Vidi
per la prima volta un folletto (mia madre originaria
di Napoli
lo chiamava 'o
munaciello)
quando avevo cinque anni l'estate
del '63.
Nel
corso di una
notte temporalesca
tipica
del mese di Luglio,
un forte tuono mi scosse (ho
avuto sempre un rapporto occulto con certi fenomeni naturali) e
mi alzai dal letto: un forte odore di zolfo penetrò dentro la
cameretta. Sul bordo del letto, alla mia destra, notai una piccola
sagoma di uomo, non
era uno spettro, aveva una sua consistenza, infatti
col
suo peso
piegava
il materasso. Sembrava un nano, ma il taglio e
la grandezza
degli occhi tipo
orientale
e il vestitino blu
lavanda
che indossava, mi davano la sensazione che non fosse proprio
delle
nostre parti. I lampi continui
rischiaravano la stanza, così
osservai
distintamente
quell'essere
che
sembrava
proprio
appartenere
ad un altro mondo. La mia paura fu superata dalla curiosità. Non lo
sentivo ostile, almeno
non proprio,
una
modalità curiosa di benignità
ma, diciamo così, maliziosa
la sentivo,
come se mi prendesse in giro. Però c'era pure un sorriso di intesa,
perché un segreto ci univa. Alzò
il
dito indice in
segno di saluto,
così
interpretai,
e svanì come risucchiato nel vuoto. Non ho mai dimenticato
quell'incontro che ritengo fondamentale: qualcuno lassù
decise di aprirmi la porta. Mi sono addentrato, in seguito, in
sentieri fuori mano, ho girato per quartieri di misteriose
città.
Le mie ricerche mi hanno messo in contatto con altre entità e con
avvenimenti appartenenti
al regno del sovrasensibile.
Spettri alieni atlantidi
e, non ultimi, uomini straordinari, ben
rappresentano
la mia
mitobiografia.
Scandurra
mi ha permesso di apprendere il più possibile sulla psiche e sulla
sua collocazione nell'universo. Mi ha fatto capire che tutti i
fenomeni parapsicologici, medianici, ufologici, seppur diversi a cui
mi ero avvicinato nel viaggio verso Il Grande Ignoto, erano in realtà
manifestazioni di un'unica, inestinguibile
sorgente.
Tutti i fenomeni psicomagici
e gli
eventi archetipici inesplicabili
che
avvengono in
tutto il mondo, stanno ad indicare che facciamo parte di una più
estesa comunità di intelligenze, di un regno potenzialmente più
ricco di specie interrelate.
È
giusto
e necessario
riconoscere, scoprire, esprimere
il
proprio
talento
(mi
riferisco ai
rubinetti
mentali aperti
secondo Scandurra, il dono
di Dio
secondo Fulcanelli e
gli alchimisti,
lo psi
per i parapsicologi) che
permea
la nostra
Vita,
in minore o maggiore quantità e in
accordo con la nostra
capacità di lasciarci
attraversare o condensarlo.
È
il nostro campo
magnetico,
molto prima della nostra coscienza ad entrare in gioco, è
il
segreto pulviscolo che si condensa nella
psiche
a determinare l’incrocio tra il
talento
e la nostra vita. Allora
occorrerebbe
rinunciare
all'io,
riuscire a lasciare questa dimensione anche per un solo istante, una
capatina oltre cortina che interrompe lo stato abituale e soporifero
in cui ci troviamo tutti i giorni per tutta la vita,
e affidarci
al vento stellare che ci attraversa segretamente. Rinunciare,
di
contro,
alla nostra eredità cosmica, sarebbe un tradimento nei confronti
della Vita e del Creatore.
SALTAFOSSI
DELLE STELLE
Da
ragazzetto mi domandavo: cosa c'era prima della creazione
dell'universo? Esistevano altre forme di vita oltre quella nostra? A
scuola – l'esperienza più noiosa e inutile della mia vita,
eccezion fatta per la seconda elementare del maestro Mario Meschini –
non trovavo risposte, solo sistemi cognitivi riduzionisti, una
scarsissima preparazione alla vita, fiumane di nozioni senza nesso
alcuno, una scuola in definitiva che non ti dà l'abbrivio verso una
visione più ampia della realtà. La spinta a conoscere mi condusse
nella bottega di Scandurra, ma già prima mi infervorai con i libri
di Peter Kolosimo, Pauwels e Bergier, Charles Hoy Fort e immergendomi
completamente nelle letture de Il Giornale dei Misteri provavo
sensazioni oceaniche, espansioni della coscienza, limiti valicabili:
altro che drogherie, estendevo i miei sensi con l'uso forsennato del
desiderio e dell'immaginazione bruniana, un click e cambiò la mia
vita. Il maestro ci dotò di una tecnica di accesso all'ultravioletto
psichico, così potevamo oltrepassare le acque stagnanti della
percezione ordinaria, in pratica un talismano che ci consentiva di
respingere facilmente la stregoneria del pensiero comune. E tutto ci
si aprì. Caspita che roba. Le leggende più sfrenate, i miti più
incredibili, erano alla portata di mano, letteralmente. Un salto nel
fosso e gli universi si dispiegavano. Atlantide non era del tutto
scomparsa e i carri di fuoco antichi, che volteggiavano sopra le
nostre teste e senza meta apparente, non avevano perso tempo, ma
sostavano sul nostro mondo per dirci che siamo di passaggio e che la
vita non inizia né finisce con quella terrestre; ma mi domandavo
pure: perché solo io e pochi altri potevamo conoscere veramente,
senza veli e legacci, cosa c'era oltre i termini segnati?
Predestinati? Eletti? Non credo proprio. La ricerca della verità è
una scelta e per me è stata una necessità come l'aria che respiro.
Ognuno di noi è chiamato e vile è chi indietreggia di fronte alla
strada che gli è stata assegnata fin dalla sua nascita. Alcuni miei
amici dell'anonima non la pensano così: se non c'è un canale
aperto, non si riceve il segnale. Forse non hanno tutti i torti.
Da
bambino, non so come né perché, avevo una strana convinzione che
qualcosa di estremamente segreto e pericoloso (tramite un meccanismo
perverso?) ci impediva di essere liberi dai limiti di spazio e di
tempo. Poi, grazie al maestro, ho avuto la conferma che entità
provenienti da dimensioni ignote ci avevano precluso l'originaria
potenza, provocando un evento di portata cosmica per distruggere la
nostra ur-cellula, capace di captare-tradurre-supportare
l'onda rivelativa e sovrasensibile in grado di connetterci ad altri
piani interdimensionali. Vere e proprie spolette metaorganiche per
immergerci in varchi universali create dal Padre Celeste, attive in
ogni essere umano fino alla scomparsa di Atlantide. L'ur-cellula,
oltretutto, emette radiazioni di breve lunghezza d'onda nel campo
dell'ultravioletto e questa energia radiante conduce al tempo
interiore, un non-luogo ove passa il Grande Fiume del Tempo, di cui a
volte ci accorgiamo della sua discontinuità in alcuni momenti della
nostra giornata.
Oggi
vanno per la maggiore teorie secondo le quali noi siamo il risultato
di un esperimento di una civiltà aliena. Dagli anni sessanta, una
certa letteratura controcorrente sosteneva la tesi che le antiche
divinità erano in realtà astronauti, che favorivano la nostra
civiltà affiorante aiutandola con conoscenze tecniche. Ho ragione di
credere che dopo catastrofi planetarie di diversa origine, dopo
cadute che ci portarono a ricominciare tutto daccapo, fummo aiutati
dai saturniani, popoli avanzatissimi in grado di porre le basi per
una nostra rinascita, senza per questo alterare il corso delle età
cicliche. Ecco, noi siamo stati soccorsi per evitare l'estinzione
(gli stessi dinosauri furono considerati pericolosi per gli uomini e,
quindi, fu necessario toglierli di mezzo, stessa sorte subirono la
razza dei Giganti) e ne sono certo che all'inizio del XXI° secolo si
stiano creando le condizioni per un ennesimo aiuto da parte dei
nostri amici interdimensionali. Proveniamo da una stella
lontanissima, altro che scappati fuori da una provetta
extraterrestre, siamo creati dalle mani di Dio e collocati su di un
pianeta crocevia dimensionale, non a caso. Siamo troppo miserabili e
tuttavia potenzialmente così formidabili, per essere il frutto di
ingegneristica genetica da laboratorio.
Esprimere
un desiderio guardando una stella non è una superstizione romantica,
ma una atavica richiesta di aiuto e protezione rivolta agli antichi
fratelli dello spazio.
Ho
parlato di questa dotazione divina. In realtà la cellula archetipica
non fu del tutto distrutta, da 12mila anni rimane sepolta da strati
di macerie psichiche e da incubi permanenti nella nostra memoria
bio-storica, effetti appunto dell'evento cosmico. Andrebbe
dissepolta. Consideriamo pure che il nostro cervello ha una capacità
di neurogenesi incredibile ed è possibile anche nell'adulto. Se
opportunamente stimolato, può riorganizzarsi. Scandurra lo fece
quando fu certo della nostra volontà e passione. Pala e piccone e il
tessuto perduto tornò alla luce. Vitriol e il gioco è fatto. Pare
facile da come la racconto...
URANIDI
Il
fenomeno dei dischi volanti – uso questa espressione perché
sono un passatista – mostra notevoli analogie con le apparizioni di
residui psichici, meglio noti come fantasmi – altra vetusta
ma a me familiare espressione. Le esperienze dei testimoni di di.vo.
sembrano oggettive (e spesso, oltretutto, risultano condivise),
sebbene non vi siano sufficienti prove oggettive a sostegno. I dischi
volanti, inoltre, proprio come i fantasmi, mostrano un comportamento
intelligente e sembrano eludere disinvoltamente le nostre leggi
naturali potendo comparire e scomparire all'istante, avere
manifestazioni antigravitarie, modificare la propria forma. I di.vo.
sono oggetti volanti apparentemente materiali, osservati otticamente
e anche mediante radar, non identificabili con alcunché di
conosciuto. Capaci di assumere diverse figure e dimensioni, essi
presentano spesso l'aspetto di un disco e, sembra, anzi, che sia
proprio questa la forma con cui furono probabilmente già visti ai
tempi dell'antica Roma (clipei ardentes dello storico Plinio
il Vecchio; clipeus era lo scudo rotondo del legionari). Le
prestazioni aerodinamiche di questi di.vo. sono davvero sbalorditive:
compaiono e scompaiono all'istante, percorrono traiettorie spezzate,
raggiungono velocità inconcepibili, accelerano e si arrestano
improvvisamente. I piloti dei dischi volanti, a quanto pare, sono
stati osservati in incontri ravvicinati e sembrano avere, in larga
maggioranza, un aspetto umano. Alcuni di loro, i cosiddetti grigi,
presentano invece caratteristiche che definirei disumane, specie di
robot biologici in grado di relazionarsi con noi ma privi di anima,
in tutto simili agli enti provenienti dai mondi sublunari già
conosciuti da maghi ed ermetisti. Il fenomeno dei di.vo. ha preso una
piega in questi ultimi anni a dir poco conturbante. Mi riferisco agli
addotti: migliaia di testimoni sotto regressione ipnotica, hanno
riferito di essere stati sequestrati a bordo di un disco volante e
sottoposti a vari tipi di analisi e, come se non bastasse, hanno
subito un processo di acculturazione aliena, allo scopo nemmeno
celato di propagandare teorie e dottrine non nuove, di stampo
gnostico.
Il
mistero dei dischi volanti è soprattutto soggettivo e simbolico, ma
non per questo è evanescente, anzi, vi è un aspetto fisico
indubitabile, ma l'effetto principale concerne la relazione psichica
tra l'evento e l'osservatore. L'incontro col disco volante produce
una rottura di livello nel testimone, amplia notevolmente la sua
percezione delle cose, egli entra a far parte di una comunità più
vasta, extraplanetaria. L'umanità ha attraversato crisi sistemiche e
culturali tremende, e ad ogni profonda ferita faceva irruzione
l'evento sacro o cosmico più necessario in quel dato momento
storico. Apparizioni mariane, cristiche, angeliche ma anche
diaboliche, si alternavano ad ondate di dischi volanti i cui piloti
assumevano forme e caratteri conformi alla società del periodo, elfi
gnomi fino agli odierni grigi e venusiani. Oggi viviamo entrambe le
manifestazioni, sacre e cosmiche. La Madonna appare a grandi anime
non appartenenti alle classi sociali dominanti, comunica con loro e
indica a tutti un cammino spirituale sul grande solco della
Tradizione. La nostra cultura modernista ha negato la capacità di
credere nel magico e nel meraviglioso, ha distrutto gli elementi
mitici che legano l'uomo alla natura e all'universo. Oggi esaltiamo
eccessivamente la razionalità a danno dell'intuizione, gli
immaginari artificiali al posto dei sogni, il maschio egemone a
discapito della femmina, la tecnologia che vorrebbe distruggere il
mistero. Ecco, il magico fino al Rinascimento ha assorbito le forme
archetipe di cui l'uomo risvegliato ha avuto bisogno per poter
completare il suo mondo. Poi è seguita la rivoluzione industriale,
l'illuminismo, il materialismo storico, ma i popoli non vivono di
solo pane: son stati i dischi volanti e la metapsichica alla fine
dell'ottocento ad assumersi l'onere di tenere aperti i rubinetti
mentali dell'uomo. Se noi non riuscissimo a stabilire nuovamente
l'equilibrio nella nostra anima, Madrenatura seguirà il suo corso.
Le potenze dell'anima troppo a lungo represse, si espanderanno senza
argini, sommergendo il mondo di tenebra: l'hitlerismo lo dimostra.
Ora
parliamo delle esperienze dell'anonima talenti per quanto concerne
gli incontri progressivi con gli esseri provenienti da altri mondi,
saturniani e uranidi secondo la nostra classificazione. Esperienze di
questo tipo hanno attraversato buona parte della nostra vita,
modificando la nostra visione del mondo e dell'uomo, aprendo
orizzonti cognitivi altrimenti incapsulati dall'ordinarietà della
vita, imposta da un sistema restrittivo che produce tensione e
smarrimento.
Scandurra
ci indicò una condizione umana assai diffusa e causa di sofferenza
dell'anima: siamo ciechi a tutto ciò che non soddisfi la nostra
immediata ricerca del piacere e quando lo troviamo, ci rimane un
senso di morte, di mancanza. Solo la verità ci libera, la verità su
ciò che veramente siamo e il fine o compito da perseguire. Per
raggiungerla ci dobbiamo svuotare, a rischio di perdere la bussola.
Ci vuole coraggio, certo, ma pure la voglia di rompere le catene, di
far capolino dove pochi osano. La consuetudine non ci basta, il
quotidiano ci risulta asfittico, abbiamo bisogno di respirare
l'infinito oltre l'orizzonte noto. A proposito di bussola. Noi
l'abbiamo all'altezza del cervelletto, la ur-cellula, e quando
contattiamo una entità o ci approssimiamo ad un portale
dimensionale, essa ci avverte con un formicolio caratteristico
selettivo. Credo che ogni essere umano abbia o prima o poi provato
tale esperienza, almeno una volta nella vita. Per noi dell'anonima è
operativa sempre, 24h. Possiamo semmai spegnerla, per motivi di
schermatura in circostanze particolari, quando non ci dobbiamo far
“sentire” da orecchie indiscrete.
Il primo passo decisivo è comprendere che la Natura – dentro/fuori – parla mediante dei segni e, per capire il suo linguaggio, si deve prestare attenzione alle analogie della forma. Gli spiriti della Natura comunicano con noi attraverso immagini mentali. Per stabilire un contatto è necessario sintonizzarci su tutte le bande di frequenza. Accendere la radio e girare la manopola su tutti i canali. Il primo che ci risponde, lo ascoltiamo. Suoni cose immagini si manifestano improvvisamente. Scopriamo che oltre il conosciuto c'è un ignoto infinito. Esoforme che ci svolazzano intorno, omini che si nascondono dietro gli alberi, mondi che si spalancano all'improvviso, sagome luminescenti che si muovono veloci e fluidi profumati che ci avvolgono e ci trasportano altrove. Stati psicotici? No, amici, anzi: è una esperienza totale, una visione finalmente liberata dai ceppi dei sensi fisici, è quella sensazione fenomenale dei rubinetti mentali apertissimi.
Una
mattina d'estate, già afosa, Scandurra ci radunò presso una pompa
di benzina appena fuori città. Luogo di appuntamento di tutte le
nostre sortite. Ci diceva: domattina da Pesci (era il cognome del
titolare della stazione di servizio). Eravamo in dieci. Quel giorno
il maestro aveva sotto il braccio una radio a transistor piuttosto
grande e di ottima qualità. Lo spiritoso del gruppo disse che
dovevamo aspettarci una scampagnata con sottofondo di canzoni di
Franco Califano e gli stornelli romani di Claudio Villa. Scandurra
sorrise e ci disse:
“
Stavolta
ve le suono io”.
Non
ridemmo più. Giungemmo con le nostre automobili in località
Commenda. Ci inoltrammo nella boscaglia e arrivati ad una radura ci
sedemmo in cerchio. Piegammo la testa, secondo istruzione, e
richiamammo il lumen. Lì, il continuum spazio/tempo era come una
groviera, permettendo così all'energia cosmica di circolare in gran
copia. Il maestro accese l'apparecchio e lo sintonizzò su di una
precisa banda radio AM. C'era il caratteristico rumore di fondo di
assenza di segnale. Poi dei suoni, dapprima intermittenti, ma dopo
pochi secondi sentimmo la terra sotto di noi tremare. Ronzii sempre
più forti ci spaccavano i timpani. Inutili furono i tentativi di
coprirci le orecchie. Poco dopo, 10/15sec forse, si attenuarono
grazie al Cielo e ci consentirono di riprendere la nostra posizione
normale. Il paesaggio intorno a noi era intanto cambiato. Ci
trovavamo in una zona di assottigliamento, come sottolineò
Scandurra, “ora possiamo vedere tutto quello che è celato, la
nostra mente normale è superata dalla visione, da una trance
ultravioletta”. Sopra le nostre teste gravitava un disco argenteo
che dondolava, grande come tre campi da pallone. Stranamente non
faceva ombra. Intorno a noi la luce era viva e aveva una forma
ovoidale, si infilava dappertutto, si muoveva a seconda di dove
posavano lo sguardo. Scandurra accennò alla questione della
provenienza dei di.vo..
“Loro
non viaggiano percorrendo miliardate di chilometri. Loro scivolano
dentro le dimensioni e passano dove più sottile è il tempomateria,
e allora appaiono come fantasmi nei cieli dei pianeti che intendono
visitare. Ci sono botole ad uso dei mezzi pesanti, eh eh eh.”.
L'enorme
disco si abbassò a foglia morta e atterrò poco distante da dove
eravamo, aprendosi un varco tra i cespugli. Quello era il momento
rivelatore: sapevamo di essere solo noi stessi, unici bagagli di
fronte all'universo. Ecco la strada verso il risveglio, fatta da
tante minuscole ma importanti scosse. In noi c'è già tutto ma
sopito, non ci resta altro da fare se non aprire e mantenere aperta
la via in cui passano le energie cosmiche che si uniscono alla nostra
potenza latente.
Arma
la tua anima.
"La consuetudine non ci basta, il quotidiano ci risulta asfittico, abbiamo bisogno di respirare l'infinito oltre l'orizzonte noto."
RispondiEliminaCredo, e ribadisco credo, di aver provato questa sensazione, la prima volta, in giovane età. Forse avevo 9, 10 anni, forse è stato uno dei primi libri che abbia mai letto "Addio Terra, ritorno al mio Pianeta" di L. Stewart e di lì a poco i libri di Kolosimo, che hanno così colpito la mia fantasia.
Io lo devo ammettere, sono fondamentalmente un materialista che lotta da decenni contro la sua stessa natura.
E' come se fossi il nero e il bianco, in una lotta continua.
Eppure, avevo sempre all'incirca un'età fra i 10 e i 12 anni, una sera affacciato al balcone e parlando con il mio primo amico di sempre, mio dirimpettaio e compagno di giochi d'infanzia, tentavo invano di convincerlo dell'esistenza degli UFO, dei dischi volanti. Tutto inutile, lui diceva che non esistevano e che ero un credulone.
Ricordo ancora benissimo che per tutta risposta gli dissi "e quello allora cosa è?".
La mia domanda precedeva l'esperienza nel senso che quando la posi io avevo appena visto un bagliore con il mio occhio destro e mi voltai dopo aver fatto la domanda, e lui seguì il mio sguardo.
C'era un disco di luce nel cielo serale che si muoveva lentamente. Il disco era in verticale, cioè era come se viaggiasse sul suo fianco e non parallelo alla terra (spero di riuscire a spiegarmi) ed era composto da un circolo di luce esterna, poi un circolo di buio, poi un altro circolo di luce, un piccolo buio ed una luce al centro.
Insomma, un tiro a segno circolare che volava nel cielo, ecco, così credo di essermi spiegato :).
Lo guardammo in silenzio finchè scomparve dietro al grattacielo che avevamo di fronte e, con nostra sorpresa, dopo qualche minuto di attesa, non ricomparve più.
Questa cosa ci scosse tanto, ci guardammo in faccia e scappammo nelle nostre case. Non parlammo mai più dell'avvenuto.
Nel corso degli anni spesso ho ripensato a quell'evento.
A seconda della mia crescita l'ho spiegato in diverse maniere ma poi sono avvenute due cose particolari.
Su AG circa un anno e mezzo fa credo, furono postate delle foto di U.FO. avvistati in varie parti della Terra.
Le foto ritraevano il "mio" U.F.O.
Quale altra migliore conferma avrei potuto sperare?
La seconda riguarda il tuo blog, Angelo.
Ora capisco perchè apparvero, non fu affatto un colpo di fortuna.
Grazie
Caro Angelo, benedetti siano i tuoi post, che mi danno momentaneamente un pò di ossigeno animico...Tratteggio alcune cose che potrai, se lo vorrai, amplificare:
RispondiElimina1) Perchè stadio ultravioletto e non infrarosso?
2) La ur-cellula ricorda molto la pineale cartesiana. Tuttavia sottoscrivo quanto dici su quella fenomenologia.
3) Una cosa mi fa urlare di entusiasmo: quando dici che la realtà è eminentemente descrittiva e non oggettiva. Bene. Giusto.
4) I saturniani però non erano i cattivi?
Ciao, grazie.
A proposito, parli anche di enti che bloccano/colonizzano, la nostra mente, se ho inteso bene: gli Arconti?
RispondiEliminaaiutati dai saturniani????
RispondiEliminaquesta ur-cellula assomiglia al famoso punto di unione di C.C.
RispondiEliminaCiao Angelo...
RispondiEliminaNelle ipnosi regressive, cioè nei casi in cui si riveve l'esperienza comunemente chiamata abduction, si parla spesso della visione di un essere somigliante ad un piccolo monaco, quasi sempre accompagnata dall'odore acre di zolfo. Ho sempre creduto, ma sarebbe corretto dire "mi hanno portato a credere", che questo tipo di esperienza sia qualcosa non proprio da augurarsi, e le varie tecniche di liberazione ne sono una riprova. Come inquadrare quindi la tua esperienza che tu indichi come positiva per noi stessi e per lo svelarsi ad una appartenenza ad una comunità intelligente, da quella dell'abduction nell'accezione negativa del termine, cioè come esperienza subita contro la propria volontà quand'anche se ne abbia coscenza? Esistono quindi adduzioni "positive" (P. Pio - Rol -S.Francesco) quanto "negative" (A. Crowley-Hitler) ?
Se puoi dirlo... cosa vi univa?
Riguardo ai Saturniani stai dicendo che ci hanno salvato e protetto ( e probabilmente torneranno a farlo), come un mandriano farebbe con il proprio gregge e sostentamento, altrimenti non ci sto capendo niente.
P.s
Una notte di fine Agosto del "93 ammirando il cielo notturno da un paesino della costa sarda, vidi una stella attraversare, come in caduta, l'intera volta celeste. Sembrava essere li per me. Ricordo perfettamente che con cuore aperto , espressi il desiderio di conoscere l'Amore di e per una donna. Dire che fui accontentato è poco. Qualcuno ascoltò ed esaudi la mia preghiera, e la convinzione è tale che non esistono parole per esprimere questa certezza. È così.. e queste tue parole sono la piacevole conferma di quanto sento. Grazie
Forse questa apparente aporia nei tuoi giudizi sui Saturniani, Angelo, dipende proprio dal fatto che la Realtà è descrittiva e non oggettiva. Il mare è più profondo di quanto io creda, lo so.
RispondiEliminaI saturniani svolgono la funzione di interdizione della Luce, tuttavia nell'economia universale delle cause e degli effetti, hanno un loro perché.
RispondiEliminaQuel punto dietro la nuca mi ricorda di una esperienza immateriale avuta da giovanissimo. Percepii da sveglio una azione di lesione netta in quel punto, operata da mano invisibile e non benevola.
RispondiEliminaPoche cose ricordo dei miei anni giovanili, ma quella sensazione che doveva per sua natura di fantasia finire nel dimenticatoio in poche ore, mi rimane vivida ancora oggi.
RispondiEliminaPerdonerete l'off topic, ma considerando che , seppur virtualmente, siete parte della mia vita volevo condividere con voi l'arrivo in famiglia del mio secondogenito Adriano... spero sia meno peste della sorellina Albachiara ma abbia lo stesso meraviglioso sorriso ;)
Dio benedica tuo figlio. Una nuova anima si affaccia al mondo. Che si riesca a renderlo migliore per i nostri figli.
EliminaPiù che una speranza, un obbligo. Grazie Angelo e grazie anche a te Martina... per i vaccini dopo approfondimenti e consulenze si è deciso di farli... ma ad essere sincero mi sono fatto e mi farò il segno della croce.
EliminaTanti auguri, complimenti alla mamma e benvenuto Adriano!
RispondiEliminaGrazie ;)
EliminaFelicitazioni Max!
RispondiEliminaGrazie ;)
Eliminawow la prima immagine è bellissima
RispondiElimina"La consuetudine non ci basta, il quotidiano ci risulta asfittico, abbiamo bisogno di respirare l'infinito oltre l'orizzonte noto." E' così: il quotidiano ci soffoca, con la sua misera monotonia, con il suo grigio deprimente.
RispondiEliminaCiao