Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

sabato 30 novembre 2013

EREDITÀ COSMICA




Vidi per la prima volta un folletto (mia madre originaria di Napoli lo chiamava 'o munaciello) quando avevo cinque anni l'estate del '63. Nel corso di una notte temporalesca tipica del mese di Luglio, un forte tuono mi scosse (ho avuto sempre un rapporto occulto con certi fenomeni naturali) e mi alzai dal letto: un forte odore di zolfo penetrò dentro la cameretta. Sul bordo del letto, alla mia destra, notai una piccola sagoma di uomo, non era uno spettro, aveva una sua consistenza, infatti col suo peso piegava il materasso. Sembrava un nano, ma il taglio e la grandezza degli occhi tipo orientale e il vestitino blu lavanda che indossava, mi davano la sensazione che non fosse proprio delle nostre parti. I lampi continui rischiaravano la stanza, così osservai distintamente quell'essere che sembrava proprio appartenere ad un altro mondo. La mia paura fu superata dalla curiosità. Non lo sentivo ostile, almeno non proprio, una modalità curiosa di benignità ma, diciamo così, maliziosa la sentivo, come se mi prendesse in giro. Però c'era pure un sorriso di intesa, perché un segreto ci univa. Alzò il dito indice in segno di saluto, così interpretai, e svanì come risucchiato nel vuoto. Non ho mai dimenticato quell'incontro che ritengo fondamentale: qualcuno lassù decise di aprirmi la porta. Mi sono addentrato, in seguito, in sentieri fuori mano, ho girato per quartieri di misteriose città. Le mie ricerche mi hanno messo in contatto con altre entità e con avvenimenti appartenenti al regno del sovrasensibile. Spettri alieni atlantidi e, non ultimi, uomini straordinari, ben rappresentano la mia mitobiografia. 

Scandurra mi ha permesso di apprendere il più possibile sulla psiche e sulla sua collocazione nell'universo. Mi ha fatto capire che tutti i fenomeni parapsicologici, medianici, ufologici, seppur diversi a cui mi ero avvicinato nel viaggio verso Il Grande Ignoto, erano in realtà manifestazioni di un'unica, inestinguibile sorgente. Tutti i fenomeni psicomagici e gli eventi archetipici inesplicabili che avvengono in tutto il mondo, stanno ad indicare che facciamo parte di una più estesa comunità di intelligenze, di un regno potenzialmente più ricco di specie interrelate.
È giusto e necessario riconoscere, scoprire, esprimere il proprio talento (mi riferisco ai rubinetti mentali aperti secondo Scandurra, il dono di Dio secondo Fulcanelli e gli alchimisti, lo psi per i parapsicologi) che permea la nostra Vita, in minore o maggiore quantità e in accordo con la nostra capacità di lasciarci attraversare o condensarlo. È il nostro campo magnetico, molto prima della nostra coscienza ad entrare in gioco, è il segreto pulviscolo che si condensa nella psiche a determinare l’incrocio tra il talento e la nostra vita. Allora occorrerebbe rinunciare all'io, riuscire a lasciare questa dimensione anche per un solo istante, una capatina oltre cortina che interrompe lo stato abituale e soporifero in cui ci troviamo tutti i giorni per tutta la vita, e affidarci al vento stellare che ci attraversa segretamente. Rinunciare, di contro, alla nostra eredità cosmica, sarebbe un tradimento nei confronti della Vita e del Creatore.

SALTAFOSSI DELLE STELLE
Da ragazzetto mi domandavo: cosa c'era prima della creazione dell'universo? Esistevano altre forme di vita oltre quella nostra? A scuola – l'esperienza più noiosa e inutile della mia vita, eccezion fatta per la seconda elementare del maestro Mario Meschini – non trovavo risposte, solo sistemi cognitivi riduzionisti, una scarsissima preparazione alla vita, fiumane di nozioni senza nesso alcuno, una scuola in definitiva che non ti dà l'abbrivio verso una visione più ampia della realtà. La spinta a conoscere mi condusse nella bottega di Scandurra, ma già prima mi infervorai con i libri di Peter Kolosimo, Pauwels e Bergier, Charles Hoy Fort e immergendomi completamente nelle letture de Il Giornale dei Misteri provavo sensazioni oceaniche, espansioni della coscienza, limiti valicabili: altro che drogherie, estendevo i miei sensi con l'uso forsennato del desiderio e dell'immaginazione bruniana, un click e cambiò la mia vita. Il maestro ci dotò di una tecnica di accesso all'ultravioletto psichico, così potevamo oltrepassare le acque stagnanti della percezione ordinaria, in pratica un talismano che ci consentiva di respingere facilmente la stregoneria del pensiero comune. E tutto ci si aprì. Caspita che roba. Le leggende più sfrenate, i miti più incredibili, erano alla portata di mano, letteralmente. Un salto nel fosso e gli universi si dispiegavano. Atlantide non era del tutto scomparsa e i carri di fuoco antichi, che volteggiavano sopra le nostre teste e senza meta apparente, non avevano perso tempo, ma sostavano sul nostro mondo per dirci che siamo di passaggio e che la vita non inizia né finisce con quella terrestre; ma mi domandavo pure: perché solo io e pochi altri potevamo conoscere veramente, senza veli e legacci, cosa c'era oltre i termini segnati? Predestinati? Eletti? Non credo proprio. La ricerca della verità è una scelta e per me è stata una necessità come l'aria che respiro. Ognuno di noi è chiamato e vile è chi indietreggia di fronte alla strada che gli è stata assegnata fin dalla sua nascita. Alcuni miei amici dell'anonima non la pensano così: se non c'è un canale aperto, non si riceve il segnale. Forse non hanno tutti i torti.

Da bambino, non so come né perché, avevo una strana convinzione che qualcosa di estremamente segreto e pericoloso (tramite un meccanismo perverso?) ci impediva di essere liberi dai limiti di spazio e di tempo. Poi, grazie al maestro, ho avuto la conferma che entità provenienti da dimensioni ignote ci avevano precluso l'originaria potenza, provocando un evento di portata cosmica per distruggere la nostra ur-cellula, capace di captare-tradurre-supportare l'onda rivelativa e sovrasensibile in grado di connetterci ad altri piani interdimensionali. Vere e proprie spolette metaorganiche per immergerci in varchi universali create dal Padre Celeste, attive in ogni essere umano fino alla scomparsa di Atlantide. L'ur-cellula, oltretutto, emette radiazioni di breve lunghezza d'onda nel campo dell'ultravioletto e questa energia radiante conduce al tempo interiore, un non-luogo ove passa il Grande Fiume del Tempo, di cui a volte ci accorgiamo della sua discontinuità in alcuni momenti della nostra giornata.

Oggi vanno per la maggiore teorie secondo le quali noi siamo il risultato di un esperimento di una civiltà aliena. Dagli anni sessanta, una certa letteratura controcorrente sosteneva la tesi che le antiche divinità erano in realtà astronauti, che favorivano la nostra civiltà affiorante aiutandola con conoscenze tecniche. Ho ragione di credere che dopo catastrofi planetarie di diversa origine, dopo cadute che ci portarono a ricominciare tutto daccapo, fummo aiutati dai saturniani, popoli avanzatissimi in grado di porre le basi per una nostra rinascita, senza per questo alterare il corso delle età cicliche. Ecco, noi siamo stati soccorsi per evitare l'estinzione (gli stessi dinosauri furono considerati pericolosi per gli uomini e, quindi, fu necessario toglierli di mezzo, stessa sorte subirono la razza dei Giganti) e ne sono certo che all'inizio del XXI° secolo si stiano creando le condizioni per un ennesimo aiuto da parte dei nostri amici interdimensionali. Proveniamo da una stella lontanissima, altro che scappati fuori da una provetta extraterrestre, siamo creati dalle mani di Dio e collocati su di un pianeta crocevia dimensionale, non a caso. Siamo troppo miserabili e tuttavia potenzialmente così formidabili, per essere il frutto di ingegneristica genetica da laboratorio.

Esprimere un desiderio guardando una stella non è una superstizione romantica, ma una atavica richiesta di aiuto e protezione rivolta agli antichi fratelli dello spazio.

Ho parlato di questa dotazione divina. In realtà la cellula archetipica non fu del tutto distrutta, da 12mila anni rimane sepolta da strati di macerie psichiche e da incubi permanenti nella nostra memoria bio-storica, effetti appunto dell'evento cosmico. Andrebbe dissepolta. Consideriamo pure che il nostro cervello ha una capacità di neurogenesi incredibile ed è possibile anche nell'adulto. Se opportunamente stimolato, può riorganizzarsi. Scandurra lo fece quando fu certo della nostra volontà e passione. Pala e piccone e il tessuto perduto tornò alla luce. Vitriol e il gioco è fatto. Pare facile da come la racconto...

URANIDI
Il fenomeno dei dischi volanti – uso questa espressione perché sono un passatista – mostra notevoli analogie con le apparizioni di residui psichici, meglio noti come fantasmi – altra vetusta ma a me familiare espressione. Le esperienze dei testimoni di di.vo. sembrano oggettive (e spesso, oltretutto, risultano condivise), sebbene non vi siano sufficienti prove oggettive a sostegno. I dischi volanti, inoltre, proprio come i fantasmi, mostrano un comportamento intelligente e sembrano eludere disinvoltamente le nostre leggi naturali potendo comparire e scomparire all'istante, avere manifestazioni antigravitarie, modificare la propria forma. I di.vo. sono oggetti volanti apparentemente materiali, osservati otticamente e anche mediante radar, non identificabili con alcunché di conosciuto. Capaci di assumere diverse figure e dimensioni, essi presentano spesso l'aspetto di un disco e, sembra, anzi, che sia proprio questa la forma con cui furono probabilmente già visti ai tempi dell'antica Roma (clipei ardentes dello storico Plinio il Vecchio; clipeus era lo scudo rotondo del legionari). Le prestazioni aerodinamiche di questi di.vo. sono davvero sbalorditive: compaiono e scompaiono all'istante, percorrono traiettorie spezzate, raggiungono velocità inconcepibili, accelerano e si arrestano improvvisamente. I piloti dei dischi volanti, a quanto pare, sono stati osservati in incontri ravvicinati e sembrano avere, in larga maggioranza, un aspetto umano. Alcuni di loro, i cosiddetti grigi, presentano invece caratteristiche che definirei disumane, specie di robot biologici in grado di relazionarsi con noi ma privi di anima, in tutto simili agli enti provenienti dai mondi sublunari già conosciuti da maghi ed ermetisti. Il fenomeno dei di.vo. ha preso una piega in questi ultimi anni a dir poco conturbante. Mi riferisco agli addotti: migliaia di testimoni sotto regressione ipnotica, hanno riferito di essere stati sequestrati a bordo di un disco volante e sottoposti a vari tipi di analisi e, come se non bastasse, hanno subito un processo di acculturazione aliena, allo scopo nemmeno celato di propagandare teorie e dottrine non nuove, di stampo gnostico.

Il mistero dei dischi volanti è soprattutto soggettivo e simbolico, ma non per questo è evanescente, anzi, vi è un aspetto fisico indubitabile, ma l'effetto principale concerne la relazione psichica tra l'evento e l'osservatore. L'incontro col disco volante produce una rottura di livello nel testimone, amplia notevolmente la sua percezione delle cose, egli entra a far parte di una comunità più vasta, extraplanetaria. L'umanità ha attraversato crisi sistemiche e culturali tremende, e ad ogni profonda ferita faceva irruzione l'evento sacro o cosmico più necessario in quel dato momento storico. Apparizioni mariane, cristiche, angeliche ma anche diaboliche, si alternavano ad ondate di dischi volanti i cui piloti assumevano forme e caratteri conformi alla società del periodo, elfi gnomi fino agli odierni grigi e venusiani. Oggi viviamo entrambe le manifestazioni, sacre e cosmiche. La Madonna appare a grandi anime non appartenenti alle classi sociali dominanti, comunica con loro e indica a tutti un cammino spirituale sul grande solco della Tradizione. La nostra cultura modernista ha negato la capacità di credere nel magico e nel meraviglioso, ha distrutto gli elementi mitici che legano l'uomo alla natura e all'universo. Oggi esaltiamo eccessivamente la razionalità a danno dell'intuizione, gli immaginari artificiali al posto dei sogni, il maschio egemone a discapito della femmina, la tecnologia che vorrebbe distruggere il mistero. Ecco, il magico fino al Rinascimento ha assorbito le forme archetipe di cui l'uomo risvegliato ha avuto bisogno per poter completare il suo mondo. Poi è seguita la rivoluzione industriale, l'illuminismo, il materialismo storico, ma i popoli non vivono di solo pane: son stati i dischi volanti e la metapsichica alla fine dell'ottocento ad assumersi l'onere di tenere aperti i rubinetti mentali dell'uomo. Se noi non riuscissimo a stabilire nuovamente l'equilibrio nella nostra anima, Madrenatura seguirà il suo corso. Le potenze dell'anima troppo a lungo represse, si espanderanno senza argini, sommergendo il mondo di tenebra: l'hitlerismo lo dimostra.

Ora parliamo delle esperienze dell'anonima talenti per quanto concerne gli incontri progressivi con gli esseri provenienti da altri mondi, saturniani e uranidi secondo la nostra classificazione. Esperienze di questo tipo hanno attraversato buona parte della nostra vita, modificando la nostra visione del mondo e dell'uomo, aprendo orizzonti cognitivi altrimenti incapsulati dall'ordinarietà della vita, imposta da un sistema restrittivo che produce tensione e smarrimento.

Scandurra ci indicò una condizione umana assai diffusa e causa di sofferenza dell'anima: siamo ciechi a tutto ciò che non soddisfi la nostra immediata ricerca del piacere e quando lo troviamo, ci rimane un senso di morte, di mancanza. Solo la verità ci libera, la verità su ciò che veramente siamo e il fine o compito da perseguire. Per raggiungerla ci dobbiamo svuotare, a rischio di perdere la bussola. Ci vuole coraggio, certo, ma pure la voglia di rompere le catene, di far capolino dove pochi osano. La consuetudine non ci basta, il quotidiano ci risulta asfittico, abbiamo bisogno di respirare l'infinito oltre l'orizzonte noto. A proposito di bussola. Noi l'abbiamo all'altezza del cervelletto, la ur-cellula, e quando contattiamo una entità o ci approssimiamo ad un portale dimensionale, essa ci avverte con un formicolio caratteristico selettivo. Credo che ogni essere umano abbia o prima o poi provato tale esperienza, almeno una volta nella vita. Per noi dell'anonima è operativa sempre, 24h. Possiamo semmai spegnerla, per motivi di schermatura in circostanze particolari, quando non ci dobbiamo far “sentire” da orecchie indiscrete.


Il primo passo decisivo è comprendere che la Natura – dentro/fuori – parla mediante dei segni e, per capire il suo linguaggio, si deve prestare attenzione alle analogie della forma. Gli spiriti della Natura comunicano con noi attraverso immagini mentali. Per stabilire un contatto è necessario sintonizzarci su tutte le bande di frequenza. Accendere la radio e girare la manopola su tutti i canali. Il primo che ci risponde, lo ascoltiamo. Suoni cose immagini si manifestano improvvisamente. Scopriamo che oltre il conosciuto c'è un ignoto infinito. Esoforme che ci svolazzano intorno, omini che si nascondono dietro gli alberi, mondi che si spalancano all'improvviso, sagome luminescenti che si muovono veloci e fluidi profumati che ci avvolgono e ci trasportano altrove. Stati psicotici? No, amici, anzi: è una esperienza totale, una visione finalmente liberata dai ceppi dei sensi fisici, è quella sensazione fenomenale dei rubinetti mentali apertissimi.

Una mattina d'estate, già afosa, Scandurra ci radunò presso una pompa di benzina appena fuori città. Luogo di appuntamento di tutte le nostre sortite. Ci diceva: domattina da Pesci (era il cognome del titolare della stazione di servizio). Eravamo in dieci. Quel giorno il maestro aveva sotto il braccio una radio a transistor piuttosto grande e di ottima qualità. Lo spiritoso del gruppo disse che dovevamo aspettarci una scampagnata con sottofondo di canzoni di Franco Califano e gli stornelli romani di Claudio Villa. Scandurra sorrise e ci disse:

Stavolta ve le suono io”.

Non ridemmo più. Giungemmo con le nostre automobili in località Commenda. Ci inoltrammo nella boscaglia e arrivati ad una radura ci sedemmo in cerchio. Piegammo la testa, secondo istruzione, e richiamammo il lumen. Lì, il continuum spazio/tempo era come una groviera, permettendo così all'energia cosmica di circolare in gran copia. Il maestro accese l'apparecchio e lo sintonizzò su di una precisa banda radio AM. C'era il caratteristico rumore di fondo di assenza di segnale. Poi dei suoni, dapprima intermittenti, ma dopo pochi secondi sentimmo la terra sotto di noi tremare. Ronzii sempre più forti ci spaccavano i timpani. Inutili furono i tentativi di coprirci le orecchie. Poco dopo, 10/15sec forse, si attenuarono grazie al Cielo e ci consentirono di riprendere la nostra posizione normale. Il paesaggio intorno a noi era intanto cambiato. Ci trovavamo in una zona di assottigliamento, come sottolineò Scandurra, “ora possiamo vedere tutto quello che è celato, la nostra mente normale è superata dalla visione, da una trance ultravioletta”. Sopra le nostre teste gravitava un disco argenteo che dondolava, grande come tre campi da pallone. Stranamente non faceva ombra. Intorno a noi la luce era viva e aveva una forma ovoidale, si infilava dappertutto, si muoveva a seconda di dove posavano lo sguardo. Scandurra accennò alla questione della provenienza dei di.vo..

Loro non viaggiano percorrendo miliardate di chilometri. Loro scivolano dentro le dimensioni e passano dove più sottile è il tempomateria, e allora appaiono come fantasmi nei cieli dei pianeti che intendono visitare. Ci sono botole ad uso dei mezzi pesanti, eh eh eh.”.


In base alle prove e alle missioni da noi sostenute nel corso dei dieci anni con Scandurra, ci convincemmo sempre di più di alcuni aspetti che ritengo ad oggi decisivi per la vita stessa: lo stato di trance ultravioletta non è una forma di delirio o di bassa coscienza, ma un modo per staccare la spina dallo stato ordinario dell'esistenza e abbandonarsi ad una struttura che tutto collega, noi e il cosmo; le personalità medianiche sono forse ciò che rimane oggi della spiritualità; la realtà non è oggettiva ma descrittiva e fondamentalmente proiettiva. È un orizzonte al confine tra corporeità e forze eterico-magnetiche presenti nell'invisibile e intangibile che ci circonda, unendoci.

L'enorme disco si abbassò a foglia morta e atterrò poco distante da dove eravamo, aprendosi un varco tra i cespugli. Quello era il momento rivelatore: sapevamo di essere solo noi stessi, unici bagagli di fronte all'universo. Ecco la strada verso il risveglio, fatta da tante minuscole ma importanti scosse. In noi c'è già tutto ma sopito, non ci resta altro da fare se non aprire e mantenere aperta la via in cui passano le energie cosmiche che si uniscono alla nostra potenza latente.

Arma la tua anima.

19 commenti:

  1. "La consuetudine non ci basta, il quotidiano ci risulta asfittico, abbiamo bisogno di respirare l'infinito oltre l'orizzonte noto."
    Credo, e ribadisco credo, di aver provato questa sensazione, la prima volta, in giovane età. Forse avevo 9, 10 anni, forse è stato uno dei primi libri che abbia mai letto "Addio Terra, ritorno al mio Pianeta" di L. Stewart e di lì a poco i libri di Kolosimo, che hanno così colpito la mia fantasia.
    Io lo devo ammettere, sono fondamentalmente un materialista che lotta da decenni contro la sua stessa natura.
    E' come se fossi il nero e il bianco, in una lotta continua.
    Eppure, avevo sempre all'incirca un'età fra i 10 e i 12 anni, una sera affacciato al balcone e parlando con il mio primo amico di sempre, mio dirimpettaio e compagno di giochi d'infanzia, tentavo invano di convincerlo dell'esistenza degli UFO, dei dischi volanti. Tutto inutile, lui diceva che non esistevano e che ero un credulone.
    Ricordo ancora benissimo che per tutta risposta gli dissi "e quello allora cosa è?".
    La mia domanda precedeva l'esperienza nel senso che quando la posi io avevo appena visto un bagliore con il mio occhio destro e mi voltai dopo aver fatto la domanda, e lui seguì il mio sguardo.
    C'era un disco di luce nel cielo serale che si muoveva lentamente. Il disco era in verticale, cioè era come se viaggiasse sul suo fianco e non parallelo alla terra (spero di riuscire a spiegarmi) ed era composto da un circolo di luce esterna, poi un circolo di buio, poi un altro circolo di luce, un piccolo buio ed una luce al centro.
    Insomma, un tiro a segno circolare che volava nel cielo, ecco, così credo di essermi spiegato :).
    Lo guardammo in silenzio finchè scomparve dietro al grattacielo che avevamo di fronte e, con nostra sorpresa, dopo qualche minuto di attesa, non ricomparve più.
    Questa cosa ci scosse tanto, ci guardammo in faccia e scappammo nelle nostre case. Non parlammo mai più dell'avvenuto.
    Nel corso degli anni spesso ho ripensato a quell'evento.
    A seconda della mia crescita l'ho spiegato in diverse maniere ma poi sono avvenute due cose particolari.
    Su AG circa un anno e mezzo fa credo, furono postate delle foto di U.FO. avvistati in varie parti della Terra.
    Le foto ritraevano il "mio" U.F.O.
    Quale altra migliore conferma avrei potuto sperare?
    La seconda riguarda il tuo blog, Angelo.
    Ora capisco perchè apparvero, non fu affatto un colpo di fortuna.
    Grazie

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  2. Caro Angelo, benedetti siano i tuoi post, che mi danno momentaneamente un pò di ossigeno animico...Tratteggio alcune cose che potrai, se lo vorrai, amplificare:
    1) Perchè stadio ultravioletto e non infrarosso?
    2) La ur-cellula ricorda molto la pineale cartesiana. Tuttavia sottoscrivo quanto dici su quella fenomenologia.
    3) Una cosa mi fa urlare di entusiasmo: quando dici che la realtà è eminentemente descrittiva e non oggettiva. Bene. Giusto.
    4) I saturniani però non erano i cattivi?
    Ciao, grazie.

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  3. A proposito, parli anche di enti che bloccano/colonizzano, la nostra mente, se ho inteso bene: gli Arconti?

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  4. questa ur-cellula assomiglia al famoso punto di unione di C.C.

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  5. Ciao Angelo...
    Nelle ipnosi regressive, cioè nei casi in cui si riveve l'esperienza comunemente chiamata abduction, si parla spesso della visione di un essere somigliante ad un piccolo monaco, quasi sempre accompagnata dall'odore acre di zolfo. Ho sempre creduto, ma sarebbe corretto dire "mi hanno portato a credere", che questo tipo di esperienza sia qualcosa non proprio da augurarsi, e le varie tecniche di liberazione ne sono una riprova. Come inquadrare quindi la tua esperienza che tu indichi come positiva per noi stessi e per lo svelarsi ad una appartenenza ad una comunità intelligente, da quella dell'abduction nell'accezione negativa del termine, cioè come esperienza subita contro la propria volontà quand'anche se ne abbia coscenza? Esistono quindi adduzioni "positive" (P. Pio - Rol -S.Francesco) quanto "negative" (A. Crowley-Hitler) ?
    Se puoi dirlo... cosa vi univa?
    Riguardo ai Saturniani stai dicendo che ci hanno salvato e protetto ( e probabilmente torneranno a farlo), come un mandriano farebbe con il proprio gregge e sostentamento, altrimenti non ci sto capendo niente.
    P.s
    Una notte di fine Agosto del "93 ammirando il cielo notturno da un paesino della costa sarda, vidi una stella attraversare, come in caduta, l'intera volta celeste. Sembrava essere li per me. Ricordo perfettamente che con cuore aperto , espressi il desiderio di conoscere l'Amore di e per una donna. Dire che fui accontentato è poco. Qualcuno ascoltò ed esaudi la mia preghiera, e la convinzione è tale che non esistono parole per esprimere questa certezza. È così.. e queste tue parole sono la piacevole conferma di quanto sento. Grazie

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  6. Forse questa apparente aporia nei tuoi giudizi sui Saturniani, Angelo, dipende proprio dal fatto che la Realtà è descrittiva e non oggettiva. Il mare è più profondo di quanto io creda, lo so.

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  7. I saturniani svolgono la funzione di interdizione della Luce, tuttavia nell'economia universale delle cause e degli effetti, hanno un loro perché.

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  8. Quel punto dietro la nuca mi ricorda di una esperienza immateriale avuta da giovanissimo. Percepii da sveglio una azione di lesione netta in quel punto, operata da mano invisibile e non benevola.
    Poche cose ricordo dei miei anni giovanili, ma quella sensazione che doveva per sua natura di fantasia finire nel dimenticatoio in poche ore, mi rimane vivida ancora oggi.

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  9. Perdonerete l'off topic, ma considerando che , seppur virtualmente, siete parte della mia vita volevo condividere con voi l'arrivo in famiglia del mio secondogenito Adriano... spero sia meno peste della sorellina Albachiara ma abbia lo stesso meraviglioso sorriso ;)

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    1. Dio benedica tuo figlio. Una nuova anima si affaccia al mondo. Che si riesca a renderlo migliore per i nostri figli.

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    2. Leggo ora il post. Benvenuto ad Adriano. Magari niente vaccini.....

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    3. Più che una speranza, un obbligo. Grazie Angelo e grazie anche a te Martina... per i vaccini dopo approfondimenti e consulenze si è deciso di farli... ma ad essere sincero mi sono fatto e mi farò il segno della croce.

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  10. Tanti auguri, complimenti alla mamma e benvenuto Adriano!

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  11. "La consuetudine non ci basta, il quotidiano ci risulta asfittico, abbiamo bisogno di respirare l'infinito oltre l'orizzonte noto." E' così: il quotidiano ci soffoca, con la sua misera monotonia, con il suo grigio deprimente.

    Ciao

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