Chi legge "esamini tutto, ma ritenga solo ciò che è giusto".

La mente non è un vessillo da riempire, ma un fuoco da accendere.

mercoledì 16 settembre 2009

SUL LINGUAGGIO APOCALITTICO




Come tentare di dare un senso ai contenuti di quanto rivelato a Giovanni, il veggente di Patmos?
A mio avviso vi sono due ordini di problemi, strettamente connessi. Per quanto riguarda l’ “immaginario apocalittico” si risponde per lo più in due modi. L’uno è quello bassamente “realista” di certo occultismo e fondamentalisno “religioso” generalmente made in USA. Gli esiti sono fra il raccapricciante e l’esilarante: per restare alle “locuste” David Ichke , materializzando il contenuto, è arrivato a formulare “teorie lucertoloniche” che abbracciano ad esempio la genesi della famiglia reale inglese e dell’aristocrazia pluto-politica USA. Ora se Bush è un tamarro verde, Obama da quale costellazione proviene? Conosco i metodi della spia MI6 David Icke, che, pur svelando “complotti” reali, li attribuisce poi ai fantomatici “Rettiliani”, ottenendo così l’effetto di rendere incredibili i contenuti plausibili. Ma per favore.
Oppure si crede che il linguaggio apocalittico sia in qualche modo “simbolico” in senso psicologico o vagamente spirituale.
In realtà l’Apocalisse è un libro di assoluto realismo.
Solo che si tratta di “realismo immaginativo”: il veggente illustra quello che percepisce non sul piano fisico ma su quello che, in varie tradizioni e dottrine, è definibile come piano “astrale”, in una dimensione cioè sovrasensibile.
Andrebbe quindi chiarito il nesso fra tale piano e quello dei fatti storici svolgentisi sul piano sensibile.
E qui incontriamo il secondo ordine di questioni.
Da un lato alcuni pensano che Giovanni parlasse di Domiziano o Nerone.
Altri pensano - in un certo senso più correttamente, ad una sorta di “archetipi dell’iniquità” e dello scontro fra Bene e Male.
Qui però andrebbe capito cosa ci riguarda, oggi, di questo scontro archetipico.
Noi viviamo l’inveramento storico di alcune particolari immagini “astrali”: ad esempio le manifestazioni di colui (la Bestia a Due Corna) che è adombrato nel “numero 666”.
In altre parole: ci vuole una chiave per arrivare, se non a decifrare, a capire cosa vuole, oggi, da noi il messaggio del veggente di Patmos.
E qui chi ha orecchie per intendere, intenda.
Nel “supermarket” delle culture (religiose, esoteriche, ecc.) oggi generosamente fornite all’uomo, vi sono sia gli strumenti per continuare ad essere presi in giro (è il prezzo della Libertà) sia quelli per cominciare ad afferrare il senso della Rivelazione.
Il veggente, ai suoi tempi, ha svolto il suo compito: agli uomini di “buona volontà” quello di renderlo fruttuoso anche in quest’epoca che viviamo.

Il testo è opera dello Spirito, e lo Spirito dà a chi vuole come intenderlo.

5 commenti:

  1. Solo grazie ad una profonda introspettività si è in grado di comprendere a pieno le reali volontà dell'animo umano, e scindere in modo realistà ma non precludendo a priori le possibilità, si è in grado di scorgere le più plausibili anche se inverosimili "Apocalissi"
    A mio avviso la fine è una sequenza logica di fatti e pensieri che portano ad essa, non tanto conciliabile a forza con date o collocamenti cronologici. L'apocalisse giungerà quando sentiremo che essa è vicina, ed ora sembra affiorare mell'incerto futuro che ci presentano dei meri opportunisti travestiti da salvatori.
    Un saluto

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  2. Tu dici che "la fine è una sequenza logica di fatti e pensieri che portano ad essa", ebbene questa è una considerazione riduzionista, orizzontale. I popoli, l'uomo, non sono meccanismi dai riflessi condizionati, vi sono forze palesi e occulte, creative e distruttive che guidano, ostacolano, confondono ed esaltano i popoli e l'uomo. L'apocalisse giungerà a prescindere da quello che noi potremo o sapremo sentire. Fenice, mi stimolano comunque le tue posizioni, sebbene distanti dalle mie, ci si aiuta a capire e tutto quello che è capito è bene.

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  3. Non riduzionista ma razzionale, per primo io sono testimone di eventi sopra la norma, non voglio appiattire e dirige il pensiero solo su una possibile e logica conclusione. Ma cerco di appianare un ambiente ricco di clichè, di stereotipi ancora non comprovati che stanno mandando ad i quattro venti tutto il lavoro svolto da ricercatori seri e motivati. Cerco solo una via che leghi la nostra parte più logica e razzionale, con quella più inconscia ed inspiegabile. Perchè essa vi è ed è una strada che prima o poi dovremmo percorrere.
    Spero di percorrerla con persone pronte a mettersi in gioco personalmente e con tutte le loro credenze.
    Un saluto

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  4. Molto del materiale profetico contenuto nell'Apocalisse di Giovanni non ha significato simbolico ma si riferisce a situazioni reali, non solamente immaginate. La grandine che descrive, ad esempio, è reale e così la cometa che cade sulla Terra. Ma diversi altri dettagli si riferiscono a situazioni concrete e non di realismo immaginativo.
    Forse ne riparleremo.

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  5. Cari amici, certo che nel ns ambiente c'è una sorta di gara a chi la spara più grossa. Potrei io stesso essere messo facilmente alla berlina con quanto asserisco. Dietro certe notizie vi sono anni di lavoro, incontri e contatti...e poi non per ultimo c'è la Fonte che ogni tanto riesco a entrarci in collegamento. Una buona dose di senso critico, o meglio, la teologica discriminazione degli spiriti è più che mai necessaria. Attento Fenice, però, a volte per ripulire un ambiente si rischia di gettar via frammenti preziosi di verità buttati là per caso(?).
    Paolo, hai perfettamente centrato: ciò che è astruso nell'Apocalisse rischia di essere iperreale.

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