La vera Europa fu cristiana e fu qualcosa di più di un insieme di nazioni, di commerci, di culture. Un collante la rese unica e indivisa: il cristianesimo. Trascrivo qui di seguito il discorso dell'Imperatore Carlo Magno ai
dignitari del regno alla chiusura del Consiglio Generale di Aquisgrana
nell’802. Chiamato “Ammonizione del Signor Imperatore Carlo”, fu pronunciato in
latino, lingua che Carlo Magno parlava correntemente. Esso contiene un vero
“programma di governo”, fondamento di una civiltà cristiana in linea con la
Città di Dio descritta da Santo Agostino.
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“Udite,
fratelli, dilettissimi, siamo stati inviati qui per la vostra salvezza, per
ammonirvi e dirvi come dovreste vivere in modo giusto e buono secondo Dio.
Innanzi tutto vi esorto a credere in un solo Dio onnipotente, Padre e Figlio e
Spirito Santo. Egli è un Dio unico e vero, perfetta Trinità e vera unità, Dio
creatore di tutte le cose visibili e invisibili, nel quale è la nostra salvezza
ed Egli è l’autore di tutti i nostri beni.
“Credete che
il Figlio di Dio per la salvezza del mondo si è fatto uomo ed è nato per opera
dello Spirito Santo dalla Vergine Maria. Credete che per la nostra salvezza ha
subito la morte e il terzo giorno è risuscitato dai morti, è asceso ai cieli e
siede alla destra di Dio. Credete che Egli verrà a giudicare i vivi e i morti e
allora renderà a ciascuno secondo le sue opere.
“Credete
nell’unica Chiesa, cioè la comunità degli uomini buoni, diffusa su tutta la
terra, e sappiate che potranno essere salvi ed appartengono al Regno di Dio
soltanto quelli che perseverano fino alla fine nella fede, nella comunione e
nella carità di questa Chiesa. Quelli invece che per i loro peccati sono
scomunicati da questa Chiesa e non ritornano ad essa con la penitenza, non
possono più fare in questa vita nulla che sia gradito a Dio.
“Abbiate
fiducia che nel battesimo avete ricevuto la remissione di tutti i peccati,
sperate dalla misericordia di Dio che i vostri peccati quotidiani vengano
rimessi attraverso la confessione e la penitenza. Credete nella resurrezione di
tutti i morti e nella vita eterna, e nell’eterno supplizio per gli empi.
“Questa
dunque è la nostra fede, per mezzo di essa sarete salvi, se la custodirete
fermamente e la adempirete con le opere buone, infatti ‘la fede senza le opere
è morta’ e le opere, anche se buone, senza la fede non possono piacere a Dio.
Prima di tutto quindi amate Dio onnipotente con tutto il cuore e con tutte le
vostre forze e tutto ciò che sapete che piace a Dio, fatelo sempre, per quanto
potete, con l’aiuto di Dio. Fuggite coloro che sono in contrasto con Dio. E ‘chi
dice di amare Dio ma non osserva i Suoi comandamenti è bugiardo’.
“Amate i
vostri prossimi come voi stessi e fate l’elemosina ai poveri secondo le vostre
possibilità. Accogliete i viandanti nelle vostre case, visitate gli infermi e
porgete misericordia a coloro che sono in carcere. In questa primavera non fate
male a nessuno, per quanto potete, e non consentite con quelli che fanno il
male. Non soltanto infatti coloro che lo fanno sono rei, ma anche coloro che
sono consenzienti. E perdonatevi vicendevolmente i vostri peccati, come volete
che Dio perdoni a voi a vostri peccati.
“Riscattate
i prigionieri, aiutate quelli che sono oppressi ingiustamente, difendete le
vedove e gli orfani. Giudicate con giustizia, non consentite alle iniquità, non
serbate a lungo l’ira, evitate l’ebbrezza e i banchetti superflui. Siate umili
e benigni tra voi, e servite fedelmente nostro Signore, non commettete furti e
spergiuri e non consentite con quelli che li commettono. L’odio e l’invidia
allontanano dal Regno di Dio, perciò riconciliatevi presto tra voi, nella pace.
Peccare è umano, è angelico emendarsi, ma diabolico perseverare nel peccato.
“Difendete
la Chiesa di Dio e venite in aiuto alla sua causa, affinché i sacerdoti di Dio
possano sempre pregare per voi. Ricordatevi di quel che avete promesso a Dio
nel battesimo: avete rinunciato al diavolo e alle su opere. Non vogliate
tornare a quelle cose cui rinunciaste, ma rimanete piuttosto nel volere di Dio,
come avete promesso, e amate Colui che vi ha creati e dal quale avete ricevuto
ogni bene.
“Ciascuno
serva fedelmente Dio nello stato in cui si trova. Le mogli siano sottomesse ai
loro mariti, in bontà e pudicizia, e si guardino dalla fornicazione, dai
sortilegi e dall’avidità di lucro, poiché coloro che fanno queste cose ripugnano
a Dio. Esse nutrano i propri figli nel timore di Dio e facciano elemosine tanto
quanto rende l’animo lieto e secondo la buona volontà. I mariti amino le loro
mogli e non dicano loro parole brutte, governino la casa e vadano spesso in
chiesa, piamente. Rendano agli uomini ciò che devono, senza mormorazioni, e
rendano a Dio ciò che è di Dio, con buona volontà. I figli amino i loro
genitori, li onorino e non disubbidiscano loro. Si guardino da furti, omicidi e
fornicazioni, e quando raggiungono la maggiore età prendano legittima moglie, a
meno che preferiscano entrare al servizio di Dio.
“I chierici
e i canonici obbediscano diligentemente agli ordini dei loro vescovi, e non
vadano vagando da luogo a luogo. Non si immischino negli affari secolari, vivano
in castità, ascoltino spesso la lettura delle Sacre Scritture con cui Dio li
esorta, compiano con diligenza i doveri ecclesiastici. I monaci mantengano ciò
che promisero a Dio e non facciano alcunché se non ciò che comanda loro
l’abate, e non cerchino di guadagnare con turpe lucro. Tengano a memoria la
loro Regola e la osservino fermamente, conoscendo quell’insegnamento secondo
cui è meglio non fare voto piuttosto che dopo averlo fatto, non osservarlo.
“I duchi, i
conti e i magnati esercitino la giustizia sul popolo e siano misericordiosi
verso i poveri. Non infrangano la giustizia in cambio di denaro e non
condannino gli innocenti per odii personali. Tengano sempre a mente quella
frase dell’Apostolo che dice: Tutti dovremo stare di fronte al tribunale di Cristo,
perché ciascuno riceva secondo ciò che ha fatto, o il bene o il male. E il
Signore stesso dice: Con il giudizio con cui giudicate sarete giudicati!. Cioè
agite con misericordia per ricevere misericordia da Dio. Non vi è nulla di
nascosto che non sarà conosciuto, nulla di velato che non verrà portato alla
luce. E ancora, per ogni parola infondata renderemo conto nel giorno del
giudizio.
“Cerchiamo
dunque di fare tutto con il Suo aiuto, sì da poter piacere a Dio in tutte le
nostre opere e affinché dopo questa vita presente possiamo meritare di gioire
con i santi di Dio in eterno. Breve è questa vita e incerto il tempo della
morte: che cosa dunque dobbiamo fare, se non essere sempre pronti? Pensiamo
quanto sia terribile cadere nelle mani di Dio ! Ma chi confessa e suoi peccati
e fa penitenza e fa elemosine, ebbene Dio è misericordioso e clemente. Se ci
vedrà tornare a lui con tutto il cuore, subito avrà pietà di noi e userà con
noi la sua misericordia; ci concederà in questo mondo una vita felice e la vita
futura con i suoi santi in eterno.
“Che Dio vi
custodisca, fratelli dilettissimi!”
(Carlo Magno. Le Lettere, a cura di Dag Tessore, Città Nuova, Roma, 2001, pp. 79‑83.)