chiesa Cattolica di Roma sia il male assoluto, il centro del potere internazionale, covo dei tradimenti più turpi e delle verità celate, alla faccia di milioni di credenti ignari della stratosferica truffa subita. Il rischio di tale convinzione sta nel confondere i mascalzoni, che ce ne sono eccome, con il deposito invisibile, sacro, spirituale che Cristo ha lasciato a tutti noi, anche oltre l'istituzione e la Gerarchia. Non si può rigettare tutto, senza distinguo, approfondimenti e analisi. Malanga si contrappone al sacro con formule arbitrarie, esegesi da 'dilettanti allo sbaraglio', aggredendo in modo scomposto e privo di dottrina la Tradizione e sostituendola con forme spurie di gnosi, allestendo una paccottiglia ideologica che genera confusione e perdita di coordinate esistenziali. Si vorrebbe sostituire alla religione cattolica – il principale bersaglio dei nuovi gnostici - e alle religioni in genere, una forma di cultura del potenziale umano dalla connotazione superomistica che indica, per la salvezza dell'uomo, un approccio libertario alla realtà, lontano dai tabù, dai dogmi e dalle gerarchie, per una sorta di onanismo dello spirito. Egli propone in pratica un itinerario cognitivo senza ancoraggio. La legittima sete di sapere di Corrado Malanga e dei suoi epigoni, supera sì convenzioni e scientismo, ma li spinge oltre il conosciuto senza l'ausilio di una bussola, senza una stella polare di riferimento; tale viaggio a tentoni non può che farli sbattere contro gli scogli. Per navigare bisogna conoscere il mestiere e la rotta, altrimenti si va alla deriva.
Dicevo degli angeli. Beh, quando si vuole distruggere le colonne e il fondamento della Tradizione, tutto diventa confuso. Si contestano le esegesi specialistiche dei libri sacri, sostituendole con altre di seconda mano, adattandole senza criterio alla propria tesi. Così facendo può succedere di tutto, il bianco diventerebbe nero, il bene sarebbe la maschera del male, e questo ci porterebbe verso un'inversione semasiologica pericolosissima. Si scambiano i livelli, si confondono i piani. Extraterrestre diventa sinonimo di ultraterrestre, il trascendente si abbassa all'immanente. L'ufologo come lo conoscevo io, si ''limitava'' a classificare i rapporti-ufo, interrogare i testimoni, fare ricerca sul campo. Oggi, l'ufologo che, beninteso, non ha fatto un passo avanti che è uno rispetto al suo collega degli anni sessanta, si cimenta in campi sdrucciolevoli, quelli dell'interpretazione del fenomeno, della sua natura e si appiattisce, senza uno straccio di verifica, sui racconti dei presunti rapiti sotto stato alterato di coscienza. Da qui reinventa una nuova cosmovisione dell'uomo e della vita, riempie il pantheon di antichi dèi e prevede disastri immani. Si prendono a prestito dottrine eretiche – e non perché definite tali dalla Chiesa egemone – per suffragare l'azione devastante delle potenze dell'aria che, attraverso canali sensibili come quelli medianici, inducono gli operatori a diventare cassa di risonanza per le loro trame.
Quando Scandurra mi disse di buttarmi nel fosso puzzolente, lo feci sia per fede che per diretta conoscenza di quello che sapeva fare il mio mentore. Provavo per capire. Mi rivolgo ai nuovi filosofi: sperimentate direttamente l'abisso alieno prima di credere che sia l'unica realtà. Il terrore di tale esperienza sarà così grande, che vi farà mettere mano al santino di padre Pio che tenete stipato nel portafogli. Sì, proprio il santino che quei creduloni un po' fessi, tra i quali il sottoscritto, considerano un simbolo sacro che rimanda a quel piano divino dal quale tutto proviene.
LA MIA ESPERIENZA ANGELICA
Possedevo un libricino datomi dal vecchio parroco di Stimigliano (Rieti) dove ho vissuto dal 1958 al 1964. Vi erano le preghiere canoniche e le immagini sacre per la devozione. Le particolarità del libretto riguardavano sia la sua provenienza, la Francia meridionale sia il suo mistero nascosto. Il prete mi disse di custodirlo come se fosse il più prezioso dei tesori, perché l'aveva tenuto in mano un angelo, di quelli alti in grado e che vi aveva nascosto una sua piuma. Io non compresi bene cosa intendesse, comunque lo conservai nella mia cameretta come una reliquia. La curiosità cresceva di giorno in giorno, fino a quando mi decisi di analizzarlo per benino, al fine di scoprire il suo segreto. Lo smontai come facevo con i giocattoli. Di piume o di altro non c'erano tracce. La sua rilegatura, la copertina traslucida bianca e le pagine di carta finissima, lasciavano capire che si trattava di una edizione pregiata. Oltre a ciò, non vi erano segni di matita o piegature che potessero indicare qualcosa di utile allo svelamento del mistero. Avevo sei anni il 1964 e prima di trasferirmi con la mia famiglia a Viterbo, mi recai in sagrestia a chiedere al parroco cosa volesse dire con la presenza di una piuma appartenente addirittura ad un angelo, anche perché non avendola trovata mi rimaneva difficile comprendere il senso. Lui con fare circospetto, mi disse che il possessore del libricino, un nobile francese di Carcassona, gli aveva predetto che un bambino che aveva nel nome un Angelo sarebbe stato il destinatario di un compito assai strano, che avrebbe avuto a che fare più con l'altro mondo che con questo e perciò gli sarebbe servito un salvacondotto. Il parroco mi confidò inoltre, che gli angeli non avevano in realtà le piume e che essendo puri spiriti potevano apparire a piacimento in qualunque posto, da un mondo ad un altro in un batter d'occhio. La 'piuma' in pratica era una vibrazione angelica di cui era intriso il libretto, e lui la chiamò 'grado'. Gli chiesi ancora a cosa servisse il 'grado'. Vidi il viso di quell'uomo indurirsi, come se dovesse a forza sputare un rospo fastidioso.
Non si vede all'inizio niente ma avvertirai un rumore strano, mai udito prima, che ti annuncerà la presenza di quell'angelo. Così mi disse il signore che mi ha lasciato il libro. Io, Angelino, a dirla tutta non gli ho creduto. Lui era un tipo stranissimo, sembrava fuggire da qualcosa, fece discorsi pure eretici, cioè non cattolici su Cristo e gli angeli, cose mai sentite. E poi sui Templari, sai... quei cavalieri che partirono per le Crociate nel medioevo. Insomma, non gli diedi importanza. Poi, una notte, prima di ritirarmi nella mia camera per coricarmi, mi recai in chiesa per inginocchiarmi davanti all'altare, come facevo di consueto, quando mi apparve... che mi fece riacquistare la fede. Tu non puoi capire adesso, ma anche noi preti abbiamo dei dubbi, gravi a volte, su Dio e la religione. Mi apparve...
(continua)