Entrare
profondamente nella Realtà, è impresa titanica. Come fare? Cercarla
in un solo punto. Lo scopo, però, non è quello di raggiungere il
bersaglio, ma di dedicarsi ad un lungo, continuo ed estenuante
esercizio interno che permetta l'irruzione del Divino. Non date
credito a chi la fa facile. Oggi, si vendono per non modiche cifre
“intensivi di illuminazione”, si spacciano ricette miracolose per
alchemiche trasmutazioni, tutto sembrerebbe alla portata, ma non è
così. Miglia e miglia si dovranno percorrere; anni e anni
passeranno; sacrifici e delusioni si affronteranno, prima di vivere
un barlume di esperienza unitiva con l'Assoluto.
Intanto,
ciò che conta, è il modo di esserci. Il nostro io superficiale non
deve partecipare all'azione interiore. Ogni santa mattina è un
giorno guadagnato e di ringraziamento: questa è meditazione. Non ci
sono tecniche decisive. Il cammino spirituale inizia con il non
identificarsi con ciò che si fa: auto-osservarsi, non collocarsi
nella testa. Si incomincia a penetrare in un altra dimensione, si ha
la percezione (provare per credere) di essere attraversati da un asse
verticale che ci dà una forza straordinaria. Dovremo imparare a
possedere qualcosa senza possederlo. Svilupperemo la visione della
totalità: vedere cose e persone nel loro insieme. Arrivare
all'evocazione dell'archetipo e da lì all'invocazione dell'Essere,
trovare l'immagine divina in sé, diventare ciò che si è sempre
stati: questa disciplina è alla base dell'insegnamento antico.
Niente di nuovo per diventare uomini nuovi.
Certo,
le prove, gli inganni, le presunzioni, sono all'ordine del giorno.
Non scordiamoci che bisogna rimuovere, far scomparire gli ostacoli
psicologici che si oppongono al sorgere del Divino. La superbia sarà
un nemico quasi invincibile: sentirsi superiori soltanto per aver
letto qualche libro che parli di spiritualità o di via iniziatica.
Un conto è discettare di tecniche dell'estasi, di stati molteplici
dell'essere, altra cosa è vivere realtà separate,
multidimensionali, magiche. Si tratta di una forma di terapia
d'accesso, che dalla malattia dell'anima (perché oscurata) passa
ad un altro piano, quello aurorale.
Siamo
tutti sull'orlo di una grande scoperta, fin da quando torniamo su
questo mondo. Il problema che ci angoscerà per tutta la vita, però,
è la paura. Paura di vedere oltre il mondo. Questo ci lacera, ci fa
sentire piccoli detriti trasportati dalle onde del Grande Fiume
samsarico, senza sapere dove ci porterà.
Dobbiamo
avere fede in chi possiamo essere. Ci diranno che non siamo nulla,
che siamo dei falliti perché non puntiamo alle cose concrete. Ci
ostacoleranno in tutti i modi. Il sistema ci riterrà degli
antisociali, dei pericolosi eversivi. La Chiesa ci considererà degli
eretici. Gli esoteristi ci irrideranno perché non apparteniamo ad
Ordini regolari, come se poi la trasmissione iniziatica avesse
bisogno di accrediti legali. Dobbiamo avere fede in chi possiamo
essere.
Meditare.
Già, cos'è? È comunicare ad un livello superiore. Importante è
trovare un linguaggio idoneo. Perché l'umanità è disorientata? Non
sa più perché vive. Lo scopo è favorire nell'uomo il sorgere del
Divino, l'esperienza che non può essere descritta con le parole e
che provoca in noi l'intensità della gioia. Ogni volta che il Divino
ci afferra, il retroscena psichico cambia. Compaiono una potenza, un
amore che sembrano incomprensibili e privi di qualsiasi motivo a
quell'io che cerca di cogliere tutto razionalmente. È una
comunicazione trascendente tra noi, antenne riceventi dalla radio di
Dio.
Non
è solo la sfera interiore ad essere tirata in ballo; quello che
voglio farvi intendere è che la terapia d'accesso di cui accennavo
prima, riguarda pure l'apertura, l'espansione del corpo. Da cosa si
comincia? Semplice, in certe condizioni, un rilassamento, anche
minimo, basta per creare un cambiamento di atmosfera interna.
Qualcuno si accontenterà di sentirsi bene, ma ci sono persone che
sentono improvvisamente risalire le cose del passato. Occorre,
quindi, essere prudenti: quando ci si apre si diventa vulnerabili. Il
vero, autentico rilassamento come lo intendo io, è dinamite. Basta
distendere il polso destro in una certa maniera, praticare una
qualche digitopressione, e ciò sarà sufficiente ad immergerci in un
oceano dimensionale. Nessun effetto speciale, niente di spettacolare
all'inizio: si flippa (dare un colpetto col dito), poi subentra un
leggero tremolio, compaiono vibrazioni e si cavalca la cometa.