Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

lunedì 21 maggio 2012


MARGINE DUEMILADODICI
leggendo le tracce del kaos

Su facebook analizzo e commento da un po' e con toni amari, la cronaca politica italiana. Brevi pensieri, acidi quanto basta, indignati il giusto. Uso parole sferzanti nei confronti dei protagonisti, o meglio, dei burattini che si agitano calpestando la nostra amata e tanto bistrattata Patria. Le considerazioni che faccio andrebbero sempre integrate. non si deve prescindere dalle ombre che nascondono ben altri volti. Leggere la Storia è impresa assai gravosa, poiché impegna l'intelligenza e l'intuito, ma soprattutto la conoscenza della regia che agisce dietro le quinte, che rimane ovviamente defilata e lontana dai riflettori degli analisti, i quali, quando non sono prezzolati soldatini al servizio del Sistema, son privi di una visione del mondo simbolico-tradizionale, ma si limitano a fotografare ciò che appare, seguendo parametri che sfiorano soltanto la superficie delle cose e degli eventi. Posso dirmi fortunato se ho avuto in dote gli strumenti per vedere oltre le forme, per sentire l'inudibile. Scandurra mi ha permesso di entrare dentro la Realtà che è creta, si modella, si modifica, muta forma. Energie psichiche vengono attratte da simboli ancestrali, poi canalizzate su cose e persone. Schemi-catalizzatori sono periodicamente evocati da stregoni in doppio petto che operano indisturbati, ai fini di soggiogare popoli e destini.

Ma non è solo di questo che vi voglio parlare. Ciò che leggo dalle tracce del kaos è drammatico, certo, ma non senza via d'uscita. Il Vivente agisce a molti livelli, tanti quanti sono i livelli di coscienza. Ciò che si ritiene vero letteralmente, non è lo stesso del vero degli artisti; la verità spirituale potrebbe essere qualcosa di completamente diverso ancora. Per me, rimane difficile non riconoscere che l'umanità si trovi sul limitare del cambiamento. Si accumulano energie tali da far propendere per una rottura di livelli, sia nella struttura dello spazio che in quella del tempo. Il Varco è prossimo, dista da noi un centesimo di secondo dimensionale, e attende una mossa decisiva sullo scacchiere cosmico del Creato. Tutto funziona ad un doppio livello e a due velocità. Spinte e controspinte tra Ordine e Kaos. Il meccanismo agisce anche sulle nostre vite. C'è un tipo di karma, macrocosmico, sottile, misterioso, che dà forma alla vita di ciascuno di noi in modalità che spesso ci sfuggono. Poi c'è un altro tipo di karma, che leviga e sedimenta all'infinito le vicende di coloro che sono in cammino, che cercano la Verità, il senso di ogni cosa. Il karma del secondo tipo agisce sui dettagli, sui piccoli avvenimenti apparentemente secondari, ma che spingono verso la direzione necessaria. È l'angelo quotidiano che si manifesta attraverso un incontro estemporaneo, un incidente di percorso, una tentazione mai superata completamente, una gioia inaspettata. Scandurra la chiamava, usando un lessico colto: 'na botta di culo.
Mi diceva che “è vero che Dio abita dentro di noi, ma l'impiastro del nostro 'io' e della nostra limitante capoccia lo copre e allora c'è bisogno di uno scossone, 'na botta di culo che incasina tutto e ci svuota e svuotandoci apre alla luce divina. Solo così possiamo seguire la via giusta. I segni stanno lì, belli visibili. E non possiamo più sbagliarci. Ammireremo cos'è veramente il cosmo che attraverso il suo simbolo, la Natura, manifesta l'alchimia trasformante, la Creazione che non si esaurisce mai. Prenderemo così, al volo, i movimenti della Vita che ci conducono dove possiamo svelarci sempre di più ”.

La 'botta di culo', però, non è mai casuale. Non appena comincio a lavorare su qualcosa di più grande di me stesso le cose cominciano ad accadere. Non basta ancora. Ogni santo giorno devo mantenere il mio centro eterno, che risiede dentro di me, in un punto meraviglioso dove la fisica confina con la metafisica. Ecco, se mi appoggio lì, nulla potrà distrarmi od ostacolarmi, poiché mi sintonizzo alla frequenza della Creazione, a quella possibilità immane di amare, cioè di unire me col tutto. Quell'amore che vive nell'uomo ed emana da lui. Allora la Natura, col suo potere alchemico, mi trasformerà in un processo inarrestabile.
Scandurra ci spiegava il concetto-chiave delle materie oscure: i Nove Mondi e le sostanze che li compongono, incamerano potenze e caratteri spirituali ordinati in gerarchie. Il saltafossi non solo manipola questi poteri da fuori, ma li raggiunge intimamente, scopre la loro identità/fratellanza con i valori umani, si assimila alle forze interdimensionali e stabilisce con esse un rapporto. Lo scopo del mago non è quello di trasformare piombo in oro per fini utilitari, ma di giungere a capire il grande processo dinamico degli universi interagenti, ai quali si accompagna il destino delle civiltà stellari e di impadronirsi dei principi fondamentali dell'essere e di pervenire ad una sorta di umanità cosmica sapiente. La schiatta spirituale di cui faceva parte Scandurra, si era assunta un compito immane, pazzesco per certi versi, ma esaltante e luminoso. Gli Uranidi, le antichissime civiltà dei Nove Mondi sagge e potenti, avevano iniziato tale impresa, certo, ma con curiosa riluttanza. Si deve alle genti di Atlantide la nuova spinta, decisiva e progressiva, per compiere l'Opera fin dal penultimo ciclo.

Svuotarsi, rinunciare all'illusione dell'io è doloroso, ma necessario. Operare un cambiamento, rischiare l'equilibrio psicofisico – è solo un rischio calcolato se incontriamo un vero maestro che ci guida - è la condizione per affrontare la verità su se stessi. Dalla purificazione nasce la percezione reale. Distruzione e rigenerazione rappresentano i fondamentali delle grandi religioni tradizionali, nel microcosmo come nel macrocosmo. Per il Kali Yuga vedico e l'Apocalisse cristiana, tumulto, annichilimento e sofferenza sono preludio a un nuovo ordine di pace e di armonia. Morte e rinascita. Dall'oscurità scaturirà la luce. Manipola la materia colpendola ripetutamente nel mortaio, sottomettila ad un regime di cottura fino alla fusione: comparirà una stella. Dall'oscurità la luce.

Un pomeriggio dell'anno 1971, mi trovavo a bottega, ero come sopraffatto da preoccupazioni più grandi di quanto potessi in effetti sopportare. Un subbuglio mentale così forte mi procurava mal di pancia terribili. Stavo per collassare. Scandurra era impegnato a leggere i tracciati del kaos ad una coppia di sposini. Si accorse finalmente del mio stato penoso – mi piegavo in due dalla sofferenza - e così mi accompagnò nel retrobottega. Mi sedetti e lui mi toccò all'altezza dello sterno. Vomitai pure i broccoli di Natale, come suol dirsi e, come se non bastasse, defecai in abbondanza. Mi sporcai camicia e calzoni. Una situazione imbarazzante, davvero. Ero in una pozza di sostanze semiliquide verdi e rosse, ma mi sentii libero. “Dovevo decomprimerti. Ora pulisci per terra e cambiati i vestiti. Puzzi che 'accoleri'... eh, non ci sono più gli allievi di una volta”. Mi trovavo in una di quelle fasi dell'opera al Nero, tremendissime. Incubi notturni. Nausee. Emicranie. Questo durava da alcune settimane. Un passo lungo il cammino, uno dei tanti. Svuotarsi, era la parola d'ordine. Si incominciava dal corpo e si scopriva che esso accumulava più del fabbisogno, sia in termini fisici che psichici. In quel periodo pesavo 60kg ed ero a dieta controllata, eppure quando mi svuotavo, grazie al tocco scandurriano, buttavo fuori tanto di quel composto psicofluido che rimaneva difficile credere che provenisse soltanto dal mio stomaco. Il maestro diceva: “Una malattia è una crisi salutare ad un certo punto del cammino”. Anzi, la si doveva a volte creare per costringerci a prendere atto della realtà su noi stessi. La crisi ha valore catartico se ben guidata, in quanto scombina le strutture mentali che ci imprigionano. La sofferenza mi portava ad aprirmi una strada in mezzo al bosco intrigato dell'esistenza. Oltre le correnti samsariche.

Oggi, maggio 2012, a che punto siamo? Madreterra è pronta a sortir fuori dall'ultimo ciclo. Sommovimenti ad ampio spettro sono in procinto di emergere dal pozzo senza fondo, fucina degli universi. E noi? Io e il mio corpo siamo transitori, solo l'interno è permanente. Quindi assisteremo a forti cambiamenti a livello identitario e somatico. Il tutto si trasformerà in una frequenza veloce di proiezione. Scusate, ma queste son formulette, lo so. Scandurra preferiva l'esperienza alla dottrina. Brucia taglia e sfrega: ci mostrava/dimostrava. Le parole sono approssimative, solo un poeta, un musicista, un pittore potrebbero illustrare la fine e il nuovo inizio dell'universo... e Scandurra, ovviamente, come ci fece vedere un giorno, da una radura della Selva Cimina.