C'è ancora un'osservazione da fare. Quanto scritto in questi anni, tutto questo favoloso intreccio, si è verificato realmente, ma non so in alcun modo come abbia potuto realizzarsi alla luce delle cognizioni ordinarie. L'irruzione del magico non in termini estemporanei, bensì continuativi, ha prodotto sicuramente modifiche alla struttura stessa della realtà, così come la sperimentiamo abitualmente. Ciò ha comportato alterazioni del continuum s/t non solo a Viterbo (eccetto alcuni, i viterbesi non se ne sono accorti, dormienti come sono da secoli) ma in direzioni non ancora rilevabili completamente. Posso solo dire, evitando in parte questa esigenza di conoscere la causa prima degli eventi descritti, che quando uno viene coinvolto in situazioni di questo tipo, si sente estraneo da ogni considerazione analitica e gli è sufficiente vivere l'esperienza; sicuro tuttavia che altre menti ed altri spiriti vicini alla sua sensibilità, garantiscono, vivendo le medesime esperienze, la validità delle sue.
Ho potuto in quel decennio apprendere molte cose sul bene e il male, di dinamismi contrapposti che si contendevano il dominio dell'Universo, di lotte violente fra forze antagoniste.Tutto ciò nell'anonimato più stretto. Provavo indubbiamente una strana sensazione: ritrovarmi su altri mondi di universi diversi, io, comune cittadino della Terra, anzi di Viterbo. Manco fossi John Carter di Marte. L'esperienza totalizzante che vivevo non comportò nessuna alterigia né superbia rispetto ai miei simili. Anzi, nel mio piccolo tentai addirittura di produrre programmi radiofonici e poi televisivi nella mia città, allo scopo, probabilmente ingenuo, di suscitare un nuovo piano di coscienza verso realtà che esulano dal conosciuto. Quando rientravo dalle Immersioni e frequentavo i compagni di scuola e dell'oratorio, la percezione sensoriale abituale mutava, avevo ancora addosso la "polvere di stelle" che confondeva il mio rapporto col mondo. All'inizio, dopo diverse IVI ho avuto seri problemi sia fisici che psichici, faticai alquanto ad abituarmi al dentro-fuori. Il mio organismo mutava, lo sentivo, la coscienza si dislocava con facilità, non nascondo che ebbi paura. Ma non avrei mai rinunciato all'infinito.
Il metodo scientifico si basa sulla ripetibilità delle osservazioni. Quando si analizza un qualche fenomeno fisico, si scopre che esso è una combinazione di elementi dettati dalle leggi di natura e, insieme, di altri elementi accidentali. Il fatto che si veda una palla rossa cadere in un certo modo per effetto della gravità potrebbe, a priori, essere in parte conseguenza del fatto che essa è rossa. Per accertare che ciò non è vero si può solo esaminare come cadono palle di colore diverso, ma identiche sotto ogni altro aspetto. Nel caso dell'universo, questa libertà non c'è, e perciò i fisici sono obbligati a separarne le proprietà fondamentali da quelle accidentali. Un evento particolare, locale, non è un parametro applicabile su scala cosmica. Il comportamento dell'universo è diverso dal comportamento dei corpi che si trovano al suo interno. Il tempo sul terzo pianeta del sistema Sol non risulta lo stesso su altri mondi. L'ho constatato io stesso, ma che prova posso dare a sostegno di tale osservazione? L'orologio che possedevo durante le prime immersioni, un cronografo di buona marca, mi dava tempi diversi già dal momento in cui penetravo nel condotto dimensionale fino all'emersione su di un altro pianeta. Se poi raggiungevo il secondo universo, le lancette non giravano affatto, immobili; quando rientravo a Viterbo, il crono riprendeva tranquillamente il suo movimento perfettamente in sincronia con l'ora terrestre. I minuti o le ore di scarto si annullavano. I fenomeni psi confermano la tesi secondo la quale è possibile già qui violare le leggi di natura, almeno quelle convenzionali e codificate dalla scienza. Possediamo la chiave interna che ci connette alle leggi dell'universo, altre da quelle rilevabili ordinariamente. La realtà appare sempre più decisamente plastica e ideazionale. Scandurra dice che tutto quello che esiste si può modificare, piegare, basta avere un intento fine, ossia focalizzato su di un punto. Uno sguardo magico trasforma la materia.
Le avventure di cui sono stato testimone attivo, mi hanno permesso di formulare una teoria del tutto - una delle tante - oppure, più semplicemente, da ragazzo mi piaceva l'idea di attraversare a piedi quella specie di confine che doveva portarmi fuori dal mondo, in quel campo fiabesco. Eppure Scandurra mi disse che quel posto così pulito, ordinato, era abitato da spettri e diavoli. Del resto non si può imputare solo all'azione umana tutte le cose brutte, sanguinose, che accadono quaggiù. La tristezza, la malinconia, la depressione, da dove provengono? Siamo per principio scontenti di ciò che ci circonda, eppure continuiamo a credere solo al visibile. Viviamo in un mondo in cui il 99% delle cose belle vengono distrutte quando stanno per nascere, perché vi sono all'opera forze dirette a soffocare il bene. La maggior parte dei miei conoscenti non può fare a meno di alterare il proprio stato di coscienza con i mezzi più svariati, droghe, eccitanti, sesso, passioni ossessive, perché? Non vi siete mai chiesti che il bisogno di evadere dalla normalità non sia soltanto un fenomeno patologico, ma anche un tentativo ingenuo ma necessario, di ricordare la patria perduta, lo stato edenico smarrito, quando eravamo dèi? Scandurra ci ha insegnato che viviamo in un mondo in cui ogni cosa ha una vita propria, una vita sotterranea, dall'elettrone alla galassia, tutto è bucato e sorretto dal pozzo senza fondo. Tutto vive una sua vita speciale, che noi non afferriamo ma che è sempre in grado di svilupparsi. Un mondo, che come un corpo con le sue cellule, è dunque sul bordo del caos, di una sorta di malattia, e bisogna solo sperare che Dio abbia regolato la vita delle cose in modo tale che tutto resti nella precaria armonia che noi conosciamo. Un mondo fragile anche, perché transitorio e posto al fianco di altri mondi, paralleli, che potremmo però conoscere prima di passare il guado.
Il metodo scientifico si basa sulla ripetibilità delle osservazioni. Quando si analizza un qualche fenomeno fisico, si scopre che esso è una combinazione di elementi dettati dalle leggi di natura e, insieme, di altri elementi accidentali. Il fatto che si veda una palla rossa cadere in un certo modo per effetto della gravità potrebbe, a priori, essere in parte conseguenza del fatto che essa è rossa. Per accertare che ciò non è vero si può solo esaminare come cadono palle di colore diverso, ma identiche sotto ogni altro aspetto. Nel caso dell'universo, questa libertà non c'è, e perciò i fisici sono obbligati a separarne le proprietà fondamentali da quelle accidentali. Un evento particolare, locale, non è un parametro applicabile su scala cosmica. Il comportamento dell'universo è diverso dal comportamento dei corpi che si trovano al suo interno. Il tempo sul terzo pianeta del sistema Sol non risulta lo stesso su altri mondi. L'ho constatato io stesso, ma che prova posso dare a sostegno di tale osservazione? L'orologio che possedevo durante le prime immersioni, un cronografo di buona marca, mi dava tempi diversi già dal momento in cui penetravo nel condotto dimensionale fino all'emersione su di un altro pianeta. Se poi raggiungevo il secondo universo, le lancette non giravano affatto, immobili; quando rientravo a Viterbo, il crono riprendeva tranquillamente il suo movimento perfettamente in sincronia con l'ora terrestre. I minuti o le ore di scarto si annullavano. I fenomeni psi confermano la tesi secondo la quale è possibile già qui violare le leggi di natura, almeno quelle convenzionali e codificate dalla scienza. Possediamo la chiave interna che ci connette alle leggi dell'universo, altre da quelle rilevabili ordinariamente. La realtà appare sempre più decisamente plastica e ideazionale. Scandurra dice che tutto quello che esiste si può modificare, piegare, basta avere un intento fine, ossia focalizzato su di un punto. Uno sguardo magico trasforma la materia.
Le avventure di cui sono stato testimone attivo, mi hanno permesso di formulare una teoria del tutto - una delle tante - oppure, più semplicemente, da ragazzo mi piaceva l'idea di attraversare a piedi quella specie di confine che doveva portarmi fuori dal mondo, in quel campo fiabesco. Eppure Scandurra mi disse che quel posto così pulito, ordinato, era abitato da spettri e diavoli. Del resto non si può imputare solo all'azione umana tutte le cose brutte, sanguinose, che accadono quaggiù. La tristezza, la malinconia, la depressione, da dove provengono? Siamo per principio scontenti di ciò che ci circonda, eppure continuiamo a credere solo al visibile. Viviamo in un mondo in cui il 99% delle cose belle vengono distrutte quando stanno per nascere, perché vi sono all'opera forze dirette a soffocare il bene. La maggior parte dei miei conoscenti non può fare a meno di alterare il proprio stato di coscienza con i mezzi più svariati, droghe, eccitanti, sesso, passioni ossessive, perché? Non vi siete mai chiesti che il bisogno di evadere dalla normalità non sia soltanto un fenomeno patologico, ma anche un tentativo ingenuo ma necessario, di ricordare la patria perduta, lo stato edenico smarrito, quando eravamo dèi? Scandurra ci ha insegnato che viviamo in un mondo in cui ogni cosa ha una vita propria, una vita sotterranea, dall'elettrone alla galassia, tutto è bucato e sorretto dal pozzo senza fondo. Tutto vive una sua vita speciale, che noi non afferriamo ma che è sempre in grado di svilupparsi. Un mondo, che come un corpo con le sue cellule, è dunque sul bordo del caos, di una sorta di malattia, e bisogna solo sperare che Dio abbia regolato la vita delle cose in modo tale che tutto resti nella precaria armonia che noi conosciamo. Un mondo fragile anche, perché transitorio e posto al fianco di altri mondi, paralleli, che potremmo però conoscere prima di passare il guado.
Scorgo un sotterraneo senso di tristezza in questo post...è difficile spiegare...
RispondiEliminaun entusiasmo giovanile d'avventura senza limiti di spazio e tempo nell' infinito fuori dal mondo ordinario a costo di sofferenze fisiche e psichiche e un accenno alla realtà fuori/dentro non delle più rosee...
...poi uno scoramento profondo di chi ha capito/visto che esiste un male profondo che tutto annienta e distrugge... per finire con un filo di speranza che Dio abbia regolato la vita modo tale che tutto resti nella precaria armonia che noi conosciamo... io non è che "conosco" sulla terra tutta questa armonia,spiccano discordanze,stonature e vedo molta ingiustizia... e tanto altro, ma basta guardarsi attorno e forse è sempre stato così (dando un rapido sguardo alla storia...meglio o peggio)...per le altre sfere non ne ho conoscenza.
Comprendo molto bene che alterare il proprio stato di coscienza con i mezzi più svariati e disparati possa essere un tentativo per ricordare lo stato paradisiaco provocato dal senso di scollegamento ma allo stesso modo può essere anche un non volere/riuscire ad accettare questo giogo/gioco della vita e lasciarsi andare dentro/fuori senza lottare...
in fondo ci sarà un fine/spiegazione a tutto questo e quant'anche non fosse delle più idilliache la risposta e forse forse anche peggio...bisogna comunque con coraggio e tenacia trovare la strada e tornare a casa.
..."può bastare l'azione combinata di pochi uomini e donne che sentono forte il desiderio di rompere le catene, per inceppare i macabri ingranaggi della centrale del kaos"...
(dal blog Il Grande Ignoto)
..."frammenti di verità li troviamo dappertutto nell'universo, in cose e in uomini, anche fra le monete false e i malfattori"...
(dal blog Il Grande Ignoto)
«Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo»
(Gv 10,9)