TUTTO
VIBRA
Scandurra
mi diceva, con tono oracolare, che ogni cosa vibra, uomini cose
mondi. La vibrazione è un'onda che si sposta. È una proprietà del
campo elettromagnetico dell'universo che costituisce la carne
stessa del mondo cosmico. Essa fa parte del secondo livello della
realtà. Tutto ciò che è vivente è vibrazione: i nostri pensieri,
la luce, il suono e la totalità delle energie conosciute. La terra
stessa emette vibrazioni di ordine elettrico, tellurico, magnetico,
ecc. Nel momento in cui ci occupiamo degli effetti vibratori degli
esseri e delle cose, ci accorgiamo che le proprietà di questa vera e
propria “carne vibratoria” sono illimitate. Esse spiegano molto
bene le affinità, le simpatie e i legami tra gli esseri così come
le loro opposizioni. Possiamo scoprire un punto d'acqua, come fanno i
rabdomanti, o comprendere perché è così importante essere in
contatto con un buon terreno, camminare a piedi nudi ed essere il più
possibile in relazione con gli elementi naturali. Gli aborigeni
dell'Australia ascoltano con i piedi e sanno ciò che accade a
centinaia di chilometri. I nativi d'America, incollando l'orecchio al
suolo, ricevono informazioni da distanze considerevoli, ma da quando
gli yankee li hanno costretti a vivere in riserve ed altri sono stati
integrati nella società cosiddetta evoluta, hanno perduto il potere
psichico. Più si costruiscono estensioni delle nostre facoltà più
si atrofizzano le potenze dell'anima. Il sesto senso, caratteristico
degli animali, è la possibilità di captare meglio delle onde che,
sotto forme multiple (odori, suoni, movimenti di forme), permettono
loro di seguire la selvaggina, ritrovare una pista, camminare per
centinaia, migliaia di chilometri.
Ogni
forma è come una pelle. La pelle o la membrana di una cellula ha una
carica negativa all'interno, positiva all'esterno. Si può così dire
che una forma o una statua è animata da una energia negativa sul
dorso e positiva di fronte. Certe statue possono così essere una
sorta di emettitori-ricevitori di onde.
Le
civiltà tradizionali conoscevano e utilizzavano le proprietà
vibratorie delle forme. Nell'antico Egitto, solo il sacerdote aveva
il diritto di entrare nel tempio e di arrivare fino alla statua del
dio che ogni giorno egli animava di vita. La forma è una energia in
sé, ma può essere resa più potente con un rituale. Si crea allora
una doppia polarità tra l'uomo e la statua che rappresenta la
divinità, si costituisce in tale modo un nodo vitale. Tutti i
rituali possiedono diversi oggetti sacri, come gli stendardi caricati
di vita. Una cosa consacrata cessa di essere un oggetto, per
diventare un supporto di energia. In Giappone vitalizzano gli alberi
circondandoli da una corda: significa che tali alberi, durante una
vita centenaria, hanno perfezionato la loro forma e sono diventati
degni di venerazione.
Se
sono in armonia con la natura non posso che fare il bene. Vale a dire
che le vibrazioni armoniose vanno dalla natura all'uomo senza essere
alterate. La nostra terra è ormai terribilmente perturbata da tutte
le onde che, su frequenze innumerevoli, emettono dei campi che
snaturano il nostro ambiente elettromagnetico. Le particelle così
mescolate, accelerate, aggrovigliate su tutte le lunghezze d'onda,
sono responsabili in parte della sparizione di molte specie vegetali.
L'inquinamento è un male terribile per la natura, che dà la cifra
della superbia dell'uomo moderno, che si arroga un diritto
illegittimo su ciò che ha solo in prestito.
Ci
stiamo preparando un domani sconfortante. Tanto più che le
vibrazioni e i loro effetti sono poco conosciute ancora. È evidente
che un fenomeno globale su scala planetaria squilibra ed affievolisce
l'insieme delle forze vitali del nostro pianeta. Modificazioni
esteriori influiscono sugli strati geologici, generando terremoti e
cataclismi climatici.
Ogni
uomo e ogni cosa emettono vibrazioni. Si tratta di frequenze che è
possibile misurare. Il nostro corpo, ma anche ogni organo, possiede
la propria vibrazione. Ed è così scendendo nell'infinitesimale fino
al nucleo della cellula, fino al DNA stesso e al suo interno, fino ai
metalli che lo compongono.
Il
suono è la carne degli dei, ci dice la tradizione indù, poiché con
il suono e le sue vibrazioni, tutte le cose possono essere dette,
stabilite, costruite o distrutte. Fu il suono delle trombe celesti ad
abbattere le mura di Gerico. Il suono è il linguaggio del divino e
degli uomini. Ogni preghiera e offerta è un canto. Ogni conoscenza
avviene convertendo un testo in suoni e i suoni in ritmo. È un modo
di incorporare in sé la cosa da memorizzare in uno spazio-tempo che
diventa ritmo. È per tale ragione che la tradizione orale è la più
antica tradizione del mondo. È la vera forma di trasmissione. La
scrittura è utilissima, certo, da Gutenberg ad oggi ci ha permesso
di conservare una certa conoscenza, non tutta però. Il guru, il
fondatore di religione, il sapiente non trasmettevano soltanto una
memoria umana, essi trasmettevano la parola, il suono, il ritmo,
l'intonazione, la musica e un'infinità di modi di vivere e di
sentire ciascun versetto, episodio, formula magica, mantra, parabola.
Scandurra ci diceva che per indurre il giusto stato d'animo
nell'allievo affinché possa accogliere la risonanza magica, contava
l'espressione tonale, la pronuncia, la sua qualità secondo il posto
e l'ora, il giorno e la notte. Tanti sono i fattori perché la
conoscenza venga assorbita nel modo efficace.
Vi
sono numerose terapie d'accesso che utilizzano il suono. Si tratta di
una modalità di ritornare alle origini, di ritrovare un'energia
vivente e un'arte che permettano al corpo di aprirsi a certe
posizioni, di aprire lo spirito alla visualizzazione, di aprire i
sensi ad un comune accordo. La voce umana è emblematicamente la
chiave che sale e scende, liberando la forma e la musica, il colore e
il gusto.
Il
termine “vibrazione”, come tutte le parole, abbraccia un campo di
realtà complesse. Vibrazione energetica, certamente, ma anche
“vibrazioni” nel senso psichico e spirituale del termine. Noi
siamo influenzati dai nostri sentimenti ed essi ci guidano, creando
campi vibratori positivi e anche negativi tra gli esseri. La distanza
non cambia niente nella materia. Gli innamorati, anche se lontani,
“sanno” quando sono in conflitto o, al contrario, in armonia. La
risonanza del campo vivente è energetica ed affettiva al tempo
stesso. Le vibrazioni assumono tutte le colorazioni e rivestono tutte
le forme. Se tutto nasce dalla vibrazione, è perché essa è creata
da un principio ancora più sottile. Noi dell'anonima talenti
assimiliamo la vibrazione alla “materia prima”, la materia
originaria. Essa non proviene da un principio creato, ma
dall'increato. Ciò traduce il concetto secondo il quale tutto ciò
che è proviene da ciò che non è. Le cose della stessa natura non
possono produrre che cose della stessa natura, ma esse sono prodotte
da cose differenti. Così il soffio (pneuma) possiede un principio
creato, cioè la vibrazione che anima e crea i mondi, e un principio
increato che è la vera matrice, la sua realtà primaria. Scandurra
su questi concetti, per quanto esoterici appaiono, ci spiegava che in
fin dei conti ogni cosa è libera, poiché, qualunque sia la sua
qualità, è necessariamente rivestita di una qualità più grande.
L'energia si manifesta nel suo compimento, per esempio sotto forma di
pietra. Alla sua origine, è un fotone di luce. Sebbene tra la pietra
e il fotone esista una grande differenza, l'energia è la stessa: è
il principio increato che sussiste nella pietra o nel fotone. Il
mondo finirebbe già ora se tale principio decadesse. Ogni
vibrazione, qualunque essa sia, è un'estensione finita. Tuttavia, in
tutto l'universo, nessuna cosa procede verso una morte definitiva,
altrimenti il mondo non sarebbe altro che una degradazione
permanente. Se le cose vanno verso la vita, se possiedono una “magia
vivente”, è perché obbediscono a un principio che, in una cosa
finita, crea l'infinito, che, nel manifestato, suscita il non
manifesto. Prima che la Luce fosse creata da Dio, essa era contenuta
nelle Tenebre iniziali. Ed è ciò che accade dalla creazione del
mondo.
MUTANTI
Possediamo
delle qualità che non appartengono alla nostra natura autoctona.
Rincorriamo delle facoltà perdute di cui avvertiamo le potenzialità
soggiacenti che trascendono i sensi ordinari e lo spazio/tempo. Da
qui questa incessante aspirazione a superarci, a mettere in crisi i
criteri della scienza “producendo” fenomeni cosiddetti
“paranormali”, inspiegabili negli schemi attuali del
materialismo. Per millenni abbiamo creduto alla magia, fine '800 alla
metapsichica, oggi alla parapsicologia, quel che conta davvero è far
salire dall'abisso dell'essere un gene occulto atrofizzato, in grado
di compiere meraviglie, che può condurre l'umanità verso una
migliore comprensione di chi siamo e di salvare la spiritualità
oltre le forme religiose.
Una
minoranza di individui si trova ai margini della società, sono visti
con timore ed evitati, ed è quella dei medium, dei sensitivi, coloro
che hanno i rubinetti mentali aperti. È a loro che spetta il dovere
di far rinascere l'umanità, di rimettere al centro dell'universo
l'uomo. Malgrado chi rema contro.
Son
sempre più convinto che la coscienza abbia generato tutto quel che
ci circonda, la materia, l'energia, la storia della civiltà. La
coscienza crea, al contrario dell'economia che incatena, la politica
che condiziona, la filosofia che delimita. E la coscienza di
quell'antenna cosmica che è il medium, è in grado di riconnetterci
alle forze primordiali della Creazione.
Sul
piano più grossolano ma non per questo meno importante, cosa opera
nel nostro organismo, nel bios, per far sì che si manifesti la
supernatura? Ci sono in noi capsule temporali che possono detonare
nei momenti critici. Si tratta del gene imprigionato. Penso sia
abbastanza noto il processo attraverso il quale il patrimonio
genetico stabilisce il corso delle nostre vite. Avevo sempre supposto
che ogni gene trasmessoci dai genitori svolgesse una funzione
precisa, vuoi dominante vuoi recessiva. È a dir poco sorprendente
l'idea di caratteristiche trasferibili con il patrimonio genetico, ma
sottratte all'utilizzazione da una specie di blocco. È possibile che
ci trasciniamo nelle cellule da innumerevoli generazioni un bagaglio
di informazioni che per emergere aspetta solo il segnale adatto? In
che cosa sarebbe consistito questo segnale? Seguendo la teoria per
cui scopo della natura umana è sopravvivere e tutti i meccanismi del
corpo sono stati concepiti col fine di fornire i mezzi per la
sopravvivenza e la procreazione (l'unica forma di immortalità di
cui siamo certi), ho trovato un punto nel quale inserire il gene
“recluso”. Il costante attacco sferrato da condizioni ambientali
ostili alla sopravvivenza è il segnale capace di far emergere il
gene imprigionato. Noi sappiamo che la mutazione esiste e la
consideriamo una sorta di aberrazione di forma. Quando la cosiddetta
mutazione produce una caratteristica che consente alla specie di
sopravvivere sotto una forma nuova, la chiamiamo mutazione benefica.
Ho
ragione di credere che esista un modello fondamentale dell'uomo. Devo
questa riflessione a un antico testo egiziano che parla di cominciare
una nuova vita con ogni parte dell'organismo derivata da una
divinità. Tale descrizione rappresenta una spiegazione magica di una
possibile verità. È attendibile perché presuppone un modello
fondamentale contenente lo schema genetico di una forma di vita
generalizzata e insieme molto sofisticata. Si tratta di un modello
capace di funzionare in qualsiasi circostanza. Ottenuto per
clonazione da un seme centrale, è presumibile che sia stato prodotto
con i criteri del montaggio a catena, ma non è da escludere che il
Formatore l'abbia realizzato in un'unica soluzione. L'adattamento
delle forme alle condizioni ambientali e culturali venne poi lasciato
alle forze che avrebbero circondato il modello individuale una volta
raggiunto il “campo aperto”. Non credo sia azzardato ritenere che
i modelli operativi siano stati collocati sulla terra in un lontano
passato. È stato dunque l'arrivo di questi modelli a segnare
l'inizio dei misteriosi centri di civiltà fioriti diecimila
generazioni fa. E se una pattuglia stellare, i formatori, tornasse di
tanto in tanto sul nostro pianeta per vedere come progredisce la
civiltà e quale direzione ha intrapreso? Dovrà comunque stabilire
un contatto con i pochi esseri umani mutanti che attendono da
millenni l'incontro e che hanno liberato il gene prigioniero.
La
mia suddivisione delle antiche razze extraterrestri in uranidi e
saturniani, rientra comunque nel discorso di cui sopra. I primi, i
formatori, hanno trovato un ostacolo eminente nei secondi,
intenzionati a schiavizzare i popoli che di volta in volta incontrano
durante il loro lungo viaggio di conquista nell'universo. Sembra che
la spinta principale sia qui da noi che altrove, almeno in buona
parte, derivi dalla sete di dominio, e la dinamica è sempre la
stessa. Un gruppo ridotto di persone, ispirato dalla presunzione e
dalla superbia, si arroga il diritto di decidere il destino di un
intera comunità, nazionale e poi planetaria, trovando le risorse
economiche dall'usura e dalla finanza e con l'appoggio militare, al
fine di ottenere nel più breve tempo possibile il potere assoluto. È
la peggiore maledizione di una civiltà, quella per cui un consorzio
di interessi globali ordisce complotti al fine di dominare, ritenendo
che la maggioranza della popolazione non sia in grado di autogoverno.
E così facendo adoperano strategie adeguate ai tempi: una miscela di
forza, religione di stato, propaganda, guerra, ideologia.
I
mutanti hanno un compito assai gravoso e direi, penoso. Sobbarcarsi
il peso del passaggio di civiltà. Hanno bisogno di un capo, primo
tra pari, che possa guidarli al conseguimento dell'obiettivo. Per
meglio operare è necessario un ordine che segua un codice, e poi
riti e simboli, l'aggancio ad una tradizione. Tale ordine è
sottoposto ad un rischio ricorrente della storia umana: il
tradimento. Cristo fu tradito da Giuda Iscariota. L'Ordine del Tempio
dovette fare i conti con la superbia, col potere immane raggiunto da
far tremare il mondo, e si sa, un grande potere sbilancia, tenta,
acceca; il tradimento per lucro o per sete di dominio è dietro
l'angolo. Così fu: tutto finì troppo in fretta e in modo sospetto.
I templari dettero un forte impulso all'epoca, ma quando tutto sembra
cambiare tutto rimane lo stesso. Forze in controtendenza riuscirono a
fermare l'onda di vita, ancora una volta. Tutto rientrò. La luce che
per un secolo si accese fu sepolta di nuovo. I mercanti e gli usurai
ripristinarono i rapporti di forza tra regnanti ed economia,
orientando la civiltà verso direttrici temporali ridotte, consumando
depositi di energia considerevoli. Il passo del Grande Tempo subì un
accelerazione, la materia si consumò più in fretta, le coscienze
divennero permeabili, apparentemente più estese ed espanse, in
realtà solo più fragili distaccandosi dal Centro.
Dicevo
del compito dei mutanti. “Risvegliati” sarebbe il termine più
preciso, però con “mutanti” si ha meglio la percezione che il
popolo e la società hanno nei loro confronti: donne e uomini che
cambiano, mutano rispetto alla media collettiva. Una minoranza
silenziosa, certo, spesso facilmente controllabile e perciò
neutralizzabile; eppure tra loro c'è colui che riesce a sfuggire ad
ogni tentativo di persecuzione e che ri-trasmette la sua conoscenza
ed arte ad altri, pronti a continuare. E così continuando di
generazione in generazione.
INCUBO
Nel
basso astrale scorre un fiume dalle acque pesanti come il ferro e
dello stesso colore; delle spighe biancastre crescono lungo le sue
rive. È il Fiume Sognante, e sulle rive alle volte vagano le anime
degli uomini obnubilati da malattia o da intervento farmacologico. In
quei luoghi i predatori cacciano quelle povere anime disperse. Se si
ha coraggio, c'è una mistura che permette di scendere velocemente
nell'abisso del sonno, così il doppio eterico verrà proiettato su
quelle rive. È un luogo pieno di trappole, ma puoi sfuggire ai
pericoli che vi si nascondono, e attraversare le pianure per giungere
nella Città dei Demoni dove, se vuoi, potrai tentare di mettere in
salvo le anime prigioniere. Il rischio è quello di rimanere
inchiodati laggiù, senza nemmeno strillare la propria paura.
Forse
a causa di una cattiva digestione, facciamo degli incubi come quello
appena narrato. Ma sì, certamente è così. Al risveglio possiamo
vivere nel migliore tra i mondi possibili, dove l'Europa a trazione
germanica ci condurrà felicemente in quel nirvana digitale dove i
bankieri, novelli arconti, ci proteggono e ci guidano...
Questo
deve essere un altro incubo. Ma sì, certamente, non può essere che
così. Siamo uomini moderni del terzo millennio, evoluti, illuminati,
razionali, democratici, progressisti, che con fatica abbiamo
conquistato una meritata libertà.
Già,
ma per fare cosa?
Sfogliando
Il dialogo della salute di Carlo Michelstaedter .
‘Niente
da aspettare/ niente da temere/ niente chiedere – e tutto dare/ non
andare/ ma permanere./ Non c’è premio – non c’è posa./ La
vita è tutta una dura cosa’.
‘Egli
guarda in faccia la morte e dà vita ai cadaveri che lo attorniano. E
la sua fermezza è una via vertiginosa agli altri che sono nella
corrente. E l’oscurità per lui si fende in una scia luminosa.
Questo è il lampo che rompe la nebbia’.